Monti della Destra Mis: Gusèla de la Val dei Burt o Gusèla Marini e Grotta Isabella dal Lago del Mis a Roncoi di Fuori
near Mis, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
È una traversata che parte dal Lago del Mis, e che si può accorciare nel finale per altra variante nel caso si fosse in debito di tempo.
Per l’avvicinamento all’Alta Val dei Burt ho seguito il sentiero in sinistra idrografica: ce n’è uno anche in destra idrografica con possibile variante.
La due guide di riferimento sono le solite:
- “Agneléze Erèra Pizzòcco” a cura di Pietro Sommavilla e Paolo Bonetti
- “Sentieri e Viaz riscoperti delle Alpi Feltrine e Val del Mis” di Aldo De Zordi, Paolo Lovat, Ivan De Zordi, Renato Sperandio
Ripeto che è un’escursione impegnativa, ma è di grande soddisfazione.
La risalita della Val dei Burt e la successiva traversata a Grotta Isabella si svolgono in uno scenario di grande suggestione.
Purtroppo oggi un gruppetto di nuvole basse ha rovinato la possibilità di scattare alcune foto veramente iconiche, ma l’importante è PRECIPITAZIONI ZERO per poter affrontare in sicurezza l’itinerario – e su questo le previsioni del tempo davano garanzia al 100%.
Se così non è, non bisogna nemmeno provarci.
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Come prevedibile, tutti e due i GPS che avevo con me hanno avuto problemi di ricezione nella salita dell’Alta Val dei Burt e nella successiva discesa.
Quello che avevo in alto nella tasca superiore dello zaino ne ha avuti meno dell’altro che era in un marsupio appeso a uno spallaccio, perché quest’ultimo finiva ricoperto dal corpo sopra le rocce nei piegamenti vari per salire e scendere i canalini.
Però è chiaro che io potevo consultare solo quello a portata di mano sullo spallaccio dello zaino.
Alla fine, per il tratto critico, ho preso il meglio (o meno peggio) delle due registrazioni e ho fatto altri aggiustamenti manuali, e non ne risulta una gran precisione.
Rimane il fatto che in quegli spazi MOLTO TECNICI non si segue mai una linea disegnata su un terminale, e dunque l’importante è avere un’idea generale del tracciato.
Dalla partenza di Pian Falcina in Valle del Mis alla Forcella di Picòla Est sotto la Gusèla de la Val dei Burt o Gusèla Marini
Premesse:
- In questa prima parte, con “guida” mi riferisco a “Agneléze Erèra Pizzòcco” a cura di Pietro Sommavilla e Paolo Bonetti
- Per la torre che anticipa la Gusèla de la Val dei Burt o Gusèla Marini, utilizzo il nome “Torre Sfinge” proposto da De Zordi, anche se non ha una denominazione ufficiale (vista di lato assomiglia veramente alla Sfinge)
Un po’ oltre i 600 metri di quota e in corrispondenza dell’aggiramento di un costone, si abbandona il Sentiero Natura Val Falcina per una traccia sulla destra che inizialmente sale con pendenza costante sul filo di una dorsale – come riferimento c’è un piccolo alberello tagliato sulla sinistra, e la diramazione è dove il sentiero principale spiana.
Poi si incontra un bivio e si prosegue verso sinistra, e poco dopo ci si immette in una traccia più larga che proviene da destra.
Ora si segue a lungo l’impronta del sentiero tra brevi strappetti e traversi più lunghi – si passa qualche impluvio secondario e, fra i vari ometti, ce ne sono un paio in corrispondenza del possibile collegamento con altro sentiero che scorre pochi metri più in alto ma che non c’entra nulla con questa escursione.
Si arriva così all’attraversamento dell’impluvio della Val de l’Egua che, visto il nome (Egua = Acqua), dovrebbe avere sempre portata d’acqua.
Qui, subito dopo, sale la via (poco evidente) per il Forzelìn de la Val de l’Egua e la Róa Bianca – per il percorso di oggi, bisogna risalire diagonalmente per pochi metri la sponda opposta verso una fascia non troppo fitta di mughi-arbusti e cercare, nel raggio di 3/4 metri, dei tagli di rami che indicano la prosecuzione attraverso la fascia vegetale.
