Monti Lattari: Monte Sant'Angelo a Tre Pizzi (con le tre vette Molare, Canino e Caldara) da Resicco di Pimonte
near Resicco, Campania (Italia)
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Itinerary description
Anello da Resicco di Pimonte alle tre vette del Monte Sant'Angelo a Tre Pizzi, nell’ordine: Monte Catiello o Caldara, Monte di Mezzo o Canino, e Monte San Michele o Molare.
Premesso che ci sono più possibilità di pianificazione, per questa escursione abbiamo scelto come punto di riferimento la stradina che si stacca dalla SR 366 verso l’Agriturismo La Quiete: qui si scende con sentiero diretto dal CAI 300 dell’Alta Via dei Monti Lattari.
Avanzando su asfalto (in direzione Agerola) per circa 500 metri oltre la stradina dell’Agriturismo La Quiete si trova un’altra stradina che poco dopo diventa sentiero ed è quella utilizzata per la salita in quota fin sotto il finale per il Monte Catiello o Caldara.
Altre soluzioni per la salita ai Tre Pizzi possono essere quelle degli itinerari:
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Salita da Resicco di Pimonte al Monte Catiello o Caldara
Da … dove si riesce a parcheggiare 😁 si va, in direzione Agerola, circa 500 metri dopo l’imbocco della stradina dell’Agriturismo La Quiete, fino a una curva a gomito verso sinistra dove si stacca un’altra stradina con, inizialmente, piano di cemento un po’ scassato.
Si sale per questa stradina fino allo “scheletro” di un gran fabbricato non completato.
Si aggira a sinistra e si passa sopra lo “scheletro” con gran curvone a destra, e prima di una successiva curva a sinistra si stacca verso monte il sentiero vero e proprio che conduce in quota.
Si nota poco e non c’è segnaletica alcuna, ma come riferimento è subito dopo un valloncello con impluvio in secca (almeno oggi).
Il sentiero sale evidente fin poco sotto Punta Mezzogiorno (che è completamente chiusa dalla vegetazione), dove c’è un bivio (oggi segnalato con nastrino da cantiere) che fa svoltare a sinistra sopra la dorsale e poco prima di un bel punto panoramico.
Osservando le mappe, se al bivio si prosegue diritti ci si ritrova comunque sulla continuazione giusta, ma si perde l’unico punto panoramico di questa prima parte.
Continuando la salita senza difficoltà ci si immette, per la prima volta in questa escursione, sul CAI 300 dell’Alta Via dei Monti Lattari con grande vista sui Tre Pizzi e tutto il versante della traversata che li unisce.
Qui si svolta a destra passando sotto Colle Garofalo e si prosegue per poco più di 500 metri lineari fino a un altro bivio: si abbandona l’Alta Via e si va a sinistra per sentiero comunque segnato con bolli e bande rossi.
Ora si avanza fino a un bivio con una traccia poco evidente che sale diretta a destra: c’è solo un “piccolo numerino 329 nero” dipinto su una pietra a terra: se si manca la svolta a questo bivio si va a Capo Muro allungando il giro.
Da qui in poi la traccia è più strettina e inizialmente contorta, ma ci sono degli sbiaditi segnavia che aiutano, e si arriva ad immettersi sul tratto di salita che collega Capo Muro al Monte Catiello o Caldara.
Il punto di immissione è circa 30/35 metri di dislivello più in basso della deviazione di continuazione per la traversata verso le altre vette dei Tre Pizzi, che a sua volta sta circa 35/40 metri di dislivello sotto la vetta.
La via di salita al Monte Catiello o Caldara “rivela subito un gran panorama” e si segue senza dubbi a fianco dei numerosi segnavia di vernice.
Il terreno di salita è quasi costante: ripidino con qualche roccetta dove si appoggiano le mani ma solo per equilibrio.
Dal Monte Catiello o Caldara al Monte di Mezzo o Canino
Si scende per circa 35/40 metri di dislivello e si svolta a sinistra per traccia inizialmente molto labile che non sarebbe facile intuire senza i seppur piccoli segni rossi.
