Monte Cervigliano, Colle Sant'Angelo a Jugo e Sorgente San Giuliano da Agerola
near Agerola, Campania (Italia)
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Itinerary description
Breve escursione dopo un dì di pioggia, effettuata sui sentieri CAI 367, 300, brevemente il 332 A e altre tracce non ufficiali che guidano (per modo di dire) sino alla cima del Monte Cervigliano, punto di affaccio fra i due golfi campani.
Le premesse sono quasi paragonabili al numero dei dettagli che si possono scorgere dalla cima del Cervigliano, in sintesi sono da considerare fondamentalmente 2 fattori, quello antropico locale e il binomio fra le insidie di terreno ed orientamento nei tratti non ufficiali.
Il punto di partenza è da via della Vittoria che prosegue la SS 366 per Agerola, superata la galleria del Traforo dell'omonima località: è saggio prender nota che la galleria dismessa non offre opportunità di parcheggio ed al contempo non si incontra il favore locale, costeggiando le case, pur non essendoci posti assegnati e/o riservati (lo sono secondo un principio di implicita appropriazione personale), quindi una prima possibilità su strada è quanto si può effettivamente fruire senza innescare discussioni.
Lasciata l'auto si sale verso la galleria, imboccando sulla dx via Traforo per svoltare subito a sx, ove sono visibili una prima "bandiera peruviana" che riporta al proprio centro il numero 367 ed un segno CAI un po' più in alto.
Questo primo tratto, denominato "Le Palommelle" di 1,3 km è un'antica mulattiera che si sviluppa a gradoni rocciosi per la risalita del crinale di Colle Sant'Angelo, ove sono presenti le vestigia dei ruderi dell'omonimo castello "a Juta": è possibile che il nome del sentiero prenda spunto dal toponimo medievale "Parata de li Palumbelle" per l'antica pratica di uccellaggione probabilmente diletto delle dimore del castello; l'incontro al ritorno di 2 figuri armati di fucile a spalla farebbero intuire che odiernamente ancora possa essere un sollazzo, nonostante il vestiario non sembrasse inequivocabilmente quello di cacciatori di cinghiale... L'intero percorso è ben evidente e segnalato, si inerpica per circa 240 m, lasciando alle spalle abitazioni, ruderi e rudimenti del luogo, ove non mancano orti e terrazzamenti agricoli che si sviluppano al di sopra della galleria, lasciando spazio e piacere alla vista della mescolanza dei colori di sassi, rocce e roccette che emergono dal fondo, ricoperto da un tappeto di fogliame color ruggine, screziate dal muschio e dalla presenza di felci: fra i fusti sino predominanti i castagni, con rare roverelle e tronchi spogli attorcigliati dall'edera.
La salita offre spunti panoramici dai colori autunnali che soppiantano il verde, soprattutto nei punti più alti, di Colle Sproviere e Colle delle Vene che appaiono di fronte.
I ruderi appaiono come alcune pietre a secco prima di giungere sul punto più alto del Colle, ove si stagliano i castagni ed un recinto rudimentale, mentre verso nord si riconosce il Cervigliano a causa dell'orribile antenne posta sulla sua fragile cima: si è in un punto di crocevia del CAI 300 che da indicazioni in direzione O porterebbe a Croce della Conocchia, passando su Colle Garofano e ad E sul Monte Cerreto dal suo versante S, puntando il N.
La direzione da seguire è la carrareccia che porta al bivio fra Fonte San Giuliano (CAI 332A a sx) e per il Cerreto (CAI 300 a dx); dopo pochi m si dovrà girare a sx, infrattandosi nel sottobosco e nel castagneto, il cui punto di breccia è praticamente impercettibile e sarà necessario aiutarsi con le APP riportanti le mappe del luogo, in particolare quelle non ufficiali, e soprattutto saperle leggere. La reale problematica è che questa via che si inerpica fra i 2 CAI è molto labile e spesso invasa da rovi e vegetazione che renderanno necessario barcamenarsi al suo interno, tenendo come punto di riferimento una rete metallica di recinzione (perdendo anche la traccia elettronica, tenendo a mente che conta maggiormente il proprio logico orientamento) sino a sbucare in un'alta via interna della Valle delle Ferriere: di qui esistono praticamente 3 vie, una a sx riconoscibile da terrazzamenti dati da staccionate inserite a più livelli, che conduce sino alla vetta del Monte Cervigliano, una via di mezza costa che permette di ammirare il castagneto del predetto monte ed un'altra cui si perde la traccia, ma che in linea teorica condurrebbe sul CAI 300 nella località Ammarrata-Imbarrata.