Ora serve attenzione per seguire i tagli di rami: dopo un semi-aggiramento del costone, si scende per un valloncello assai ripido (forse 20/25 metri di dislivello), e si esce verso destra (con tagli di rami non evidentissimi, ma ci sono) quando alla vista sembra si debba ancora proseguire in discesa.
Ritrovata l’impronta a terra del sentierino, si sta abbastanza a lungo sopra la Val dei Burt e si passa un impluvio sotto una bella cascatella – qui i tagli di rami successivi sono un po’ più alti del punto di passaggio.
Ancora qualche minuto alti sopra la Val dei Burt, e si arriva a un ometto sopra il punto di discesa diretta nell’impluvio per un fianco ripido a fondo ghiaioso (ultimo ometto per un lungo tratto).
Dopo aver attraversato l’impluvio (da destra a sinistra direzione salita), bisogna risalire il fianco boscoso di fronte ben visibile già da molto prima – è “ripidino” ma non difficile.
Prima della fascia rocciosa che delimita il bosco in alto, si piega verso destra – qui la guida scrive «… piegando a destra (Ovest) si va verso la testata della Val dei Burt, oltrepassando ancora il torrente a q.1180 c. sotto una cascata con caratteristico masso incastrato».
Sinceramente ho visto una serie di cascatelle tutte con massi incastrati, ho attraversato al primo passaggio buono e ho iniziato a risalire il boschetto dall’altro lato.
Subito dopo la cascatella più alta, sono rientrato nell’impluvio della Val dei Burt per comodo canaletto laterale: qui riprendono gli ometti.
Ora si sta nell’impluvio non difficile fino a un salto (segnalato in guida) di I° grado.
Si arriva sulla sinistra direzione salita, il salto sembra più che abbordabile ma oggi era bagnato nella prima parte lisciata: ho preferito evitare provando un aggiramento sulla destra.
Verso il lato destro del salto si trova un breve canaletto, al cui inizio si rimonta su crestina con mughi non fitti, da cui si riscende nell’impluvio sopra il salto per comoda traccia sempre tra i mughi.
Rientrati nell’impluvio dell’Alta Val dei Burt, iniziano le viste verso la Torre Sfinge e la Gusèla de la Val dei Burt o Gusèla Marini.
È già evidente che la Torre Sfinge separa due canali: uno stretto e molto poco praticabile a sinistra, e uno inizialmente largo e più dolce a destra.
Si passa, verso destra, la base della Torre Sfinge fino a una selletta (subito sotto la sua stretta parete-cresta sud) con un paio di ometti.
Si prosegue per pochi metri nel largo non difficile canale di destra, fino a individuare uno strettissimo canalino-intaglio sulla sinistra, che si sviluppa a piccoli balzi e terrazzini.
Questo è il tratto più difficile come tecnica di salita.
Qui la guida scrive «… salire per il solco di sinistra, superando alcuni brevi passi di arrampicata (III)».
Il mio punto di vista:
- saltino frontale di III° grado sicuro
- saltino un po’ verso destra di III° grado sicuro
- rientro verso sinistra e poi saltino di II° grado (clessidra con cordino per eventuale discesa, ma non ho visto il chiodo segnalato da De Zordi)
- saltino più breve tra il II° e III° grado
Ora si sale di quasi I° grado verso destra, e si arriva all’ultima difficoltà prima della Forcella di Picòla, un saltino strapiombante da aggirare: io sono passato a sinistra con rientro di 3/4 passi su appoggi minimi esposti, non molto inclinati ma di attenzione (il passaggio dall’altro lato mi sembrava equivalente).
Poi una placca sempre più o meno di I° grado ma un po’ lisciata: c’è una bella clessidra in alto (quasi a terra sul piano di camminamento) per eventuale discesa.
Infine pochi metri facili fino alla Forcella di Picòla Est sotto la Gusèla de la Val dei Burt o Gusèla Marini.
