Monti del Cilento: da Piani di Vesole al Santuario Madonna del Granato per il Monte Vesole e il Monte Soprano (e foto dell'Etna)
near Roccadaspide, Campania (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Traversata molto panoramica da fare solo con previsioni di OTTIMA visibilità, perfetta anche per le giornate invernali.
Dopo la breve salita al Monte Vesole ci si immette sul lungo e largo crinale che dal Valico di Vesole va verso nord-ovest e fa parte del Sentiero delle Dee di Roccia – questo caratteristico sentiero dal valico continua anche in direzione sud-est verso il Monte Chianiello.
Se lo scavalcamento del Monte Vesole è facile, il successivo crinale presenta dei tratti disagevoli sebbene in bassissima pendenza, perché spesso si cammina in mezzo a piccoli spuntoni di roccia dove serve un po’ di attenzione per salvaguardare le articolazioni – non si può correre, ma è un bene per poter godere dei panorami.
L’itinerario è tutto coperto da segnavia a cui conviene prestare attenzione specialmente nella parte più contorta della discesa dal Monte Soprano fino al bivio con la breve deviazione per le rovine del Castello di Federico II°.
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Dal parcheggio al km 5-VI della SP 414 si imbocca una stradetta-mulattiera che, appena fuori dal boschetto iniziale, diventa traccia di camminamento un po’ discontinua come impronta a terra ma sempre ben segnata e che non lascia dubbi di prosecuzione.
Questo versante del Monte Vesole non è mai veramente ripido, e il tracciato CAI esegue vari “curvoni” per addolcirlo ulteriormente: chi vuole può senz’altro effettuare dei tagli di percorso.
Dopo l’arrivo sulla panoramica vetta si scende al Valico di Vesole per comoda stradetta forestale.
Da qui inizia il lungo tratto su dorsale con una prima dolce e più lunga salita fino a un’elevazione senza nome di quota 1094, e poi avanti con leggeri saliscendi fino alla quota 1030 di Matadduni: in questo tratto si passa anche a sfiorare un’area di pascolo e in mezzo a un rado boschetto con panchine.
Poi continuazione “semplice come logica” fino al SUPER-PANORAMICO Monte Soprano, sempre con un minimo di attenzione ai tratti dove si cammina in mezzo a piccoli spuntoni di roccia: noi abbiamo quasi sempre seguito fedelmente la segnaletica CAI, allontanandoci a volte solo qualche metro per ricercare delle viste migliori.
Dal Monte Soprano il “colpo d’occhio di discesa” lascia inizialmente un’impressione ancora di semplicità come orientamento, ma qui è meglio stare da subito ben vicini ai segnavia CAI.
Si arriva a un primo cartello che indica Località Polveracchio di quota 909, e poco dopo si entra in un bel tratto boschivo.
In uscita dal bosco si arriva a un secondo cartello che indica Località Polveracchio di quota 710 (tutti e due i cartelli sono all’incrocio con altri sentieri).
Ora si continua per poco ancora su un largo piano inclinato di dorsale che finisce su un salto da dove si nota, appena a destra, una gran fascia rocciosa che cala verso il Castello di Federico II°.
Qui ci si sposta a destra e SEGUENDO BENE I NUMEROSISSIMI SEGNAVIA si scende il pendio che sta a destra della fascia rocciosa.
Non è un pendio con salti o passi veramente disagevoli, ma il tracciato è assai contorto e bisogna andar piano per concludere in relax tutta la bella cavalcata di dorsale.
Si arriva così all’incrocio con i sentieri per Capaccio, per il Castello di Federico II° e per la continuazione verso la “Fontana della Comunità Montana” fino alla stradetta finale per il Santuario della Madonna del Granato.
La deviazione per i ruderi del Castello di Federico II° è di soli 5 minuti e ci siamo fatti pure quella.
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Non commento i panorami perché è possibile capire cosa sono solo guardandoli dal vivo.
Sono “troppo” vasti e con infiniti particolari – di forme e di colori – da cogliere per poter rendere l’idea con qualche foto scattata in velocità visto che … era l’ultimo dell’anno.
E il nostro regalo per l’anno nuovo è stata la visione dell’Etna!
Sapevamo della buona visibilità prevista ma non ce lo aspettavamo proprio, eppure guardando in direzione (più o meno) di Santa Maria di Castellabate si notava bene che emergeva dal mare: l’occhio umano “buca meglio la foschia” della combinazione obiettivo-sensore di una fotocamera compatta. 😉
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Il dislivello reale di questa escursione è di circa 150 metri in più di quanto indicato nei dati di riepilogo Wikiloc, ma dipende dalle linee che si seguono lungo i saliscendi del sentiero CAI 410.
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Dopo la breve salita al Monte Vesole ci si immette sul lungo e largo crinale che dal Valico di Vesole va verso nord-ovest e fa parte del Sentiero delle Dee di Roccia – questo caratteristico sentiero dal valico continua anche in direzione sud-est verso il Monte Chianiello.