Però poco dopo compare un vero sentierino abbondantemente segnato che, con qualche passo esposto, conduce alla sella-forcella che divide il Monte Catiello o Caldara dal Monte di Mezzo o Canino.
Qui la salita è ben più ripida della precedente, e bisogna cercare le giuste linee per addolcirla se si vogliono evitare passi di arrampicata.
Nella prima parte c’è ancora qualche segno di vernice rossa che aiuta, e poi si va a occhio seguendo le liste diagonali più dolci fino ai vari punti in cui si può salire più facilmente alla lista superiore: con un “buon occhio sulla media distanza” si trovano le linee giuste.
Noi abbiamo seguito due parti del pendio un po’ diverse tra salita e discesa, stando più in cresta al rientro.
Dalla forcella alla base della salita finale al Monte di Mezzo o Canino fino all’immissione nel CAI 350 dove inizia il finale per il Monte San Michele o Molare
Questo – a mio giudizio – è il tratto più difficile dell’escursione perché può riservare seri problemi se affrontato con bagnato, gelo o neve: e non sempre prima di partire si può stimare con precisione, in caso di maltempo recente, quello che si troverà: oggi era tutto perfetto e “quasi facile”.
Dalla forcella alla base della salita finale al Monte di Mezzo o Canino si traversa in leggera discesa per una trentina di metri lineari, e poi si scende diretti nel vallone seguendo gli stretti tornantini del sentiero per una quarantina di metri di dislivello.
Tenendo d’occhio la fascia rocciosa che sta a sinistra, ci si avvicina sempre per traccia di sentierino e si inizia a seguirla con tratti di camminamento stile cengia.
Uscendo dal vallone, la direzione iniziale è nord, ma cambia spesso all’aggiramento di varie coste rocciose e attraversamento di altri valloni-canali: la direzione cambia, ma l’esposizione generale è sempre in “direzione nord molto ombreggiata”, e per questo motivo bagnato e gelo qui possono essere un problema anche quando non lo sono nel resto dell’itinerario.
Se c’è buona visibilità l’orientamento non è difficile perché la traccia con attenzione si vede sempre.
Tuttavia, in questa direzione di percorrenza, c’è un “bivio apparente” che può ingannare.
Si arriva in un punto dove la fascia rocciosa laterale è interrotta da una rientranza con un saltino di non difficili roccette che introduce pochi metri più in alto su un altro camminamento-sentiero con tratti di base rocciosa.
Il camminamento-sentiero che si sta percorrendo fino a qui è più evidente nella continuazione in piano e poi in leggera discesa – ma non bisogna continuare in piano, bisogna salire.
Alla base di questa salitella ci sono un paio di evidenti segni rossi, mentre se si continua in piano non ci sono più segnavia.
Fatta la salitella di pochi metri, seguendo i segnavia ci sono una prima diagonale e poi due tornantini con tratto più ripido, e si arriva sul facile finale dove si incontrano un paio di tabelle in legno (meglio orientate per chi arriva dall’altra direzione) fissate su tronchi d’albero con l’indicazione (a oggi assai sbiadita) di sentiero pericoloso in italiano, inglese, francese e tedesco.
La seconda tabella si trova pochissimi metri prima dell’immissione nel CAI 350.
Salita alla vetta del Monte San Michele o Molare dall’immissione nel CAI 350
Il sentiero è larghissimo fino al bivio per la Croce della Conocchia e poco dopo scavalca nell’altro versante per un tratto di collegamento fino al vallone-canale finale.
Questo vallone-canale porta alla piccola depressione tra le due cime che rende l’aspetto di questa montagna veramente caratteristico, proprio come un “molare”.
È un vallone ripidino ma c’è una traccia a terra non difficile da seguire per qualsiasi escursionista non occasionale.
Rientro a Resicco di Pimonte dalla vetta del Monte San Michele o Molare
La prima parte è molto conosciuta e frequentata: basta seguire le indicazioni per il Santuario di San Michele Arcangelo e per la Funivia del Faito, sempre lungo il CAI 350.
