Monte Cuccio ascesa e periplo
near Pietrelunghe, Sicilia (Italia)
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Itinerary description
Itinerario Anello
Partenza/Arrivo N 38°06’20" - E 13°15'13”
Lunghezza km 12,9
Guadagno/perdita mt 786/-786
Pendenza media 11,6%/-11,6%
Pendenza max 34,6%/-36,5%
Elevazione min/max mt 490/1041
Tipo di suolo strada sterrata 17%, sentiero agevole 73%, terreno naturale impegnativo 10% (km 6,2-7,6)
Difficoltà livello Impegnativo (EE)
Dei tanti monti che cingono la Conca d’Oro, la quasi totalità dei palermitani conosce ed ammira, anche se per motivi diversi, le sagome di Monte Pellegrino e Monte Cuccio, quest’ultimo per la sua elegante imponenza ed il suo caratteristico profilo piramidale, ben visibile in lontananza e da tutta la città.
Il Monte inizia ad elevarsi in maniera imperiosa, con le sue propaggini, dalle ultime case della periferia ovest di Palermo di Boccadifalco e Baida, raggiungendo subito i 1050 mt slm della cima (Pizzo dell’Eremita), con ai fianchi da un lato la cima di Pizzo Vuturo (1006 mt slm), dall’altro il più basso e tondeggiante Monte Cuccitello (600 mt slm).
Monte Cuccio è costituito da rocce di natura sedimentaria, principalmente calcari dolomitici di colore grigiastro.
La sua vegetazione, antica e recente, ha subito le stesse vicissitudini di quelle delle alture della Conca d’Oro.
Della rigogliosa e fitta copertura autoctona, che si può ancora ammirare nel vicino monte Petroso, a base di lecci, roverella e sughera, praticamente non è rimasto niente, fatta eccezione per uno sparuto gruppo di lecci sul versante est in prossimità della cima e di sughera su Costa San Anna.
Il rimboschimento artificiale a conifere del dopoguerra, che intorno agli anni ’60 ammantava di verde l’intero monte, è progressivamente scomparso a seguito dei numerosi incendi dolosi. L’unica zona dove il fuoco non è arrivato e dove resiste una zona rimboschita a conifere è Piano della Montagna.
La copertura arborea primaria è stata sostituita principalmente dall’Ampelodesma.
L’orografia di monte Cuccio è ben diversa dalla semplice forma piramidale che vediamo da Palermo. Il versante est, quello che guarda Palermo, parte da quota 180 mt slm e raggiunge rapidamente i 1050 mt con una pendenza media del 37%; un crinale separa il versante nord dal sud. Il versante sud è ancora più ripido, parte dai 350 mt slm di Piano Geli e raggiunge la cima con una pendenza del 50%. Sul versante nord la cima di monte Cuccio è separata da pizzo Vuturo dal Piano della Montagna, ricco pascolo di altura a quota 900 mt slm; da pizzo Vuturo il profilo degrada verso monte Billiemi a quota 500 mt slm (pendenza 35%). Il versante ovest prosegue a quota 900 mt con i pizzi Neviera, dell’Uomo e Illici, per poi degradare rapidamente a quota 500 mt sul vallone con monte Tre Pizzi (pendenza 50%).
Piano della Montagna oggi è zona di pascolo, principalmente di bovini, ma sicuramente lo è stato in maniera più intensiva nei secoli passati. Lo testimoniano antiche infrastrutture, dagli abbeveratoi che raccolgono le acque dalle sorgenti per renderle disponibili per gli animali, mirabilmente realizzati con blocchi di pietra locale lavorata a mano, ai resti di marcati e ripari per i pastori, ai terrazzamenti sui pendii di Pizzo Vuturo e Pizzo Neviere, che aumentavano la superfice di pascolo attraverso lo spietramento e la formazione dei muri a secco che supportavano i nuovi terrazzi.
