Monte Pollino -Giardino degli Dei - Serra di Crispo. --Da colle dell'Impiso--
near Sorgenti di Frido, Basilicata (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
--Ad anello—18-08-2023
--PERCORSO EFFETTUATO IN PARTE IN FUORI SENTIERO CON FORTE PENDENZA (dal Pollino ai pianori sottostanti) CON DISLIVELLO TOTALE DI 1.260 MT PER 21 KM di percorrenza totale.
*** Parco Nazionale del Pollino dichiarato nel 2015 patrimonio naturale dell’UNESCO***
Il massiccio del Pollino appartenete all’appennino meridionale, con sommità più vecchie e meno alte dell’appennino centrale, è situato a cavallo delle regioni Basilicata e Calabria con la Serra Dolcedorme che è la vetta più alta con 2267 metri s.l.m.-
Le caratteristiche peculiari del massiccio sono certamente da rinvenirsi nelle grandi foreste di faggi che popolano le pendici delle vette, il circo glaciale del Pollino e della Serra Dolcedorme, oggi pianori dove in libertà pascolano mandrie di mucche e cavalli, ma l’unicità è da assegnare al Pino Loricato.
“Nel Parco Nazionale del Pollino il Pino loricato si presenta come un albero dall'aspetto robusto e gli esemplari esposti ai venti sviluppano rami con portamento a "bandiera" in modo da offrire minor resistenza ai venti dominanti. È una specie molto frugale adattatasi agli ambienti aridi e freddi delle alte vette. La corteccia negli esemplari giovani è liscia mentre in quelli adulti risulta fessurata in grandi placche di colore grigio cenere con squame trapezoidali ricoperte da piccole squame lucenti, dandole l'aspetto di una corazza, ovverosia la "lorica" delle armature dei legionari romani, da qui l'origine del nome. I rami sono caratterizzati dalle cicatrici degli aghi caduti che, per la loro forma romboidale e in rilievo, forniscono al ramo stesso un aspetto "marmorizzato" a mo' di pelle di serpente. Quello che rende unico il Pino loricato del Pollino è proprio il suo adattamento agli ambienti di alta quota dove si è rifugiato per non soccombere al faggio, ciò ha donato a questi esemplari un portamento tormentato, affascinante, spesso scultoreo e monumentale che si differenzia da quello posseduto in ambienti meno estremi del resto del suo areale, dove forma vere foreste.
Colpiscono in particolare gli esemplari più maestosi e plurisecolari nonché le silouette quasi spettrali di quelli che, sebbene morti, rimangono in piedi grazie al legno ricco di resine che li rendono più resistenti agli agenti naturali della decomposizione. Proprio per questa particolarità, unita al gradevole odore che esso emana e alla sua resistenza all'attacco dei tarli, il legno del Pino loricato veniva in passato utilizzato per la costruzione di bauli e casse da biancheria che accompagnavano gli emigranti calabresi e lucani nei loro viaggi di emigrazione. Inoltre, per la proprietà di bruciare lentamente e con fiamma luminosa, con il legno di questa conifera venivano in passato realizzate le "deghe" ovvero le fiaccole utilizzate durante le feste locali. La presenza di individui plurisecolari è spesso legata alle impervietà delle località in cui la specie vegeta che li ha preservati dal taglio di utilizzo; purtroppo ciò non è bastato, in tempi recenti, a preservarli dal danneggiamento e da tristi, vigliacchi e inutili atti vandalici. Descrizione ripresa dal sito del Parco Nazionale del Pollino”-
Fatte queste precisazioni doverose per conoscere con precisione le caratteristiche deii luoghi alla mia prima escursione passo alla descrizione della gita.
