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MONTE NERONE Da Serravalle di Carda al Rif.° Corsini per la vetta - 02.04.2017

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Trail stats

Distance
6.93 mi
Elevation gain
2,405 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
2,405 ft
Max elevation
4,836 ft
TrailRank 
29
Min elevation
2,491 ft
Trail type
Loop
Time
6 hours 42 minutes
Coordinates
1597
Uploaded
April 16, 2017
Recorded
April 2017
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near Serravalle di Carda, Marche (Italia)

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Itinerary description

Descrizione: parcheggiata l’auto al bivio di Pian di Trebbio (Ristorante Montenerone “il Poeta”), si sale per qualche decina di metri la SP 15 del Nerone e al primo bivio a destra si imbocca una stradina (chiesetta). Superate alcune case, si scende su sterrato; poco prima di innestarsi sulla SP Pianditrebbio (circonvallazione), si sale a sinistra per una rampa che va in direzione opposta (Nord Ovest). Su questa pista si prende quota e più avanti, con un ampia curva a destra, si inverte ancora direzione di marcia. La vegetazione bassa accompagna la salita, e anzi si fa più fitta man mano che per un lunghissimo traverso si tiene la direzione Est (1). Tra i rami di tanto in tanto si apre qualche bello scorcio sulla valle che scende, incassata, a Pianello. Il sentiero è comodo e ben riconoscibile, con qualche sporadico segno biancorosso del C.A.I. che conforta l’escursionista (2). Intorno a q. 1.000 una sequenza di tornantini ravvicinati fa guadagnare in breve una sessantina di metri di dislivello. Un tratto quasi in piano traversa una piccola conca e conduce alla cresta Sud Ovest del monte (qui Sud Sud Est; ometto) e all’affaccio sul sottostante Fosso della Cornacchia. Il colpo d’occhio è di grande effetto, verso la sinuosa cresta da salire per raggiungere la vetta e sull’ampio catino verde dei Campitelli. Da questo punto si abbraccia l’intero contesto in cui si svolge la prima parte dell’escursione, con una visione d’insieme spettacolare che acquista profondità se si allunga lo sguardo a Sud Est, verso il massiccio del Catria. Ora la via è obbligata e diretta sul crinale che poco sopra è interrotto dalla Provinciale del Nerone. Superato il guard rail, si oltrepassa la carreggiata e sul lato opposto si sale per un evidente traccia di sentiero. In realtà, da qui in poi l’ascensione avviene tagliando i numerosi terrazzamenti dovuti al rimboschimento, seguendo sempre i punti deboli del terreno e non allontanandosi dalla linea di cresta. In caso di nebbia si seguirà la recinzione, presente fino alle quote sommitali. Si mantiene sempre una pendenza costante, su terreno erboso e sassoso. La veduta è man mano più aerea sui rilievi umbri, sui colli verso il M. Carpegna e sulla dorsale appenninica che corre verso i Sibillini. Il versante orientale del crinale è espostissimo e in qualche tratto addirittura strapiombante, per cui è consigliata sempre la massima attenzione e prudenza. A q. 1.290 si incrocia il sentiero che collega il Casalino delle Fontanelle alla Fonte di Grosso e al Rif.° Corsini. I tralicci posti al vertice del rilievo, fanno da costante riferimento per l’escursionista, e misurano la fatica ancora necessaria per salire alla vetta. Usciti ormai dalla fascia sottoposta a rimboschimento, si supera una serie di gobbe e man mano la direzione vira verso Nord Est. Tenendosi infine a destra della recinzione, si raggiunge l’ondulato e largo tratto sommitale della cresta da cui si ammirano in lontananza i rilievi di M. Carpegna e quelli inconfondibili del Sasso Simone e Simoncello. Si attraversa la strada e si giunge allo slargo su cui è posto un cippo a ricordo (“Cima Bibi”). Più sopra si vede la recinzione che protegge le imponenti strutture per le comunicazioni televisive (4), e dunque la vetta per la parte accessibile. Lo spettacolo, benché mutilato da detti impianti di trasmissione, è veramente emozionante, per effetto soprattutto del grande dislivello tra gli oltre 1.500 metri di M. Nerone (5) e la quota delle sottostanti vallate. Dallo slargo di “Cima Bibi” si imbocca ora a sinistra un sentiero segnato biancorosso. Ci si affaccia così sul versante Nord e sotto i nostri piedi si distende il pendio boscoso che accoglie più sotto alcune strutture per vacanze estive e il Rif.° Corsini, con le sciovie di M. Nerone. La traccia del sentiero, evidente, si tiene inizialmente in quota per poi scendere e tagliare un tratto roccioso un po’ esposto e smussato dall’erosione. Nel caso (come l’odierno) che neve residua copra il terreno sottostante, è necessario scendere con qualche attenzione, considerata l’inclinazione del pendio. Nella faggeta si segue la segnaletica (direzione Ovest) e si esce sopra le piste da sci, di cui si vedono gli impianti di risalita (skilift). Per evitare di scendere in linea retta sotto la sciovia (6), si può deviare a destra o sinistra e imboccare i corridoi prativi delle piste. Si giunge così al Rifugio Corsini, il più importante di tutto il massiccio (7). Qui una sosta è d’obbligo, per godere sia di un meritato riposo che dell’ottima ospitalità. Dal Corsini si riparte seguendo le indicazioni del sent. ex n. 26 (Ovest). Si va a prendere una traccia che, prevalentemente in piano, traversa un’ampia radura, ed entra infine nell’impluvio del Pisciarello. Si traversano nel bosco i due rami che convergono in basso nel fosso, incrociando la Fonte di Grosso (sotto il sentiero) e il sent. ex n.27 per la Buca Grande (8). Usciti dal compluvio, si scende per sentiero lastricato (naturalmente), e ci si apre a un bellissimo panorama sul Monte Cardamagna e su tutti i rilievi più interni dell’Appennino umbro-tosco-marchigiano. Scendendo per prati, si nota sulla destra una copiosa fonte (del Col Lungo), impreziosita da alcuni piccoli faggi. La traccia per qualche decina di metri si fa più debole per poi marcarsi un po’ di più laddove, con un’ampia curva a sinistra, si immette nel grande impluvio di Rio di Col Lungo. Tagliando a scendere il bordo della depressione con una netta diagonale, si entra di nuovo nel bosco ceduo, solcato da numerose piste utilizzate per il taglio periodico. Si giunge così in breve alla strada del Nerone (SP 15, q. 1.000), all’altezza di un tornante. Percorsa per qualche decina di metri la carrozzabile nel senso della salita, a uno slargo a destra si trova l’imbocco basso del sent. ex n. 26: si segue la traccia principale (segnata) e restando sostanzialmente in quota si traversa sotto la strada per praterie e piccole aree boscate. Poi il sentiero comincia a scendere per arrivare, in zona Rimboschimento, a zigzagare per tornanti. Con due ultime diagonali si esce sulla SP 15, in loc. Val di Trebbio. Pochi metri ancora di discesa per la strada e si ritorna al punto di partenza (incrocio SP Pianditrebbio, SP del Nerone e SP 101 per Acquapartita e Apecchio). Si conclude così un interessante anello escursionistico che ha in sé il valore simbolico dell’ascesa integrale alla vetta e quello della piacevole convivialità in rifugio, con un rilassante rientro per il tormentato ma per nulla ostile versante occidentale della montagna.

