Monti Lattari: da Angri ad Amalfi per Monte Cerreto, Monte Rotondo, Piano del Ceraso, Belvedere Mustaculo e Il Castello
near Angri, Campania (Italia)
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Itinerary description
Traversata dei Monti Lattari in direzione nord-sud – una delle tante possibili – che si può facilmente adattare nel finale per “regolare” le ore di percorrenza in base all’orario desiderato di chiusura.
I punti fissi rimangono il Monte Cerreto, il Belvedere Mustaculo e la successiva cengia-traversata verso “Il Castello”.
In mezzo ci sono una gran varietà di camminamenti e situazioni ambientali.
In rapporto allo sviluppo complessivo del tracciato, i punti panoramici sono pochi ma SUPERBI.
I punti di partenza e arrivo ad Angri e Amalfi sono una conseguenza della scelta di usare i mezzi pubblici con base a Salerno.
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Salita al Monte Cerreto da Angri seguendo il sentiero CAI 340
Dopo poco più di un km su asfalto dalla fermata pullman Busitalia inizia il CAI 340 che prosegue larghissimo e ben segnalato fino al rifugio “Casa del Guardiano” della “Associazione il Chianiello”.
Poi il 340 è ben segnalato, oltre che con i classici segnavia CAI, da numerose frecce direzionali a ogni bivio fino a poco prima della diramazione con il CAI 340C “Sentiero del Professore”.
Gli ultimi metri per questa diramazione presentano tracce multiple più ripide e strette, e abbiamo trovato dei nastrini che non sempre chiariscono quale sia la traccia a terra ottimale: però non ci si perde di sicuro in questo breve tratto.
Alla diramazione ben segnalata con il CAI 340C si prosegue diritti in salita dove si trovano quasi subito un paio di segnavia sbiaditi e poi più nulla.
Il sentiero, tuttavia, continua ben riconoscibile fino ad uscire dal bosco su un pendio con vista aperta sul Vesuvio e il Golfo di Napoli.
Qui la traccia migliore – quella, per intenderci, mappata dal CAI Monti Lattari – “scarta” un po’ verso sinistra sul filo della dorsale in un punto con varie diramazioni ravvicinate senza alcuna segnalazione, ed inizialmente non è la più evidente (ma poco dopo lo diventa).
Se si continua traversando in mezzo al pendio con vista sul Golfo di Napoli si arriva comunque all’elevazione della località Cararauso con statuetta di Cristo che è il punto di riferimento per la prosecuzione verso il Monte Cerreto.
Ma se si imbocca fin dall’inizio la variante ufficiale giusta si fatica meno!
Dalla statuetta di Cristo – punto assai panoramico – è tutto chiaro fino in vetta al Monte Cerreto.
Dal Monte Cerreto al Belvedere Mustaculo passando per Monte Rotondo e Piano del Ceraso
Dalla vetta del Monte Cerreto si scende verso sud lungo il CAI 300 dell’Alta Via dei Monti Lattari fino all’incrocio con il CAI 315 dove si svolta a destra continuando quasi in piano.
Dopo un breve tratto si entra in una spianata – zona Piani di San Erasmo – che è l’inizio di un’area evidentemente molto frequentata … dai motociclisti viste le varie ampie stradette sterrate ben marchiate dai segni degli pneumatici.
Si continua seguendo i segnavia CAI ed è possibile un taglio sempre per “piste motociclistiche” che noi abbiamo seguito.
Dopo un’altra spianata si continua fino a un bivio con case dove si svolta a sinistra e si giunge al bivio con il CAI 351 che continua a sinistra.
A quest’ultimo bivio si continua diritti e si imbocca un bel sentiero alto con viste tra gli alberi sul Golfo di Napoli.
Dove questo sentiero svolta a sinistra in discesa cambiando versante, se si prosegue diritti per 50/60 metri c’è un belvedere con vista-super su Golfo di Napoli e Vesuvio.
La prosecuzione del sentiero cala dolcemente nel bosco in località Monte Rotondo poco sotto la bassa elevazione di vetta.
Si va a sinistra seguendo la freccia del CAI 301 per “Il Castello” e per comode stradette si arriva alla spianata prativa del Piano del Ceraso.
