Monte Pasubio la Zona Sacra
near Malga Pasubio di Sotto, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Seconda giornata di una escursione di due giorni dedicata alla esplorazione storico ambientate del Pasubio organizzata dai dott. Marco Pascoli (Esperto specializzato sui siti della Prima guerra mondiale / Guida Ambientale Escursionistica) e Andrea Vazzaz (Ricercatore storico sulla Grande Guerra / Accompagnatore di Media Montagna).
Dopo la colazione lasciamo il rifugio e cominciamo l’esplorazione della Zona Sacra del Pasubio così denominata dopo la guerra per i sanguinosi combattimenti di cui fu teatro.
Subito le guide si alternano a illustrarci le fasi della guerra, l’iniziale occupazione degli italiani perché il massiccio era stato abbandonato degli austriaci che si erano arroccati più indietro, la strafexpedition Austro-Ungarica della primavera del 16 che lo riprese quasi tutto, il contrattacco italiano che si protrasse fino all’inverno che lo riconquistò in parte, la successiva guerra di mine.
La prima opera che abbiamo visitato e’ stata la galleria Zamboni purtroppo non transitabile e poi gli “scaffali della Memoria” una raccolta di manufatti bellici sistemata a piccolo museo all’aperto. Di lì siamo saliti fino alla cima del Palon - vetta più’ alta del complesso - sempre rimasta in mani italiane - da dove parte la galleria Papa: una lunga galleria con derivazioni per ricoveri e postazioni di artiglieria e mitragliatrici conduce in discesa fino a sbucare dietro al Dente Italiano. La galleria e’ abbastanza in buone condizioni e percorribile con una certa prudenza e con il casco.
Usciti dalla galleria Papa saliamo sul Dente italiano: e’una cima che fronteggia una cima simile il Dente Austriaco separati da una corta selletta. E’ il punto dove le linee austriache ed italiane erano più vicine e il teatro di furiosi e sanguinosi attacchi italiani fino all’inverno del 1916. Successivamente ambedue i contendenti si trincerarono scavando una fitta rete di gallerie e cercando di danneggiare le postazioni avversarie con una serie di mine e contro mine. Questa lotta ebbe fine nel marzo del 18 quando una spaventosa mina austriaca di 50 tonnellate fece crollare parte del Dente italiano. Scendiamo dalla cima del dente fino alla selletta attraverso le distruzioni della mina. Saliamo sulla cima del Dente Austriaco con trincee in cemento e sull’altro verso del Dente entriamo ad esplorare la galleria Ellison. E’ un coplesso di gallerie su più piani che serve una serie di postazioni per cannoni e mitragliatrici. SI SCONSIGLIA VIVAMENTE la visita non accompagnata a chi non possiede esperienza di speologia, le gallerie sono molto degradate in alcuni punti bisogna procedere a carponi e l’intrico e’ tale che è facile perdersi. E comunque mai da soli e lasciando qualcuno all’esterno in grado di dare l’allarme.
Detto questo la visita e’ molto suggestiva. Dopo l’entrata la galleria scende in maniera ripida verso il basso e proseguiva fin sotto il Dente Italiano dove era il fornello della mina. Ovviamente l’esplosione dalla mina ha fatto crollare parte della galleria che ad un certo punto diventa non più praticabile. Da questo che è il corpo centrale dell’opera si sale per una scala di cemento verso l’alto dove si trovano dei grandi ricoveri per gli uomini e per i servizi e da cui si dipartono i rami che vanno alle varie postazioni d’arma che guardano le trincee e fortificazioni italiane.
Usciti dalla Ellison ci siamo avviati giu’ per il crinale passando davanti alle Sette Croci che commemorano i morti di una antica guerra fra pastori per il controllo dei pascoli. Poi saliti alla Selletta del Comando dove passavano le trincee Italiane, visitato la chiesetta commemorativa e guardato il cimitero di guerra della brigata Liguria (senza le salme riesumate e portate all’ossario del Pasubio negli anni 30) sormontato da un monumento di epoca fascista ispirato agli archi romani e poi di nuovo al Rifugio Papa per una breve sosta
Siamo scesi al parcheggio per la Strada degli Scarubbi condividendola per un tratto con un gregge di pecore.