Un’altra forma di terrazzamenti è adesso visibile, a causa del recente incendio del maggio 2020 che ha ridotto la copertura di ampelodesma, sul versante scosceso sud e sul versante ovest di Pizzo dell’Eremita che volge verso il Vallone d’Inverno. Questi terrazzamenti non sono supportati da muretti in pietra e la loro finalità è silvicola. Sono infatti i terrazzamenti realizzati il secolo scorso per consentire la piantumazione delle conifere per il rimboschimento, di cui adesso non rimane traccia.
La parte sommitale di monte Cuccio, nella fascia intorno ai 900 mt slm, in particolare nella conca sotto Pizzo Neviere, sono visibili i resti di antiche neviere (1) e due di queste, anche se invase da rovi, si incontrano nel percorso dell’escursione nel Vallone d’Inverno.
L'itinerario ha due obiettivi, il primo è l’ascesa al Pizzo dell’Eremita (2), la cima di Monte Cuccio, il secondo è il periplo della parte sommitale del monte.
I motivi di interesse dell’escursione sono molteplici. Di quelli ambientali abbiamo già parlato, l’altro notevole motivo di interesse sono gli spettacolari panorami verso la Conca d’Oro.
L’escursione è stata fatta il 4 dicembre 2020. Siamo partiti dall'ultimo tornante su Costa S. Anna, siamo saliti dal Vallone d'Inverno, quindi ascesa a Pizzo dell’Eremita, ridiscesa a Piano della Montagna con affacciata sul versante NW verso Torretta e Piana di Carini.
In questo primo tratto del percorso sono visibili i due tipi di terrazzamenti di cui abbiamo già parlato. L’ascesa a Pizzo dell’Eremita ha tradito un poco le attese, a causa della notevole concentrazione di antenne che in parte precludono la visibilità a 180° del sito.
La parte topica del percorso è stata l'impegnativa discesa sul versante di monte Cuccio che guarda Palermo: un tratto del percorso in discesa è bagnato*, bisogna attraversare un residuo rimboschimento a Pini invaso da rovi, fino ad intercettare l'unico sentiero che attraversa il versante est, in piano, alla quota di 670 mt slm, che conduce a monte Cuccitello. Le evidenze sono state, oltre alla successione di panorami, i marcati, gli abbeveratoi ed una roccia "bruciata" da un fulmine.
Altrettanto panoramica è la piattaforma sulla cima di monte Cuccitello, con la Croce e la Madonnina che guardano Palermo.
Nota dolente dell'escursione sono state le tracce evidenti dell'incendio del maggio 2020, che per 4 giorni ha bruciato buona parte dell'altura. Ovviamente non abbiamo trovato traccia degli "Interventi di ricostituzione boschiva in area danneggiata da incendi con specie resistenti a tale avversità" segnalati lungo il percorso dai cartelli dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Sicilia.
L’escursione richiede una attenta programmazione, specie per le condizioni meteo che dovranno essere buone, con assenza di pioggia, anche nei giorni precedenti, che pregiudicherebbe la sicurezza dell’escursione e, possibilmente, con ottima visibilità per apprezzare i paesaggi. Periodo sconsigliato quello estivo.