Si segue per un po' la via di mezza costa dal fondo terroso con spesso tappeto di foglie che molto probabilmente porterebbe sino all'incrocio per Monte Rotondo, con decorso evidente poiché accompagnato anche dai rudimenti che restano di una staccionata laterale che dà sul costone. E' opportuno specificare che tale traccia non è riportata da nessuna App ed altrettanto non è menzionata nella rete sentieristica disponibile su carta.
Tornando indietro, si opta per raggiungere il sorprendente panorama del Cervigliano, impegnando l'altrettanto imprevedibile crinale per i seguenti motivi: il primo tratto di ascesa è caratterizzato da una progressiva divergenza verso l'interno rispetto alla staccionata, individuando una debole linea di traccia dall'andamento curvilineo stretto, che si insinua nel letto di fogliame e di ricci, che a mano a mano si dirada lasciando spazio ad un terreno friabile misto ad un brecciolino delle dimensioni di un cece che comporta un maggiore sforzo nel salire e particolare attenzione nella discesa. Compare una rete sulla propria sinistra e si continua a salire talora avvicinandosi ad essa, talora allontanandosi, in particolare quando compaiono anche rocce e balzette che nel punto finale potrebbe essere necessario affrontare anche con l'aiuto delle mani per finalizzare l'incedere sino alla cima: nel riprendere fiato, vale la pena voltarsi alle proprie spalle, in direzione SO sulla Costiera Amalfitana, spaziando da Praiano ad Amalfi per sospirare doppiamente.
La salita si completa con il panorama che va descritto per i suoi 270° di goduria: da E l'inconfondibile profilo di Sant'Angelo a Tre Pizzi con il Faito, Monte Cerasuolo e Colle Garofalo, spostandosi sulla costa del Golfo di Napoli che spazia da Torre Annunziata sino alle pendici del Vesuvio (parzialmente offuscato dalle nubi), a metà strada fra i due antipodi Castellammare di Stabia e Gragnano con le sue valli ed i suoi colli. Il Golfo di Salerno è parzialmente visibile sia per l'impedimento dei castagni che dell'enorme antenna. Il profilo nord del Cervigliano è declive, dal fondo sconnesso ed infido e soprattutto esposto, per cui occhio ai propri movimenti qualora si desideri fare delle foto. Si può proseguire anche la via di cresta, costeggiando la rete e tenendosi nel boschetto di castagni sino a guadagnare un punto panoramico molto nitido sulla Costiera Amalfitana.
Si ritorna indietro, il prosieguo per la cresta porterebbe al punto di innesto del CAI 300 fra Monte Rotondo ed il Cerreto, scendendo lo sfasciume del crinale del Cervigliano per scendere ancora fuori traccia sulla breccia del 300 che porterebbe al Rifugio Santa Maria ai Monti attraverso la località Ammarrata-Imbarrata.
Ci si concede un'ultima fugace visita alla Sorgente San Giuliano chiusa da rubinetto per rientrare definitivamente ad Agerola.
Il percorso è attagliato su un inizio di tarda mattinata e conclusione che precede di circa un'ora il tramonto, pertanto è da definirsi moderato nella consapevolezza di praticare non solo un terreno non semplice per visibilità di traccia, limitata pulizia della stessa, sino allo sfasciume da percorrere sino alla cima del Cervigliano, deturpato tanto da una rete di delimitazione (non si comprende se per evitare gravi infortuni o esiti peggiori) quanto dalla grossa antenna che ricorda un telaio da canestro: non per questo una cima minore dei Lattari è sminuita nella sua potenza panoramica, avulsa dai tragitti maggiormente percorsi da avventori (motocross, personalmente ritenuta un'altra piaga alla quiete della montagna) ed escursionisti, guadagnando un punto di solitudine e riflessione al contempo.
Sono necessarie idonee calzature da escursione e bastoncini telescopici per affrontare tutte le asperità del fondo, dalle roccette, ai sassi, al particolare crinale del Cervigliano: nei periodi estivi sono consigliabili tutte le protezioni del periodo in quanto il 65% del percorso è esposto al sole. Nei periodi di ghiaccio non è un terreno che potrebbe essere conforme alle ciaspolate, stesso discorso per i ramponi, indubbiamente sarà da preferire il 300 con le sue ambite e numerose mete.
Le premesse sono quasi paragonabili al numero dei dettagli che si possono scorgere dalla cima del Cervigliano, in sintesi sono da considerare fondamentalmente 2 fattori, quello antropico locale e il binomio fra le insidie di terreno ed orientamento nei tratti non ufficiali.