Prima di arrivare al Santuario di San Michele Arcangelo e poco dopo la deviazione segnalata per la Grotta di San Catello, c’è un bivio con una larga traccia che scende con tornante verso destra, ed è segnalata da cartello-freccia del CAI 300 dell’Alta Via dei Monti Lattari.
Si imbocca l’Alta Via con qualche rampetta ripida dove si appoggiano le mani, e su sentiero variegato si arriva a un bivio dove oggi era evidente la scritta “LA QUIETE” dipinta in vernice rossa su roccia a terra.
Da qui in poi bisogna alzare il livello di attenzione per l’orientamento.
Questo sentiero finale di chiusura anello è segnalato con bande di vernice rossa, nastrini vari da cantiere e rami tagliati.
Tuttavia il camminamento nella prima parte in qualche punto è smosso e non sempre “stacca con chiarezza” dal fondo del resto del bosco, e poi – nella stagione di ricrescita del verde come oggi – molti tratti sono coperti da alte felci e anche ginestre: per fortuna non ci sono rovi.
Noi siamo andati molto piano e non abbiamo mai perso la traccia, ma serve attenzione: qui un recupero da un errore potrebbe essere faticoso e fastidioso.
Nella parte iniziale c’è anche un ripido con corda di aiuto accanto a un cavo teso di acciaio che, probabilmente, serviva per lavori boschivi.
Si arriva sotto un’area che sulle mappe è denominata «o' pass é Catiello» con sorgente poco fuori dal sentiero.
Da qui si trova un tubo metallico per l’acqua che segue, parzialmente interrato, il sentiero.
Poco dopo sulle mappe è indicata la località «o' cuoll é Maria» e si continua fino a quota 740/750 circa dove il sentiero diventa larga mulattiera e non ci si preoccupa più del verde troppo ricresciuto.
Dopo la mulattiera, come sempre verso valle, si entra in una vera strada sterrata che arriva nell’area dell’Agriturismo La Quiete, e da qui in breve si ritorna al punto di partenza.
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Il dislivello reale dell’escursione è di circa 1.260 metri e non 1.610 come indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
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Premesso che ci sono più possibilità di pianificazione, per questa escursione abbiamo scelto come punto di riferimento la stradina che si stacca dalla SR 366 verso l’Agriturismo La Quiete: qui si scende con sentiero diretto dal CAI 300 dell’Alta Via dei Monti Lattari.
Avanzando su asfalto (in direzione Agerola) per circa 500 metri oltre la stradina dell’Agriturismo La Quiete si trova un’altra stradina che poco dopo diventa sentiero ed è quella utilizzata per la salita in quota fin sotto il finale per il Monte Catiello o Caldara.
Altre soluzioni per la salita ai Tre Pizzi possono essere quelle degli itinerari:
- Monti Lattari: Croce della Conocchia e i Tre Pizzi (Molare, Canino e Caldara) da Positano zona stadio
- Monti Lattari: Monte Sant'Angelo a Tre Pizzi (con le tre vette Molare, Canino e Caldara) da Praiano a Castellammare di Stabia
- Monti Lattari: Monte Sant'Angelo a Tre Pizzi (con le tre vette Molare, Canino e Caldara) da Tralia di Pimonte a Bomerano
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Salita da Resicco di Pimonte al Monte Catiello o Caldara
Da … dove si riesce a parcheggiare 😁 si va, in direzione Agerola, circa 500 metri dopo l’imbocco della stradina dell’Agriturismo La Quiete, fino a una curva a gomito verso sinistra dove si stacca un’altra stradina con, inizialmente, piano di cemento un po’ scassato.
Si sale per questa stradina fino allo “scheletro” di un gran fabbricato non completato.
Si aggira a sinistra e si passa sopra lo “scheletro” con gran curvone a destra, e prima di una successiva curva a sinistra si stacca verso monte il sentiero vero e proprio che conduce in quota.
Si nota poco e non c’è segnaletica alcuna, ma come riferimento è subito dopo un valloncello con impluvio in secca (almeno oggi).
