Monti del Sole: Piz de Nusiéda Cima Ovest, Val dei Pizét, Forzèla de la Val de Vido e Piz de Vedana da Le Rosse Alte
near Rosse Alte, Veneto (Italia)
Viewed 321 times, downloaded 9 times
Trail photos
Itinerary description
Salita a due vette nell’area più a sud dei Monti del Sole collegandole con il giro della Val dei Pizèt.
Per comprendere altre combinazioni possibili di quest’area ristretta dei Monti del Sole bisogna considerare anche gli itinerari:
Io ero partito con il “punto fermo” del giro della Val dei Pizét, ed ho aggiunto la salita al Piz de Nusiéda Cima Ovest (la più bassa e meno difficile delle due cime) perché ero già stato alla Cima Est.
Poi come «bonus di giornata» avevo programmato di tentare la salita della cresta nord che dalla Forzèla de la Val de Vido sale al Col de Vido che sta poco sotto la vetta del Piz de Vedana.
Questo «bonus» – citato in guida – è un esercizio di ripido su erbe-loppe con tratti liberi o punteggiati da arbusti, e si riesce ad evitare le poche roccette presenti: quindi, è una salita compatibile con l’utilizzo continuo dei ramponcini da prato che, a mio giudizio, qui sono obbligatori.
La guida di riferimento (con relative scansioni stampate in tasca) per tutta l’escursione è «Monti del Sole e Piz de Mezodì» – antologia a cura di Pietro Sommavilla e Luca Celi.
******************************
Dal parcheggio di Le Rosse Alte all’uscita dall’itinerario dell’Alta Via dei Monti del Sole
Il parcheggio di Le Rosse Alte è l’inizio-fine sud della traversata dell’Alta Via dei Monti del Sole.
Fino a Casera Nusiéda Alta (con locale bivacco sempre aperto) è un sentiero sempre evidente e oggi l’ho trovato ben pulito in ottimo stato di manutenzione.
Poco dopo la partenza si passa il bivio per la via normale al Piz de Vedana e, con passo più che tranquillo, in una ventina di minuti max si arriva a un bivio tra due varianti che conducono entrambe a Casera Nusieda Alta.
Al bivio dovrebbero esserci due cartelli che indicano “CASERA NUSIEDA NORMALE” e “CASERA NUSIEDA ATTREZZATO” (ho scritto dovrebbero perché ho notato nel tempo che questi cartelli spariscono e ricompaiono).
Oggi ho seguito la via attrezzata dove si trovano una scaletta e un paio di cavi-corrimano.
A Casera Nusieda Alta si prosegue attraversando il prato verso nord-est sulla destra direzione arrivo della casera (se si passa a sinistra verso nord-ovest si va sul percorso della Cengia dei Contrabbandieri).
Il sentierino ricompare subito al rientro nel bosco e si continua senza svolte evidenti fino a un tornante sinistro (quota 1080/1090 circa) dove si nota un’altra traccia a terra abbastanza buona che prosegue diritta.
L’Alta Via dei Monti del Sole continua a sinistra verso la Forzèla de le Canevùze e per questa escursione si va diritti.
Dall’uscita dall’itinerario dell’Alta Via dei Monti del Sole al Piz de Nusiéda Cima Ovest
La prima parte del nuovo sentierino è in bassissima pendenza e quasi rettilinea, e poi con breve salita si porta sotto la fascia rocciosa all’inizio di una serie di anfratti veramente scenografici detti Cógoi de Manuele (anche Cógoi de Piero o Cógoi de Nusiéda secondo la guida di Sommavilla-Celi).
Si svolta a destra e dopo il primo grande covolo c’è un’interruzione della fascia rocciosa con una bancata che sale ritornando indietro come direzione: bisogna abbandonare il sentiero che si sta seguendo e che va verso la Val dei Pizét, e salire per questa bancata su una traccia che inizialmente sta verso il bordo inferiore.
Dopo poco la traccia si alza vicino ad un’altra fascia rocciosa e fiancheggia una lunga caverna-covolo fino ad incontrare una scaletta che aiuta a salire sopra le rocce.
Qui si può arrivare anche per un’altra variante segnalata in guida che prevede l’uscita dall’Alta Via dei Monti del Sole da un punto più avanzato rispetto a quello di questa escursione.