Il punto di partenza è da via della Vittoria che prosegue la SS 366 per Agerola, superata la galleria del Traforo dell'omonima località: è saggio prender nota che la galleria dismessa non offre opportunità di parcheggio ed al contempo non si incontra il favore locale, costeggiando le case, pur non essendoci posti assegnati e/o riservati (lo sono secondo un principio di implicita appropriazione personale), quindi una prima possibilità su strada è quanto si può effettivamente fruire senza innescare discussioni.
Lasciata l'auto si sale verso la galleria, imboccando sulla dx via Traforo per svoltare subito a sx, ove sono visibili una prima "bandiera peruviana" che riporta al proprio centro il numero 367 ed un segno CAI un po' più in alto.
Questo primo tratto, denominato "Le Palommelle" di 1,3 km è un'antica mulattiera che si sviluppa a gradoni rocciosi per la risalita del crinale di Colle Sant'Angelo, ove sono presenti le vestigia dei ruderi dell'omonimo castello "a Juta": è possibile che il nome del sentiero prenda spunto dal toponimo medievale "Parata de li Palumbelle" per l'antica pratica di uccellaggione probabilmente diletto delle dimore del castello; l'incontro al ritorno di 2 figuri armati di fucile a spalla farebbero intuire che odiernamente ancora possa essere un sollazzo, nonostante il vestiario non sembrasse inequivocabilmente quello di cacciatori di cinghiale... L'intero percorso è ben evidente e segnalato, si inerpica per circa 240 m, lasciando alle spalle abitazioni, ruderi e rudimenti del luogo, ove non mancano orti e terrazzamenti agricoli che si sviluppano al di sopra della galleria, lasciando spazio e piacere alla vista della mescolanza dei colori di sassi, rocce e roccette che emergono dal fondo, ricoperto da un tappeto di fogliame color ruggine, screziate dal muschio e dalla presenza di felci: fra i fusti sino predominanti i castagni, con rare roverelle e tronchi spogli attorcigliati dall'edera.
La salita offre spunti panoramici dai colori autunnali che soppiantano il verde, soprattutto nei punti più alti, di Colle Sproviere e Colle delle Vene che appaiono di fronte.
I ruderi appaiono come alcune pietre a secco prima di giungere sul punto più alto del Colle, ove si stagliano i castagni ed un recinto rudimentale, mentre verso nord si riconosce il Cervigliano a causa dell'orribile antenne posta sulla sua fragile cima: si è in un punto di crocevia del CAI 300 che da indicazioni in direzione O porterebbe a Croce della Conocchia, passando su Colle Garofano e ad E sul Monte Cerreto dal suo versante S, puntando il N.
La direzione da seguire è la carrareccia che porta al bivio fra Fonte San Giuliano (CAI 332A a sx) e per il Cerreto (CAI 300 a dx); dopo pochi m si dovrà girare a sx, infrattandosi nel sottobosco e nel castagneto, il cui punto di breccia è praticamente impercettibile e sarà necessario aiutarsi con le APP riportanti le mappe del luogo, in particolare quelle non ufficiali, e soprattutto saperle leggere. La reale problematica è che questa via che si inerpica fra i 2 CAI è molto labile e spesso invasa da rovi e vegetazione che renderanno necessario barcamenarsi al suo interno, tenendo come punto di riferimento una rete metallica di recinzione (perdendo anche la traccia elettronica, tenendo a mente che conta maggiormente il proprio logico orientamento) sino a sbucare in un'alta via interna della Valle delle Ferriere: di qui esistono praticamente 3 vie, una a sx riconoscibile da terrazzamenti dati da staccionate inserite a più livelli, che conduce sino alla vetta del Monte Cervigliano, una via di mezza costa che permette di ammirare il castagneto del predetto monte ed un'altra cui si perde la traccia, ma che in linea teorica condurrebbe sul CAI 300 nella località Ammarrata-Imbarrata.
Si segue per un po' la via di mezza costa dal fondo terroso con spesso tappeto di foglie che molto probabilmente porterebbe sino all'incrocio per Monte Rotondo, con decorso evidente poiché accompagnato anche dai rudimenti che restano di una staccionata laterale che dà sul costone. E' opportuno specificare che tale traccia non è riportata da nessuna App ed altrettanto non è menzionata nella rete sentieristica disponibile su carta.
Tornando indietro, si opta per raggiungere il sorprendente panorama del Cervigliano, impegnando l'altrettanto imprevedibile crinale per i seguenti motivi: il primo tratto di ascesa è caratterizzato da una progressiva divergenza verso l'interno rispetto alla staccionata, individuando una debole linea di traccia dall'andamento curvilineo stretto, che si insinua nel letto di fogliame e di ricci, che a mano a mano si dirada lasciando spazio ad un terreno friabile misto ad un brecciolino delle dimensioni di un cece che comporta un maggiore sforzo nel salire e particolare attenzione nella discesa. Compare una rete sulla propria sinistra e si continua a salire talora avvicinandosi ad essa, talora allontanandosi, in particolare quando compaiono anche rocce e balzette che nel punto finale potrebbe essere necessario affrontare anche con l'aiuto delle mani per finalizzare l'incedere sino alla cima: nel riprendere fiato, vale la pena voltarsi alle proprie spalle, in direzione SO sulla Costiera Amalfitana, spaziando da Praiano ad Amalfi per sospirare doppiamente.