All’ingresso della spianata in campo aperto si nota sulla destra una rete confinaria che segue il pendio in leggera salita tra radi alberi; non c’è alcuna segnalazione, ma bisogna salire a destra seguendo la rete: questo è esattamente il percorso codificato come «301 - 2» per escursionisti esperti nelle tracce GPS scaricabili dal sito del CAI Monti Lattari (che divide il CAI 301 in tre segmenti).
Dunque, senza frecce e senza segnavia si prosegue tranquilli tenendo la rete alla propria destra e tralasciando altre tracce che di tanto in tanto si notano divergere da questa direzione principale.
Finita la parte di facile salita nel bosco, si esce dagli alberi poco dopo l’inizio della discesa sulla dorsale, e … anche se non si vuole si finisce per ATTRAZIONE FATALE DELLA VISTA al Belvedere Mustaculo.
Dal Belvedere Mustaculo a “Il Castello” per la cengia, e discesa verso la Valle delle Ferriere in località Pellagra
Questo tratto è l’ultima parte del secondo segmento del CAI 301 “Sentiero Alto di Valle delle Ferriere” sopra menzionato, ed è il più difficile dell’escursione.
Dal Belvedere Mustaculo si nota in basso una sinuosa dorsale tra Ravello e Amalfi, e guardando bene si vedono anche le rovine di una vecchia torre, e da lì bisogna passare.
Per collegarsi alla dorsale, bisogna inizialmente tornare verso destra in direzione del bosco e iniziare a scendere dove la verticalità del pendio lascia il posto a uno svasamento molto ripido con gradini non molto alti ma sporchi di pietrisco-ghiaie.
Visto nel suo complesso, questo inizio non è piacevole, ma camminandoci dentro piano-piano si trovano gli appoggi sicuri per i piedi.
Comunque si va giù con diagonale verso sinistra per una ventina di metri o poco più, e poi si ritorna a destra con meno pendenza e più sviluppo lineare per tornare quasi sulla verticale del punto d’ingresso.
Ora giù quasi diretti sempre con attenzione su tracce gradinate finché si nota verso sinistra un camminamento che porta all’aggiramento di uno spigoletto tra arbusti: dall’inizio del ripido (dopo lo spostamento a destra dal Belvedere Mustaculo) a qui sono circa 60 metri di dislivello.
All’aggiramento dello spigoletto compaiono dei gradini – sicuramente “lavorati” dall’uomo – che introducono in una bella cengia MOLTO ALTA sulla parete verticale ma abbastanza larga da percorrere senza ansie per escursionisti di buona esperienza.
Alla fine della cengia riprende dal nulla – dopo tanto tempo – la segnaletica CAI in vernice che guida con discesa di pochi metri e poi di traverso in rado bosco verso i ruderi della torre vista dal Belvedere Mustaculo.
In uscita dalla cengia, abbiamo incontrato un gregge di capre con pastore-conduttore e vari cani al seguito, che stavano salendo ai pascoli superiori proprio per la cengia.
Dai ruderi della torre, la segnaletica CAI conduce con un tratto in saliscendi e poi in discesa ai resti delle mura di fortificazione dell’area del Castello.
Raggiunte le mura di fortificazione bisogna pensare se continuare verso Amalfi con questa versione dell’escursione oppure scendere più velocemente per i sentieri verso San Eustachio o Scala.
In questa versione si continua con direzione più o meno sud stando quasi in centro dell’avvallamento che sta sotto le mura (noi in realtà siamo andati a occhio un po’ più sulla destra) finché si arriva su un’ampia sella nell’area di Punta delle Castagne: a destra si cala verso la Valle delle Ferriere.
Il sentiero di discesa inizia su base rocciosa o dura e riprendono i segnavia con più frequenza (non tantissimi ma sufficienti) per destreggiarsi tra i piccoli cambi di livello.
Si passa la piccola Sorgente Pellagra e si arriva a un possibile bivio-scorciatoia segnalato nelle cartine e abbastanza evidente anche alla vista: noi abbiamo continuato sul tracciato CAI.