Salita la scaletta si gira a destra su cengia inizialmente abbastanza larga che poi va a girare attorno a una piccola costa con qualche passo assai esposto dove però c’è sempre un appoggio completo per i piedi.
Ancora una breve risalita in un boschetto e si esce nel lungo pendio-pala finale con tratti in campo aperto o con rada vegetazione.
In salita all’inizio ho cercato di seguire ometti e rami tagliati, ma senza fissarmi di trovarli tutti perché si può camminare più o meno dove si vuole.
Poi mi sono spostato a sinistra per andare verso la cresta che dà sulla Val Nusiéda, ma arrivato sotto ad alcune roccette fastidiose l’ho abbandonata per stare più basso sulla via più logica e camminabile, lungo la quale sono arrivato all’ometto di vetta che sta sopra l’intaglio che divide dal più alto pendio che va al Piz de Nusiéda Cima Est.
In discesa ho divagato con l’unica accortezza di puntare alla fine al boschetto da dove si rientra verso la scaletta: oggi c’erano pure vari nastrini bianchi che affiancavano i rami tagliati.
Giro della Val dei Pizét fino alla Forzèla de la Val de Vido
Dopo il rientro sul sentierino che va verso la Val dei Pizét, si continua sotto la fascia rocciosa con i vari Cógoi de Manuele e si arriva in vista (ma più alti) di una evidente stretta forcella detta “Al Forzelìn”.
Qui inizia un tratto chiave.
La traccia, arrivando al parallelo della stretta forcella, va ad aggirare uno spigolo che dà accesso al fianco destro idrografico della Val dei Pizét.
L’aggiramento è su un blocco roccioso arrotondato ben esposto: appoggi e appigli ci sono e la roccia ha un buon grip SE BEN ASCIUTTA come oggi.
Subito dopo c’è una breve cengia su cornice molto esposta sotto roccia aggettante: primo breve tratto dove si procede quasi carponi, poi vari passi dove basta piegare la schiena e finale assai delicato dove letteralmente bisogna strisciare (“passo del verme” più che “passo del gatto”).
Il passaggio finale è brevissimo, ma “manca un triangolino di roccia” sulla base della cornice, e qui la base è appena inclinata verso l’esterno e sporca di polvere-ghiaino.
Su un’altra guida (di Vittorino Mason) è riportata la foto di uno che passa senza zaino spingendolo in avanti: io ho mantenuto lo zaino che strisciava appena sul tetto della roccia aggettante, ma ero veramente pancia a terra.
Qui ognuno deve fare le sue valutazioni.
Fatto questo, ci si rialza su sentiero normale e si gira subito uno spigoletto dove ho visto due cordini su clessidra (uno in più del mio precedente passaggio), che immagino siano stati piazzati non per la cengia ma per il successivo breve (ma non difficile a mio giudizio) saltino di I° grado in discesa ad attraversare un canalino.
Passato il canalino si sale una prima evidente pala-bancata su loppe dove conviene stare vicini alla fascia rocciosa con vari covoli e ometti.
Si arriva all’aggiramento di un altro spigoletto che immette nell’attraversamento del canale che in testata divide le due cime del Piz de Nusiéda.
Si continua ancora in salita per un’altra pala-bancata erbosa e ancora conviene stare vicini alla fascia rocciosa.
Quando diventa ben visibile la Forzèla dei Pizét la fascia rocciosa si interrompe e lascia il posto alla bancata che sale a sinistra in diagonale per l’inizio della via finale al Piz de Nusiéda Cima Est.
Qui si continua quasi in piano verso l’impluvio della valle e alla fine bisogna scendere qualche metro per trovare il facile passaggio di attraversamento.
Poi i rami tagliati guidano alla breve risalita verso la lunga bancata-cengia di sinistra idrografica.
Si inizia con qualche metro un po’ franoso ed esposto e poi il tutto è molto vario in saliscendi di piccoli dislivelli.
Non è difficilissimo in assoluto ma bisogna “resettarsi un attimo” ad ogni cambio di camminamento: larghetto e comodo, stretto ed esposto, base dura, base … da valutare, loppe poco inclinate ma (almeno oggi) MOLTO scivolose, ecc.
Quando si arriva in vista dello spigolo del crinale sud dei Pizét, c’è una breve discesa con vari rami tagliati ravvicinati che porta su una mini selletta-forcella che segna l’uscita dalla valle.
