Monte Tartaro, Altare, Anticima sud del Petroso e La Meta
near Pizzone, Molise (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Ieri, 25 Luglio, abbiamo fatto una delle escursioni più impegnative degli ultimi anni.
Gli obiettivi di giornata erano il Monte Tartaro, Altare , Petroso e La Meta, 4 cime sopra i 2000 del Parco Nazionale d'Abruzzo.
Partiamo alle 5 da Roma e dopo un lungo viaggio arriviamo a Rifugio Campitelli attorno alle 9.
C'è un ampio piazzale per parcheggiare con cartelli e segnali che indicano l'inizio del sentiero.
Alle 9 imbocchiamo la stradina verso destra e iniziamo a salire in una faggeta ben segnalata che dopo circa un'ora ci porta ai resti di un vecchio fortino borbonico usato per arginare le scorribande di briganti di qualche secolo fa.
Incontriamo anche il nostro primo animale: un biacco che si crogiolava alle prime luci della giornata.
Al fortino svoltiamo a destra e seguiamo gli sbiaditi segnali sulle rocce, che dopo una lunga e faticosa salita ci portano sul Monte Tartaro a 2191metri.
Iniziamo a vedere i camosci, i padroni di queste montagne, oggi in particolar modo, ci sono un gruppo di biologici del parco che sta affettuando un censimento sugli stessi.
Andiamo verso il Monte Altare lungo un sentiero appena accennato fatto di rocce ed erba, camminando di cresta e godendoci il panorama.
Arriviamo a Monte Altare a 2174 metri e proseguiamo verso il Petroso.
Il sentiero sparisce e bisogna arrampicarsi mani e piedi in un continuo saliscendi. Arriviamo ai piedi del Petroso quando una famiglia di Camosci ci guarda dall'alto, c'è anche un piccolo!
Non ce la sentiamo di disturbarli ulteriormente, i biologi stanno facendo il censimento e salendo li avremmo fatti scappare.
Facciamo qualche foto e torniamo indietro per lo stesso sentiero che faticosamente ci riporta a Monte Tartaro.
La nostra ultima vetta e li di fronte a 2 km, Monte La Meta ci aspetta.
Perdiamo quota e risaliamo un muro di roccia di 200 metri di dislivello, sotto il sole e con un caldo opprimente scaliamo mani e piedi e con enorme fatica l'ultimo tratto del Monte. I camosci ci osservano e sembrano quasi incitarci.
Arriviamo a La Meta stanchi a 2242 metri e mangiamo un panino.
Iniziamo la discesa dal versante opposto a quello da dove eravamo venuti, arrivando a Passo dei Monaci per poi svoltare a sinistra e infilarci nella Valle Fiorita.
Perdiamo quota e entriamo nella faggeta dove incontriamo una volpe che sembra gradire la nostra presenza. Continuiamo a scendere e dopo le 18 ci ritroviamo all'auto pronti per fare il viaggio di ritorno a casa che si concluderà alle 22e30.
A dispetto dei chilometri percorsi e del dislivello è stata un'escursione molto dura, indubbiamente una delle più faticose degli ultimi tempi che però ci ha ripagato ampiamente della fatica fatta.
Gli obiettivi di giornata erano il Monte Tartaro, Altare , Petroso e La Meta, 4 cime sopra i 2000 del Parco Nazionale d'Abruzzo.
Partiamo alle 5 da Roma e dopo un lungo viaggio arriviamo a Rifugio Campitelli attorno alle 9.
C'è un ampio piazzale per parcheggiare con cartelli e segnali che indicano l'inizio del sentiero.
Alle 9 imbocchiamo la stradina verso destra e iniziamo a salire in una faggeta ben segnalata che dopo circa un'ora ci porta ai resti di un vecchio fortino borbonico usato per arginare le scorribande di briganti di qualche secolo fa.
Incontriamo anche il nostro primo animale: un biacco che si crogiolava alle prime luci della giornata.
Al fortino svoltiamo a destra e seguiamo gli sbiaditi segnali sulle rocce, che dopo una lunga e faticosa salita ci portano sul Monte Tartaro a 2191metri.
Iniziamo a vedere i camosci, i padroni di queste montagne, oggi in particolar modo, ci sono un gruppo di biologici del parco che sta affettuando un censimento sugli stessi.
Andiamo verso il Monte Altare lungo un sentiero appena accennato fatto di rocce ed erba, camminando di cresta e godendoci il panorama.
Arriviamo a Monte Altare a 2174 metri e proseguiamo verso il Petroso.
Il sentiero sparisce e bisogna arrampicarsi mani e piedi in un continuo saliscendi. Arriviamo ai piedi del Petroso quando una famiglia di Camosci ci guarda dall'alto, c'è anche un piccolo!
Non ce la sentiamo di disturbarli ulteriormente, i biologi stanno facendo il censimento e salendo li avremmo fatti scappare.
Facciamo qualche foto e torniamo indietro per lo stesso sentiero che faticosamente ci riporta a Monte Tartaro.
La nostra ultima vetta e li di fronte a 2 km, Monte La Meta ci aspetta.
Perdiamo quota e risaliamo un muro di roccia di 200 metri di dislivello, sotto il sole e con un caldo opprimente scaliamo mani e piedi e con enorme fatica l'ultimo tratto del Monte. I camosci ci osservano e sembrano quasi incitarci.
Arriviamo a La Meta stanchi a 2242 metri e mangiamo un panino.
Iniziamo la discesa dal versante opposto a quello da dove eravamo venuti, arrivando a Passo dei Monaci per poi svoltare a sinistra e infilarci nella Valle Fiorita.
Perdiamo quota e entriamo nella faggeta dove incontriamo una volpe che sembra gradire la nostra presenza. Continuiamo a scendere e dopo le 18 ci ritroviamo all'auto pronti per fare il viaggio di ritorno a casa che si concluderà alle 22e30.
A dispetto dei chilometri percorsi e del dislivello è stata un'escursione molto dura, indubbiamente una delle più faticose degli ultimi tempi che però ci ha ripagato ampiamente della fatica fatta.
Comments (1)
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Complimenti,potevate fare un ultimo.sforzo x conquistare la.vetta innominata😊