È evidente e possibile salire in breve pure alla ben più larga Forcella di Picòla Ovest, ma non ci sono andato perché con le nuvole basse di oggi non avrei visto nulla di diverso, e la discesa successiva inizia dalla Forcella di Picòla Est.
Dalla Forcella di Picòla Est sotto la Gusèla de la Val dei Burt o Gusèla Marini alla Grotta Isabella
Premesse:
- Nella guida “Agneléze Erèra Pizzòcco” a cura di Pietro Sommavilla e Paolo Bonetti, c’è la descrizione solo in senso inverso, indicando il grado di difficolta III°-IV° per la parte più alta sotto la Forcella di Picòla, mentre per la parte più bassa è scritto «… poco sotto la caverna … si arrampica per un canale di rocce articolate ma friabili …»
- Nella guida “Sentieri e Viaz riscoperti delle Alpi Feltrine e Val del Mis” di Aldo De Zordi, è scritto «… ci si abbassa in direzione sud di pochi metri (sulla sinistra chiodi con cordino di acciaio) e si effettua una discesa in doppia di 25 m circa, per proseguire poco sotto con una seconda calata in doppia (sosta su n. 2 chiodi con cordino), e continuare per facili rocce (passaggi 1°) fino al canalone …».
- Dunque, il “canale di rocce articolate ma friabili” in salita di Sommavilla-Bonetti, diventa “facili rocce con passaggi di I° in discesa” per De Zordi
Dalla Forcella di Picòla Est si piega verso sinistra per pochi metri esposti fino a incontrare il cavetto metallico alla cui sommità c’è un doppio cordino utilizzabile per calate.
Il cavetto, a mio giudizio, può essere d’aiuto per “salite veloci” ma non lo vedo utile in discesa.
Questa prima calata in doppia è facile, lineare e senza pericolo di incastrare la corda – più o meno sono 25 metri come indicato da De Zordi, forse un po’ meno.
Alla base c’è un largo terrazzo erboso e, guardando verso valle, si nota subito la sosta successiva sulle rocce di sinistra poco più in basso.
Da questa sosta ho iniziato la seconda calata pensando di uscirne quando avrei visto il pendio “ammorbidirsi” – da inizio calata non si capisce dove la parete di calata finisce dentro il largo canalone alla base vicino alla caverna citata da Sommavilla-Bonetti.
Dopo una ventina di metri (avevo la corda da 60) ho visto che la parete precipitava sempre più diritta, e anche verso sinistra di schiena (cioè destra guardando verso valle) non era di sicuro qualcosa di facile con qualche passaggio di I° grado come indicato da De Zordi.
Mi sono fermato cercando di individuare un’eventuale altra sosta, ma non ho visto nulla.
Ho proseguito per 4/5 metri fino a un terrazzino sufficiente per manovrare in comodità con, appena sopra, uno spuntone ottimo per organizzare una terza calata (il tutto accompagnando sempre la corda bene in linea per evitare incastri).
Dallo spuntone, guardando a valle diritti in giù non si vedeva il “punto di atterraggio” e non si poteva stimare la lunghezza di corda necessaria – verso destra in leggera diagonale c’è un canalino abbastanza diritto: guardandoci dentro (dopo piccolo spostamento dal terrazzino) si vedeva la fine, e si capiva che c’erano ancora possibili spuntoni o altro per continuare ad assicurarsi nel caso la corda non fosse stata sufficiente per arrivare alla fine.
La corda è bastata, non di molto ma gli ultimi 5/6 metri sono facili e anche se non fosse bastata si scendeva lo stesso senza altre assicurazioni.
Guarda caso, alla base del canalino si trova, appena più in alto, la caverna citata da Sommavilla-Bonetti come riferimento per l’inizio di un’eventuale salita “per canale di rocce articolate ma friabili”.
Ora si scende facilmente il larghissimo canale a base parete fino a poco prima di un gran salto, e si risale un altro largo canale sulla sponda destra.
È una risalita parziale, perché se si va diretti in testata si imbocca il sentiero-traccia verso i Piani di Cìmia senza visitare Grotta Isabella.
Grotta Isabella – già ben visibile dalla Forcella di Picòla Est alla base della Gusèla de la Val dei Burt o Gusèla Marini – è spostata ben a destra rispetto al canale.
