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Monte Cofano periplo e Grotta Mangiapane

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Trail stats

Distance
5.82 mi
Elevation gain
1,634 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
1,634 ft
Max elevation
866 ft
TrailRank 
81 4.7
Min elevation
866 ft
Trail type
Loop
Coordinates
2468
Uploaded
January 27, 2021
Recorded
January 2021
  • Rating

  •   4.7 4 Reviews

near Cornino, Sicilia (Italia)

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Itinerary description

Monte Cofano periplo e Grotta Mangiapane

Itinerario Anello
Partenza/arrivo Cornino lungomare Cristoforo Colombo - deviazione N 38°05’49” E 12°40’07”
Lunghezza km 9,27
Guadagno/perdita mt 539/-539
Pendenza media 9,7%/-11,9%
Elevazione min/max mt 0/263
Tipo di suolo sentiero agevole
Difficoltà livello Facile

Monte Cofano, per il suo profilo “dolomitico” e per la sua particolare posizione, che si stacca in maniera imperiosa sul mare e sulle pianure di Cornino e Macari che lo affiancano, è l’altura più suggestiva del litorale trapanese.
L’itinerario si sviluppa ad anello all’interno dell’omonima Riserva, su agevoli sentieri alla base del monte, si supera a quota 250 mt slm la sella di Baglio Cofano (direzione SE) e si conclude con una deviazione finale verso la caratteristica grotta Mangiapane, offrendo numerosi spunti di interesse storico e naturalistico.
L’itinerario ha inizio alle pendici di monte Cofano, ai margini della piana di Cornino. Il primo tratto del percorso sale verso Baglio Cofano (mt 258 slm), posizionato tra le pendici SE del monte ed il bacino marmifero di Custonaci.
Lungo il percorso si notano sulle rocce grappoli di fori circolari più o meno profondi. E' il risultato dell'azione di una chiocciola endemica siciliana, il Cornu Mazzullii (1), lunga 3-5 cm, con conchiglia a spira panciuta ed angolo apicale retto. L’area di distribuzione molto limitata (Monte Cofano, Pizzo Mollica, Monte Gallo e Monte Pellegrino), la raccolta indiscriminata e gli incendi hanno reso questa specie a forte rischio di estinzione.
All’apice della sella si raggiunge Baglio Cofano, che ha sostanzialmente mantenuto la sua integrità, anche se gli attuali adattamenti sono finalizzati verso una fruizione turistica. L’originario baglio era costituito da un articolato nucleo edilizio comprendente le abitazioni, le stalle, il fienile, il forno, una fornace, i locali adibiti alla produzione dei formaggi ed il salatoio. L’intero baglio era ed è ancora delimitato da muri in pietra a secco che chiudevano spazi adibiti al ricovero degli armenti.
Le prime costruzioni del baglio risalgono alla fine del ‘700, con architettura semplice e con uso di materiali locali. II baglio fu abitato fino ai primi anni ’50.
La seconda tappa dell’itinerario è il vicino Gorgo Cofano, una pozza circolare cinta da pascoli, che mantiene l'invaso per circa sei mesi l'anno. L'inverno è la stagione migliore per osservare la sua flora e fauna, la spettacolare fioritura del ranuncolo acquatico (Ranunculus baudotii) e le ricche comunità, per gli occhi più esperti, di crostacei (entomostraci). Il Gorgo presenta purtroppo fenomeni di eutrofizzazione dovuti alla presenza di mandrie pascolanti. La presenza di un substrato argilloso, oltre a consentire la formazione del Gorgo, permette il mantenimento nel sottosuolo di una modesta riserva idrica anche nei mesi estivi, resa disponibile per gli animali per mezzo di pozzi superficiali, riconoscibili dai caratteristici manufatti in pietra locale (botole e lavatoi).
Dal gorgo è visibile il sentiero che conduce verso un ripido ed esposto passaggio roccioso, nel versante SE, sconsigliato ai non esperti, che conduce alla vetta di monte Cofano, da dove si può apprezzare un panorama a 360° su tutto il comprensorio.
Superata la sella, il percorso continua in leggera discesa sui versante SE ed E di monte Cofano, con spettacolari vedute sul Golfo di Macari e sulla sottostante Tonnara. Lungo la discesa sono visibili i resti di un antico borgo di origine rurale, a testimonianza di antiche coltivazioni costiere di olivo, mandorlo - visibili residui esemplari - vite e frassino. Sul vicino versante NE sono ancora ben visibili antichi terrazzamenti in pietra.
Al termine della discesa si raggiunge la Torre della Tonnara di Cofano (2), una delle più interessanti attrazioni della Riserva. La Tonnara del Cofano, era uno delle più importanti e pescose tonnare del trapanese e rimase attiva fino agli ultimi anni dell’800. La Torre (databile tra il 1556 e il 1560), eretta a difesa della Tonnara e dell’antico borgo marinaro dalle incursioni dei pirati, si presenta in pianta quadrata stellare a quattro punte, una forma unica che non si riscontra in altri luoghi della Sicilia. Pare che le pareti concave siano state realizzate con il proposito di deviare le palle di cannone sparate dal mare.
Sulla riva di fronte la Torre si notano tracce di un antico stabilimento per la lavorazione del pescato. E’ visibile anche una vasca rettangolare intagliata nella roccia, nonché numerosi intagli regolari costituenti il residuo di altrettante vasche per la lavorazione del pescato, ormai erose dal mare, risalenti al IV-III sec a. C.