L’itinerario è ad anello e si sviluppa, per buona parte, su sentieri e strada sterrata agevoli, un breve tratto su terreno naturale con roccette ed in forte pendenza:
- km 0 partenza ultimo tornante strada sterrata verso Portella S. Anna (N 38°06’20" - E 13°15'13”), sentiero
- km 0,12 Costa S. Anna, residui di quercia da sughero
- km 0,60 Vallone d’Inverno, si notano terrazzamenti monte Cuccio, panorama verso Valle Paradiso
- km 0,86 sulla sinistra 2 neviere, conche naturali adesso in buona parte coperte da roveti
- km 1,20 Piano della Montagna, si devia a destra su strada sterrata che conduce a Pizzo dell’Eremita
- km 2,85 vetta Pizzo dell’Eremita
- km 4,40 si ritorna su Piano della Montagna
- km 4,53 Abbeveratoio della Ciacca
- km 4,95 si supera cancello, sentiero
- km 5,15 panorama NW su Torretta e Piana di Carini, sentiero
- km 5,60 terrazzamenti con muri in pietra sul versante sud di Pizzo Vuturo, terreno naturale con roccette
- km 6,62 antica dimora pastori, sentiero
- km 6,67 panorama N monte Billiemi, masso bruciato da fulmine, sentiero
- km 7,00 panorami verso la Conca d’Oro (E), sentiero poco agevole in forte pendenza con scorrimento acqua*
- km 7,38 pianoro con Abbeveratoio della Montagna in pietra locale, panorama, terreno naturale
- km 7,45 terreno naturale e roccette, in forte pendenza
- km 7,53 Marcato
- km 7,65 si attraversa pineta su traccia di sentierio percorso dai bovini al pascolo, roveti
- km 7,90 inizio sentiero agevole che conduce a Monte Cuccitello, quota 670 mt slm, quasi in piano, panorama
- km 8,20 cambio versante, in basso a ca. 100 mt traliccio, panorama
- km 8,65 strada sterrata
- km 9,20 al tornante si lascia strada sterrata, terreno naturale e roccette, verso traliccio e cima Monte Cuccitello
- km 9,37 cima Monte Cuccitello, su piattaforma, panorama, Croce e Madonnina
- km 9,70 strada sterrata e Casa Forestale
- km 11,00 si lascia strada sterrata su sentiero agevole
- km 11,20 Grotta Vallone d’Inverno, antro chiuso da muratura utilizzato come ricovero
- km 11,25 guado torrente
- km 12,90 fine escursione
(1)
Neviere
Sin dall’antichità le popolazioni che abitavano la maggior parte dei paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente si servivano di diversi sistemi per rinfrescare e mitigare i forti calori estivi utilizzando soprattutto neve e ghiaccio. Poiché gli inverni erano lunghi con abbondanti nevicate sui rilievi più alti, era normale che in ambienti montani le nevi si conservassero, con particolari adattamenti, anche nei mesi estivi. In considerazione della relativa distanza dei siti di raccolta e conservazione dalle coste, dove il prodotto si smerciava, e dell’esigenza di venderlo rapidamente, questa attività portò allo sviluppo del settore dei trasporti e del commercio. La neve era inizialmente accumulata in anfratti o grotte naturali; in seguito si scavarono apposite cavità o furono costruite strutture coperte, che in Italia si chiamarono neviere. All’interno di queste strutture, naturali o artificiali, la neve era compressa al massimo e lasciata poi stagionare, mentre per una conservazione più lunga era coperta con materiali isolanti come paglia, erbe secche, felci, in qualche caso anche terriccio e sabbia.
Nei mesi estivi si procedeva al trasporto con asini e muli, sempre di notte in modo che la neve arrivasse a destinazione nelle ore più calde, quando la richiesta era massima. Il trasporto era eseguito da mulattieri di mestiere.
(2)
Vedetta Eremita al Monte Cuccio (Rifugio Osservatorio)
La così detta Vedetta Metereologica dell’Eremita fu eretta nel 1892 sulla vetta del monte Cuccio sopra Palermo grazie all’interessamento del prof. Temistocle Zona nell’intento di crearvi un piccolo osservatorio dove posizionate uno speciale telescopio assieme ad altri strumenti metereologici; la vedetta venne inaugurata il 20 maggio 1894.
Nello stesso anno egli fece costruire per questo strumento una montatura equatoriale in ghisa appositamente studiata per adattarvi il telescopio. Dall’osservatorio di monte Cuccio Zona fece delle interessanti osservazioni, di cui lasciò traccia nei disegni sull’aspetto dei pianeti.
Alla fine di ogni serie di osservazioni il cannocchiale veniva riportato all’Osservatorio a Palermo mentre la montatura rimaneva nell’osservatorio.
Tra il 1899 ed il 1903 dei fulmini colpirono per ben due volte l’osservatorio distruggendo gli strumenti meteorologici e danneggiando la montatura equatoriale.
La stazione fu successivamente abbandonata.
