Monte Grappa: risalita della Val di Rivalta e Scendaore da Rivalta alla Strada Moschina – rientro per Col Anzini
near San Gaetano, Veneto (Italia)
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Escursione alla ricerca di un “sentiero improbabile” del versante ovest-Valsugana del Monte Grappa, mappato con le stesse linee su tutte le principali cartine: Tabacco, Kompass, S.E.L.C.A., Sezioni Vicentine del CAI e CAMMINABENE.
Perché improbabile?
Perché, dalla mia esperienza, quando un lungo sentiero da valle a monte è indicato sulle cartine ma non è mai nominato in alcuna pubblicazione, probabilmente è un “vecchio tracciato storico di lavoro” e il suo sviluppo non è riportato con precisione.
In certi casi questi sentieri di fatto non esistono più (riassorbiti dal fondo boschivo), ma questo – pur essendo ormai discontinuo per lo stato di abbandono delle aree interessate – si riesce ancora a seguire ritrovando le tracce del passato.
L’ambiente è solitario e selvaggio.
L’itinerario è difficile più per l’orientamento che per la tecnica.
Comunque serve esperienza su questo tipo di terreni.
******************************
Salita da Rivalta alla Strada Moschina per la Val di Rivalta e Scendaore
Da Rivalta si imbocca il ben segnalato CAI 934 che si alza fino al fondo della Val di Rivalta, si interna per un breve tratto in destra idrografica (o sinistra direzione salita) e poi passa dall’altro lato.
Al punto in cui il CAI 934 passa dall’altro lato della valle, si prosegue diritti sulla larga mulattiera.
Dopo pochi metri c’è un primo bivio ben indicato che, verso sinistra, conduce al pilone ENEL 435: ancora diritti per la mulattiera.
In breve la mulattiera diventa sentiero e dopo pochi altri metri c’è una seconda svolta a sinistra, ben evidenziata da segnavia rossi, verso il pilone ENEL 435.
A questo punto, dall’altro lato dell’impluvio, si nota un sentierino che sale in diagonale tornando inizialmente indietro come direzione: è quello giusto da seguire – ed è l’unica soluzione per aggirare il salto insuperabile di fondo valle che viene subito dopo.
Dunque, si avanza qualche metro dal secondo bivio per il pilone ENEL 435, si attraversa l’impluvio verso destra e si imbocca il sentierino.
Seguendo l’esile traccia, qualche ramo tagliato di segnalazione, e qualche strappetto ripido, si raggiunge un evidente muretto a secco, si passa una mini-cengia ben esposta e ci si riporta sull’impluvio di fondo valle.
Qui c’è una diramazione di valli, con tutte le cartine che riportano come Val di Rivalta il ramo destro (e più marcato alla vista) direzione salita: bisogna seguire il sinistro come linea generale, ma senza infilarsi dentro del tutto.
C’è una traccia (ancora rami tagliati come guida) che sale sul crinale di destra direzione salita di questo ramo sinistro di valli, prima puntando per pochi metri sulla destra del crinale e poi salendo praticamente sul filo – qui ci sono molte tracce secondarie, probabilmente di animali, ma quella giusta (con i rami tagliati) porta proprio sul filo.
Ora si sale ripidi per un centinaio di metri di dislivello circa (veramente “circa” perché il GPS qui è in crisi) e si attraversa il Sentiero CAI Castelfranco del Grappa Occidentale.
Dal punto di attraversamento si continua diritti sempre sul filo dello stesso crinale, ma qui terminano i rami tagliati.
Senza grossi problemi si arriva sotto alcuni salti rocciosi della dorsale: qui bisogna scendere nel vallone di destra direzione salita sopra delle placche rocciose di fondo vallone (quello di sinistra a questa quota presenta tratti impraticabili).