Il tracciato eseguito è stato pianificato proprio per conoscere un po’ il massiccio relativamente agli aspetti ambientali e paesaggistici, privilegiando il Pino Loricato. Si parte con SCR65 da Colle dell’Impiso, adiacente alla strada provinciale, per seguire da subito il sentiero IPV2 (sentiero dei Carbonai 920 A) per poi proseguire sul 901 fino a colle Gaudolino (Way:1). A colle Gaudolino la faggeta lascia momentaneamente spazio ad un piano dove è situato un bivacco non custodito con nei pressi una fonte e mandrie di mucche al pascolo. Il palo segnavia segna 1750 mt e due ore per la vetta del Pollino dopo una breve sosta la faggeta ci inghiotte nuovamente fino ai 1900 mt., l’ascesa diventa più impegnativa e la visuale si apre verso Ovest sulla vetta della Serra del Prete mentre come per incanto iniziano ad apparire i primi Pini Loricati (Way:2), abbarbicati alle rocce testimoni del passato pronti a sfidare l’Uomo sulla longevità con la sottostante autostrada Salero-Reggio Calabria. Il sentiero si snoda tra pietraie fino a raggiungere il punto panoramico sul versante calabro per poi seguire la parete erbosa S-O del Pollino fino alla sommità. In vetta (Way:3) il panorama a 360°è grandioso la vetta del Monte Pollino misura 2.248 s.l.m. è la seconda sommità dell'appennino meridionale e dà il nome all'intero massiccio Calabro-Lucano. La giornata, anche se soleggiata non è limpida da poter vedere il mare. Ben visibili tutti i rilievi del Massiccio: Serra del Prete, Serra Dolcedorme, Serra delle Ciavole e Serra Crispo; inoltre la vista sul versante Nord dei pianori del pollino e dei pini Loricati aggrappati alle pareti delle due Serre è magnifica. Soffia un fresco vento proveniente da N-O per cui la sosta è breve anche per la lunghezza del percorso motivo per cui cerchiamo di individuare subito il sentiero nr 921A che attraversa il circo glaciale (GS3) per raggiungere i pianori, ma non siamo riusciti a trovarlo motivo per cui abbiamo deciso di proseguire in fuori sentiero lungo la parete Nord del Pollino fino a puntare ad una radura e poi piegare a destra fino ad arrivare ai piani del Pollino (Way;4)- IL FUORI SENTIERO E’ ADATTO ESCLUSIVAMENTE AD ESCURSIONISTI ESPERTI, ALLENATI E CON L’ABBIGLIAMENTO IDONEO- per tutti coloro che volessero seguire la traccia consiglio di proseguire dal Monte Pollino sul sentiero per varco del Malevento o sella Dolcedorme e poi piegare a Dx sent IPV3 canale del Malevento fino a raggiungere i piani del Pollino e ricongiungersi alla traccia (Way:5)-
I piani del Pollino sono estesi e conosciuti con nome differenti solcati da una moltitudine di sentieri che francamente non sempre ho seguito per tracciare delle traiettorie ottimali al fine di osservare i secolari i Pini . Infatti arriviamo alla porta di accesso del regno dei Pini Loricati e veniamo accolti e lasciati passare dalle “sentinelle”, due maestosi esemplari ritratti nel Way:6-
Siamo sulla piana e costeggiamo la Serra delle Ciavole poi arriviamo in leggera ascesa alla Porta del Pollino, per osservare magnifici esemplari di Pini cresciuti sulle pendici esposte verso Ovest, salutiamo da lontano Zì Peppe (circondato da un folto gruppo di escursionisti), simbolo del Parco incendiato da criminali nel 1993, per proseguire sul sentiero IPV4. Arriviamo in rispettoso silenzio nel regno dei pini loricati, ammiriamo esterrefatti gli esemplari ancora in vita di colore verde scuro con rami a bandiera e grandi tronchi che ad una altitudine di 1900/2000 mt sfidano il tempo, gli agenti atmosferici e gli uomini con l’età che arriva oltre i 1200 anni (come Italus, ancora in ottima forma, ma che si trova in questo luogo). Poi nel Giardino degli Dei (Way:7), come è conosciuta una zona lungo il sent. IPV4 fino alla Serretta della Porticella, dove pini giovani, vecchi e morti, ma ancora in piedi con rami argento e spogli a formare sculture marmoree verso il cielo, convivono in un dipinto straordinario ed unico che solo qui si può godere.
Continuiamo in cresta fino alla Serra di Crispo (Way:8) tra panorami verso il mare, ben visibile nonostante la giornata non proprio limpida il golfo di Sibari, la sottostante faggeta, borghi lontani e fiumare scarse d’acqua che scendono verso lo Jonio, sempre accompagnati da fantastici esemplari di Pini attaccati a rocce in posti impervi.
Dalla Serra di Crispo appagati da cotanta bellezza abbiano iniziato il ritorno sempre lungo il sent. 931 che ci conduce alla fonte Pitt’ Accurc’ per rinfrescarsi e volendo fare rifornimento della fresca e abbondante acqua. Continuiamo il rientro e ammiriamo anche un bellissimo esemplare di faggio, poi raggiungiamo, effettuando dei fuori sentiero, il torrente Frido che prima costeggiamo sulla Dx poi lo si attraversa senza problemi per raggiungere la carrareccia (IPV3 Way:9) che ci condurrà dopo 5 km al punto di partenza.