Se lo scavalcamento del Monte Vesole è facile, il successivo crinale presenta dei tratti disagevoli sebbene in bassissima pendenza, perché spesso si cammina in mezzo a piccoli spuntoni di roccia dove serve un po’ di attenzione per salvaguardare le articolazioni – non si può correre, ma è un bene per poter godere dei panorami.
L’itinerario è tutto coperto da segnavia a cui conviene prestare attenzione specialmente nella parte più contorta della discesa dal Monte Soprano fino al bivio con la breve deviazione per le rovine del Castello di Federico II°.
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Dal parcheggio al km 5-VI della SP 414 si imbocca una stradetta-mulattiera che, appena fuori dal boschetto iniziale, diventa traccia di camminamento un po’ discontinua come impronta a terra ma sempre ben segnata e che non lascia dubbi di prosecuzione.
Questo versante del Monte Vesole non è mai veramente ripido, e il tracciato CAI esegue vari “curvoni” per addolcirlo ulteriormente: chi vuole può senz’altro effettuare dei tagli di percorso.
Dopo l’arrivo sulla panoramica vetta si scende al Valico di Vesole per comoda stradetta forestale.
Da qui inizia il lungo tratto su dorsale con una prima dolce e più lunga salita fino a un’elevazione senza nome di quota 1094, e poi avanti con leggeri saliscendi fino alla quota 1030 di Matadduni: in questo tratto si passa anche a sfiorare un’area di pascolo e in mezzo a un rado boschetto con panchine.
Poi continuazione “semplice come logica” fino al SUPER-PANORAMICO Monte Soprano, sempre con un minimo di attenzione ai tratti dove si cammina in mezzo a piccoli spuntoni di roccia: noi abbiamo quasi sempre seguito fedelmente la segnaletica CAI, allontanandoci a volte solo qualche metro per ricercare delle viste migliori.
Dal Monte Soprano il “colpo d’occhio di discesa” lascia inizialmente un’impressione ancora di semplicità come orientamento, ma qui è meglio stare da subito ben vicini ai segnavia CAI.
Si arriva a un primo cartello che indica Località Polveracchio di quota 909, e poco dopo si entra in un bel tratto boschivo.
In uscita dal bosco si arriva a un secondo cartello che indica Località Polveracchio di quota 710 (tutti e due i cartelli sono all’incrocio con altri sentieri).
Ora si continua per poco ancora su un largo piano inclinato di dorsale che finisce su un salto da dove si nota, appena a destra, una gran fascia rocciosa che cala verso il Castello di Federico II°.
Qui ci si sposta a destra e SEGUENDO BENE I NUMEROSISSIMI SEGNAVIA si scende il pendio che sta a destra della fascia rocciosa.
Non è un pendio con salti o passi veramente disagevoli, ma il tracciato è assai contorto e bisogna andar piano per concludere in relax tutta la bella cavalcata di dorsale.
Si arriva così all’incrocio con i sentieri per Capaccio, per il Castello di Federico II° e per la continuazione verso la “Fontana della Comunità Montana” fino alla stradetta finale per il Santuario della Madonna del Granato.
La deviazione per i ruderi del Castello di Federico II° è di soli 5 minuti e ci siamo fatti pure quella.
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Non commento i panorami perché è possibile capire cosa sono solo guardandoli dal vivo.
Sono “troppo” vasti e con infiniti particolari – di forme e di colori – da cogliere per poter rendere l’idea con qualche foto scattata in velocità visto che … era l’ultimo dell’anno.
E il nostro regalo per l’anno nuovo è stata la visione dell’Etna!
Sapevamo della buona visibilità prevista ma non ce lo aspettavamo proprio, eppure guardando in direzione (più o meno) di Santa Maria di Castellabate si notava bene che emergeva dal mare: l’occhio umano “buca meglio la foschia” della combinazione obiettivo-sensore di una fotocamera compatta. 😉
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Il dislivello reale di questa escursione è di circa 150 metri in più di quanto indicato nei dati di riepilogo Wikiloc, ma dipende dalle linee che si seguono lungo i saliscendi del sentiero CAI 410.
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Waypoints
Waypoint
3,141 ft
02 - Foto dalla prima parte di salita verso il Monte Vesole poco dopo l'uscita dal bosco
Waypoint
3,364 ft
06 - Valico di Vesole e immissione nel CAI 410 lungo il tratto nord-ovest del Sentiero delle Dee di Roccia
Waypoint
2,397 ft
19 - Tabella Località Polveracchio di quota 710
Waypoint
2,128 ft
21 - Arrivo all'inizio della contorta discesa finale verso il Castello di Federico II°
Waypoint
953 ft
25 - «Fontana della Comunità Montana» e immissione nella stradetta finale per il Santuario della Madonna del Granato
Comments (2)
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Complimenti per la descrizione e soprattutto per le foto!
Ciao Paolo,
grazie dei complimenti anche da parte della mia compagna.
È stato proprio un bel ultimo dell’anno.
Con il bel tempo, in un posto del genere le foto «vengono da sole».
Ti auguro tanti bei giri. 😉