Monti Ausoni. Monte delle Fate e il confine tra Stato Pontificio e Regno Borbonico.
near Cerreto, Lazio (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Bella escursione sui Monti Ausoni con passaggio sul panoramico Monte delle Fate e proseguito con la ricerca del confine tra Stato Pontificio e Regno Borbonico.
Partenza dalla frazione Cerreto, dove termina la strada, sulla sinistra vi è un piccolo parcheggio. La prima accoglienza me la fà Birba, una cagnolina trovatella che accompagna divertita tutti gli escursionisti che la prendono in simpatia. La seconda accoglienza la ricevo dal propietario di Birba, un amichevole signore che abita di fronte al parcheggio e che di sua iniziativa ha realizzato il cartello indicativo li vicino, ha dipinto le strisce bianche del parcheggio e che si prende cura della montagna. Ha molto da raccontare e fermarsi a parlare con lui dona all'escursione un valore più profondo.
Il tracciato che si segue è scandito da cartelli che conducono sino alla vetta del Monte delle Fate, mentre tutto il sentiero che ho seguito è contraddistinto da segni rossi di bomboletta sulle pietre e da qualche fiocco sui rami, opera di una coppia che volontariamente cerca di rendere fruibile la montagna.
Seguendo una comoda carrareccia incontro un vecchio con i suoi maremmani, poi un pastore con le sue vacche e infine arrivo alla sella che corrisponde all'incrocio tra il sentiero per il Monte delle Fate a sinistra, diritto per la Serra Palombi che conduce sino a Fondi e a destra il sentiero per il Monte Tavanese.
Prendo a sinistra per il Monte delle Fate per godermelo in solitaria. Passando all'interno di un ombroso bosco di lecci arrivo sino al rifugio in legno, molto ben tenuto. A destra corre il sentiero per il Monte le Fate. Si sale rapidamente anche se il terreno umido risulta molto scivoloso, lo sarà ancor di più in discesa.
Arrivato sulla cima del Monte 1090m mi godo il superlativo panorama a 360°. Gli Aurunci, il Golfo di Gaeta e il litorale di Sperlonga, il Lago di Fondi e il Circeo, tutta la pianura Pontina giù sino al litorale Romano per incontrare poi le vette dei Monti Lepini, e in lontanaza il PNALM per chiudere con le Mainarde e i Monti Molisani.
Scendo di nuovo alla sella e proseguo in basso direzione tralicci sino ad una casetta di montagna, qui giro a destra per un tracciolino che aggira a mezzacosta tutto il Monte Tavanese. E' molto lungo questo sentiero, battuto per lo più dagli animali, il panorama anche da quì è stupendo, si intravedono le isole Pontine. Arrivo ad una piccola sorgente dove incontro un cacciatore che mi conferma che il versante a sud non essendo Parco è soggetto alla battuta al cinghiale e che dal primo Novembre è sconsigliato avventurarsi su quel sentiero. Salgo di nuovo per raggiungere una radura la quale anticipa il primo Cippo di confine che si trova in mezzo al bosco, Cippo n°28. Andando oltre incontro il secondo, Cippo n°27 e qui mi fermo, torno indietro non dopo aver rimirato il panorama e proseguo verso la radura. Sulla sinistra si addentra nel bosco un lungo tracciolino con fondo fangoso e scivoloso. Qui nel fitto della macchia, non filtra un raggio di sole e non vi è possibilità di vedere la valle sottostante. Torno di nuovo alla sella con i tralicci e reincontro Birba che decide si scendere insieme a me per un ultimo saluto.
Traccia seguita quella di Fabio Campoli, anche se al contrario.
Partenza dalla frazione Cerreto, dove termina la strada, sulla sinistra vi è un piccolo parcheggio. La prima accoglienza me la fà Birba, una cagnolina trovatella che accompagna divertita tutti gli escursionisti che la prendono in simpatia. La seconda accoglienza la ricevo dal propietario di Birba, un amichevole signore che abita di fronte al parcheggio e che di sua iniziativa ha realizzato il cartello indicativo li vicino, ha dipinto le strisce bianche del parcheggio e che si prende cura della montagna. Ha molto da raccontare e fermarsi a parlare con lui dona all'escursione un valore più profondo.
Il tracciato che si segue è scandito da cartelli che conducono sino alla vetta del Monte delle Fate, mentre tutto il sentiero che ho seguito è contraddistinto da segni rossi di bomboletta sulle pietre e da qualche fiocco sui rami, opera di una coppia che volontariamente cerca di rendere fruibile la montagna.
Seguendo una comoda carrareccia incontro un vecchio con i suoi maremmani, poi un pastore con le sue vacche e infine arrivo alla sella che corrisponde all'incrocio tra il sentiero per il Monte delle Fate a sinistra, diritto per la Serra Palombi che conduce sino a Fondi e a destra il sentiero per il Monte Tavanese.
Prendo a sinistra per il Monte delle Fate per godermelo in solitaria. Passando all'interno di un ombroso bosco di lecci arrivo sino al rifugio in legno, molto ben tenuto. A destra corre il sentiero per il Monte le Fate. Si sale rapidamente anche se il terreno umido risulta molto scivoloso, lo sarà ancor di più in discesa.
Arrivato sulla cima del Monte 1090m mi godo il superlativo panorama a 360°. Gli Aurunci, il Golfo di Gaeta e il litorale di Sperlonga, il Lago di Fondi e il Circeo, tutta la pianura Pontina giù sino al litorale Romano per incontrare poi le vette dei Monti Lepini, e in lontanaza il PNALM per chiudere con le Mainarde e i Monti Molisani.
Scendo di nuovo alla sella e proseguo in basso direzione tralicci sino ad una casetta di montagna, qui giro a destra per un tracciolino che aggira a mezzacosta tutto il Monte Tavanese. E' molto lungo questo sentiero, battuto per lo più dagli animali, il panorama anche da quì è stupendo, si intravedono le isole Pontine. Arrivo ad una piccola sorgente dove incontro un cacciatore che mi conferma che il versante a sud non essendo Parco è soggetto alla battuta al cinghiale e che dal primo Novembre è sconsigliato avventurarsi su quel sentiero. Salgo di nuovo per raggiungere una radura la quale anticipa il primo Cippo di confine che si trova in mezzo al bosco, Cippo n°28. Andando oltre incontro il secondo, Cippo n°27 e qui mi fermo, torno indietro non dopo aver rimirato il panorama e proseguo verso la radura. Sulla sinistra si addentra nel bosco un lungo tracciolino con fondo fangoso e scivoloso. Qui nel fitto della macchia, non filtra un raggio di sole e non vi è possibilità di vedere la valle sottostante. Torno di nuovo alla sella con i tralicci e reincontro Birba che decide si scendere insieme a me per un ultimo saluto.
Traccia seguita quella di Fabio Campoli, anche se al contrario.
Waypoints
Comments (1)
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Grazie di aver seguito la mia traccia.
Un posto veramente incantevole e pieno di storia.
La prossima volta che ci andrò partirò da sopra Sonnino.
💪💪💪