Monti del Sole: Forzèla de la Caza Granda (o Forcella della Caccia Grande) e Forzèla dei Pón (o Forcella dei Pom) da Gena Bassa
near Gene Media, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Escursione con lo scopo di percorrere un tratto dell’Alta Via dei Monti del Sole che, nella direzione sud-nord, è fondamentale conoscere bene per evitare problemi a fine giornata della prima lunghissima tappa.
Il tratto di alta via fra le due forcelle è un po’ particolare: in un senso o nell’altro, bisogna prima scendere oltre 100 metri di dislivello, poi lungo traverso per lo più su cenge e modeste pendenze, e risalita finale di oltre 100 metri per l’altra forcella.
La salita da valle alla Forzèla de la Caza Granda è più semplice di quella alla Forzèla dei Pón, ma c’è un breve tratto (10 minuti) che bisogna interpretare bene “al millimetro” per non perdersi, e perdersi qui significa perdere tanto tempo.
Per essere veloci nel tratto di alta via bisogna … andare piano: ci sono molti bolli rossi e segni bianco-azzurri, c’è qualche ometto, ma non bisogna mancarne uno per venirne fuori bene.
Solo andando piano e concentrati sarà tutto abbastanza semplice seppur discretamente impegnativo dal punto di vista tecnico escursionistico.
In caso sia necessario un pernottamento non preventivato al Bivacco Valdo, all’inizio della relazione dell’itinerario Monti del Sole: Bivacco Valdo, Forzèla dei Pón (o Forcella dei Pom) e Forcella Zana da Gena Bassa ho scritto alcune note su come trovare acqua nelle vicinanze.
SALITA ALLA FORZÈLA DE LA CAZA GRANDA O FORCELLA DELLA CACCIA GRANDE
Dopo il solito tratto asfaltato fino a Gena Alta, si imbocca la stradetta forestale a fianco della fontanella e alla fine si svolta, in corrispondenza di due ometti, per traversare un torrentello appena sopra una cascata.
Qui comincia un lungo tratto sempre segnalato con bolli rossi (molto) sbiaditi e ometti.
L’impronta a terra del sentiero è quasi sempre ben visibile ma esile, e ci vuole attenzione per vedere i vari segni.
Si sta sopra la Val Pisson e poi sopra la Val dei Forti, si attraversa l’impluvio della Val Covolera e si giunge a un breve canale roccioso non difficile che si risale fin nei pressi di una grotta/landro abbastanza grande per fornire riparo in caso di emergenza.
Da qui si traversa a destra fino a una breve cengia di collegamento che porta sul fondo di un canalone: qualche decina di metri di risalita un po’ ripida e si arriva “Al Boschet”.
Dal boschetto si sale verso sinistra quasi sulla linea di massima pendenza sempre con qualche bollo rosso ancora più sbiadito di quelli di prima e pochi ometti.
Prima di arrivare alla fascia rocciosa che delimita il boschetto in alto, si esce sulla sinistra e si percorrono le ultime decine di metri in un facile canaletto roccioso fra mughi.
Dalla fascia rocciosa si risale la parte alta della Val dei Forti seguendo segni e tracce fino alla Pósta al Sass, un circo di ghiaie e massi un po’ impressionante.
Da qui ho inizialmente seguito la “variante A” indicata nella guida sui Monti del Sole di Sommavilla e Celi.
Sulla parte destra (nel senso di arrivo) del circo si nota una gran cengia che sale, sempre verso destra, fiancheggiando varie grotte e cavità.
A fine cengia si piega a sinistra e si sale un canale ripido ma non difficile a base mista rocce, ghiaia o terra compatta con mughi: alla fine di questo si arriva a una sella con mughi.
Dalla sella ho abbandonato la “variante A” di cui sopra (dopo aver fatto il canalone successivo e averci dato un’occhiata in lontananza) e ho seguito il percorso suggerito da Mason ne “Il Libro delle Cenge”.
Subito dopo la sella si prende sulla sinistra una cengetta (su esile ma compatta lista) che scende appena, e poi va in piano per pochi metri fino a un ometto su un tornantino sinistro.
Dal tornantino si torna indietro in salita sempre per cengetta (un po’ più larga), si incontra un altro ometto e in poche decine di metri si arriva a una piccola sella con qualche mugo.