A circa 500 mt dalla costa, proprio di fronte la torre della Tonnara, si nota lo “scoglio dello Scialandro”. Una delle tante ipotesi localizza in questo tratto di mare, tra la torre e lo scoglio, i leggendari ludi di Enea narrati nel V libro dell’Eneide di Virgilio.
L’itinerario continua verso un’area di interesse archeologico sul versante N-NE di monte Cofano, a circa 50 m s.l.m., sul pianoro sopra la vecchia tonnara. I resti rinvenuti risalgono ad insediamenti fortificati che, molto probabilmente, attraversando varie epoche storiche, sono stati utilizzati da diversi popoli. Secondo gli studiosi è molto probabile l’ipotesi che il luogo sia da inserire tra le fortificazioni cartaginesi che controllavano questo tratto di costa durante la prima guerra punica. Infatti i resti esistenti sul monte, per la posizione strategica che occupano, sembrano maggiormente riferibili ad un roccaforte militare piuttosto che ad un insediamento vero e proprio.
Il sito comprende: una cisterna, una scala scavata nella roccia, un passaggio segreto sotterraneo, una porta angolare, la base di un’ara, un sistema di terrazzamenti e terrapieni. Sono stati ritrovati anche numerosi pezzi di ceramica.
Attraverso la scala ipogea si passa dal versante NE al versante N e si ridiscende sul sentiero di costa, dove si incontrano due antiche testimonianze di fede e cultura popolare, che mostrano quanto era radicata la devozione ai santi.
La prima è una edicola votiva in marmo dedicata a San Nicola, una bella immagine incastonata nella montagna risalente al XVIII sec., con la rappresentazione del Santo con tre bambini ai piedi che guarda il mare, a protezione dei marinai. La seconda è la cappella del Crocifisso, risalente al XIX sec., costruita quasi a strapiombo sul mare. L’edificio presenta una stanza con un altarino in muratura rifinito in calce e mattoni stagnati, con una nicchia frontale protetta da una grata in ferro che custodisce il crocifisso in legno. Sulla sinistra appena entrati è ubicata una rudimentale acquasantiera in pietra murata alla parete. Nella cappella viveva dal 1830 un eremita proveniente da Bonaria. Ancora oggi le comunità di Custonaci, Sperone, Purgatorio e Castelluzzo effettuano un pellegrinaggio ogni ultimo venerdì di marzo dal Santuario di Maria SS. di Custonaci al Crocifisso di Cofano.
Con una leggera deviazione dal sentiero di costa, dalla cappella si raggiunge la grotta del Crocifisso (60 mt slm), un corridoio ogivale largo 6 metri e profondo circa 23 metri, che si allarga verso l'interno in un cunicolo orizzontale. La Grotta del Crocefisso è stata oggetto, anche se solo marginalmente, di sondaggi archeologici che hanno permesso di portare alla luce numerosi reperti attestanti la frequentazione dell’uomo preistorico.
Lungo la costa rocciosa che circonda il promontorio è osservabile a mare, quasi senza interruzioni, il marciapiede a vermetidi, una barriera costruita da molluschi che si fissano uno sull'altro nella fascia intertidale (zona del litorale che dipende dalle maree). Mentre negli scogli calcarei in prossimità del mare vegeta la flora alofila (piante che si sono adattate ai terreni salini) come il Limonium e il Crithmum maritimum (Finocchio marino), e sui ripidi versanti l’Ampelodesma (disa) e la tipica e vistosa flora rupestre invernale a fiori blu-elettrico della Lithodora rosmarinifolia, a fiori violetti della Micromeria graeca, a fiori bianchi dell’Iberis semperflorens e a fiori rosa della rara Erica sicula.
A partire dalla Cappella del Crocifisso, la vegetazione a Palma nana (Chamaerops humilis) sostituisce progressivamente l'Ampelodesma.
Dopo aver percorso poco meno di 1 km, si giunge alla Torre di San Giovanni (3) del XVI sec., che sorge su un ripido terrapieno alle pendici meridionali del Monte Cofano, quasi a picco sul mare, con una visuale davvero d’eccezione: da un lato c’è il golfo di Bonagia e la montagna Erice, dall’altro le acque del mare di Makari, con alle spalle San Vito lo Capo. La torre di avvistamento, edificata tra la fine del '500 ed il '700, fu una delle più importanti per la difesa della costa trapanese.
Dopo la torre inizia la contrada Macarese, che mostra gli aspetti naturalistici più caratteristici della Riserva: il più fitto ed esteso palmeto siciliano a Chamaerops humilis e le spettacolari pareti occidentali in erosione del monte Cofano, dall’aspetto dolomitico, con gli enormi accumuli di detriti raccolti in imponenti conoidi di deiezione e con grossi massi rotolati fino alla piattaforma di abrasione.
Superato il palmeto si chiude l’itinerario ad anello.
Con un breve prolungamento si raggiunge la caratteristica Grotta Mangiapane (4). Mangiapane è il nome della famiglia che vi ha vissuto per parecchio tempo fino agli anni ’50. Si trova a circa 60 mt slm ed è di vaste dimensioni, con una larghezza di 13 metri e una profondità di 60 metri. Comprende all'interno un borgo di piccole case, abitate fino alla metà del ’900 e diviso da una stradina in basolato di pietra. Ogni anno, nel periodo natalizio, la grotta diventa lo scenario naturale del famoso Presepe Vivente.