Dopo questo bivio, che sta dentro un breve tratto di bosco, il sentiero cambia aspetto e si “chiude” in ambiente di bassi arbusti e cespugli dove bisogna mantenere un buon livello di attenzione per seguirlo: segnavia ce ne sono sempre, ma serve attenzione per evitare errori con rientri faticosi dove, a volte, la traccia a terra perde di evidenza per pochissimi metri.
Con calma si arriva così all’immissione nel comodissimo sentiero CAI 357 nell’area detta Pellagra.
Chiusura dell’escursione dall’immissione nel CAI 357 nell’area detta Pellagra
“Chiusura standard”: abbiamo seguito il CAI 357 fino al bivio con l’evidente sentiero CAI 323 che va diretto a Pontone, e da Pontone scale, scale e … ancora scale fino ad Amalfi.
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Il dislivello reale dell’escursione è di circa 250 metri in meno di quanto indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
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I punti fissi rimangono il Monte Cerreto, il Belvedere Mustaculo e la successiva cengia-traversata verso “Il Castello”.
In mezzo ci sono una gran varietà di camminamenti e situazioni ambientali.
In rapporto allo sviluppo complessivo del tracciato, i punti panoramici sono pochi ma SUPERBI.
I punti di partenza e arrivo ad Angri e Amalfi sono una conseguenza della scelta di usare i mezzi pubblici con base a Salerno.
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Salita al Monte Cerreto da Angri seguendo il sentiero CAI 340
Dopo poco più di un km su asfalto dalla fermata pullman Busitalia inizia il CAI 340 che prosegue larghissimo e ben segnalato fino al rifugio “Casa del Guardiano” della “Associazione il Chianiello”.
Poi il 340 è ben segnalato, oltre che con i classici segnavia CAI, da numerose frecce direzionali a ogni bivio fino a poco prima della diramazione con il CAI 340C “Sentiero del Professore”.
Gli ultimi metri per questa diramazione presentano tracce multiple più ripide e strette, e abbiamo trovato dei nastrini che non sempre chiariscono quale sia la traccia a terra ottimale: però non ci si perde di sicuro in questo breve tratto.
Alla diramazione ben segnalata con il CAI 340C si prosegue diritti in salita dove si trovano quasi subito un paio di segnavia sbiaditi e poi più nulla.
Il sentiero, tuttavia, continua ben riconoscibile fino ad uscire dal bosco su un pendio con vista aperta sul Vesuvio e il Golfo di Napoli.
Qui la traccia migliore – quella, per intenderci, mappata dal CAI Monti Lattari – “scarta” un po’ verso sinistra sul filo della dorsale in un punto con varie diramazioni ravvicinate senza alcuna segnalazione, ed inizialmente non è la più evidente (ma poco dopo lo diventa).
Se si continua traversando in mezzo al pendio con vista sul Golfo di Napoli si arriva comunque all’elevazione della località Cararauso con statuetta di Cristo che è il punto di riferimento per la prosecuzione verso il Monte Cerreto.
Ma se si imbocca fin dall’inizio la variante ufficiale giusta si fatica meno!
Dalla statuetta di Cristo – punto assai panoramico – è tutto chiaro fino in vetta al Monte Cerreto.
Dal Monte Cerreto al Belvedere Mustaculo passando per Monte Rotondo e Piano del Ceraso
Dalla vetta del Monte Cerreto si scende verso sud lungo il CAI 300 dell’Alta Via dei Monti Lattari fino all’incrocio con il CAI 315 dove si svolta a destra continuando quasi in piano.
Dopo un breve tratto si entra in una spianata – zona Piani di San Erasmo – che è l’inizio di un’area evidentemente molto frequentata … dai motociclisti viste le varie ampie stradette sterrate ben marchiate dai segni degli pneumatici.
Si continua seguendo i segnavia CAI ed è possibile un taglio sempre per “piste motociclistiche” che noi abbiamo seguito.
Dopo un’altra spianata si continua fino a un bivio con case dove si svolta a sinistra e si giunge al bivio con il CAI 351 che continua a sinistra.
A quest’ultimo bivio si continua diritti e si imbocca un bel sentiero alto con viste tra gli alberi sul Golfo di Napoli.