Io ho insistito abbastanza poco sotto sulla destra dei saltini rocciosi della dorsale finché ho trovato una discreta traccia che mi ha portato dentro il vallone di destra: però è un tratto non molto chiaro in generale, e si può scendere anche prima non appena si nota che il fondo vallone diventa praticabile a livello escursionistico.
Poco dopo la mia immissione nel vallone c’è un salto che si supera su traccia dal lato sinistro direzione salita.
Il vallone giusto per uscire in alto, però, sta oltre il crinale di sinistra rispetto a quello che si sta percorrendo, e salendo si nota che il fianco del crinale di sinistra diventa sempre “più morbido”.
Ho continuato in “fuoripista facile” per un totale di 130/140 metri di dislivello e poi sono passato, dove ho visto un accenno di sentierino, al vallone che sta a sinistra: ma si può passare in vari punti senza problemi.
Poco dopo essere entrato nel vallone finale ho incontrato una serie di terrazzamenti con evidenti muretti a secco, una base di muri a secco di fabbricato con lamiere sparse del tetto, e ho proseguito sempre sul facile come pendenza ma con qualche tratto un po’ smosso a “fatica variabile”.
Si arriva così sotto l’alta fascia rocciosa che sostiene la Strada Moschina.
Bisogna puntare a una parte giallastra della fascia rocciosa che sta poco a sinistra direzione salita della depressione centrale del vallone, e gli ultimi metri non sono facili.
Gli ultimi metri sono ripidi e instabili, e qui ho calzato i ramponcini.
Alla base della fascia rocciosa si trova una bella cengia, un paletto di ferro dove è agganciato un cavo di teleferica e – più verso destra – una serie di muretti a secco che delimitano una vecchia area bivacco sotto rocce aggettanti (nell’ultimo tratto per arrivare sotto la fascia rocciosa, tra le altre cose, ho trovato a terra vari recipienti e pure … uno scolapasta).
Lungo i due valloni e il crinale appena saliti, ci sono vari punti in cui si incrociano cavi di teleferiche boschive e qualche base-terminal.
Ora da sotto la parete giallastra si va a sinistra seguendo il camminamento di cengia fino all’immissione nel sentiero CAI 933.
C’è un unico punto di vera attenzione, dove la traccia conduce poco sotto la fascia rocciosa in un passaggio INSPIEGABILMENTE esposto: non riesco a spiegarmi come si possa creare una linea simile con altre alternative a disposizione.
Forse è una traccia improntata dagli animali, ma è più evidente di quella che continua attaccata alla fascia rocciosa dopo un facile saltino di poco più di un metro: bisogna stare attaccati alla fascia rocciosa già pochi metri prima di arrivare al passaggio SUPER-ESPOSTO e si passa senza ansie particolari.
L’immissione nel CAI 933 avviene proprio al tornantino di inizio del tratto finale attrezzato con catenelle: di qui in breve si arriva alla Strada Moschina ben nota ai bikers e punto di prosecuzione per molte altre mete nel Monte Grappa.
Discesa di rientro a Rivalta dalla Strada Moschina passando per l’area di Col Anzini
Dalla Strada Moschina si torna giù per il CAI 933 che, dopo il tratto attrezzato, nella parte alta bisogna seguire con un minimo di attenzione anche se è sempre ben segnato.
Poi migliora e si cammina in scioltezza fino al bivio con il sentierino che esce verso sinistra in direzione del pilone ENEL 435 e che reimmette nel Sentiero CAI Castelfranco del Grappa Occidentale.
Il bivio si nota a una curva verso destra (poco sotto i 500 metri di quota, ma anche qui il GPS riceve male) prima del rettilineo finale per il pilone ENEL 436, e ci sono vari segnavia rosso ENEL che lo evidenzia.
Su facile sentiero si arriva ai bei terrazzamenti dell’area di Col Anzini, e da qui ci sono due possibilità.