Il percorso non è impegnativo, richiede un po’ di impegno ed attenzione nei tratti in salita e discesa dalla sella di Baglio Cofano. Il periodo consigliato per l’escursione, specie per cogliere gli aspetti naturalistici, è quello invernale e primaverile. Per apprezzare al meglio i paesaggi è preferibile una giornata con buona visibilità.

- km 0 N 38°05’49” E 12°40’07”, parcheggio
- km 1,20-1,35 Erosione a grappolo da Cornu Mazzullii
- km 1,40 Baglio Cofano
- km 1,70 Gorgo Cofano
- km 1,80 Infrastrutture pastorali
- km 2,00 Panorama
- km 2,15 Antiche abitazioni rurali
- km 3,15 Torre della Tonnara di Cofano
- km 3,20 Vasca piscicoltura romana
- km 4,10 Zona archeologica: Vasca e Scala ipogea
- km 4,60 Sentiero di costa
- km 5,10 Edicola San Nicola
- km 5,25 Cappella del Crocifisso
- km 5,30 Grotta del Crocifisso
- km 5,90 Torre San Giovanni
- km 6,80 Contrada Macarrese, gariga Palma nana
- km 7,50 Panorama monte Cofano
- km 8,00 Fine anello
- km 8,60 Baglio e Grotta Mangiapane
- km 9,27 Parcheggio, fine escursione