(1) Non considerare le tracce di sentieri minori che si incontrano
(2) Tutta l’ascensione alla vetta non fa parte della rete sentieristica del Nerone, ma trova sicuramente escursionisti che ne apprezzano la linea essenziale e diretta.
(3) Qui bisogna fare attenzione ad alcune grosse buche nel terreno, dovute alla natura carsica del monte. Significativa è la varietà di paesaggi del massiccio calcareo del Nerone; doline, forre, pareti verticali e splendide formazioni carsiche, sia ipogee che superficiali. Tutta l'area del Nerone è riconosciuta in ambito nazionale e internazionale di grande rilevanza geologica. Sui suoi versanti affiorano rocce calcaree, stratificate, di origine marina risalenti al Giurassico. Nel luogo vengono svolte indagini paleontologiche e stratigrafiche da parte di varie università del centro Italia. La montagna ha restituito molti fossili di animali estinti; tra questi gli ammoniti del Giurassico superiore, di cui alcuni caratteristici del luogo (ad esempio, genere Simospiticeras del Titonico, esemplari conservati nel Museo di Apecchio, pubblicati nel Bollettino della Società Paleontologica Italiana di Modena nel 1993). Gli ammoniti per varietà e quantità non sono ancora esaurientemente studiati. La montagna è ricca di questi fossili, che sono stati raccolti ed esposti nei musei di Piobbico e Apecchio, già citato. (fonte: wikipedia)
(4) La costruzione e la messa in esercizio degli impianti di televisione furono decisi con decreto del Presidente della Repubblica del 17 agosto 1957, n. 1136 (GU n.302 del 06/12/1957): approvazione ed esecutorietà della convenzione stipulata in data 10 marzo 1956 fra il ministero delle poste e delle telecomunicazioni e la RAI Radiotelevisione Italiana, aggiuntiva alla convenzione 26 gennaio 1952, approvata con decreto del Presidente della Repubblica 26 gennaio 1952, n. 180 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.302 del 6 dicembre 1957)
(5) L'origine del nome è incerta: si narra che il console Gaio Claudio Nerone nella battaglia del Metauro contro i cartaginesi di Asdrubale Barca inseguì i nemici fino alla vetta della montagna, da cui il nome. Un'altra leggenda vuole che un certo Domizio Nerone si ritirò nelle grotte del monte per paura della vendetta di Giove che aveva minacciato di ucciderlo con un fulmine. Un giorno di sole si spinse sui prati e apparì una nuvola, dalla quale Giove scagliò il fulmine uccidendolo. A parte la leggenda, probabilmente il nome Nerone è dato dal aspetto del monte, spesso con la vetta coperta di nere nubi. (fonte: wikipedia)
(6) La stazione sciistica di Monte Nerone è situata tra i 1290 ed i 1430 metri di quota ed è costituita dalla “Sciovia del Mandrione”, uno skilift sviluppato in 900 metri, che serve cinque piste di facile e media difficoltà. Inoltre è presente il campo scuola, “Sergio Scarscelli", servito da un tapis roulant. Lo snowpark per snowboard è a fianco delle piste principali. Il primo impianto di risalita è stato costruito nel 1966, negli ultimissimi anni la sciovia è stata completamente sostituita da un nuovo impianto finanziato da fondi regionali. La partenza della “Sciovia del Mandrione” è situata nelle vicinanze del Rifugio Corsini a 1290 metri di quota sul versante nordest di Monte Nerone ed è gestita dalla Società Pian del Bosco Srl, mentre il campo scuola “Sergio Scarscelli” si trova o a fianco del rifugio a 1400 metri di quota sul versante sudovest dove i pendii sono più dolci ed il sole più presente. (fonte: www.meteoappennino.it)
(7) Rifugio completamente ricostruito in legno nel 2004, per offrire un’atmosfera accogliente nella più classica tradizione montana, con una ricettività di 120 coperti ed una cucina minuziosamente curata nella preparazione di piatti tipici locali. (fonte: www.meteoappennino.it)
(8) Questo sentiero, che si innesta sul nostro proprio in corrispondenza della F.te di Grosso, è quello che collega al Casalino della Fontanella, e che a q. 1.290 si era incrociato durante la salita in loc. le Pianacce.