Il sentiero sale evidente fin poco sotto Punta Mezzogiorno (che è completamente chiusa dalla vegetazione), dove c’è un bivio (oggi segnalato con nastrino da cantiere) che fa svoltare a sinistra sopra la dorsale e poco prima di un bel punto panoramico.
Osservando le mappe, se al bivio si prosegue diritti ci si ritrova comunque sulla continuazione giusta, ma si perde l’unico punto panoramico di questa prima parte.
Continuando la salita senza difficoltà ci si immette, per la prima volta in questa escursione, sul CAI 300 dell’Alta Via dei Monti Lattari con grande vista sui Tre Pizzi e tutto il versante della traversata che li unisce.
Qui si svolta a destra passando sotto Colle Garofalo e si prosegue per poco più di 500 metri lineari fino a un altro bivio: si abbandona l’Alta Via e si va a sinistra per sentiero comunque segnato con bolli e bande rossi.
Ora si avanza fino a un bivio con una traccia poco evidente che sale diretta a destra: c’è solo un “piccolo numerino 329 nero” dipinto su una pietra a terra: se si manca la svolta a questo bivio si va a Capo Muro allungando il giro.
Da qui in poi la traccia è più strettina e inizialmente contorta, ma ci sono degli sbiaditi segnavia che aiutano, e si arriva ad immettersi sul tratto di salita che collega Capo Muro al Monte Catiello o Caldara.
Il punto di immissione è circa 30/35 metri di dislivello più in basso della deviazione di continuazione per la traversata verso le altre vette dei Tre Pizzi, che a sua volta sta circa 35/40 metri di dislivello sotto la vetta.
La via di salita al Monte Catiello o Caldara “rivela subito un gran panorama” e si segue senza dubbi a fianco dei numerosi segnavia di vernice.
Il terreno di salita è quasi costante: ripidino con qualche roccetta dove si appoggiano le mani ma solo per equilibrio.
Dal Monte Catiello o Caldara al Monte di Mezzo o Canino
Si scende per circa 35/40 metri di dislivello e si svolta a sinistra per traccia inizialmente molto labile che non sarebbe facile intuire senza i seppur piccoli segni rossi.
Però poco dopo compare un vero sentierino abbondantemente segnato che, con qualche passo esposto, conduce alla sella-forcella che divide il Monte Catiello o Caldara dal Monte di Mezzo o Canino.
Qui la salita è ben più ripida della precedente, e bisogna cercare le giuste linee per addolcirla se si vogliono evitare passi di arrampicata.
Nella prima parte c’è ancora qualche segno di vernice rossa che aiuta, e poi si va a occhio seguendo le liste diagonali più dolci fino ai vari punti in cui si può salire più facilmente alla lista superiore: con un “buon occhio sulla media distanza” si trovano le linee giuste.
Noi abbiamo seguito due parti del pendio un po’ diverse tra salita e discesa, stando più in cresta al rientro.
Dalla forcella alla base della salita finale al Monte di Mezzo o Canino fino all’immissione nel CAI 350 dove inizia il finale per il Monte San Michele o Molare
Questo – a mio giudizio – è il tratto più difficile dell’escursione perché può riservare seri problemi se affrontato con bagnato, gelo o neve: e non sempre prima di partire si può stimare con precisione, in caso di maltempo recente, quello che si troverà: oggi era tutto perfetto e “quasi facile”.
Dalla forcella alla base della salita finale al Monte di Mezzo o Canino si traversa in leggera discesa per una trentina di metri lineari, e poi si scende diretti nel vallone seguendo gli stretti tornantini del sentiero per una quarantina di metri di dislivello.
Tenendo d’occhio la fascia rocciosa che sta a sinistra, ci si avvicina sempre per traccia di sentierino e si inizia a seguirla con tratti di camminamento stile cengia.
Uscendo dal vallone, la direzione iniziale è nord, ma cambia spesso all’aggiramento di varie coste rocciose e attraversamento di altri valloni-canali: la direzione cambia, ma l’esposizione generale è sempre in “direzione nord molto ombreggiata”, e per questo motivo bagnato e gelo qui possono essere un problema anche quando non lo sono nel resto dell’itinerario.