Qui la guida indica di traversare a sinistra per incontrare il sentiero che sale dalla Forzèla de la Val de Vido verso le vette dei Pizét (vedi itinerario → Monti del Sole: Forzèla de la Val de Vido per la Val Carpenáda, I Pizét e Piz de Vedana da Le Rosse Alte).
Ho traversato (ancora loppe poco inclinate ma veramente scivolose oggi) fin quasi al bordo del pendio che “cade” sopra la Val de Vido con bella vista sulla Val Cordevole.
Qui le loppe fastidiose lasciano il posto a un’esile traccia tra “erbe normali” con piccoli arbusti dove ricompaiono i rami tagliati (ho visto anche un paio di vecchissimi cartelli “DIVIETO DI CACCIA”).
Scendendo si arriva sotto un rialzo di roccette con la traccia che lo evita a destra ancora su un pendio delle solite loppe di cui … ne avevo già abbastanza.
Qui ho variato e sono sceso per un regolare vallone boschivo a sinistra: nelle condizioni di oggi è stata una buona scelta per la discesa, ma chi sale ovviamente deve preferire l’altro lato il cui inizio in basso è ben evidente dalla Forzèla de la Val de Vido.
Dalla Forzèla de la Val de Vido al Col de Vido per la cresta nord, e continuazione per il Piz de Vedana
Chi non vuole affrontare questa salita può rientrare a Le Rosse Alte scendendo per la Val Carpenada in direzione ovest, oppure può andare verso San Gottardo in direzione est per la Val de Vido.
In guida è scritto semplicemente: «Dalla forcella 1093 m ripidissime ed esposte tracce di cacciatori risalgono il crinale settentrionale del Col de Vido 1255 m.»
Quindi, tolti i primi facili metri di approccio, sono circa 150 metri di dislivello da fare con ATTENZIONE.
Scendendo da sotto i Pizét alla Forzèla de la Val de Vido si può osservare molto bene questo crinale-cresta nord e si notano le “linee erbose” che evitano roccette e dirupi vari.
La prospettiva da lontano esagera sempre la percezione della pendenza, ma per non trovarmi in difficoltà ho allestito un imbrago con una fettuccia, e sono salito con la corda da 30 a tracolla per essere pronto a qualche calata di emergenza se non avessi trovato la linea giusta.
OVVIAMENTE RAMPONCINI CALZATI FIN DA SUBITO!
Dalla Forzèla de la Val de Vido si segue la traccia sopra il profilo della sella fino all’attacco del ripido.
Il primo tratto è il più ripido di tutti, ed inizia con pochi metri di traccia su terra un po’ smossa dove gli arbusti aiutano.
Poi solo erba-loppa ben adatta ai ramponcini tra arbusti alla “giusta distanza”, né troppo lontani né troppo vicini da impigliarsi con lo zaino (zaino nel mio caso con i bastoncini appesi).
Molto ripido da fare con calma e … da impedire foto perché le mani sono sempre ben attaccate da qualche parte.
Si continua sul filo del crinale dove si nota il lato destro che dà su dirupi, e arrivando sotto alcune roccette viene naturale uno spostamento a sinistra per aggirarle: la diagonale di spostamento è appesa ma non più difficile del ripido già fatto.
Si entra in un tratto di pendio svasato con radura, sempre ben ripido ma con pendenza in leggero calo.
Poi ho trovato naturale tornare verso destra, passando in mezzo a un gruppo di alberelli, fino al filo del crinale, e passare oltre per infilarmi in un vero valloncello erboso continuo che porta fino all’uscita sul Col de Vido.
Sempre assai ripido ma la pendenza cala ancora un pochino ed ho potuto fermarmi “quasi in tranquillità” per osservare in giro.
Come spesso accade c’è un “dente di uscita” quasi verticale come ultima difficoltà.
Io ho scelto un punto alto circa 2,5 metri di loppa veramente quasi verticale – ci sono alternative anche con roccette (ma non volevo togliere i ramponcini in condizioni di equilibrio precario) e con spostamenti laterali più lunghi le alternative aumentano: a ognuno le sue scelte.
In tutto ci ho messo circa 40 minuti per salire il «ripidone» di 150 metri di dislivello, andando molto-molto piano per non sbagliare linee e per sentirmi in sicurezza.
Il Col de Vido (visto dal lato sud) è una bassa elevazione che sta appena sopra la forcella del bivio tra i sentieri delle due vie normali est ed ovest al Piz de Vedana.