Comments  (1)

  • Photo of Roberto Bobo Annibalini
    Roberto Bobo Annibalini Apr 16, 2017

    Percorso: Pian di Trebbio (bivio del Poeta, 772 m) – bivio SP 15 / via delle Fontanelle, (chiesetta, 779 m) - bivio q. 772 – Rimboschimento – cresta Sud (1.080 m) – SP 15 del Nerone (1.140 m) – le Pianacce (cresta) – incrocio con sent. ex n. 27 (1.290 m) – cresta dei Ranchi – M. Nerone (bivio sent. ex n. 1, 1.476 m) – Rifugio Corsini (1.276 m) – sent. ex n. 26 – Fonte di Grosso (1.275 m) - Fonte di Col Lungo (1.205 m) - tornante SP 15 di q. 1.000 – sent. ex n. 26 – Rimboschimento - Pian di Trebbio (bivio del Poeta, 772 m)
    Dislivello: in salita 790 m.; in discesa 790 m. Sviluppo: km 11,5
    Tempo di percorrenza: 4h30m + le soste. Partenza ore 10,00 arrivo ore 16,45
    Difficoltà tecnica: E Complessità: bassa, ad eccezione del tratto di cresta, ma solo in caso di scarsa visibilità Fonti: Rif.° Corsini, Fonte di Grosso, Fonte di Col Lungo
    Condizioni meteo: quasi sereno e poco nuvoloso, temperatura mite, vento assente, visibilità scarsa per foschie e nuvole nelle vallate, assenza di neve sul percorso ad eccezione del primo tratto in discesa sotto la vetta
    Partecipanti: 59 (Escursione intersezionale C.A.I. Pesaro e Ancona. Accompagnatori: Roberto Annibalini, Luigi Diotallevi, Paolo Stafoggia, Gabriele Piemonti. Presenti i Presidenti di Sezione Fausto Dimatera e Arnaldo Piacenza. A questa escursione se ne affiancava un’altra di minore impegno, con tappa al Rif.° Corsini e discesa a Serravalle insieme al primo gruppo. Il totale dei partecipanti è stato di 88)

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