Monte Miletto (2.050m) da Campitello di Roccamandolfi
near Roccamandolfi, Molise (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Salita alla vetta del Monte Miletto (2.050 m) partendo da Guado la Melfa (1.300 m) o Campitello di Roccamandolfi, dell'omonimo comune. Questo percorso scarsamente segnalato - discontinuo rosso bianco sbiadito su rocce - aggira il versante occidentale del boscoso Monte Alto (1.561 m) sul suo lato ovest e segue poi la panoramicissima cresta nord-ovest del Colle Tamburo (1.982 m) per raggiungere la cima più alta del Massiccio del Matese, il Monte Miletto (2.050 m). In discesa, seguendo tracce di sentiero, si attraversa la selvaggia Valle Fondacone fino alle guglie delle due cime Campanarielli. Un'esile cengia collega queste ultime con un sentiero che attraversa due cerchi glaciali prima di imboccare il sentiero dell'andata.
Nota condizioni: Salita intrapresa a meta novembre, con cielo quasi sereno, vento da SW la mattina con raffiche fino a 50 km/h, quasi assente verso mezzogiorno, temperature max. 6°C in vetta.
Tempo effetivamente impegnato: 6 ore 45 minuti, tutte le soste comprese
Punto di partenza/d'arrivo: Parcheggio presso il rifugio in località Guado la Melfa (1.300m)
▵ Salita: Il punto di partenza dell'itinerario nord-ovest è il Rifugio Guado da Melfa (1.300 m). Si può lasciare il mezzo alla fine della stretta strada asfaltata. Si segue la pista forestale che supera un'ampia radura con un'area picnic prima di iniziare a salire in direzione sud-est. In breve tempo si raggiunge una seconda radura. Qui, cercate la segnaletica bianco-rossa sugli alberi. Il sentiero escursionistico vero e proprio inizia subito alla vostra sinistra e attraversa il bosco prima di raggiungere una vasta radura. Dove si incontrano alcuni piccoli recinti per il bestiame si giunge al pianoro di "Masserie di Vallesecca" (con i ruderi di uno jazzo). Da questo punto in poi il sentiero non è facilmente riconoscibile. Seguendo la segnaletica - bianco rosso discontinuo e molto sbiadito su rocce - si inizia a salire un costone molto largo ed erboso che conduce all'ampia conca di una dolina enorme. Per cresta rocciosa e molto panoramica si sale verso la vetta di Colle Tamburo (1.982m). Anche se doveste perdere del tutto il sentiero, continuate a seguire la cresta (a destra) che inevitabilmente vi condurrà fino alla vetta del Colle Tamburo da dove potrete riprendere il sentiero, oppure proseguite in linea diretta verso il Monte Miletto (2.050m), già in vista.
(Sebbene il tabellone informativo preveda 4 ore e mezza per la solo andata, è altresì possibile farcela in 3 ore dal punto di partenza fino in vetta al Monte Miletto, seguendo la linea logica costituita di larghi costoni e creste rocciose, invece di perdere tempo a cercare le indicazioni per il vecchio sentiero CAI, non manutenuto, che sembra essere stato abbandonato a se stesso parecchi anni fa.)
▿ Discesa: Dalla cima si prosegue prima in direzione nord, verso la struttura con specchio parabolico, per poi scendere verso la dolina (ovest). Sempre in direzione nord/nord-ovest si entra nel canalone detritico che costituisce la parte più alta della Valle Fondacone. Nei punti in cui il canalone si restringe si superano alcuni facili salti su roccia non sempre solida. Subito dopo un salto più alto (ca. 4 metri) e verticale si gira a sinistra e si sale un muretto su rocce facili per poi proseguire in direzione ovest. (È altresì possibile evitare il salto aggirandolo a sinistra e uscendo dal canalone.) Su traccia di sentiero si continua a scendere, ora ripidamente, verso le guglie dei Campanarielli già in vista. Dalla sella è possibile salire la prima guglia (Campanariello di Monte) attraverso una cengia esposta sul lato ovest (sx faccia a valle).
Raggiunta nuovamente la sella, si risale per pochi metri il costone erbose della discesa sul suo bordo destro e si attraversa un ampio ghiaione per raggiungere una cengia (poco visibile dal basso) che si segue fino al limite della faggeta. Aggirato i roccioni della cresta, si entra nel primo circo glaciale (Folubrico), che si attraversa su ghiaione con traccia di sentiero che costeggia le alte pareti. Dopo una salita di pochi metri si scende nel secondo circo glaciale. Superato anche quest'ultimo, sempre su traccia di sentiero, si sale ancora qualche metro prima di scendere un pendio erboso in diagonale verso il boschetto, dove si riprende il sentiero principale che conduce al Piano di Vallesecca (ruderi di uno jazzo). Dal piano è possibile imboccare un'ampia strada sterrata che attraversa un bel bosco di faggi prima di scendere al fondovalle e collegarsi alla sterrata dell'andata.