1) Erosione a grappolo da Cornu Mazzullii
“Vidi chi dannu ca fannu i babbaluci, ca cu li corna ammuttano i balati”
Tra le rupi delle alture della Sicilia nord occidentale si possono notare grappoli di fori circolari più o meno profondi. E' il risultato dell'azione di una chiocciola endemica siciliana, il Cornu Mazzullii (Erctella mazzullii).
È una chiocciola lunga 3-5 cm, con conchiglia a spira panciuta ed angolo apicale retto. L’area di distribuzione molto limitata (Monte Cofano, Pizzo Mollica, Monte Gallo e Monte Pellegrino), la raccolta indiscriminata e gli incendi hanno reso questa specie a forte rischio di estinzione.
Nei giorni umidi e piovosi o di notte, le chiocciole sono in movimento sul terreno alla ricerca dei vegetali di cui si nutrono, mentre nelle giornate asciutte si rifugiano tra le pietre o sui tronchi degli alberi. Il rifugio del Cornu Mazzullii è particolare perché costituito da una serie di fori a grappolo, scavati nella roccia, di diverso diametro e profondità.
Questo mollusco, quando si ripara negli anfratti della roccia, ha la peculiarità di secernere una bava acida di colore giallo-verdiccio, quasi fluorescente. La funzione di questa bava è quella di creare, all’interno del riparo, un ambiente umido, protetto dall’esterno dallo stesso guscio che aderisce ermeticamente al fondo del foro (vedi foto). In questo particolare ambiente si sviluppa una alga verde (Chlorophyta=“lippo”) di cui la lumaca si nutre. L’ambiente acido favorisce a sua volta lo scioglimento di un sottile strato di calcare in carbonato di calcio. Per alimentarsi la lumaca asporta con la radula, la sua lingua munita di tanti denti microscopici con cui grattugia il cibo prima di ingoiarlo, uno strato di alga e con essa anche uno strato di carbonato di calcio, levigando il fondo del foro ed aumentandone progressivamente la profondità.
Negli anni, forse centinaia o migliaia, il foro tende ad essere sempre più grande e profondo. La vicinanza e la numerosità dei fori, nonché la progressiva frantumazione delle pareti tra i fori, hanno creato nelle rocce zone di profonda erosione. Le erosioni più antiche hanno formato nelle rocce vistosi fori passanti, poi abrasi dall’erosione delle acque piovane, senza lasciare traccia degli originari fori a grappolo.
I fori sono utilizzati come riparo anche da altre specie di chiocciole, ma è solo il Cornu Mazzullii ad averli creati.
Se si osservano con attenzione la successione di queste erosioni sulla roccia, si può notare che hanno un fattore comune. Sono prevalentemente esposte a sud.
La roccia esposta a sud è illuminata dai raggi solari ed ha una temperatura superficiale superiore rispetto alle altre esposizioni anche di diversi gradi, favorendo così lo sviluppo dell’alga, nutriente del Cornu Mazzullii.

2) Torre della Tonnara di Cofano
http://www.trapaninostra.it/paginevarie/Torre_della_Tonnara_di_Cofano/Torre_della_Tonnara_di_Cofano_-_Descrizione.pdf

3) Torre di San Giovanni
https://www.scaminando.it/2017/05/09/dentro-la-torre-di-san-giovanni/

4) Grotta Mangiapane
https://initalia.virgilio.it/da-villaggio-a-museo-alla-scoperta-della-grotta-mangiapane-14818

Waypoints

PictographSummit Altitude 2,040 ft

Monte Cofano

Monte Cofano, per il suo profilo “dolomitico” e per la sua particolare posizione, che si stacca in maniera imperiosa sul mare e sulle pianure di Cornino e Macari che lo affiancano, è l’altura più suggestiva del litorale trapanese.

PictographCar park Altitude 174 ft

P/A

Cornino lungomare Cristoforo Colombo - deviazione N 38°05’49” E 12°40’07”

PictographFauna Altitude 849 ft
Photo ofErosione a grappolo Photo ofErosione a grappolo Photo ofErosione a grappolo