La traccia da questa sella aggira una costola e scende, sempre per pochi metri, verso destra sull’altro versante fino a un ometto che sta proprio in centro al passaggio di un canaletto roccioso.
Questo è il punto chiave: bisogna “bucare” la fascia di mughi che sta davanti, ma se si prosegue in piano sulla traccia a terra si finirà in un salto “poco salutare”.
Dall’ometto si scende (verso sinistra dalla direzione di arrivo) nel canale roccioso per circa una decina di metri lineari (forse meno) e, dopo aver spostato con le mani i primi mughi, si troverà un corridoio libero e comodo che contorna una bassa fascia rocciosa (questa “discesa semplificatrice” non è citata nel libro di Mason).
Non c’è da camminare sopra i mughi, e tutta la ricerca si svolge veramente in pochi metri quadrati.
Si segue il corridoio per 40 o 50 metri lineari e si arriva alla base di un largo canale dal fondo irregolare (ma più che transitabile) fra rocce, piccole costole sporgenti e ghiaie.
Si sale per il canale e in pochi minuti si arriva nel MAGICO anfiteatro che sta sotto la Croda Bianca.
Dall’anfiteatro si vede bene in alto la traccia dell’Alta Via dei Monti del Sole e, sulla sinistra a un livello inferiore, il corridoio prativo finale che si infila nei mughi della Forzèla de la Caza Granda.
Da qui, con un semicerchio, ho raggiunto l’alta via, poi l’ho abbandonata per stare qualche metro più in alto per tentare qualche foto migliore, e infine sono rientrato nelle tracce segnate per arrivare nei tagli di mughi finali della Forzèla de la Caza Granda.
In tutta quest’ultima parte il pendio è relativamente poco inclinato, e si può fare qualche divagazione.
TRAVERSATA DALLA FORZÈLA DE LA CAZA GRANDA ALLA FORZÈLA DEI PÓN
Si inizia in un taglio di mughi e si passa subito sotto una grotta “adattata” a bivacco che è bene conoscere per emergenze nelle lunghe traversate.
In 5 minuti dalla grotta si arriva alla testata di un lungo canalone – misto roccia compatta e pietre – da scendere: “a giudizio del mio GPS” sono circa 115 metri di dislivello in buona pendenza costante da fare con attenzione.
Si esce a sinistra (in corrispondenza di uno dei tanti segni bianco-azzurri dell’Alta Via dei Monti del Sole) per breve taglio di mughi che introduce a un’altra ripida discesa (sempre nei mughi) di circa 30 metri di dislivello.
Qui inizia tutto un sistema di belle cengette e tracce che si dirige verso la Forzèla dei Pón: seguire con attenzione i sempre presenti bolli rossi e segni bianco-azzurri; cercare con l’occhio quelli in avanti ma ricontrollare anche all’indietro.
Ci sono svariati passaggi strettini con, a mio giudizio, uno solo veramente delicato per esposizione, inclinazione e “poca pulizia della base di camminata o quasi arrampicata”.
A un certo punto, un deciso strappo dove bisogna usare un po’ le mani segna l’inizio della risalita verso Forzèla dei Pón: questa risalita non è in soluzione unica come la discesa dalla Forzèla de la Caza Granda, ma procede a balzi con strappetti RIPIDI di varie lunghezze alternati a tratti più comodi; “a giudizio del mio GPS” sono circa 160 metri totali di dislivello da risalire.
Pochi metri prima della Forzèla dei Pón si noterà sulla sinistra una grotta possibile bivacco di emergenza.
DISCESA DALLA FORZÈLA DEI PÓN O FORCELLA DEI POM
Ho già scritto “la mia visione di salita” di tutto questo tratto nell’escursione Monti del Sole: Bivacco Valdo, Forzèla dei Pón (o Forcella dei Pom) e Forcella Zana da Gena Bassa.
Non credo sia prudente affrontare questa discesa nel tratto fino al Bivacco Valdo senza qualcuno in gruppo che l’abbia già fatta in salita (stesso concetto per la parte di un’eventuale discesa dalla Forzèla de la Caza Granda fino alla Pósta al Sass).
Rispetto alla salita, bisogna tener conto che in questa discesa i segnavia rossi o bianco-azzurri sono un po’ meno individuabili: sempre sufficienti per non perdersi, ma ci vuole più attenzione, e come sempre guardare in avanti e ricontrollare con sguardi all’indietro.