Se c’è buona visibilità l’orientamento non è difficile perché la traccia con attenzione si vede sempre.
Tuttavia, in questa direzione di percorrenza, c’è un “bivio apparente” che può ingannare.
Si arriva in un punto dove la fascia rocciosa laterale è interrotta da una rientranza con un saltino di non difficili roccette che introduce pochi metri più in alto su un altro camminamento-sentiero con tratti di base rocciosa.
Il camminamento-sentiero che si sta percorrendo fino a qui è più evidente nella continuazione in piano e poi in leggera discesa – ma non bisogna continuare in piano, bisogna salire.
Alla base di questa salitella ci sono un paio di evidenti segni rossi, mentre se si continua in piano non ci sono più segnavia.
Fatta la salitella di pochi metri, seguendo i segnavia ci sono una prima diagonale e poi due tornantini con tratto più ripido, e si arriva sul facile finale dove si incontrano un paio di tabelle in legno (meglio orientate per chi arriva dall’altra direzione) fissate su tronchi d’albero con l’indicazione (a oggi assai sbiadita) di sentiero pericoloso in italiano, inglese, francese e tedesco.
La seconda tabella si trova pochissimi metri prima dell’immissione nel CAI 350.
Salita alla vetta del Monte San Michele o Molare dall’immissione nel CAI 350
Il sentiero è larghissimo fino al bivio per la Croce della Conocchia e poco dopo scavalca nell’altro versante per un tratto di collegamento fino al vallone-canale finale.
Questo vallone-canale porta alla piccola depressione tra le due cime che rende l’aspetto di questa montagna veramente caratteristico, proprio come un “molare”.
È un vallone ripidino ma c’è una traccia a terra non difficile da seguire per qualsiasi escursionista non occasionale.
Rientro a Resicco di Pimonte dalla vetta del Monte San Michele o Molare
La prima parte è molto conosciuta e frequentata: basta seguire le indicazioni per il Santuario di San Michele Arcangelo e per la Funivia del Faito, sempre lungo il CAI 350.
Prima di arrivare al Santuario di San Michele Arcangelo e poco dopo la deviazione segnalata per la Grotta di San Catello, c’è un bivio con una larga traccia che scende con tornante verso destra, ed è segnalata da cartello-freccia del CAI 300 dell’Alta Via dei Monti Lattari.
Si imbocca l’Alta Via con qualche rampetta ripida dove si appoggiano le mani, e su sentiero variegato si arriva a un bivio dove oggi era evidente la scritta “LA QUIETE” dipinta in vernice rossa su roccia a terra.
Da qui in poi bisogna alzare il livello di attenzione per l’orientamento.
Questo sentiero finale di chiusura anello è segnalato con bande di vernice rossa, nastrini vari da cantiere e rami tagliati.
Tuttavia il camminamento nella prima parte in qualche punto è smosso e non sempre “stacca con chiarezza” dal fondo del resto del bosco, e poi – nella stagione di ricrescita del verde come oggi – molti tratti sono coperti da alte felci e anche ginestre: per fortuna non ci sono rovi.
Noi siamo andati molto piano e non abbiamo mai perso la traccia, ma serve attenzione: qui un recupero da un errore potrebbe essere faticoso e fastidioso.
Nella parte iniziale c’è anche un ripido con corda di aiuto accanto a un cavo teso di acciaio che, probabilmente, serviva per lavori boschivi.
Si arriva sotto un’area che sulle mappe è denominata «o' pass é Catiello» con sorgente poco fuori dal sentiero.
Da qui si trova un tubo metallico per l’acqua che segue, parzialmente interrato, il sentiero.
Poco dopo sulle mappe è indicata la località «o' cuoll é Maria» e si continua fino a quota 740/750 circa dove il sentiero diventa larga mulattiera e non ci si preoccupa più del verde troppo ricresciuto.
