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Monte Arazzecca

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Trail stats

Distance
10.96 mi
Elevation gain
2,641 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
2,641 ft
Max elevation
6,015 ft
TrailRank 
31
Min elevation
6,015 ft
Trail type
Loop
Time
8 hours
Coordinates
1616
Uploaded
October 19, 2023
Recorded
August 2023
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near Roccaraso, Abruzzo (Italia)

Viewed 39 times, downloaded 0 times

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Itinerary description

Prima di arrivare a Roccaraso si fa una fermata ad Ateleta per fare colazione presso un’ottima pasticceria (La Bottega del Dolce, Via Piano le Casette, 01, 67030 Ateleta AQ tel. 320 077 5017). Ateleta è un paese fondato grazie ad un decreto di Gioacchino Murat che abolì le tasse a coloro che si fossero insediati in questo nuovo paese. Infatti Ateleta vuol dire senza imposte. Per questo nel centro del paese esiste un busto del re Murat. Nel tremendo autunno del 1943 l’intero paese di Ateleta fu raso al suolo ad eccezione degli edifici prospicienti la strada dai militari tedeschi. Fu purtroppo il destino di tutti gli altri centri della valle del Sangro e dell’Aventino. Era la strategia di fare terra bruciata davanti ai soldati alleati che avanzavano da sud. Ripartiti da Ateleta ci fermeremo a Pietransieri per visitare il sacrario dove sono custoditi i resti delle 120 vittime dell’eccidio del novembre 1943, in gran parte vecchi, donne e bambini, due di loro neonati di pochi mesi. Ripartiti da Pietransieri, arriveremo a Roccaraso. Il paese nel 1943 era uno dei primi centri di sport invernali italiani, era già attiva una cabinovia a fune, una delle prime in Italia e sulle sue piste era solito scendere con gli sci il principe ereditario Umberto di Savoia. Alla fine della guerra l’unico edificio ancora intatto era la cappella medievale di S. Rocco, tutto il resto del paese era un cumulo desolato di macerie dove si aggiravano i poveri abitanti in cerca di qualcosa da recuperare.
Attraversato il centro di Roccaraso con i suoi alberghi e la chiesa con i suoi nuovi mosaici, arriveremo al cimitero di Roccaraso da dove si parte.
Dopo pochi metri dalla partenza si nota a sinistra, vicino ad una pineta, un vecchio cippo dove è scritto “Bosco dell’Impero “. Esso vuole indicare che la pineta è stata impiantata nel 1936, quando l’Italia prese l’Etiopia e il re d’Italia diventò imperatore d’Etiopia. Si comincia a salire nel bosco di querce e dopo una radura si nota la prima evidente trincea di guerra che controllava la sottostante statale 17. Continuando a salire, il bosco comincia a farsi più fitto con la presenza anche dei faggi. Si scavalca un’altra grossa trincea e si arriva ad una cresta da cui si ha un bel panorama della cima boscosa dell’Arazzecca, la nostra meta.
Si esce dal bosco e si attraversa la verde valle Azenaro, ci fermeremo presso un faggio dove negli anni della sanguinosa guerriglia tra briganti e stato italiano fu linciata una donna rea di aver tradito il capo dei briganti. Poi saliremo sulla sella Campitelli da dove si apre tutta la piana dell’Aremogna. Chi si vuole fermare può andare al vicino rifugio Heidi e aspettare il ritorno del gruppo che salirà sull’Arazzecca percorrendo una sterrata che rientra in un bel bosco di faggi. Dopo un paio di km si prenderà un sentiero a destra, che era il vecchio sentiero utilizzato dai militari tedeschi per salire sulle loro postazioni in cresta. Infatti arrivati sulla cresta si nota una grossa postazione di artiglieria con un muretto a secco. Dirigendosi verso l’anticima si troverà un’altra grossa postazione. Questi cannoni tenevano sotto tiro tutta la sottostante vallata del Sangro con la città di Castel di Sangro. Qui nel novembre del 1943 fu bloccata l’avanzata dei canadesi verso Roccaraso. Tornando sulla cresta e percorrendola in salita si arriverà alla vetta dove si trova una croce accanto ad una piccola postazione. Qui trovai dei tubetti di grasso per scarponi con etichetta in lingua tedesca. Si ha un panorama a 360 gradi della Maiella, Secine, monte Campo e Capraro, tutta la piana del Sangro, le Mainarde e il vicino gruppo del Greco. Al ritorno scenderemo per il ripido pendio erboso fino a dei ripetitori passando accanto ad una lapide che ricorda la morte di un ragazzo con la moto. Dai ripetitori si ritrova la sterrata dell’andata che ci riporterà alla sella Campitelli dove ci ricongiungiamo agli altri compagni e potremmo consumare un pasto. Dopo aver mangiato cominceremo la discesa passando per il vallone di san Rocco, il campetto degli alpini dove c’è un bar e infine attraversando la val Canara ritorneremo al cimitero.

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