La salita si completa con il panorama che va descritto per i suoi 270° di goduria: da E l'inconfondibile profilo di Sant'Angelo a Tre Pizzi con il Faito, Monte Cerasuolo e Colle Garofalo, spostandosi sulla costa del Golfo di Napoli che spazia da Torre Annunziata sino alle pendici del Vesuvio (parzialmente offuscato dalle nubi), a metà strada fra i due antipodi Castellammare di Stabia e Gragnano con le sue valli ed i suoi colli. Il Golfo di Salerno è parzialmente visibile sia per l'impedimento dei castagni che dell'enorme antenna. Il profilo nord del Cervigliano è declive, dal fondo sconnesso ed infido e soprattutto esposto, per cui occhio ai propri movimenti qualora si desideri fare delle foto. Si può proseguire anche la via di cresta, costeggiando la rete e tenendosi nel boschetto di castagni sino a guadagnare un punto panoramico molto nitido sulla Costiera Amalfitana.
Si ritorna indietro, il prosieguo per la cresta porterebbe al punto di innesto del CAI 300 fra Monte Rotondo ed il Cerreto, scendendo lo sfasciume del crinale del Cervigliano per scendere ancora fuori traccia sulla breccia del 300 che porterebbe al Rifugio Santa Maria ai Monti attraverso la località Ammarrata-Imbarrata.
Ci si concede un'ultima fugace visita alla Sorgente San Giuliano chiusa da rubinetto per rientrare definitivamente ad Agerola.
Il percorso è attagliato su un inizio di tarda mattinata e conclusione che precede di circa un'ora il tramonto, pertanto è da definirsi moderato nella consapevolezza di praticare non solo un terreno non semplice per visibilità di traccia, limitata pulizia della stessa, sino allo sfasciume da percorrere sino alla cima del Cervigliano, deturpato tanto da una rete di delimitazione (non si comprende se per evitare gravi infortuni o esiti peggiori) quanto dalla grossa antenna che ricorda un telaio da canestro: non per questo una cima minore dei Lattari è sminuita nella sua potenza panoramica, avulsa dai tragitti maggiormente percorsi da avventori (motocross, personalmente ritenuta un'altra piaga alla quiete della montagna) ed escursionisti, guadagnando un punto di solitudine e riflessione al contempo.
Sono necessarie idonee calzature da escursione e bastoncini telescopici per affrontare tutte le asperità del fondo, dalle roccette, ai sassi, al particolare crinale del Cervigliano: nei periodi estivi sono consigliabili tutte le protezioni del periodo in quanto il 65% del percorso è esposto al sole. Nei periodi di ghiaccio non è un terreno che potrebbe essere conforme alle ciaspolate, stesso discorso per i ramponi, indubbiamente sarà da preferire il 300 con le sue ambite e numerose mete.
Waypoints
Comments (9)
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Bonita ruta excursionista disfrutando del bosque otoñal y de hermosos pueblos.
Felicidades amigo.
Grazie California, è stata una bella serie di passaggi. Un abbraccio.
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Information
Easy to follow
Scenery
Moderate
Percorso interessante, peccato per l' enorme via vai nei pressi del rifugio di Santa Maria dei Monti e del continuo passaggio di quad che accompagnano i turisti... Al rifugio dovrebbero arrivarci tutti a piedi. Difficile trovare l'imbocco giusto per il Cervigliano ma questo lo sapevamo già, questa parte del sentiero è infestata dai rovi. Bisognerebbe curare di più questa rete sentieristica.
Preciosa ruta con bonitas panoramicas.
Veo que los burros son algo muy comun por esta zona.
Mis 10s!!!
Grazie mille, Tolly! Gli asini sono una delle tante bellezze dell'areale di Agerola, i sentieri non sempre sono ben tenuti.
II MARCHESE18 un saludo desde Colombia, buen circuito y bien acompañado por una bella dama,siga disfrutando, felicitaciones,muchos éxitos.
Gracias Miguel, a menudo estoy acompañado por la chica que ves en la foto, de lo contrario me arriesgaría a perderme... Un abrazo
Preciosa ruta con buenas vistas. Gracias por compartir con tanto detalle tus rutas. Un abrazo
Muchas gracia por tu valoraciòn, Emilio, un abrazo