Quindi con pochi metri di facile discesa si intercetta il sentiero della via ovest e si sale comodamente in vetta passando per due saltini attrezzati con cavo di aiuto.
Rientro a Le Rosse Alte dal Piz de Vedana
Per il rientro ho scelto il sentiero normale est.
È più lungo dell’altro ma sempre ben camminabile in relax o quasi, e volevo comunque “disegnare su mappa” un anello perfetto.
Dal bivio tra il sentiero est ed ovest si scende nel bosco con pochi gradini dove “bisogna frenare” e si rimonta in campo libero sopra la dolce dorsale dei Coi Alti.
Poi si rientra su sentiero nel bosco fino alla Casera Prà de Costa.
Dalla Casera Prà de Costa solo stradette a fondo naturale fino all’immissione nel tracciato delle Sentiero delle Chiesette Pedemontane, e avanti ancora molto comodamente con poco più di 300 metri finali su asfalto.
******************************
Il dislivello reale dell’escursione è di poco più di 1.400 metri e non 1.663 come indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
******************************
Per comprendere altre combinazioni possibili di quest’area ristretta dei Monti del Sole bisogna considerare anche gli itinerari:
- Monti del Sole: Forzèla de la Val de Vido e Piz de Vedana da San Gottardo
- Monti del Sole: Piz de Nusiéda Cima Est da Le Rosse Alte
Io ero partito con il “punto fermo” del giro della Val dei Pizét, ed ho aggiunto la salita al Piz de Nusiéda Cima Ovest (la più bassa e meno difficile delle due cime) perché ero già stato alla Cima Est.
Poi come «bonus di giornata» avevo programmato di tentare la salita della cresta nord che dalla Forzèla de la Val de Vido sale al Col de Vido che sta poco sotto la vetta del Piz de Vedana.
Questo «bonus» – citato in guida – è un esercizio di ripido su erbe-loppe con tratti liberi o punteggiati da arbusti, e si riesce ad evitare le poche roccette presenti: quindi, è una salita compatibile con l’utilizzo continuo dei ramponcini da prato che, a mio giudizio, qui sono obbligatori.
La guida di riferimento (con relative scansioni stampate in tasca) per tutta l’escursione è «Monti del Sole e Piz de Mezodì» – antologia a cura di Pietro Sommavilla e Luca Celi.
******************************
Dal parcheggio di Le Rosse Alte all’uscita dall’itinerario dell’Alta Via dei Monti del Sole
Il parcheggio di Le Rosse Alte è l’inizio-fine sud della traversata dell’Alta Via dei Monti del Sole.
Fino a Casera Nusiéda Alta (con locale bivacco sempre aperto) è un sentiero sempre evidente e oggi l’ho trovato ben pulito in ottimo stato di manutenzione.
Poco dopo la partenza si passa il bivio per la via normale al Piz de Vedana e, con passo più che tranquillo, in una ventina di minuti max si arriva a un bivio tra due varianti che conducono entrambe a Casera Nusieda Alta.
Al bivio dovrebbero esserci due cartelli che indicano “CASERA NUSIEDA NORMALE” e “CASERA NUSIEDA ATTREZZATO” (ho scritto dovrebbero perché ho notato nel tempo che questi cartelli spariscono e ricompaiono).
Oggi ho seguito la via attrezzata dove si trovano una scaletta e un paio di cavi-corrimano.
A Casera Nusieda Alta si prosegue attraversando il prato verso nord-est sulla destra direzione arrivo della casera (se si passa a sinistra verso nord-ovest si va sul percorso della Cengia dei Contrabbandieri).
Il sentierino ricompare subito al rientro nel bosco e si continua senza svolte evidenti fino a un tornante sinistro (quota 1080/1090 circa) dove si nota un’altra traccia a terra abbastanza buona che prosegue diritta.
L’Alta Via dei Monti del Sole continua a sinistra verso la Forzèla de le Canevùze e per questa escursione si va diritti.
Dall’uscita dall’itinerario dell’Alta Via dei Monti del Sole al Piz de Nusiéda Cima Ovest
La prima parte del nuovo sentierino è in bassissima pendenza e quasi rettilinea, e poi con breve salita si porta sotto la fascia rocciosa all’inizio di una serie di anfratti veramente scenografici detti Cógoi de Manuele (anche Cógoi de Piero o Cógoi de Nusiéda secondo la guida di Sommavilla-Celi).
