Monte Galbiga da Bene Lario
near Bene Lario, Lombardia (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
S3E17, 12/7/2020
Partenza: parcheggio di via Emigrati in Cile a Bene Lario (380 m slm). Pochi altri posti auto più vicino all'imbocco del sentiero.
Vicino all'angolo con via Riscee, seguendo le indicazioni per Calbiga, Alp de Volt (2h50) e Rifugio Venini (3h20), imbocchiamo una stretta e ripida mulattiera che passa tra le ultime case di Bene Lario e si addentra presto nel bosco.
Il sentiero piega a destra e mantiene una pendenza sostenuta finchè non giunge nella località Prato Verde (o Prato Aperto), dove il bosco si dirada, come suggerisce il nome. Qui si trova anche sulla sinstra una casetta dell'acquedotto dove è possibile fare scorta d'acqua per la salita. Proseguiamo fino a rientrare nel bosco e, seguendo sempre le indicazioni (cartello giallo per Calbiga e cartelli bianco-rossi per Alp de Volt e Rifugio Venini) pieghiamo a sinistra.
Superiamo il letto in secca di un torrente e proseguiamo sul sentiero, che sale abbastanza ripido mentre il fondo si fa sassoso. Dopo questo tratto abbastanza sconnesso, raggiungiamo la strada agro-silvo-pastorale che ci accompagnerà per gran parte della salita. Siamo a circa 700 m di quota. Anche qui sono presenti i soliti cartelli per Calbiga, Alp de Volt e Venini.
Dopo aver ripreso fiato, continuiamo a sinistra la salita. Il fondo è sassoso ma più agevole rispetto al tratto di sentiero appena percorso. Alcuni tratti relativamente brevi hanno un più comodo fondo in cemento. La pendenza è sempre abbastanza elevata, ad eccezione di un brevissimo tratto discendente nei pressi dell'attraversamento di un torrentello quasi asciutto. Ignoriamo ogni deviazione dalla strada principale. Sotto di noi scorgiamo il Lago di Piano. Superiamo due tornanti in rapida successione e proseguiamo per poi incontrare un tornante più ampio, e un secondo più avanti.
Poco oltre, incontriamo i ruderi dell'Alpe di Sotto (1000 m). Superiamo più avanti una pozza e un tavolo di legno sulla sinistra e proseguiamo su una ripida salita che più avanti piega a destra e procede diritta in direzione sud. La faggeta si dirada e scorgiamo il Lago di Como e la cresta del Tremezzo che termina con la cima del Crocione.
Pieghiamo a destra su un primo tornante, cui ne seguono altri tre. Il bosco si fa nuovamente fitto. Superiamo un tratto protetto da una staccionata, per poi raggiungere un altro tornante che sale a destra. Salendo scorgiamo un edificio sulla destra: è il bivacco Alp de Volt. Arriviamo al termine della salita e, anzichè proseguire a sinistra sul tornante, scendiamo a destra in direzione del bivacco.
Nei pressi del bivacco sono presenti due tavoli, di cui approfittiamo per pranzare. La posizione del bivacco è abbastanza panoramica: possiamo vedere il Lago di Como all'altezza di Menaggio. Spiccano le cime del Legnone, del Legnoncino e del Monte Muggio di fronte a noi, sulla sponda lecchese. Possiamo anche vedere il Lago del Piano e la Val Menaggio da cui siamo saliti. Seguendo le indicazioni di un cartello giallo, scendiamo la costa erbosa fino a trovare la botola d'ingresso dell'osservatorio (che però in questa stagione pullula di insetti) e, seguendo una traccia di sentiero sulla sinistra, l'ingresso di una breve galleria che sbuca dalla parte opposta.
Tornati al bivacco, risaliamo fino al tornante e proseguiamo la salita. La strada attraversa ora un bosco di conifere. Pieghiamo a destra a un primo tornante e giungiamo così a un secondo. Qui la strada prosegue sotto la cima del Galbiga in direzione dell'Alpe di Lenno, pertanto noi la abbandoniamo.
In questo punto occorre prestare attenzione, in quanto il sentiero da noi imboccato seguendo i bolli rossi sul terreno non è indicato sulle mappe e si rivela non essere quello più diretto (da noi percorso in discesa). Subito all'inizio di questo sentiero ben visibile è necessario imboccare una traccia meno evidente sulla destra che risale verso la dorsale nord-est del Galbiga, ignorando il sentiero pianeggiante sulla sinistra. Qualora si seguisse quest'ultimo, come noi abbiamo fatto, è necessario proseguire fino a un cartello che indica un sentiero che si stacca sulla destra e risale con un tornante fino alla sella della Bocchetta di Galbiga (mentre proseguendo si giunge probabilmente all'Alpe Boggioni). Il sentiero che abbiamo percorso in discesa è più agevole e guadagna quota in modo più graduale.