Materiale: scarponi da montagna, bastoncini da trekking
Nota condizioni: Salita intrapresa a meta novembre, con cielo quasi sereno, vento da SW la mattina con raffiche fino a 50 km/h, quasi assente verso mezzogiorno, temperature max. 6°C in vetta.
Tempo effetivamente impegnato: 6 ore 45 minuti, tutte le soste comprese
Punto di partenza/d'arrivo: Parcheggio presso il rifugio in località Guado la Melfa (1.300m)
▵ Salita: Il punto di partenza dell'itinerario nord-ovest è il Rifugio Guado da Melfa (1.300 m). Si può lasciare il mezzo alla fine della stretta strada asfaltata. Si segue la pista forestale che supera un'ampia radura con un'area picnic prima di iniziare a salire in direzione sud-est. In breve tempo si raggiunge una seconda radura. Qui, cercate la segnaletica bianco-rossa sugli alberi. Il sentiero escursionistico vero e proprio inizia subito alla vostra sinistra e attraversa il bosco prima di raggiungere una vasta radura. Dove si incontrano alcuni piccoli recinti per il bestiame si giunge al pianoro di "Masserie di Vallesecca" (con i ruderi di uno jazzo). Da questo punto in poi il sentiero non è facilmente riconoscibile. Seguendo la segnaletica - bianco rosso discontinuo e molto sbiadito su rocce - si inizia a salire un costone molto largo ed erboso che conduce all'ampia conca di una dolina enorme. Per cresta rocciosa e molto panoramica si sale verso la vetta di Colle Tamburo (1.982m). Anche se doveste perdere del tutto il sentiero, continuate a seguire la cresta (a destra) che inevitabilmente vi condurrà fino alla vetta del Colle Tamburo da dove potrete riprendere il sentiero, oppure proseguite in linea diretta verso il Monte Miletto (2.050m), già in vista.
(Sebbene il tabellone informativo preveda 4 ore e mezza per la solo andata, è altresì possibile farcela in 3 ore dal punto di partenza fino in vetta al Monte Miletto, seguendo la linea logica costituita di larghi costoni e creste rocciose, invece di perdere tempo a cercare le indicazioni per il vecchio sentiero CAI, non manutenuto, che sembra essere stato abbandonato a se stesso parecchi anni fa.)
▿ Discesa: Dalla cima si prosegue prima in direzione nord, verso la struttura con specchio parabolico, per poi scendere verso la dolina (ovest). Sempre in direzione nord/nord-ovest si entra nel canalone detritico che costituisce la parte più alta della Valle Fondacone. Nei punti in cui il canalone si restringe si superano alcuni facili salti su roccia non sempre solida. Subito dopo un salto più alto (ca. 4 metri) e verticale si gira a sinistra e si sale un muretto su rocce facili per poi proseguire in direzione ovest. (È altresì possibile evitare il salto aggirandolo a sinistra e uscendo dal canalone.) Su traccia di sentiero si continua a scendere, ora ripidamente, verso le guglie dei Campanarielli già in vista. Dalla sella è possibile salire la prima guglia (Campanariello di Monte) attraverso una cengia esposta sul lato ovest (sx faccia a valle).
Raggiunta nuovamente la sella, si risale per pochi metri il costone erbose della discesa sul suo bordo destro e si attraversa un ampio ghiaione per raggiungere una cengia (poco visibile dal basso) che si segue fino al limite della faggeta. Aggirato i roccioni della cresta, si entra nel primo circo glaciale (Folubrico), che si attraversa su ghiaione con traccia di sentiero che costeggia le alte pareti. Dopo una salita di pochi metri si scende nel secondo circo glaciale. Superato anche quest'ultimo, sempre su traccia di sentiero, si sale ancora qualche metro prima di scendere un pendio erboso in diagonale verso il boschetto, dove si riprende il sentiero principale che conduce al Piano di Vallesecca (ruderi di uno jazzo). Dal piano è possibile imboccare un'ampia strada sterrata che attraversa un bel bosco di faggi prima di scendere al fondovalle e collegarsi alla sterrata dell'andata.
Materiale: scarponi da montagna, bastoncini da trekking
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