Dove questo sentiero svolta a sinistra in discesa cambiando versante, se si prosegue diritti per 50/60 metri c’è un belvedere con vista-super su Golfo di Napoli e Vesuvio.
La prosecuzione del sentiero cala dolcemente nel bosco in località Monte Rotondo poco sotto la bassa elevazione di vetta.
Si va a sinistra seguendo la freccia del CAI 301 per “Il Castello” e per comode stradette si arriva alla spianata prativa del Piano del Ceraso.
All’ingresso della spianata in campo aperto si nota sulla destra una rete confinaria che segue il pendio in leggera salita tra radi alberi; non c’è alcuna segnalazione, ma bisogna salire a destra seguendo la rete: questo è esattamente il percorso codificato come «301 - 2» per escursionisti esperti nelle tracce GPS scaricabili dal sito del CAI Monti Lattari (che divide il CAI 301 in tre segmenti).
Dunque, senza frecce e senza segnavia si prosegue tranquilli tenendo la rete alla propria destra e tralasciando altre tracce che di tanto in tanto si notano divergere da questa direzione principale.
Finita la parte di facile salita nel bosco, si esce dagli alberi poco dopo l’inizio della discesa sulla dorsale, e … anche se non si vuole si finisce per ATTRAZIONE FATALE DELLA VISTA al Belvedere Mustaculo.
Dal Belvedere Mustaculo a “Il Castello” per la cengia, e discesa verso la Valle delle Ferriere in località Pellagra
Questo tratto è l’ultima parte del secondo segmento del CAI 301 “Sentiero Alto di Valle delle Ferriere” sopra menzionato, ed è il più difficile dell’escursione.
Dal Belvedere Mustaculo si nota in basso una sinuosa dorsale tra Ravello e Amalfi, e guardando bene si vedono anche le rovine di una vecchia torre, e da lì bisogna passare.
Per collegarsi alla dorsale, bisogna inizialmente tornare verso destra in direzione del bosco e iniziare a scendere dove la verticalità del pendio lascia il posto a uno svasamento molto ripido con gradini non molto alti ma sporchi di pietrisco-ghiaie.
Visto nel suo complesso, questo inizio non è piacevole, ma camminandoci dentro piano-piano si trovano gli appoggi sicuri per i piedi.
Comunque si va giù con diagonale verso sinistra per una ventina di metri o poco più, e poi si ritorna a destra con meno pendenza e più sviluppo lineare per tornare quasi sulla verticale del punto d’ingresso.
Ora giù quasi diretti sempre con attenzione su tracce gradinate finché si nota verso sinistra un camminamento che porta all’aggiramento di uno spigoletto tra arbusti: dall’inizio del ripido (dopo lo spostamento a destra dal Belvedere Mustaculo) a qui sono circa 60 metri di dislivello.
All’aggiramento dello spigoletto compaiono dei gradini – sicuramente “lavorati” dall’uomo – che introducono in una bella cengia MOLTO ALTA sulla parete verticale ma abbastanza larga da percorrere senza ansie per escursionisti di buona esperienza.
Alla fine della cengia riprende dal nulla – dopo tanto tempo – la segnaletica CAI in vernice che guida con discesa di pochi metri e poi di traverso in rado bosco verso i ruderi della torre vista dal Belvedere Mustaculo.
In uscita dalla cengia, abbiamo incontrato un gregge di capre con pastore-conduttore e vari cani al seguito, che stavano salendo ai pascoli superiori proprio per la cengia.
Dai ruderi della torre, la segnaletica CAI conduce con un tratto in saliscendi e poi in discesa ai resti delle mura di fortificazione dell’area del Castello.
Raggiunte le mura di fortificazione bisogna pensare se continuare verso Amalfi con questa versione dell’escursione oppure scendere più velocemente per i sentieri verso San Eustachio o Scala.
In questa versione si continua con direzione più o meno sud stando quasi in centro dell’avvallamento che sta sotto le mura (noi in realtà siamo andati a occhio un po’ più sulla destra) finché si arriva su un’ampia sella nell’area di Punta delle Castagne: a destra si cala verso la Valle delle Ferriere.