Il canale di risalita è a fondo pietre o erba e si risale liberamente, ripidino ma non troppo impegnativo.
Prima di arrivare a una placca rocciosa inclinata e compatta che lo attraversa, ho iniziato a piegare (un po’ “a occhio”) verso destra sempre salendo, e attraversando qualche piccola costa secondaria e dei brevi e comodi corridoi nei mughi, fino ad intercettare la traccia che conduce a Grotta Isabella.
La traccia si riconosce perché o si vede l’impronta a terra del camminamento, o si trova un taglio di mughi strutturato, o si trova un cordino agganciato in qualche tratto un po’ esposto di traverso o si trova qualche anello metallico solitario sempre su traccia di traverso: io ho trovato un anello metallico e ho proseguito a destra arrivando senza problemi a Grotta Isabella.
(Nelle guide è indicata anche una salita più diretta dal canalone di fondo a Grotta Isabella, e passando sotto si notano abbastanza chiaramente alcune tracce; tuttavia, considerato lo zaino pesante con corda e tutto il resto, ho preferito una linea più dolce.)
Da Grotta Isabella all’immissione nel sentiero CAI 851 sui Piani di Cìmia
Da Grotta Isabella si ritorna seguendo inizialmente evidenti tagli nei mughi, e cordini su passaggi più esposti, e anelli metallici e impronte più evidenti di camminamento.
Si arriva così alla testata del canale di salita seguito parzialmente in arrivo, e si doppia la costola di uscita dal fianco montuoso della grotta per entrare in un boschetto.
Qui si segue qualche taglio di rami fino ad uscire in una zona di mughi e arbusti dove i tagli conducono in più direzioni (ho visto un bivio di tagli e poi un altro).
Io ho mantenuto più o meno la quota in uscita dal bosco, e alla fine dei tagli che ho seguito sono arrivato in un larghissimo corridoio prativo dove ho trovato pure qualche ometto prima di immettermi, in corrispondenza di un tornante, nel sentiero CAI 851 poco sopra i resti di Casera Cìmia.
Dall’immissione, sui Piani di Cìmia, nel sentiero CAI 851 a Roncoi di Fuori località Roer
Dall’immissione nel sentiero CAI 851 si è nel pieno del Giro del Pizzocco che parte da Roncoi di Fuori, e dunque si può andare sia a destra che a sinistra.
Verso sinistra ci si mette meno tempo scendendo per il tratto attrezzato dello Scalón, con risalita successiva a Forcella Intrigos da cui c’è la discesa finale.
A destra è più lunga, e si sale al Passo Cìmia (punto più alto dell’escursione), poi Passo Forca e lunga discesa per il sentiero CAI 852 nella Val Scura fino alla Chiesa di San Felice, con raccordo finale su stradetta.
Sono andato a destra.
Al parcheggio di Roncoi non c’era un’auto ad aspettarmi, ma la mia mountain bike per i circa 14 km di strada asfaltata verso il parcheggio di partenza di Pian Falcina in Valle del Mis.
Per le bici ci sono varianti più corte di rientro a Pian Falcina, ma ho preferito la versione automobilistica di 14 km su strade più regolari e scorrevoli.
Considerazioni finali
Nel senso di percorrenza di questa escursione, l’itinerario si può ancora considerare escursionistico seppur difficile: le arrampicatine sono brevi, e la lunga discesa dalla Forcella di Picòla è tutta fattibile in corda doppia con un buon margine di sicurezza, stando ben attenti a tenere la giusta direzione.
In un eventuale senso contrario di percorrenza, a mio giudizio, non si rientra più nell’escursionismo.
Le difficili salitine di oggi sono facilmente assicurabili in discesa, ma la gran discesa con tripla calata in doppia dalla Forcella di Picòla non si trasforma in una salita escursionistica.
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Il dislivello reale dell’escursione è di circa 300 metri in meno di quanto indicato dai dati di riepilogo Wikiloc.