Si svolta a destra e dopo il primo grande covolo c’è un’interruzione della fascia rocciosa con una bancata che sale ritornando indietro come direzione: bisogna abbandonare il sentiero che si sta seguendo e che va verso la Val dei Pizét, e salire per questa bancata su una traccia che inizialmente sta verso il bordo inferiore.
Dopo poco la traccia si alza vicino ad un’altra fascia rocciosa e fiancheggia una lunga caverna-covolo fino ad incontrare una scaletta che aiuta a salire sopra le rocce.
Qui si può arrivare anche per un’altra variante segnalata in guida che prevede l’uscita dall’Alta Via dei Monti del Sole da un punto più avanzato rispetto a quello di questa escursione.
Salita la scaletta si gira a destra su cengia inizialmente abbastanza larga che poi va a girare attorno a una piccola costa con qualche passo assai esposto dove però c’è sempre un appoggio completo per i piedi.
Ancora una breve risalita in un boschetto e si esce nel lungo pendio-pala finale con tratti in campo aperto o con rada vegetazione.
In salita all’inizio ho cercato di seguire ometti e rami tagliati, ma senza fissarmi di trovarli tutti perché si può camminare più o meno dove si vuole.
Poi mi sono spostato a sinistra per andare verso la cresta che dà sulla Val Nusiéda, ma arrivato sotto ad alcune roccette fastidiose l’ho abbandonata per stare più basso sulla via più logica e camminabile, lungo la quale sono arrivato all’ometto di vetta che sta sopra l’intaglio che divide dal più alto pendio che va al Piz de Nusiéda Cima Est.
In discesa ho divagato con l’unica accortezza di puntare alla fine al boschetto da dove si rientra verso la scaletta: oggi c’erano pure vari nastrini bianchi che affiancavano i rami tagliati.
Giro della Val dei Pizét fino alla Forzèla de la Val de Vido
Dopo il rientro sul sentierino che va verso la Val dei Pizét, si continua sotto la fascia rocciosa con i vari Cógoi de Manuele e si arriva in vista (ma più alti) di una evidente stretta forcella detta “Al Forzelìn”.
Qui inizia un tratto chiave.
La traccia, arrivando al parallelo della stretta forcella, va ad aggirare uno spigolo che dà accesso al fianco destro idrografico della Val dei Pizét.
L’aggiramento è su un blocco roccioso arrotondato ben esposto: appoggi e appigli ci sono e la roccia ha un buon grip SE BEN ASCIUTTA come oggi.
Subito dopo c’è una breve cengia su cornice molto esposta sotto roccia aggettante: primo breve tratto dove si procede quasi carponi, poi vari passi dove basta piegare la schiena e finale assai delicato dove letteralmente bisogna strisciare (“passo del verme” più che “passo del gatto”).
Il passaggio finale è brevissimo, ma “manca un triangolino di roccia” sulla base della cornice, e qui la base è appena inclinata verso l’esterno e sporca di polvere-ghiaino.
Su un’altra guida (di Vittorino Mason) è riportata la foto di uno che passa senza zaino spingendolo in avanti: io ho mantenuto lo zaino che strisciava appena sul tetto della roccia aggettante, ma ero veramente pancia a terra.
Qui ognuno deve fare le sue valutazioni.
Fatto questo, ci si rialza su sentiero normale e si gira subito uno spigoletto dove ho visto due cordini su clessidra (uno in più del mio precedente passaggio), che immagino siano stati piazzati non per la cengia ma per il successivo breve (ma non difficile a mio giudizio) saltino di I° grado in discesa ad attraversare un canalino.
Passato il canalino si sale una prima evidente pala-bancata su loppe dove conviene stare vicini alla fascia rocciosa con vari covoli e ometti.
Si arriva all’aggiramento di un altro spigoletto che immette nell’attraversamento del canale che in testata divide le due cime del Piz de Nusiéda.
Si continua ancora in salita per un’altra pala-bancata erbosa e ancora conviene stare vicini alla fascia rocciosa.
Quando diventa ben visibile la Forzèla dei Pizét la fascia rocciosa si interrompe e lascia il posto alla bancata che sale a sinistra in diagonale per l’inizio della via finale al Piz de Nusiéda Cima Est.