Oggi ho continuato in discesa per i terrazzamenti seguendo i tornanti del Sentiero CAI Castelfranco del Grappa Occidentale fino al passaggio dell’impluvio di un vallone-canale: senza attraversare il vallone-canale si prende un largo sentiero che scende a destra, e lo si segue fino e reincontrare il sentiero di salita di inizio escursione al secondo bivio per il pilone ENEL 435.
La seconda alternativa dai terrazzamenti dell’area di Col Anzini prevede di proseguire diritti sul crinale oltre il terrazzamento più alto, e si incontreranno subito altri segnavia rossi ENEL che porteranno proprio al pilone 435 e poi, con traccia più esile della precedente, fino al fondo valle e al sentiero iniziale di salita.
Le due varianti si sfiorano a un bivio nella parte finale di discesa.
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Il dislivello reale dell’escursione è di circa 100 metri in meno di quanto indicato nei dati di riepilogo Wikiloc, ma è veramente difficile da stimare con precisione perché il GPS ha segnato molti sbalzi di quota “improbabili”.
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Perché improbabile?
Perché, dalla mia esperienza, quando un lungo sentiero da valle a monte è indicato sulle cartine ma non è mai nominato in alcuna pubblicazione, probabilmente è un “vecchio tracciato storico di lavoro” e il suo sviluppo non è riportato con precisione.
In certi casi questi sentieri di fatto non esistono più (riassorbiti dal fondo boschivo), ma questo – pur essendo ormai discontinuo per lo stato di abbandono delle aree interessate – si riesce ancora a seguire ritrovando le tracce del passato.
L’ambiente è solitario e selvaggio.
L’itinerario è difficile più per l’orientamento che per la tecnica.
Comunque serve esperienza su questo tipo di terreni.
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Salita da Rivalta alla Strada Moschina per la Val di Rivalta e Scendaore
Da Rivalta si imbocca il ben segnalato CAI 934 che si alza fino al fondo della Val di Rivalta, si interna per un breve tratto in destra idrografica (o sinistra direzione salita) e poi passa dall’altro lato.
Al punto in cui il CAI 934 passa dall’altro lato della valle, si prosegue diritti sulla larga mulattiera.
Dopo pochi metri c’è un primo bivio ben indicato che, verso sinistra, conduce al pilone ENEL 435: ancora diritti per la mulattiera.
In breve la mulattiera diventa sentiero e dopo pochi altri metri c’è una seconda svolta a sinistra, ben evidenziata da segnavia rossi, verso il pilone ENEL 435.
A questo punto, dall’altro lato dell’impluvio, si nota un sentierino che sale in diagonale tornando inizialmente indietro come direzione: è quello giusto da seguire – ed è l’unica soluzione per aggirare il salto insuperabile di fondo valle che viene subito dopo.
Dunque, si avanza qualche metro dal secondo bivio per il pilone ENEL 435, si attraversa l’impluvio verso destra e si imbocca il sentierino.
Seguendo l’esile traccia, qualche ramo tagliato di segnalazione, e qualche strappetto ripido, si raggiunge un evidente muretto a secco, si passa una mini-cengia ben esposta e ci si riporta sull’impluvio di fondo valle.
Qui c’è una diramazione di valli, con tutte le cartine che riportano come Val di Rivalta il ramo destro (e più marcato alla vista) direzione salita: bisogna seguire il sinistro come linea generale, ma senza infilarsi dentro del tutto.
C’è una traccia (ancora rami tagliati come guida) che sale sul crinale di destra direzione salita di questo ramo sinistro di valli, prima puntando per pochi metri sulla destra del crinale e poi salendo praticamente sul filo – qui ci sono molte tracce secondarie, probabilmente di animali, ma quella giusta (con i rami tagliati) porta proprio sul filo.
Ora si sale ripidi per un centinaio di metri di dislivello circa (veramente “circa” perché il GPS qui è in crisi) e si attraversa il Sentiero CAI Castelfranco del Grappa Occidentale.