Dopo la colazione lasciamo il rifugio e cominciamo l’esplorazione della Zona Sacra del Pasubio così denominata dopo la guerra per i sanguinosi combattimenti di cui fu teatro.
Subito le guide si alternano a illustrarci le fasi della guerra, l’iniziale occupazione degli italiani perché il massiccio era stato abbandonato degli austriaci che si erano arroccati più indietro, la strafexpedition Austro-Ungarica della primavera del 16 che lo riprese quasi tutto, il contrattacco italiano che si protrasse fino all’inverno che lo riconquistò in parte, la successiva guerra di mine.
La prima opera che abbiamo visitato e’ stata la galleria Zamboni purtroppo non transitabile e poi gli “scaffali della Memoria” una raccolta di manufatti bellici sistemata a piccolo museo all’aperto. Di lì siamo saliti fino alla cima del Palon - vetta più’ alta del complesso - sempre rimasta in mani italiane - da dove parte la galleria Papa: una lunga galleria con derivazioni per ricoveri e postazioni di artiglieria e mitragliatrici conduce in discesa fino a sbucare dietro al Dente Italiano. La galleria e’ abbastanza in buone condizioni e percorribile con una certa prudenza e con il casco.
Usciti dalla galleria Papa saliamo sul Dente italiano: e’una cima che fronteggia una cima simile il Dente Austriaco separati da una corta selletta. E’ il punto dove le linee austriache ed italiane erano più vicine e il teatro di furiosi e sanguinosi attacchi italiani fino all’inverno del 1916. Successivamente ambedue i contendenti si trincerarono scavando una fitta rete di gallerie e cercando di danneggiare le postazioni avversarie con una serie di mine e contro mine. Questa lotta ebbe fine nel marzo del 18 quando una spaventosa mina austriaca di 50 tonnellate fece crollare parte del Dente italiano. Scendiamo dalla cima del dente fino alla selletta attraverso le distruzioni della mina. Saliamo sulla cima del Dente Austriaco con trincee in cemento e sull’altro verso del Dente entriamo ad esplorare la galleria Ellison. E’ un coplesso di gallerie su più piani che serve una serie di postazioni per cannoni e mitragliatrici. SI SCONSIGLIA VIVAMENTE la visita non accompagnata a chi non possiede esperienza di speologia, le gallerie sono molto degradate in alcuni punti bisogna procedere a carponi e l’intrico e’ tale che è facile perdersi. E comunque mai da soli e lasciando qualcuno all’esterno in grado di dare l’allarme.
Detto questo la visita e’ molto suggestiva. Dopo l’entrata la galleria scende in maniera ripida verso il basso e proseguiva fin sotto il Dente Italiano dove era il fornello della mina. Ovviamente l’esplosione dalla mina ha fatto crollare parte della galleria che ad un certo punto diventa non più praticabile. Da questo che è il corpo centrale dell’opera si sale per una scala di cemento verso l’alto dove si trovano dei grandi ricoveri per gli uomini e per i servizi e da cui si dipartono i rami che vanno alle varie postazioni d’arma che guardano le trincee e fortificazioni italiane.
Usciti dalla Ellison ci siamo avviati giu’ per il crinale passando davanti alle Sette Croci che commemorano i morti di una antica guerra fra pastori per il controllo dei pascoli. Poi saliti alla Selletta del Comando dove passavano le trincee Italiane, visitato la chiesetta commemorativa e guardato il cimitero di guerra della brigata Liguria (senza le salme riesumate e portate all’ossario del Pasubio negli anni 30) sormontato da un monumento di epoca fascista ispirato agli archi romani e poi di nuovo al Rifugio Papa per una breve sosta
Siamo scesi al parcheggio per la Strada degli Scarubbi condividendola per un tratto con un gregge di pecore.
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