Qui si continua quasi in piano verso l’impluvio della valle e alla fine bisogna scendere qualche metro per trovare il facile passaggio di attraversamento.
Poi i rami tagliati guidano alla breve risalita verso la lunga bancata-cengia di sinistra idrografica.
Si inizia con qualche metro un po’ franoso ed esposto e poi il tutto è molto vario in saliscendi di piccoli dislivelli.
Non è difficilissimo in assoluto ma bisogna “resettarsi un attimo” ad ogni cambio di camminamento: larghetto e comodo, stretto ed esposto, base dura, base … da valutare, loppe poco inclinate ma (almeno oggi) MOLTO scivolose, ecc.
Quando si arriva in vista dello spigolo del crinale sud dei Pizét, c’è una breve discesa con vari rami tagliati ravvicinati che porta su una mini selletta-forcella che segna l’uscita dalla valle.
Qui la guida indica di traversare a sinistra per incontrare il sentiero che sale dalla Forzèla de la Val de Vido verso le vette dei Pizét (vedi itinerario → Monti del Sole: Forzèla de la Val de Vido per la Val Carpenáda, I Pizét e Piz de Vedana da Le Rosse Alte).
Ho traversato (ancora loppe poco inclinate ma veramente scivolose oggi) fin quasi al bordo del pendio che “cade” sopra la Val de Vido con bella vista sulla Val Cordevole.
Qui le loppe fastidiose lasciano il posto a un’esile traccia tra “erbe normali” con piccoli arbusti dove ricompaiono i rami tagliati (ho visto anche un paio di vecchissimi cartelli “DIVIETO DI CACCIA”).
Scendendo si arriva sotto un rialzo di roccette con la traccia che lo evita a destra ancora su un pendio delle solite loppe di cui … ne avevo già abbastanza.
Qui ho variato e sono sceso per un regolare vallone boschivo a sinistra: nelle condizioni di oggi è stata una buona scelta per la discesa, ma chi sale ovviamente deve preferire l’altro lato il cui inizio in basso è ben evidente dalla Forzèla de la Val de Vido.
Dalla Forzèla de la Val de Vido al Col de Vido per la cresta nord, e continuazione per il Piz de Vedana
Chi non vuole affrontare questa salita può rientrare a Le Rosse Alte scendendo per la Val Carpenada in direzione ovest, oppure può andare verso San Gottardo in direzione est per la Val de Vido.
In guida è scritto semplicemente: «Dalla forcella 1093 m ripidissime ed esposte tracce di cacciatori risalgono il crinale settentrionale del Col de Vido 1255 m.»
Quindi, tolti i primi facili metri di approccio, sono circa 150 metri di dislivello da fare con ATTENZIONE.
Scendendo da sotto i Pizét alla Forzèla de la Val de Vido si può osservare molto bene questo crinale-cresta nord e si notano le “linee erbose” che evitano roccette e dirupi vari.
La prospettiva da lontano esagera sempre la percezione della pendenza, ma per non trovarmi in difficoltà ho allestito un imbrago con una fettuccia, e sono salito con la corda da 30 a tracolla per essere pronto a qualche calata di emergenza se non avessi trovato la linea giusta.
OVVIAMENTE RAMPONCINI CALZATI FIN DA SUBITO!
Dalla Forzèla de la Val de Vido si segue la traccia sopra il profilo della sella fino all’attacco del ripido.
Il primo tratto è il più ripido di tutti, ed inizia con pochi metri di traccia su terra un po’ smossa dove gli arbusti aiutano.
Poi solo erba-loppa ben adatta ai ramponcini tra arbusti alla “giusta distanza”, né troppo lontani né troppo vicini da impigliarsi con lo zaino (zaino nel mio caso con i bastoncini appesi).
Molto ripido da fare con calma e … da impedire foto perché le mani sono sempre ben attaccate da qualche parte.
Si continua sul filo del crinale dove si nota il lato destro che dà su dirupi, e arrivando sotto alcune roccette viene naturale uno spostamento a sinistra per aggirarle: la diagonale di spostamento è appesa ma non più difficile del ripido già fatto.
Si entra in un tratto di pendio svasato con radura, sempre ben ripido ma con pendenza in leggero calo.
Poi ho trovato naturale tornare verso destra, passando in mezzo a un gruppo di alberelli, fino al filo del crinale, e passare oltre per infilarmi in un vero valloncello erboso continuo che porta fino all’uscita sul Col de Vido.