Il sentiero di discesa inizia su base rocciosa o dura e riprendono i segnavia con più frequenza (non tantissimi ma sufficienti) per destreggiarsi tra i piccoli cambi di livello.
Si passa la piccola Sorgente Pellagra e si arriva a un possibile bivio-scorciatoia segnalato nelle cartine e abbastanza evidente anche alla vista: noi abbiamo continuato sul tracciato CAI.
Dopo questo bivio, che sta dentro un breve tratto di bosco, il sentiero cambia aspetto e si “chiude” in ambiente di bassi arbusti e cespugli dove bisogna mantenere un buon livello di attenzione per seguirlo: segnavia ce ne sono sempre, ma serve attenzione per evitare errori con rientri faticosi dove, a volte, la traccia a terra perde di evidenza per pochissimi metri.
Con calma si arriva così all’immissione nel comodissimo sentiero CAI 357 nell’area detta Pellagra.
Chiusura dell’escursione dall’immissione nel CAI 357 nell’area detta Pellagra
“Chiusura standard”: abbiamo seguito il CAI 357 fino al bivio con l’evidente sentiero CAI 323 che va diretto a Pontone, e da Pontone scale, scale e … ancora scale fino ad Amalfi.
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Il dislivello reale dell’escursione è di circa 250 metri in meno di quanto indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
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Waypoints
Waypoint
105 ft
01 - Inizio escursione dalla Caffetteria Rispoli nei pressi della fermata Busitalia di Via dei Goti ad Angri
Waypoint
3,503 ft
14 - Bivio nell'area di Megano con svolta a sinistra
Waypoint
3,528 ft
16 - Ultimo punto panoramico sul Golfo di Napoli e il Vesuvio prima del cambio versante verso Monte Rotondo
Waypoint
3,406 ft
17 - Tabella Monte Rotondo con incrocio di sentieri segnalati: proseguire per CAI 301 direzione «Il Castello»
Waypoint
3,453 ft
18 - Arrivo a Piano del Ceraso e svolta in leggera salita verso destra affiancando la rete confinaria
Waypoint
3,244 ft
21 - Foto da sopra il ripido che porta alla cengia di collegamento verso «Il Castello»
Waypoint
3,033 ft
24 - Saltino gradinato all'attacco della cengia di collegamento verso «Il Castello»
Waypoint
2,992 ft
27 - Foto al passaggio delle capre sulla cengia di collegamento verso «Il Castello»
Waypoint
2,888 ft
28 - Foto in arrivo al Torrione del Castello lungo il CAI 301 «Sentiero Alto di Valle delle Ferriere»
Waypoint
2,850 ft
29 - Torrione del Castello lungo il CAI 301 «Sentiero Alto di Valle delle Ferriere»
Waypoint
2,814 ft
30 - Mura di cinta del Castello lungo il CAI 301 «Sentiero Alto di Valle delle Ferriere»
Waypoint
2,394 ft
32 - Elevazione di Punta delle Castagne poco sopra la svolta in discesa per la Valle delle Ferriere
Waypoint
1,750 ft
36 - Bivio con uscita dal CAI 357 per sentiero CAI 323 diretto verso Pontone
Comments (3)
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È ben tenuto il sentiero 340 Angri - M. Cerreto?
Ciao Loucian,
il CAI 340 da Angri al Monte Cerreto è un sentiero abbastanza lungo, e nella categoria dei sentieri di questa lunghezza si può dire che è mediamente ben tenuto.
Nella mia relazione ho indicato gli unici due punti appena «sotto standard».
Il primo punto è quello con tracce multiple poco prima della diramazione con il CAI 340C “Sentiero del Professore”: non è un problema perché la larga stradetta successiva si incrocia in ogni caso.
Il secondo punto è quello del tratto di dorsale finale per il Cristo in località Cararauso: anche qui ci sono tracce multiple e bisogna stare il più a sinistra possibile all’inizio del tratto.
Tutto il resto è facilissimo da individuare, e con la traccia GPS precaricata non dovresti aver problemi.
Buon cammino! 😊
Buongiorno Loucian è possibile anche in parte percorrerlo con la mountain bike. Ti scrivo da persona esperta Grazie