Erosione a grappolo

“Vidi chi dannu ca fannu i babbaluci, ca cu li corna ammuttano i balati” Tra le rupi delle alture della Sicilia nord occidentale si possono notare grappoli di fori circolari più o meno profondi. E' il risultato dell'azione di una chiocciola endemica siciliana, il Cornu Mazzullii (Erctella mazzullii). È una chiocciola lunga 3-5 cm, con conchiglia a spira panciuta ed angolo apicale retto. L’area di distribuzione molto limitata (Monte Cofano, Pizzo Mollica, Monte Gallo e Monte Pellegrino), la raccolta indiscriminata e gli incendi hanno reso questa specie a forte rischio di estinzione. Nei giorni umidi e piovosi o di notte, le chiocciole sono in movimento sul terreno alla ricerca dei vegetali di cui si nutrono, mentre nelle giornate asciutte si rifugiano tra le pietre o sui tronchi degli alberi. Il rifugio del Cornu Mazzullii è particolare perché costituito da una serie di fori a grappolo, scavati nella roccia, di diverso diametro e profondità. Questo mollusco, quando si ripara negli anfratti della roccia, ha la peculiarità di secernere una bava acida di colore giallo-verdiccio, quasi fluorescente. La funzione di questa bava è quella di creare, all’interno del riparo, un ambiente umido, protetto dall’esterno dallo stesso guscio che aderisce ermeticamente al fondo del foro (vedi foto). In questo particolare ambiente si sviluppa una alga verde (Chlorophyta=“lippo”) di cui la lumaca si nutre. L’ambiente acido favorisce a sua volta lo scioglimento di un sottile strato di calcare in carbonato di calcio. Per alimentarsi la lumaca asporta con la radula, la sua lingua munita di tanti denti microscopici con cui grattugia il cibo prima di ingoiarlo, uno strato di alga e con essa anche uno strato di carbonato di calcio, levigando il fondo del foro ed aumentandone progressivamente la profondità. Negli anni, forse centinaia o migliaia, il foro tende ad essere sempre più grande e profondo. La vicinanza e la numerosità dei fori, nonché la progressiva frantumazione delle pareti tra i fori, hanno creato nelle rocce zone di profonda erosione. Le erosioni più antiche hanno formato nelle rocce vistosi fori passanti, poi abrasi dall’erosione delle acque piovane, senza lasciare traccia degli originari fori a grappolo. I fori sono utilizzati come riparo anche da altre specie di chiocciole, ma è solo il Cornu Mazzullii ad averli creati. Se si osservano con attenzione la successione di queste erosioni sulla roccia, si può notare che hanno un fattore comune. Sono prevalentemente esposte a sud. La roccia esposta a sud è illuminata dai raggi solari ed ha una temperatura superficiale superiore rispetto alle altre esposizioni anche di diversi gradi, favorendo così lo sviluppo dell’alga, nutriente del Cornu Mazzullii.

PictographWaypoint Altitude 849 ft
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Baglio Cofano

All’apice della sella si raggiunge Baglio Cofano, che ha sostanzialmente mantenuto la sua integrità, anche se gli attuali adattamenti sono finalizzati verso una fruizione turistica. L’originario baglio era costituito da un articolato nucleo edilizio comprendente le abitazioni, le stalle, il fienile, il forno, una fornace, i locali adibiti alla produzione dei formaggi ed il salatoio. L’intero baglio era ed è ancora delimitato da muri in pietra a secco che chiudevano spazi adibiti al ricovero degli armenti. Le prime costruzioni del baglio risalgono alla fine del ‘700, con architettura semplice e con uso di materiali locali. II baglio fu abitato fino ai primi anni ’50.

PictographMine Altitude 740 ft
Photo ofBacino marmifero Custonaci

Bacino marmifero Custonaci

Bacino marmifero Custonaci

PictographLake Altitude 824 ft
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Gorgo Cofano

La seconda tappa dell’itinerario è il vicino Gorgo Cofano, una pozza circolare cinta da pascoli, che mantiene l'invaso per circa sei mesi l'anno. L'inverno è la stagione migliore per osservare la sua flora e fauna, la spettacolare fioritura del ranuncolo acquatico (Ranunculus baudotii) e le ricche comunità, per gli occhi più esperti, di crostacei (entomostraci). Il Gorgo presenta purtroppo fenomeni di eutrofizzazione dovuti alla presenza di mandrie pascolanti. Dal gorgo è visibile il sentiero che conduce verso un ripido ed esposto passaggio roccioso, nel versante SE, sconsigliato ai non esperti, che conduce alla vetta di monte Cofano, da dove si può apprezzare un panorama a 360° su tutto il comprensorio.

PictographRuins Altitude 816 ft
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Infrastrutture pastorali

La presenza di un substrato argilloso, oltre a consentire la formazione del Gorgo, permette il mantenimento nel sottosuolo di una modesta riserva idrica anche nei mesi estivi, resa disponibile per gli animali per mezzo di pozzi superficiali, riconoscibili dai caratteristici manufatti in pietra locale (botole e lavatoi).