Sempre assai ripido ma la pendenza cala ancora un pochino ed ho potuto fermarmi “quasi in tranquillità” per osservare in giro.
Come spesso accade c’è un “dente di uscita” quasi verticale come ultima difficoltà.
Io ho scelto un punto alto circa 2,5 metri di loppa veramente quasi verticale – ci sono alternative anche con roccette (ma non volevo togliere i ramponcini in condizioni di equilibrio precario) e con spostamenti laterali più lunghi le alternative aumentano: a ognuno le sue scelte.
In tutto ci ho messo circa 40 minuti per salire il «ripidone» di 150 metri di dislivello, andando molto-molto piano per non sbagliare linee e per sentirmi in sicurezza.
Il Col de Vido (visto dal lato sud) è una bassa elevazione che sta appena sopra la forcella del bivio tra i sentieri delle due vie normali est ed ovest al Piz de Vedana.
Quindi con pochi metri di facile discesa si intercetta il sentiero della via ovest e si sale comodamente in vetta passando per due saltini attrezzati con cavo di aiuto.
Rientro a Le Rosse Alte dal Piz de Vedana
Per il rientro ho scelto il sentiero normale est.
È più lungo dell’altro ma sempre ben camminabile in relax o quasi, e volevo comunque “disegnare su mappa” un anello perfetto.
Dal bivio tra il sentiero est ed ovest si scende nel bosco con pochi gradini dove “bisogna frenare” e si rimonta in campo libero sopra la dolce dorsale dei Coi Alti.
Poi si rientra su sentiero nel bosco fino alla Casera Prà de Costa.
Dalla Casera Prà de Costa solo stradette a fondo naturale fino all’immissione nel tracciato delle Sentiero delle Chiesette Pedemontane, e avanti ancora molto comodamente con poco più di 300 metri finali su asfalto.
******************************
Il dislivello reale dell’escursione è di poco più di 1.400 metri e non 1.663 come indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
******************************
Waypoints
Waypoint
1,865 ft
01 - Parcheggio alla fine della strada asfaltata a Le Rosse Alte
Waypoint
1,959 ft
02 - Scaletta lungo la variante attrezzata del sentiero verso Casera di Nusiéda Alta
Waypoint
3,575 ft
04 - Uscita dal sentiero dell'Alta Via dei Monti del Sole per quello che prosegue verso la Val dei Pizét
Waypoint
3,842 ft
05 - Arrivo sotto fascia rocciosa al primo dei Cógoi de Manuele o Cógoi de Piero o Cógoi de Nusiéda
Waypoint
3,865 ft
06 - Uscita dal sentiero che va verso la Val dei Pizét per la traccia che sale al Piz de Nusiéda Cima Ovest
Waypoint
3,946 ft
07 - Grotta-covolo molto lunga nella prima parte di salita verso il Piz de Nusiéda Cima Ovest
Waypoint
4,052 ft
09 - Foto dopo il passaggio della scaletta nella prima parte di salita al Piz de Nusiéda Cima Ovest
Waypoint
3,935 ft
15 - Arrivo in vista della forcella detta Al Forzelìn poco prima del tratto di cengia all'ingresso nella Val dei Pizét
Waypoint
3,970 ft
16 - Aggiramento esposto di una roccetta all'ingresso in destra idrografica nella Val dei Pizét
Waypoint
4,405 ft
21 - Foto dalla destra idrografica nella Val dei Pizét con in vista la Forzèla dei Pizét
Waypoint
4,256 ft
27 - Foto in discesa verso la Forzèla de la Val de Vido dopo l'uscita dalla sinistra idrografica della Val dei Pizét
Waypoint
4,078 ft
28 - Foto in discesa verso la Forzèla de la Val de Vido dopo l'uscita dalla sinistra idrografica della Val dei Pizét
Waypoint
3,708 ft
30 - Foto alla traccia di arrivo sotto il ripido di salita della Cresta-Crinale Nord del Col de Vido
Waypoint
3,457 ft
38 - Arrivo sulla dorsale dei Coi Alti in discesa sul sentiero normale est del Piz de Vedana
Waypoint
1,896 ft
40 - Foto al Monte Sperone dal Sentiero delle Chiesette Pedemontane poco prima del rientro a Le Rosse Alte
You can add a comment or review this trail
Comments