Waypoints
02 - Uscita dal Sentiero Natura Val Falcina
03 - Bivio dopo uscita dal Sentiero Natura Val Falcina: seguire verso sinistra
04 - Punto foto verso il Monte Pizzocco dall'inizio sinistra idrografica della Val dei Burt
09 - Ometto a inizio discesa finale per attraversamento impluvio della Val dei Burt
10 - Attraversamento impluvio della Val dei Burt da destra a sinistra direzione salita
11 - Attraversamento impluvio della Val dei Burt da sinistra a destra direzione salita
12 - Testata facile canaletto di rientro nell'impluvio della Val dei Burt sopra le cascate
15 - Inizio aggiramento da destra roccette di I° grado lisce e bagnate nella Val dei Burt
16 - Rientro nell'impluvio della Val dei Burt dopo aggiramento fascia roccette di I° grado lisce e bagnate
19 - Piccola forcelletta alla base sud della Torre Sfinge appena prima del canalino-intaglio di uscita
21 - Punto foto nel finale di salita verso la Gusèla de la Val dei Burt o Gusèla Marini
22 - Forcella di Picòla Est alla base della Gusèla de la Val dei Burt o Gusèla Marini
23 - Sosta per prima corda doppia di calata a sud dalla Gusèla de la Val dei Burt o Gusèla Marini
24 - Sosta per seconda corda doppia di calata a sud dalla Gusèla de la Val dei Burt o Gusèla Marini
25 - Spuntone di inizio terza corda doppia di calata a sud dalla Gusèla de la Val dei Burt o Gusèla Marini
26 - Fine terza e ultima calata in corda doppia a sud dalla Gusèla de la Val dei Burt o Gusèla Marini
27 - Punto foto nei canali tra la Gusèla de la Val dei Burt o Gusèla Marini e Grotta Isabella
28 - Punto foto nei canali tra la Gusèla de la Val dei Burt o Gusèla Marini e Grotta Isabella
29 - Grotta Isabella - waypoint 1
Note su Grotta Isabella a pag. 130 del libro “Agneléze Erèra Pizzòcco” a cura di Pietro Sommavilla e Paolo Bonetti
«La grotta è visitabile senza difficoltà solo nel suo primo tratto. Dopo l’antro iniziale si supera un leggero abbassamento della volta e si trova una vasca naturale soggetta a un costante stillicidio (unica possibilità di trovare acqua in zona). La galleria prosegue ampia per qualche decina di metri fino a un’apparente chiusura. In basso a destra una selettiva e ventosa strettoia consente l’accesso al resto della grotta, parte del complesso carsico dei Piani Eterni; un dedalo di oltre 35 km di pozzi e gallerie. Le grandi difficoltà tecniche e di orientamento sconsigliano la visita agli speleologi improvvisati: là dentro ci si perde! (Marco Salogni)»
33 - Uscita in boschetto dal fianco montuoso di Grotta Isabella
34 - Immissione nel sentiero CAI 851 e inizio risalita verso il Passo Cìmia
39 - Attraversamento dell'impluvio del Torrente Veses in Val Scura prima dei falsopiani finali
Comments (3)
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Bellissima la foto della partenza all'aurora in bianco e nero!
Quel "gruppetto di nuvole basse" secondo me hanno aggiunto una speciale suggestione alle tue foto, maggiociondoli inclusi!
Bella idea quella della finta sequenza fotografica temporale della Gusèla Marini, costruita elaborando la prima foto originale. 😊
Chapeau!
Zio Mario ! finalmente relazione di prima mano ( e non per sentito dire...) della zona dei "Frati" che era zona di caccia del conte Miari. Bellissime le foto che con la traccia GPS e la tua descrizione fanno il tuo scritto molto superiore a qualsiasi 'guida' che tu sai....complimenti!!
Ciao garzogian,
ti ringrazio per l'apprezzamento, mi ha fatto molto piacere da parte tua.
Visto che hai nominato Damiano Miari, possiamo aggiungere che la Isabella a cui è dedicata la grotta era sua mamma Isabella De Franceschi.
Isabella – anzi “Isabelle” visto … che è olandese – è anche la mia ultima pro-nipotina, classe 2020!
Se vai a fare il percorso, ti auguro una giornata di splendido sole.