Dopo la mulattiera, come sempre verso valle, si entra in una vera strada sterrata che arriva nell’area dell’Agriturismo La Quiete, e da qui in breve si ritorna al punto di partenza.
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Il dislivello reale dell’escursione è di circa 1.260 metri e non 1.610 come indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
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Waypoints
Waypoint
1,765 ft
02 - Uscita dalla SR 366 per stradina che sale in direzione di Punta Mezzogiorno e i Tre Pizzi
Waypoint
2,028 ft
03 - Uscita da stradina per sentiero in direzione di Punta Mezzogiorno e i Tre Pizzi
Waypoint
2,699 ft
05 - Bivio con svolta a sinistra per Punta Mezzogiorno
Waypoint
2,800 ft
06 - Punta Mezzogiorno
Waypoint
3,284 ft
09 - Uscita dal CAI 300 dell'Alta Via dei Monti Lattari per altro sentiero in direzione dei Tre Pizzi
Waypoint
3,490 ft
11 - Bivio con svolta poco evidente a destra in salita diretta iniziale verso i Tre Pizzi
Waypoint
3,716 ft
12 - Foto lungo il sentiero che collega alla salita finale al Monte Catiello o Caldara
Waypoint
4,141 ft
13 - Foto lungo il sentiero che collega alla salita finale al Monte Catiello o Caldara
Waypoint
4,331 ft
18 - Svolta a sinistra in discesa dal Monte Catiello o Caldara verso il Monte di Mezzo o Canino
Waypoint
4,294 ft
19 - Foto lungo il sentiero tra il Monte Catiello o Caldara e il Monte di Mezzo o Canino
Waypoint
4,276 ft
20 - Foto lungo il sentiero tra il Monte Catiello o Caldara e il Monte di Mezzo o Canino
Waypoint
4,261 ft
21 - Forcella divisoria tra il Monte di Mezzo o Canino e il Monte Catiello o Caldara
Waypoint
4,003 ft
26 - Foto lungo il sentiero tra il Monte di Mezzo o Canino e il Monte San Michele o Molare
Waypoint
4,082 ft
27 - Base saltino roccioso lungo il sentiero tra il Monte di Mezzo o Canino e il Monte San Michele o Molare
Waypoint
4,132 ft
28 - Foto lungo il sentiero tra il Monte di Mezzo o Canino e il Monte San Michele o Molare
Waypoint
4,170 ft
29 - Foto lungo il sentiero tra il Monte di Mezzo o Canino e il Monte San Michele o Molare
Waypoint
4,053 ft
30 - Immissione nel CAI 350 e continuazione per la salita finale verso il Monte San Michele o Molare
Waypoint
4,328 ft
31 - Foto in «un'area ristoro per umani occupata» lungo la salita verso il Monte San Michele o Molare
Waypoint
4,410 ft
32 - Foto in arrivo alla base del vallone-canale finale del Monte San Michele o Molare
Waypoint
4,554 ft
36 - Foto a inizio discesa per il vallone-canale finale del Monte San Michele o Molare
Waypoint
3,772 ft
37 - Bivio con svolta a destra seguendo il CAI 300 dell'Alta Via dei Monti Lattari
Waypoint
3,711 ft
38 - Foto lungo il CAI 300 dell'Alta Via dei Monti Lattari in direzione del sentiero finale di discesa a Resicco di Pimonte
Waypoint
3,545 ft
39 - Foto lungo il CAI 300 dell'Alta Via dei Monti Lattari in direzione del sentiero finale di discesa a Resicco di Pimonte
Waypoint
3,580 ft
40 - Foto lungo il CAI 300 dell'Alta Via dei Monti Lattari in direzione del sentiero finale di discesa a Resicco di Pimonte
Waypoint
3,328 ft
41 - Bivio «LA QUIETE» e uscita dal CAI 300 dell'Alta Via dei Monti Lattari per la discesa finale a Resicco di Pimonte
Waypoint
2,432 ft
45 - Immissione in larga mulattiera lungo la discesa finale a Resicco di Pimonte
Waypoint
2,076 ft
46 - Immissione in stradetta sterrata lungo la discesa finale a Resicco di Pimonte
Comments (16)
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Ciao, scusate, come siete riusciti ad aggirare Agriturismo La Quiete? Sto guardando Google maps, c'e' il cancello chiuso su questa stradina che dice "proprieta' privata"
Ciao sepupic,
noi siamo arrivati in discesa all’Agriturismo La Quiete seguendo le chiare indicazioni dei segnavia: vedi foto del waypoint 41 che indica la località “LA QUIETE”.