PictographPanorama Altitude 743 ft
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Panorama

Superata la sella, il percorso continua in leggera discesa sui versante SE ed E di monte Cofano, con spettacolari vedute sul Golfo di Macari e sulla sottostante Tonnara.

PictographRuins Altitude 639 ft
Photo ofAntiche abitazioni rurali

Antiche abitazioni rurali

Lungo la discesa sono visibili i resti di un antico borgo di origine rurale, a testimonianza di antiche coltivazioni costiere di olivo, mandorlo - visibili residui esemplari - vite e frassino. Sul vicino versante NE sono ancora ben visibili antichi terrazzamenti in pietra.

PictographMonument Altitude 41 ft
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Torre della Tonnara del Cofano

Al termine della discesa si raggiunge la Torre della Tonnara di Cofano (2), una delle più interessanti attrazioni della Riserva. La Tonnara del Cofano, era uno delle più importanti e pescose tonnare del trapanese e rimase attiva fino agli ultimi anni dell’800. La Torre (databile tra il 1556 e il 1560), eretta a difesa della Tonnara e dell’antico borgo marinaro dalle incursioni dei pirati, si presenta in pianta quadrata stellare a quattro punte, una forma unica che non si riscontra in altri luoghi della Sicilia. Pare che le pareti concave siano state realizzate con il proposito di deviare le palle di cannone sparate dal mare. 2) Torre della Tonnara di Cofano http://www.trapaninostra.it/paginevarie/Torre_della_Tonnara_di_Cofano/Torre_della_Tonnara_di_Cofano_-_Descrizione.pdf

PictographRuins Altitude 29 ft
Photo ofVasca Piscicoltura Romana

Vasca Piscicoltura Romana

Sulla riva di fronte la Torre si notano tracce di un antico stabilimento per la lavorazione del pescato. E’ visibile anche una vasca rettangolare intagliata nella roccia, nonché numerosi intagli regolari costituenti il residuo di altrettante vasche per la lavorazione del pescato, ormai erose dal mare, risalenti al IV-III sec a. C.

PictographRiver Altitude 0 ft
Photo ofScoglio Scialandro

Scoglio Scialandro

A circa 500 mt dalla costa, proprio di fronte la torre della Tonnara, si nota lo “scoglio dello Scialandro”. Una delle tante ipotesi localizza in questo tratto di mare, tra la torre e lo scoglio, i leggendari ludi di Enea narrati nel V libro dell’Eneide di Virgilio.

PictographRuins Altitude 554 ft
Photo ofAntichi terrazzamenti Photo ofAntichi terrazzamenti

Antichi terrazzamenti

Antichi terrazzamenti

Photo ofScala ipogea Photo ofScala ipogea Photo ofScala ipogea

Scala ipogea

L’itinerario continua verso un’area di interesse archeologico sul versante N-NE di monte Cofano, a circa 50 m s.l.m., sul pianoro sopra la vecchia tonnara. I resti rinvenuti risalgono ad insediamenti fortificati che, molto probabilmente, attraversando varie epoche storiche, sono stati utilizzati da diversi popoli. Secondo gli studiosi è molto probabile l’ipotesi che il luogo sia da inserire tra le fortificazioni cartaginesi che controllavano questo tratto di costa durante la prima guerra punica. Infatti i resti esistenti sul monte, per la posizione strategica che occupano, sembrano maggiormente riferibili ad un roccaforte militare piuttosto che ad un insediamento vero e proprio. Il sito comprende: una cisterna, una scala scavata nella roccia, un passaggio segreto sotterraneo, una porta angolare, la base di un’ara, un sistema di terrazzamenti e terrapieni. Sono stati ritrovati anche numerosi pezzi di ceramica. Attraverso la scala ipogea si passa dal versante NE al versante N e si ridiscende sul sentiero di costa.