Il senso generale del percorso è molto semplice: si sta sulla “gran bancata sopraelevata” in destra orografica sopra la Val Feruch.
In particolare, però, la traccia buona è abbastanza contorta in vari tratti, e siccome scorre ai limiti di pendii assai ripidi bisogna stare concentrati.
La discesa dalla Forzèla dei Pón inizia con un bel ripido fra roccette e liste erbose fino ad uscire dalla strettoia alta della Val Feruch.
Poi si gira verso destra e con lunga diagonale vicino a una fascia rocciosa si scende sopra la testata di una larga, lunga e ripida placconata.
Giù per la placconata con qualche passo finale dove sono utili le mani: un passaggio tecnico si può evitare calandosi attraverso un caratteristico buco nella roccia.
Da qui è tutta una serie di diagonali più o meno ripide e con più o meno saltini: di evidente per tutti ci sarà un ripido e largo taglio fra i mughi su base rocciosa e un altro canale sempre a fondo roccioso (inizialmente su pietre e poi compatto).
Con altra diagonale si arriva su un gruppo di rocce compatte discendenti dove c’è da risalire un brevissimo passaggio molto esposto ma ben appigliato: in discesa si passa bene mentre in salita sarebbe di più difficile interpretazione per chi non lo conosce.
Da qui si continua finché ci si infila in un boschetto e si esce dall’altro lato con comoda salitella che porta sul tratto di cengia che collega al Circo della Borala e poi al Bivacco Valdo.
La cengia è sicuramente esposta ma non preoccupante tranne un breve passaggio instabile in corrispondenza di un piccolo franamento.
Dal Bivacco Valdo si seguono tracce e segnavia (un tratto non chiarissimo e con una variante poco dopo l’inizio) per sentierino anche esposto fino all’immissione nel sentiero che scende da Forcella Zana.
Poco dopo si attraversa il fondo della Val Soffia passando da sinistra a destra orografica, e per tracce via via un po’ più comode si ritorna a Gena Alta al bivio di fine asfalto dell’andata.
Fra le tracce via via più comode ci sono comunque qualche passo esposto, un paio di “cavi corrimano” di sicurezza e un vero saltino roccioso attrezzato con scaletta e cavo.
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Il dislivello reale di questa escursione è di circa 1.920 metri e non 2.421 come indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
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Il tratto di alta via fra le due forcelle è un po’ particolare: in un senso o nell’altro, bisogna prima scendere oltre 100 metri di dislivello, poi lungo traverso per lo più su cenge e modeste pendenze, e risalita finale di oltre 100 metri per l’altra forcella.
La salita da valle alla Forzèla de la Caza Granda è più semplice di quella alla Forzèla dei Pón, ma c’è un breve tratto (10 minuti) che bisogna interpretare bene “al millimetro” per non perdersi, e perdersi qui significa perdere tanto tempo.
Per essere veloci nel tratto di alta via bisogna … andare piano: ci sono molti bolli rossi e segni bianco-azzurri, c’è qualche ometto, ma non bisogna mancarne uno per venirne fuori bene.
Solo andando piano e concentrati sarà tutto abbastanza semplice seppur discretamente impegnativo dal punto di vista tecnico escursionistico.
In caso sia necessario un pernottamento non preventivato al Bivacco Valdo, all’inizio della relazione dell’itinerario Monti del Sole: Bivacco Valdo, Forzèla dei Pón (o Forcella dei Pom) e Forcella Zana da Gena Bassa ho scritto alcune note su come trovare acqua nelle vicinanze.
SALITA ALLA FORZÈLA DE LA CAZA GRANDA O FORCELLA DELLA CACCIA GRANDE
Dopo il solito tratto asfaltato fino a Gena Alta, si imbocca la stradetta forestale a fianco della fontanella e alla fine si svolta, in corrispondenza di due ometti, per traversare un torrentello appena sopra una cascata.
Qui comincia un lungo tratto sempre segnalato con bolli rossi (molto) sbiaditi e ometti.
L’impronta a terra del sentiero è quasi sempre ben visibile ma esile, e ci vuole attenzione per vedere i vari segni.