Arrivando dall’alto non c’è alcuna recinzione e al giorno del nostro passaggio non c’era alcun cartello di “proprietà privata”.
La recinzione stava solo in basso, e il cancello della stradina di accesso dal basso all’agriturismo era aperto visto che eravamo in orario di apertura.
In ogni caso, circa 250-300 metri lineari prima di arrivare in discesa (ripeto: senza incontrare recinzioni) al fabbricato dell’agriturismo, sulla destra inizia un altro largo sentiero di raccordo che si innesta nella parte iniziale della salita di questa escursione.
Dunque, volendo si può evitare del tutto l’Agriturismo La Quiete allungando il percorso di non più di un centinaio di metri lineari.
Spero di esserti stato utile e … buon cammino❗😉
Grazie ZioMario, ho visto il raccordo, proviamo a passare in questo modo, volevamo fare il percorso in senso antiorario e dubito tanto che saranno aperti la mattina presto, mi chiedo se e' comunque possibile parcheggiare in quella curva dove inizia la stradina per agriturismo...
Ti confermo che se passi presto (come noi all’andata) il cancello è chiuso.
Per quanto riguarda il parcheggio, non è impossibile piazzare l’auto alla curva a destra appena dopo l’inizio della stradina (quindi prima del cancello) per l’agriturismo, ma rimane sempre un parcheggio «stravagante».
Magari prova prima un po’ più indietro verso l’abitato di Resicco come abbiamo trovato noi, in fondo si tratta solo di 2-3 minuti in più di cammino su asfalto. 👍🙋♂️
2-3minuti non è un problema, ma ho fatto questo Resicco avanti - indietro in street view 5 volte e non vedo nessun parcheggio in assoluto 😭, proveremo forse quello segnato sulla mappa "Chiosco La Botte".
Grazie delle info 🤝
Ho dimenticato una cosa importante che … ho capito nel tempo dopo un po’ di prove perché io sono di Padova – però la mia compagna è di quelle zone e lo sapeva già❗(e le donne hanno sempre ragione 😉)
Bisogna guardare come parcheggiano gli abitanti del luogo lungo la strada principale, e fare qualcosa di simile senza strafare e senza dare un disturbo oggettivo al traffico regolare, tenendo conto che devono passare comodamente anche i pullman.
Avevo valutato anch’io quello del Chiosco La Botte ma (dopo averlo visto la mattina dell’escursione) l’ho scartato perché ho pensato che potevo dar fastidio lasciando un’auto fissa tutto il giorno dove si possono fermare i clienti (però non so quanti clienti possa avere contemporaneamente questo chiosco, e non so neanche se è aperto in tutti i periodi dell’anno).
Comunque alla fine troverai qualcosa se stai attento a non recare un disturbo oggettivo.
Buona escursione. 👌
Ok per "imitare abitanti del luogo", cmq abbiamo chiamato il sabato il chiosco, ha detto riapre in estate quindi ieri abbiamo lasciato la macchina li senza dare fastidio a nessuno, abbiamo trovato anche il raccordo di collegamento, e' un sentiero di cavalli che vanno li per acqua, dopo pero' seguendo i nastri ci siamo trovati in salita dritti in direzione santuario ma da li abbiamo gia' fatto il Molare quindi scesi nella ricerca della sorgente e dopo abbiamo fatto piu' o meno come voi, cmq abbiamo rinunciato al Canino, siete veramente coraggiosi, siamo ritornati al bivio 350/la quiete ed abbiamo seguito il sentiero CAI. Grazie mille per l'idea, uno deve essere del posto per conoscere sentieri non ufficiali, mio figlio li ha chiamati "i sentieri dei taglialegna"
Buongiorno, avrei intenzione di arrivare al Canino partendo da Agerola, intersecando la traccia al waypoint 8. Volevo capire, che tipo di difficoltà ci sono per arrivare al Canino. Leggo che #sepupic
...ha rinunciato. Certo guardandolo dal Catello o dal Molare sembra parecchio impervio, però dalle foto sembra fattibile. Che mi dite? Grazie
Ciao sepupic,
credo che tuo figlio abbia ragione: sono sentieri ad uso lavori forestali e che probabilmente – nei tempi andati – avevano una funzione-utilità per tutta l’economia «silvo-pastorale».