Dlla bocchetta di Galbiga oltrepassiamo il frequentatissimo rifugio Venini (raggiungibile in auto da Pigra) in direzione della cima del Galbiga. Superiamo l'osservatorio astronomico e continuiamo fino a imboccare sulla destra il sentiero diretto che, con pendenza maggiore rispetto al principale, taglia il tornante e ci porta rapidamente sulla terrazza panoramica della cima, dove è posta una imponente croce metallica.
Il panorama dalla cima del Galbiga è spettacolare e include le cime di svariate montagne della zona, il Lago di Lugano e i tre rami del Lago di Como (la mole del Tremezzo nasconde alla vista il centro Lario con la punta di Bellagio). È possibile scorgere in lontananza anche il Lago Maggiore.
Dopo una sosta ristoratrice al rifugio Venini, torniamo alla bocchetta di Galbiga e imbocchiamo il sentiero che scende sulla sinistra, per tornare alla strada militare in modo più agevole. Da qui, ripercorriamo la stessa strada fatta all'andata per la lunga discesa a Bene Lario.
La difficoltà tecnica del percorso è facile, media in alcuni tratti per via del fondo sconnesso (soprattutto lungo il sentiero iniziale) e della pendenza a tratti elevata e comunque costante: la salita non dà tregua. La difficoltà globale del percorso non è da sottovalutare, considerato l'ampio dislivello da superare, ma il panorama dalla cima ripaga della fatica. I tempi di percorrenza indicati ci sono sembrati comunque abbondanti rispetto a quelli da noi effettivamente impiegati: 2h05' da Bene Lario al bivacco Alp de Volt, 50' dal bivacco al rifugio Venini, 15' dal rifugio alla cima.
Partenza: parcheggio di via Emigrati in Cile a Bene Lario (380 m slm). Pochi altri posti auto più vicino all'imbocco del sentiero.
Vicino all'angolo con via Riscee, seguendo le indicazioni per Calbiga, Alp de Volt (2h50) e Rifugio Venini (3h20), imbocchiamo una stretta e ripida mulattiera che passa tra le ultime case di Bene Lario e si addentra presto nel bosco.
Il sentiero piega a destra e mantiene una pendenza sostenuta finchè non giunge nella località Prato Verde (o Prato Aperto), dove il bosco si dirada, come suggerisce il nome. Qui si trova anche sulla sinstra una casetta dell'acquedotto dove è possibile fare scorta d'acqua per la salita. Proseguiamo fino a rientrare nel bosco e, seguendo sempre le indicazioni (cartello giallo per Calbiga e cartelli bianco-rossi per Alp de Volt e Rifugio Venini) pieghiamo a sinistra.
Superiamo il letto in secca di un torrente e proseguiamo sul sentiero, che sale abbastanza ripido mentre il fondo si fa sassoso. Dopo questo tratto abbastanza sconnesso, raggiungiamo la strada agro-silvo-pastorale che ci accompagnerà per gran parte della salita. Siamo a circa 700 m di quota. Anche qui sono presenti i soliti cartelli per Calbiga, Alp de Volt e Venini.
Dopo aver ripreso fiato, continuiamo a sinistra la salita. Il fondo è sassoso ma più agevole rispetto al tratto di sentiero appena percorso. Alcuni tratti relativamente brevi hanno un più comodo fondo in cemento. La pendenza è sempre abbastanza elevata, ad eccezione di un brevissimo tratto discendente nei pressi dell'attraversamento di un torrentello quasi asciutto. Ignoriamo ogni deviazione dalla strada principale. Sotto di noi scorgiamo il Lago di Piano. Superiamo due tornanti in rapida successione e proseguiamo per poi incontrare un tornante più ampio, e un secondo più avanti.
Poco oltre, incontriamo i ruderi dell'Alpe di Sotto (1000 m). Superiamo più avanti una pozza e un tavolo di legno sulla sinistra e proseguiamo su una ripida salita che più avanti piega a destra e procede diritta in direzione sud. La faggeta si dirada e scorgiamo il Lago di Como e la cresta del Tremezzo che termina con la cima del Crocione.