Photo ofVasca

Vasca

L’itinerario continua verso un’area di interesse archeologico sul versante N-NE di monte Cofano, a circa 50 m s.l.m., sul pianoro sopra la vecchia tonnara. I resti rinvenuti risalgono ad insediamenti fortificati che, molto probabilmente, attraversando varie epoche storiche, sono stati utilizzati da diversi popoli. Secondo gli studiosi è molto probabile l’ipotesi che il luogo sia da inserire tra le fortificazioni cartaginesi che controllavano questo tratto di costa durante la prima guerra punica. Infatti i resti esistenti sul monte, per la posizione strategica che occupano, sembrano maggiormente riferibili ad un roccaforte militare piuttosto che ad un insediamento vero e proprio. Il sito comprende: una cisterna, una scala scavata nella roccia, un passaggio segreto sotterraneo, una porta angolare, la base di un’ara, un sistema di terrazzamenti e terrapieni. Sono stati ritrovati anche numerosi pezzi di ceramica.

PictographRiver Altitude 45 ft
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Sentiero di costa

Lungo la costa rocciosa che circonda il promontorio è osservabile a mare, quasi senza interruzioni, il marciapiede a vermetidi, una barriera costruita da molluschi che si fissano uno sull'altro nella fascia intertidale (zona del litorale che dipende dalle maree). Mentre negli scogli calcarei in prossimità del mare vegeta la flora alofila (piante che si sono adattate ai terreni salini) come il Limonium e il Crithmum maritimum (Finocchio marino)

PictographFlora Altitude 196 ft
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Flora

Sui ripidi versanti vegetal’Ampelodesma (disa) e la tipica e vistosa flora rupestre invernale a fiori blu-elettrico della Lithodora rosmarinifolia, a fiori violetti della Micromeria graeca, a fiori bianchi dell’Iberis semperflorens e a fiori rosa della rara Erica sicula. A partire dalla Cappella del Crocifisso, la vegetazione a Palma nana (Chamaerops humilis) sostituisce progressivamente l'Ampelodesma.

PictographReligious site Altitude 141 ft
Photo ofEdicola San Nicola

Edicola San Nicola

Attraverso la scala ipogea si passa dal versante NE al versante N e si ridiscende sul sentiero di costa, dove si incontrano due antiche testimonianze di fede e cultura popolare, che mostrano quanto era radicata la devozione ai santi. La prima è una edicola votiva in marmo dedicata a San Nicola, una bella immagine incastonata nella montagna risalente al XVIII sec., con la rappresentazione del Santo con tre bambini ai piedi che guarda il mare, a protezione dei marinai. La seconda è la cappella del Crocifisso, risalente al XIX sec., costruita quasi a strapiombo sul mare. L’edificio presenta una stanza con un altarino in muratura rifinito in calce e mattoni stagnati, con una nicchia frontale protetta da una grata in ferro che custodisce il crocifisso in legno. Sulla sinistra appena entrati è ubicata una rudimentale acquasantiera in pietra murata alla parete. Nella cappella viveva dal 1830 un eremita proveniente da Bonaria. Ancora oggi le comunità di Custonaci, Sperone, Purgatorio e Castelluzzo effettuano un pellegrinaggio ogni ultimo venerdì di marzo dal Santuario di Maria SS. di Custonaci al Crocifisso di Cofano.

PictographReligious site Altitude 114 ft
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Cappella del Crocefisso

Attraverso la scala ipogea si passa dal versante NE al versante N e si ridiscende sul sentiero di costa, dove si incontrano due antiche testimonianze di fede e cultura popolare, che mostrano quanto era radicata la devozione ai santi. La prima è una edicola votiva in marmo dedicata a San Nicola, una bella immagine incastonata nella montagna risalente al XVIII sec., con la rappresentazione del Santo con tre bambini ai piedi che guarda il mare, a protezione dei marinai. La seconda è la cappella del Crocifisso, risalente al XIX sec., costruita quasi a strapiombo sul mare. L’edificio presenta una stanza con un altarino in muratura rifinito in calce e mattoni stagnati, con una nicchia frontale protetta da una grata in ferro che custodisce il crocifisso in legno. Sulla sinistra appena entrati è ubicata una rudimentale acquasantiera in pietra murata alla parete. Nella cappella viveva dal 1830 un eremita proveniente da Bonaria. Ancora oggi le comunità di Custonaci, Sperone, Purgatorio e Castelluzzo effettuano un pellegrinaggio ogni ultimo venerdì di marzo dal Santuario di Maria SS. di Custonaci al Crocifisso di Cofano. A partire dalla Cappella del Crocifisso, la vegetazione a Palma nana (Chamaerops humilis) sostituisce progressivamente l'Ampelodesma.