Si sta sopra la Val Pisson e poi sopra la Val dei Forti, si attraversa l’impluvio della Val Covolera e si giunge a un breve canale roccioso non difficile che si risale fin nei pressi di una grotta/landro abbastanza grande per fornire riparo in caso di emergenza.
Da qui si traversa a destra fino a una breve cengia di collegamento che porta sul fondo di un canalone: qualche decina di metri di risalita un po’ ripida e si arriva “Al Boschet”.
Dal boschetto si sale verso sinistra quasi sulla linea di massima pendenza sempre con qualche bollo rosso ancora più sbiadito di quelli di prima e pochi ometti.
Prima di arrivare alla fascia rocciosa che delimita il boschetto in alto, si esce sulla sinistra e si percorrono le ultime decine di metri in un facile canaletto roccioso fra mughi.
Dalla fascia rocciosa si risale la parte alta della Val dei Forti seguendo segni e tracce fino alla Pósta al Sass, un circo di ghiaie e massi un po’ impressionante.
Da qui ho inizialmente seguito la “variante A” indicata nella guida sui Monti del Sole di Sommavilla e Celi.
Sulla parte destra (nel senso di arrivo) del circo si nota una gran cengia che sale, sempre verso destra, fiancheggiando varie grotte e cavità.
A fine cengia si piega a sinistra e si sale un canale ripido ma non difficile a base mista rocce, ghiaia o terra compatta con mughi: alla fine di questo si arriva a una sella con mughi.
Dalla sella ho abbandonato la “variante A” di cui sopra (dopo aver fatto il canalone successivo e averci dato un’occhiata in lontananza) e ho seguito il percorso suggerito da Mason ne “Il Libro delle Cenge”.
Subito dopo la sella si prende sulla sinistra una cengetta (su esile ma compatta lista) che scende appena, e poi va in piano per pochi metri fino a un ometto su un tornantino sinistro.
Dal tornantino si torna indietro in salita sempre per cengetta (un po’ più larga), si incontra un altro ometto e in poche decine di metri si arriva a una piccola sella con qualche mugo.
La traccia da questa sella aggira una costola e scende, sempre per pochi metri, verso destra sull’altro versante fino a un ometto che sta proprio in centro al passaggio di un canaletto roccioso.
Questo è il punto chiave: bisogna “bucare” la fascia di mughi che sta davanti, ma se si prosegue in piano sulla traccia a terra si finirà in un salto “poco salutare”.
Dall’ometto si scende (verso sinistra dalla direzione di arrivo) nel canale roccioso per circa una decina di metri lineari (forse meno) e, dopo aver spostato con le mani i primi mughi, si troverà un corridoio libero e comodo che contorna una bassa fascia rocciosa (questa “discesa semplificatrice” non è citata nel libro di Mason).
Non c’è da camminare sopra i mughi, e tutta la ricerca si svolge veramente in pochi metri quadrati.
Si segue il corridoio per 40 o 50 metri lineari e si arriva alla base di un largo canale dal fondo irregolare (ma più che transitabile) fra rocce, piccole costole sporgenti e ghiaie.
Si sale per il canale e in pochi minuti si arriva nel MAGICO anfiteatro che sta sotto la Croda Bianca.
Dall’anfiteatro si vede bene in alto la traccia dell’Alta Via dei Monti del Sole e, sulla sinistra a un livello inferiore, il corridoio prativo finale che si infila nei mughi della Forzèla de la Caza Granda.
Da qui, con un semicerchio, ho raggiunto l’alta via, poi l’ho abbandonata per stare qualche metro più in alto per tentare qualche foto migliore, e infine sono rientrato nelle tracce segnate per arrivare nei tagli di mughi finali della Forzèla de la Caza Granda.
In tutta quest’ultima parte il pendio è relativamente poco inclinato, e si può fare qualche divagazione.
TRAVERSATA DALLA FORZÈLA DE LA CAZA GRANDA ALLA FORZÈLA DEI PÓN
Si inizia in un taglio di mughi e si passa subito sotto una grotta “adattata” a bivacco che è bene conoscere per emergenze nelle lunghe traversate.
In 5 minuti dalla grotta si arriva alla testata di un lungo canalone – misto roccia compatta e pietre – da scendere: “a giudizio del mio GPS” sono circa 115 metri di dislivello in buona pendenza costante da fare con attenzione.