Pieghiamo a destra su un primo tornante, cui ne seguono altri tre. Il bosco si fa nuovamente fitto. Superiamo un tratto protetto da una staccionata, per poi raggiungere un altro tornante che sale a destra. Salendo scorgiamo un edificio sulla destra: è il bivacco Alp de Volt. Arriviamo al termine della salita e, anzichè proseguire a sinistra sul tornante, scendiamo a destra in direzione del bivacco.
Nei pressi del bivacco sono presenti due tavoli, di cui approfittiamo per pranzare. La posizione del bivacco è abbastanza panoramica: possiamo vedere il Lago di Como all'altezza di Menaggio. Spiccano le cime del Legnone, del Legnoncino e del Monte Muggio di fronte a noi, sulla sponda lecchese. Possiamo anche vedere il Lago del Piano e la Val Menaggio da cui siamo saliti. Seguendo le indicazioni di un cartello giallo, scendiamo la costa erbosa fino a trovare la botola d'ingresso dell'osservatorio (che però in questa stagione pullula di insetti) e, seguendo una traccia di sentiero sulla sinistra, l'ingresso di una breve galleria che sbuca dalla parte opposta.
Tornati al bivacco, risaliamo fino al tornante e proseguiamo la salita. La strada attraversa ora un bosco di conifere. Pieghiamo a destra a un primo tornante e giungiamo così a un secondo. Qui la strada prosegue sotto la cima del Galbiga in direzione dell'Alpe di Lenno, pertanto noi la abbandoniamo.
In questo punto occorre prestare attenzione, in quanto il sentiero da noi imboccato seguendo i bolli rossi sul terreno non è indicato sulle mappe e si rivela non essere quello più diretto (da noi percorso in discesa). Subito all'inizio di questo sentiero ben visibile è necessario imboccare una traccia meno evidente sulla destra che risale verso la dorsale nord-est del Galbiga, ignorando il sentiero pianeggiante sulla sinistra. Qualora si seguisse quest'ultimo, come noi abbiamo fatto, è necessario proseguire fino a un cartello che indica un sentiero che si stacca sulla destra e risale con un tornante fino alla sella della Bocchetta di Galbiga (mentre proseguendo si giunge probabilmente all'Alpe Boggioni). Il sentiero che abbiamo percorso in discesa è più agevole e guadagna quota in modo più graduale.
Dlla bocchetta di Galbiga oltrepassiamo il frequentatissimo rifugio Venini (raggiungibile in auto da Pigra) in direzione della cima del Galbiga. Superiamo l'osservatorio astronomico e continuiamo fino a imboccare sulla destra il sentiero diretto che, con pendenza maggiore rispetto al principale, taglia il tornante e ci porta rapidamente sulla terrazza panoramica della cima, dove è posta una imponente croce metallica.
Il panorama dalla cima del Galbiga è spettacolare e include le cime di svariate montagne della zona, il Lago di Lugano e i tre rami del Lago di Como (la mole del Tremezzo nasconde alla vista il centro Lario con la punta di Bellagio). È possibile scorgere in lontananza anche il Lago Maggiore.
Dopo una sosta ristoratrice al rifugio Venini, torniamo alla bocchetta di Galbiga e imbocchiamo il sentiero che scende sulla sinistra, per tornare alla strada militare in modo più agevole. Da qui, ripercorriamo la stessa strada fatta all'andata per la lunga discesa a Bene Lario.
La difficoltà tecnica del percorso è facile, media in alcuni tratti per via del fondo sconnesso (soprattutto lungo il sentiero iniziale) e della pendenza a tratti elevata e comunque costante: la salita non dà tregua. La difficoltà globale del percorso non è da sottovalutare, considerato l'ampio dislivello da superare, ma il panorama dalla cima ripaga della fatica. I tempi di percorrenza indicati ci sono sembrati comunque abbondanti rispetto a quelli da noi effettivamente impiegati: 2h05' da Bene Lario al bivacco Alp de Volt, 50' dal bivacco al rifugio Venini, 15' dal rifugio alla cima.
Waypoints
Car park
0 ft
Parcheggio Bene Lario
Intersection
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Imbocco strada militare
Intersection
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Bivio strada-sentieri
Intersection
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Bivio per bocchetta
Mountain pass
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Bocchetta di Galbiga
Intersection
0 ft
Bivio per la cima
Comments (1)
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Stesso giro fatto 24 giorni fa, bellissima visione