Waypoints
P/A
- km 0 partenza ultimo tornante strada sterrata verso Portella S. Anna (N 38°06’20" - E 13°15'13”), sentiero
Costa S. Anna
Costa S. Anna
Vallone d'Inverno
- km 0,60 Vallone d’Inverno, si notano terrazzamenti monte Cuccio, panorama verso Valle Paradiso
Terrazzamenti
... Un’altra forma di terrazzamenti è adesso visibile, a causa del recente incendio del maggio 2020 che ha ridotto la copertura di ampelodesma, sul versante scosceso sud e sul versante ovest di Pizzo dell’Eremita che volge verso il Vallone d’Inverno. Questi terrazzamenti non sono supportati da muretti in pietra e la loro finalità è silvicola. Sono infatti i terrazzamenti realizzati il secolo scorso per consentire la piantumazione delle conifere per il rimboschimento, di cui adesso non rimane traccia.
Neviera
Neviere Sin dall’antichità le popolazioni che abitavano la maggior parte dei paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente si servivano di diversi sistemi per rinfrescare e mitigare i forti calori estivi utilizzando soprattutto neve e ghiaccio. Poiché gli inverni erano lunghi con abbondanti nevicate sui rilievi più alti, era normale che in ambienti montani le nevi si conservassero, con particolari adattamenti, anche nei mesi estivi. In considerazione della relativa distanza dei siti di raccolta e conservazione dalle coste, dove il prodotto si smerciava, e dell’esigenza di venderlo rapidamente, questa attività portò allo sviluppo del settore dei trasporti e del commercio. La neve era inizialmente accumulata in anfratti o grotte naturali; in seguito si scavarono apposite cavità o furono costruite strutture coperte, che in Italia si chiamarono neviere. All’interno di queste strutture, naturali o artificiali, la neve era compressa al massimo e lasciata poi stagionare, mentre per una conservazione più lunga era coperta con materiali isolanti come paglia, erbe secche, felci, in qualche caso anche terriccio e sabbia. Nei mesi estivi si procedeva al trasporto con asini e muli, sempre di notte in modo che la neve arrivasse a destinazione nelle ore più calde, quando la richiesta era massima. Il trasporto era eseguito da mulattieri di mestiere.
Casa Forestale
Casa Forestale
Monte Cuccio - Pizzo dell'Eremita
- km 1,20 Piano della Montagna, si devia a destra su strada sterrata che conduce a Pizzo dell’Eremita - km 2,85 vetta Pizzo dell’Eremita ... . L’ascesa a Pizzo dell’Eremita ha tradito un poco le attese, a causa della notevole concentrazione di antenne che in parte precludono la visibilità a 180° del sito Vedetta Eremita al Monte Cuccio (Rifugio Osservatorio) La così detta Vedetta Metereologica dell’Eremita fu eratta nel 1892 sulla vetta del monte Cuccio sopra Palermo grazie all’interessamento del prof. Temistocle Zona nell’intento di crearvi un piccolo osservatorio dove posizionate uno speciale telescopio assieme ad altri strumenti metereologici; la vedetta venne inaugurata il 20 maggio 1894. Nello stesso anno egli fece costruire per questo strumento una montatura equatoriale in ghisa appositamente studiata per adattarvi il telescopio. Dall’osservatorio di monte Cuccio Zona fece delle interessanti osservazioni, di cui lasciò traccia nei disegni sull’aspetto dei pianeti. Alla fine di ogni serie di osservazioni il cannocchiale veniva riportato all’Osservatorio a Palermo mentre la montatura rimaneva nell’osservatorio. Tra il 1899 ed il 1903 dei fulmini colpirono per ben due volte l’osservatorio distruggendo gli strumenti meteorologici e danneggiando la montatura equatoriale. La stazione fu successivamente abbandonata.
Terrazzamenti
- km 5,60 terrazzamenti con muri in pietra sul versante sud di Pizzo Vuturo, terreno naturale con roccette ...ai terrazzamenti sui pendii di Pizzo Vuturo e Pizzo Neviere, che aumentavano la superfice di pascolo attraverso lo spietramento e la formazione dei muri a secco che supportavano i nuovi terrazzi.