Sono andato a vedermi il giro che hai pubblicato e ne è venuta fuori una bella rappresentazione con tante foto.
Buona continuazione per tutto il resto della stagione escursionistica❗😉
@Francesco Brasiello si, partendo da Agerola ok, si vedra' perfettamente quello che ti aspetta, e' da quel lato che si sale, invece noi al ritorno dal Molare abbiamo rinunciato perche' adesso con assenza di foglie quel lato ripido che non si vede da Agerola ma si vede dal Resicco(guarda un po' le foto all'inizio) mette paura, se sbagli li voli tanto, in estate sembra coperto dagli alberi, in inverno e' abbastanza nudo, abbiamo optato per il sentiero CAI che passa sempre li ma piu' giu' e, essendo CAI, sembra piu' assicurato, invece non tanto, il vecchio recinto lungo i tratti esposti e' quasi inesistente, bruciato, caduto. Salendo da giu' e' tutto ricoperto da cespugli e non fa l'impressione, da sopra invece lo fa
Ciao Francesco,
la salita al Canino va fatta del lato che si vede dal Catiello o Caldara, e dunque … non c’è da preoccuparsi per le verticalità che si vedono dal Molare.
Inoltre bisogna tener presente che le foto a distanza “schiacciano” la prospettiva e danno un’impressione di maggiore pendenza-verticalità.
Un parametro oggettivo che si può dare per il Canino è che sicuramente bisogna appoggiare le mani di tanto in tanto ma non si arriva – come difficoltà tecnica – al I° grado alpinistico.
Tuttavia salendo aumenta l’esposizione e una scivolata … può creare molti danni.
Stando a destra direzione salita (come noi in questa escursione) c’è terreno meno solido (o più sporco di pietrisco) ma meno pendente assecondando le varie liste-cengette e rimontandole a zig-zag con piccoli saltini.
Stando a sinistra direzione salita (la nostra discesa di questa escursione) si sta su roccette più pendenti ma più solide e si usano di più le mani, ma – ripeto – non si arriva al I° grado alpinistico.
Non è per principianti ma chi ha un po’ di esperienza su terreni dolomitici o simili capisce cosa fare.
Spero di averti chiarito un po’ le idee e buona escursione❗😉
Grazie mille a entrambi, si @ziomario mi hai un po' rincuorato. :)
Zio Mario,
grazie e venite pure da noi, su Lepini ed Ernici ⛰️
Ho anche una bella collezione di "fuorisentiero" 👻
@Francesco,
ricordati sempre che la gente del nord ha una scala di difficoltà diversa da noi, qua ti dicono che Fammera da Spigno Saturnia ha dei passaggi del primo grado come anche Gendarme di Viglio, è veramente esagerato, sono d'accordo, però al nord sono esagerati "al contrario", per loro il Pizzo Recastello è EE, su Pizzo Arera salgono pure bambini e quelli che corrono maratona, una cordicina appesa per loro è un bel niente e invece qua se ti vedono salire su quella dicono come mai senza il casco 🤣 Quindi se Fammera e Gendarme hanno "passaggi del primo grado", qua ne trovi di più
Bene 😅 al massimo deciderò al momento se proseguire o no. La camminate non sono mai una perdita di tempo anche se si è costretti a rinunciare 😊 anzi, fa parte del gioco