Si esce a sinistra (in corrispondenza di uno dei tanti segni bianco-azzurri dell’Alta Via dei Monti del Sole) per breve taglio di mughi che introduce a un’altra ripida discesa (sempre nei mughi) di circa 30 metri di dislivello.
Qui inizia tutto un sistema di belle cengette e tracce che si dirige verso la Forzèla dei Pón: seguire con attenzione i sempre presenti bolli rossi e segni bianco-azzurri; cercare con l’occhio quelli in avanti ma ricontrollare anche all’indietro.
Ci sono svariati passaggi strettini con, a mio giudizio, uno solo veramente delicato per esposizione, inclinazione e “poca pulizia della base di camminata o quasi arrampicata”.
A un certo punto, un deciso strappo dove bisogna usare un po’ le mani segna l’inizio della risalita verso Forzèla dei Pón: questa risalita non è in soluzione unica come la discesa dalla Forzèla de la Caza Granda, ma procede a balzi con strappetti RIPIDI di varie lunghezze alternati a tratti più comodi; “a giudizio del mio GPS” sono circa 160 metri totali di dislivello da risalire.
Pochi metri prima della Forzèla dei Pón si noterà sulla sinistra una grotta possibile bivacco di emergenza.
DISCESA DALLA FORZÈLA DEI PÓN O FORCELLA DEI POM
Ho già scritto “la mia visione di salita” di tutto questo tratto nell’escursione Monti del Sole: Bivacco Valdo, Forzèla dei Pón (o Forcella dei Pom) e Forcella Zana da Gena Bassa.
Non credo sia prudente affrontare questa discesa nel tratto fino al Bivacco Valdo senza qualcuno in gruppo che l’abbia già fatta in salita (stesso concetto per la parte di un’eventuale discesa dalla Forzèla de la Caza Granda fino alla Pósta al Sass).
Rispetto alla salita, bisogna tener conto che in questa discesa i segnavia rossi o bianco-azzurri sono un po’ meno individuabili: sempre sufficienti per non perdersi, ma ci vuole più attenzione, e come sempre guardare in avanti e ricontrollare con sguardi all’indietro.
Il senso generale del percorso è molto semplice: si sta sulla “gran bancata sopraelevata” in destra orografica sopra la Val Feruch.
In particolare, però, la traccia buona è abbastanza contorta in vari tratti, e siccome scorre ai limiti di pendii assai ripidi bisogna stare concentrati.
La discesa dalla Forzèla dei Pón inizia con un bel ripido fra roccette e liste erbose fino ad uscire dalla strettoia alta della Val Feruch.
Poi si gira verso destra e con lunga diagonale vicino a una fascia rocciosa si scende sopra la testata di una larga, lunga e ripida placconata.
Giù per la placconata con qualche passo finale dove sono utili le mani: un passaggio tecnico si può evitare calandosi attraverso un caratteristico buco nella roccia.
Da qui è tutta una serie di diagonali più o meno ripide e con più o meno saltini: di evidente per tutti ci sarà un ripido e largo taglio fra i mughi su base rocciosa e un altro canale sempre a fondo roccioso (inizialmente su pietre e poi compatto).
Con altra diagonale si arriva su un gruppo di rocce compatte discendenti dove c’è da risalire un brevissimo passaggio molto esposto ma ben appigliato: in discesa si passa bene mentre in salita sarebbe di più difficile interpretazione per chi non lo conosce.
Da qui si continua finché ci si infila in un boschetto e si esce dall’altro lato con comoda salitella che porta sul tratto di cengia che collega al Circo della Borala e poi al Bivacco Valdo.
La cengia è sicuramente esposta ma non preoccupante tranne un breve passaggio instabile in corrispondenza di un piccolo franamento.
Dal Bivacco Valdo si seguono tracce e segnavia (un tratto non chiarissimo e con una variante poco dopo l’inizio) per sentierino anche esposto fino all’immissione nel sentiero che scende da Forcella Zana.
Poco dopo si attraversa il fondo della Val Soffia passando da sinistra a destra orografica, e per tracce via via un po’ più comode si ritorna a Gena Alta al bivio di fine asfalto dell’andata.
Fra le tracce via via più comode ci sono comunque qualche passo esposto, un paio di “cavi corrimano” di sicurezza e un vero saltino roccioso attrezzato con scaletta e cavo.