Pizzo delle Neviere
mt 957 slm ...ai terrazzamenti sui pendii di Pizzo Vuturo e Pizzo Neviere, che aumentavano la superfice di pascolo attraverso lo spietramento e la formazione dei muri a secco che supportavano i nuovi terrazzi.
Pizzo dell'uomo
mt 993 slm
Panorama NW
- km 4,95 si supera cancello, sentiero - km 5,15 panorama NW su Torretta e Piana di Carini, sentiero
Piano della Montagna
... Piano della Montagna oggi è zona di pascolo, principalmente di bovini, ma sicuramente lo è stato in maniera più intensiva nei secoli passati. Lo testimoniano antiche infrastrutture, dagli abbeveratoi che raccolgono le acque dalle sorgenti per renderle disponibili per gli animali, mirabilmente realizzati con blocchi di pietra locale lavorata a mano, ai resti di marcati e ripari per i pastori, ai terrazzamenti sui pendii di Pizzo Vuturo e Pizzo Neviere, che aumentavano la superfice di pascolo attraverso lo spietramento e la formazione dei muri a secco che supportavano i nuovi terrazzi.
Panorama N
- km 6,67 panorama N monte Billiemi, masso bruciato da fulmine, sentiero
Panorama E
- km 7,00 panorami verso la Conca d’Oro (E), sentiero poco agevole in forte pendenza con scorrimento acqua*
Abbeveratoio della Montagna
- km 7,38 pianoro con Abbeveratoio della Montagna in pietra locale, panorama, terreno naturale
Marcato
- km 7,45 terreno naturale e roccette, in forte pendenza - km 7,53 Marcato - km 7,65 si attraversa pineta su traccia di sentierio percorso dai bovini al pascolo, roveti
Sentiero
- km 7,90 inizio sentiero agevole che conduce a Monte Cuccitello, quota 670 mt slm, quasi in piano, panorama ...bisogna attraversare un residuo rimboschimento a Pini invaso da rovi, fino ad intercettare l'unico sentiero che attraversa il versante est, in piano, alla quota di 670 mt slm, che conduce a monte Cuccitello.
Cambio versante
- km 8,20 cambio versante, in basso a ca. 100 mt traliccio, panorama - km 8,65 strada sterrata
Traliccio
Traliccio
Monte Cuccitello
- km 9,20 al tornante si lascia strada sterrata, terreno naturale e roccette, verso traliccio e cima Monte Cuccitello - km 9,37 cima Monte Cuccitello, su piattaforma, panorama, Croce e Madonnina
Casa Forestale
- km 9,70 strada sterrata e Casa Forestale
Grotta del Vallone d'Inverno
- km 11,00 si lascia strada sterrata su sentiero agevole - km 11,20 Grotta Vallone d’Inverno, antro chiuso da muratura utilizzato come ricovero - km 11,25 guado torrente
Comments (9)
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Buongiorno Mimmo, sono Vincenzo Castelli, sono capo scout di Palermo. Ho bisogno di contattarla per una piccola consulenza. Come possiamo sentirci? Ha Facebook? O altri social?
valentigirolamo@libero.it
Buonasera, le ho inoltrato una email.
Grazie anticipatamente.
Salve volevo sapere se era consentito lasciare auto all'inizio del percorso pedonale su Monte Cuccio.
La strada forestale è percorribile, con un poco di attenzione visto che il fondo non è dei migliori. Nel punto di partenza del percorso c'è uno slargo dove lasciare l'auto.
Buona escursione.
Grazie
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Information
Easy to follow
Scenery
Moderate
Segnalo difficoltà nel seguire la traccia sul versante di monte cuccio rivolto verso la città. Muri di rovi molto difficili da superare (nella spiegazione sono citati ma probabilmente la situazione è peggiorata rispetto a quando il percorso è stato fatto dall’autore)
Ho seguito parte del percorso, dal Vallone d'Inverno fino a Pizzo dell'Eremita. Veramente complimenti (e soprattutto grazie) per le preziose informazioni sul percorso e specialmente sulla toponomastica.
E pensare che io facevo il giro largo prendendo da Portella sant'anna, grazie per aver creato questo percorso