PictographCave Altitude 218 ft
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Grotta del Crocefisso

Con una leggera deviazione dal sentiero di costa, dalla cappella si raggiunge la grotta del Crocifisso (60 mt slm), un corridoio ogivale largo 6 metri e profondo circa 23 metri, che si allarga verso l'interno in un cunicolo orizzontale. La Grotta del Crocefisso è stata oggetto, anche se solo marginalmente, di sondaggi archeologici che hanno permesso di portare alla luce numerosi reperti attestanti la frequentazione dell’uomo preistorico.

PictographMonument Altitude 92 ft
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Torre di San Giovanni

Dopo aver percorso poco meno di 1 km, si giunge alla Torre di San Giovanni (3) del XVI sec., che sorge su un ripido terrapieno alle pendici meridionali del Monte Cofano, quasi a picco sul mare, con una visuale davvero d’eccezione: da un lato c’è il golfo di Bonagia e la montagna Erice, dall’altro le acque del mare di Makari, con alle spalle San Vito lo Capo. La torre di avvistamento, edificata tra la fine del '500 ed il '700, fu una delle più importanti per la difesa della costa trapanese. 3) Torre di San Giovanni https://www.scaminando.it/2017/05/09/dentro-la-torre-di-san-giovanni/

PictographRiver Altitude 26 ft

Cala Macarrese

Cala Macarrese

PictographFlora Altitude 55 ft
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Gariga Palma nana

Dopo la torre inizia la contrada Macarese, che mostra gli aspetti naturalistici più caratteristici della Riserva: il più fitto ed esteso palmeto siciliano a Chamaerops humilis e le spettacolari pareti occidentali in erosione del monte Cofano, dall’aspetto dolomitico, con gli enormi accumuli di detriti raccolti in imponenti conoidi di deiezione e con grossi massi rotolati fino alla piattaforma di abrasione.

PictographCave Altitude 297 ft
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Grotta Mangiapane

Con un breve prolungamento si raggiunge la caratteristica Grotta Mangiapane (4). Mangiapane è il nome della famiglia che vi ha vissuto per parecchio tempo fino agli anni ’50. Si trova a circa 60 mt slm ed è di vaste dimensioni, con una larghezza di 13 metri e una profondità di 60 metri. Comprende all'interno un borgo di piccole case, abitate fino alla metà del ’900 e diviso da una stradina in basolato di pietra. Ogni anno, nel periodo natalizio, la grotta diventa lo scenario naturale del famoso Presepe Vivente. 4) Grotta Mangiapane https://initalia.virgilio.it/da-villaggio-a-museo-alla-scoperta-della-grotta-mangiapane-14818

PictographCave Altitude 271 ft
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Baglio Mangiapane

Con un breve prolungamento si raggiunge la caratteristica Grotta Mangiapane (4). Mangiapane è il nome della famiglia che vi ha vissuto per parecchio tempo fino agli anni ’50. Si trova a circa 60 mt slm ed è di vaste dimensioni, con una larghezza di 13 metri e una profondità di 60 metri. Comprende all'interno un borgo di piccole case, abitate fino alla metà del ’900 e diviso da una stradina in basolato di pietra. Ogni anno, nel periodo natalizio, la grotta diventa lo scenario naturale del famoso Presepe Vivente. 4) Grotta Mangiapane https://initalia.virgilio.it/da-villaggio-a-museo-alla-scoperta-della-grotta-mangiapane-14818

Comments  (4)

  • Photo of Gelsomino
    Gelsomino Mar 15, 2021

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    Grazie sempre per le tue tracce

  • Photo of Richard F. Burton
    Richard F. Burton Dec 20, 2021

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    Bonita ruta, buenas vistas, bien señalizada y sin complicaciones

  • marcodellemarche Feb 19, 2023

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    Ho fatto il percorso in Febbraio 2023 e ho trovato super utili e interessanti le varie descrizioni! Molto utile anche la traccia per non perdere il sentiero, che altrimenti a volte non è molto ben tracciato

  • frederic.v Mar 28, 2024

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    Difficulty at km 4 however could go back and follow the other path below along the sea.

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