Dal punto di attraversamento si continua diritti sempre sul filo dello stesso crinale, ma qui terminano i rami tagliati.
Senza grossi problemi si arriva sotto alcuni salti rocciosi della dorsale: qui bisogna scendere nel vallone di destra direzione salita sopra delle placche rocciose di fondo vallone (quello di sinistra a questa quota presenta tratti impraticabili).
Io ho insistito abbastanza poco sotto sulla destra dei saltini rocciosi della dorsale finché ho trovato una discreta traccia che mi ha portato dentro il vallone di destra: però è un tratto non molto chiaro in generale, e si può scendere anche prima non appena si nota che il fondo vallone diventa praticabile a livello escursionistico.
Poco dopo la mia immissione nel vallone c’è un salto che si supera su traccia dal lato sinistro direzione salita.
Il vallone giusto per uscire in alto, però, sta oltre il crinale di sinistra rispetto a quello che si sta percorrendo, e salendo si nota che il fianco del crinale di sinistra diventa sempre “più morbido”.
Ho continuato in “fuoripista facile” per un totale di 130/140 metri di dislivello e poi sono passato, dove ho visto un accenno di sentierino, al vallone che sta a sinistra: ma si può passare in vari punti senza problemi.
Poco dopo essere entrato nel vallone finale ho incontrato una serie di terrazzamenti con evidenti muretti a secco, una base di muri a secco di fabbricato con lamiere sparse del tetto, e ho proseguito sempre sul facile come pendenza ma con qualche tratto un po’ smosso a “fatica variabile”.
Si arriva così sotto l’alta fascia rocciosa che sostiene la Strada Moschina.
Bisogna puntare a una parte giallastra della fascia rocciosa che sta poco a sinistra direzione salita della depressione centrale del vallone, e gli ultimi metri non sono facili.
Gli ultimi metri sono ripidi e instabili, e qui ho calzato i ramponcini.
Alla base della fascia rocciosa si trova una bella cengia, un paletto di ferro dove è agganciato un cavo di teleferica e – più verso destra – una serie di muretti a secco che delimitano una vecchia area bivacco sotto rocce aggettanti (nell’ultimo tratto per arrivare sotto la fascia rocciosa, tra le altre cose, ho trovato a terra vari recipienti e pure … uno scolapasta).
Lungo i due valloni e il crinale appena saliti, ci sono vari punti in cui si incrociano cavi di teleferiche boschive e qualche base-terminal.
Ora da sotto la parete giallastra si va a sinistra seguendo il camminamento di cengia fino all’immissione nel sentiero CAI 933.
C’è un unico punto di vera attenzione, dove la traccia conduce poco sotto la fascia rocciosa in un passaggio INSPIEGABILMENTE esposto: non riesco a spiegarmi come si possa creare una linea simile con altre alternative a disposizione.
Forse è una traccia improntata dagli animali, ma è più evidente di quella che continua attaccata alla fascia rocciosa dopo un facile saltino di poco più di un metro: bisogna stare attaccati alla fascia rocciosa già pochi metri prima di arrivare al passaggio SUPER-ESPOSTO e si passa senza ansie particolari.
L’immissione nel CAI 933 avviene proprio al tornantino di inizio del tratto finale attrezzato con catenelle: di qui in breve si arriva alla Strada Moschina ben nota ai bikers e punto di prosecuzione per molte altre mete nel Monte Grappa.
Discesa di rientro a Rivalta dalla Strada Moschina passando per l’area di Col Anzini
Dalla Strada Moschina si torna giù per il CAI 933 che, dopo il tratto attrezzato, nella parte alta bisogna seguire con un minimo di attenzione anche se è sempre ben segnato.
Poi migliora e si cammina in scioltezza fino al bivio con il sentierino che esce verso sinistra in direzione del pilone ENEL 435 e che reimmette nel Sentiero CAI Castelfranco del Grappa Occidentale.