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Il dislivello reale di questa escursione è di circa 1.920 metri e non 2.421 come indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
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Waypoints
Waypoint
1,410 ft
01 - Parcheggio presso il Bar Ristorante alla Soffia a Gena Bassa
Waypoint
2,622 ft
02 - Gena Alta: fine asfalto iniziale e bivio tracciato di andata e ritorno
Waypoint
2,610 ft
03 - Fine stradetta forestale e svolta per attraversamento torrentello sopra cascata
Waypoint
3,905 ft
04 - Attraversamento impluvio della Val Covolera
Waypoint
4,409 ft
05 - Base canale roccioso prima di breve cengia
Waypoint
4,524 ft
06 - Testata canale roccioso e landro prima di breve cengia
Waypoint
5,000 ft
09 - Arrivo sotto fascia rocciosa da costeggiare dopo breve canale fra mughi in uscita da 'Il Boschet'
Waypoint
5,786 ft
12 - Canaletto roccioso da scendere per qualche metro con ometto in centro passaggio
Waypoint
5,749 ft
13 - Base largo e irregolare canale da risalire per ricollegarsi all'Alta Via dei Monti del Sole
Waypoint
6,062 ft
14 - Punto foto a Croda Bianca prima dell'immissione nell'Alta Via dei Monti del Sole
Waypoint
6,078 ft
16 - Forzèla de la Caza Granda o Forcella della Caccia Grande: punto foto libero da mughi
Waypoint
6,046 ft
17 - Forzèla de la Caza Granda o Forcella della Caccia Grande: punto di massima depressione
Waypoint
6,047 ft
18 - Grotta possibile bivacco di emergenza nei pressi della Forzèla de la Caza Granda o Forcella della Caccia Grande
Waypoint
6,168 ft
19 - Testata lungo canalone roccioso da scendere dopo la Forzèla de la Caza Granda o Forcella della Caccia Grande
Waypoint
5,683 ft
22 - Passaggio delicato: il più difficile della traversata fra la Forzèla de la Caza Granda e la Forzèla dei Pón
Waypoint
5,798 ft
23 - Primo ripido strappo della risalita verso la Forzèla dei Pón o Forcella dei Pom
Waypoint
6,212 ft
24 - Aggiramento ultimo costone e inzio ultimo strappo con in vista la Forzèla dei Pón o Forcella dei Pom
Waypoint
5,948 ft
27 - Testata ripida placca rocciosa scendendo da Forzèla dei Pón o Forcella dei Pom
Waypoint
5,762 ft
29 - Base ripida placca rocciosa scendendo da Forzèla dei Pón o Forcella dei Pom
Waypoint
5,578 ft
30 - Ripido corridoio roccioso in largo taglio di mughi scendendo da Forzèla dei Pón o Forcella dei Pom
Waypoint
5,268 ft
31 - Punto centrale in canale roccioso scendendo da Forzéla dei Pón o Forcella dei Pom
Waypoint
4,431 ft
34 - Immissione nel sentiero che scende da Forcella Zana
Waypoint
4,199 ft
35 - Attraversamento impluvio nel fondo della Val Soffia
Waypoint
4,060 ft
36 - Torrentello che ha sempre una buona portata d'acqua per rifornimento borracce
Waypoint
4,029 ft
37 - Salto di roccia attrezzato con cavo e scaletta nel sentiero di rientro a Gena
Comments (2)
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Ciao ZioMario!
Pensavo che il nome dialettale "Caza Granda" si rifacesse all'utensile da cucina che in italiano chiamiamo ramaiolo, di forma rettangolare (c'è n'è uno appeso alla fontana di Gena Alta) a cui in realtà un po' la forcella somiglia;
Realizzo invece che si intende "caccia grande".
Grazie per le tue dettagliatissime descrizioni.
Demis
Ciao Demis,
io sono “nativo” Veneto ma non della provincia di Belluno, e dai libri che consulto è solo un fatto linguistico, con la “z” che nella «lingua bellunese» sostituisce la “c” dolce.
Dunque: Zima = Cima, Zimón = Cimón, Zéngia = Cengia, Zengión = Grande Cengia, Zengionèt = Piccola Cengia, Caza = Caccia, Cazéta = Piccola Caccia, ecc.
Buon cammino. 😉