Percorso fantastico, classificato difficile per il fuori sentiero dalla vetta del Pollino ai pianori e la lunghezza di 21 km.
Waypoints
Parcheggio
Adiacente la strada provinciale ci sono circa una ventina di posti auto. Il sentiero parte di lì.
Waypoint
Terminato il sentiero dei Carbonai si prosegue lungo il nr 901 sempre sotto una bellissima faggeta con scorci panoramici verso la Serra del Prete.
Punto panoramico
Dal punto panoramico si vedono paesi nella valle sottostante nel versante calabro, la vetta del Pollino e verso Nord-Ovest la Serra del Prete.
M. Pollino (Way:3)
La vetta del Monte Pollino misura 2.248 s.l.m. è la seconda sommità dell'appennino meridionale e dà il nome all'intero Massiccio Calabro-Lucano. La giornata, anche se soleggiata non è stata limpida da poter vedere il mare. Ben visibili tutti i rilievi del Massiccio: Serra del Prete, Serra Dolcedorme, Serra delle Ciavole e Serra Crispo; inoltre la vista sul versante Nord dei pianori del pollino e dei pini Loricati aggrappati alle pareti delle due Serre è magnifica.
Way:4 Fuori sentiero --percorso idoneo ad Escursionisti Esperti-
Nonostante stavamo sul sentiero nr 921A dello stesso non abbiamo trovato traccia (fin ora i sentieri percorsi erano tutti segnati, battuti e liberi da arbusti) per cui a vista puntando alla radura e poi ai sottostanti piani del Pollino abbiamo deciso di effettuare un fuori sentiero lungo le pendici erbose della parete Nord del Pollino. LA DISCESA E' SOLO PER ESCURSIONISTI ESPERTI CON ABBIGLIAMENTO DA TREKKING E IN OTTIMA FORMA FISICA-- Per gli altri si consiglia di raggiungere il valico di Malevento per poi piegare a SX verso i pianori del Pollino fino a Way:5 dove si riprende la traccia.
Radura
Raggiunta senza difficoltà particolari la radura abbiamo tenuto la Dx per riprendere il tracciato disegnato.
(Way:5) Rientro sul sentiero tracciato
Siamo nel versante Nord all'interno del circo glaciale, oggi altipiani dove pascolano indisturbate mucche e cavalli.
Serra delle ciavole pini loricati
Pini Loricati sulle pendici di Serra delle Ciavole e il crinale che conduce alla Serra di Crispo
Le sentinelle (Way:6)
I due giganti di Pino Loricato posti a mo' di sentinella sulla porta di accesso ad una zona con tanti esemplari.
Albero
Pini aggrappati alla sommità dei 2000 mt lungo la costa Ovest della Serra delle Ciavole-
Waypoint
Da questo punto in poi lascio solo parlare le immagini, che sicuramente sono più esaustive della mia descrizione anche se anche loro non sempre rendono la realtà.
Diga Cotugno (Senise)
In lontanaza si vede la diga in terra battuta di Senise costruita sul fiume Sinni-
Way:8 Serra di crispo
Dalla Serra di Crispo si può apprezzare un panorama eccezionale infatti si vede, nonostante la foschia, il mar Jonio (golfo di Sibari) tutti i rilievi del Pollino ma anche altre vette dell'appennino Lucano come il M. Papa, Sirino, Raparo etc.
Fonte Pitt' Accurc'
Sorgente Pitt' Accurc', fresca e abbondante per dissetarsi e rifornire le borracce.
Carrareccia (Way:9)
sent IPV3, in effetti è una carrareccia che conduce prima ai piani di Vacquarro e poi all'Impiso.
Comments (6)
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Mei co.....ni!👏👏👏
@checco, percorso impegnativo ed entusiasmante ...assolutamente da visitare.
Eh ma so 20 km....
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Easy to follow
Scenery
Difficult
Bellissimo percorso ! Unico del genere con i "fossili viventi " assolutamente da vedere. Abbiamo evitato il fuori sentiero continuando verso la sella Dolcedorme per poi tenre la sinistra lungo il canale del Malevento.
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Easy to follow
Scenery
Difficult
Bellissimo percorso e ben descritto.
grazie per le recensioni e buona montagna.