Il bivio si nota a una curva verso destra (poco sotto i 500 metri di quota, ma anche qui il GPS riceve male) prima del rettilineo finale per il pilone ENEL 436, e ci sono vari segnavia rosso ENEL che lo evidenzia.
Su facile sentiero si arriva ai bei terrazzamenti dell’area di Col Anzini, e da qui ci sono due possibilità.
Oggi ho continuato in discesa per i terrazzamenti seguendo i tornanti del Sentiero CAI Castelfranco del Grappa Occidentale fino al passaggio dell’impluvio di un vallone-canale: senza attraversare il vallone-canale si prende un largo sentiero che scende a destra, e lo si segue fino e reincontrare il sentiero di salita di inizio escursione al secondo bivio per il pilone ENEL 435.
La seconda alternativa dai terrazzamenti dell’area di Col Anzini prevede di proseguire diritti sul crinale oltre il terrazzamento più alto, e si incontreranno subito altri segnavia rossi ENEL che porteranno proprio al pilone 435 e poi, con traccia più esile della precedente, fino al fondo valle e al sentiero iniziale di salita.
Le due varianti si sfiorano a un bivio nella parte finale di discesa.
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Il dislivello reale dell’escursione è di circa 100 metri in meno di quanto indicato nei dati di riepilogo Wikiloc, ma è veramente difficile da stimare con precisione perché il GPS ha segnato molti sbalzi di quota “improbabili”.
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Waypoints
Waypoint
612 ft
01 - Parcheggio a Rivalta all'ingresso sud dell'abitato
Waypoint
657 ft
02 - Inizio del sentiero CAI 934
Waypoint
871 ft
03 - Uscita verso destra del sentiero CAI 934 dalla mulattiera di fondo valle: proseguire diritti
Waypoint
1,135 ft
04 - Secondo bivio di fondovalle per il pilone ENEL 435 e uscita da sentiero oltre l'impluvio verso destra pochi metri dopo
Waypoint
1,127 ft
05 - Breve tratto di cengia esposta procedendo verso il rientro sul fondo della Val di Rivalta
Waypoint
1,351 ft
07 - Arrivo sul filo del crinale che divide le due valli e inizio risalita diretta
Waypoint
1,304 ft
08 - Foto risalendo il crinale prima dell'attraversamento del Sentiero CAI Castelfranco del Grappa Occidentale
Waypoint
1,730 ft
10 - Supporto per teleferica boschiva di riferimento dopo l'attraversamento del Sentiero CAI Castelfranco del Grappa Occidentale
Waypoint
1,864 ft
11 - Foto nel sentierino che cala dal crinale al fondo del vallone di destra direzione salita
Waypoint
1,872 ft
13 - Salto di fondovalle risalendo verso l'area di Scendaore superabile per traccia verso sinistra
Waypoint
2,371 ft
14 - Foto all'ingresso nel vallone di sinistra nell'area di Scendaore da mantenere per il finale di salita
Waypoint
2,439 ft
16 - Base-terminal di teleferica boschiva nei pressi dei terrazzamenti dell'area di Scendaore
Waypoint
2,497 ft
18 - Resti di basamento di una costruzione con vecchie lamiere di copertura nell'area di Scendaore
Waypoint
2,828 ft
19 - Foto in arrivo sotto la fascia rocciosa di fine salita nell'area di Scendaore
Waypoint
3,239 ft
20 - Arrivo sulla cengia basale della fascia rocciosa di fine salita nell'area di Scendaore
Waypoint
3,259 ft
21 - Muretti a secco di un'area bivacco sulla cengia basale di fine salita nell'area di Scendaore
Waypoint
1,672 ft
28 - Uscita dal CAI 933 verso sinistra per il Sentiero CAI Castelfranco del Grappa Occidentale con segnavia iniziali ENEL
Waypoint
1,692 ft
30 - Uscita dal Sentiero CAI Castelfranco del Grappa Occidentale per sentiero verso destra in discesa
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