Montalbano: Anello Vinci -Via dei Mulini-Bacchereto-Faltognano
near Vinci, Toscana (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Lungo anello sul Montalbano, percorrendo la bella Via dei Mulini, fino al crinale con Sant’Alluccio, costeggiando poi il paese di Bacchereto e tornando sul versante opposto da Faltognano. Da rivedere la parte di percorso “pratese” in quanto i sentieri sono in cattive condizioni. Descrizione: Partenza da Vinci, imbocchiamo il Sentiero di Caterina che parte sotto un androne nel centro del borgo. Da Vinci scendiamo nella campagna circostante fino ad imboccare la cosiddetta Strada Verde, che sale sulle colline attorno a Vinci, su stradine sassose circondate da muretti a secco tra campi di ulivi. Ogni tanto incontriamo qualche rudere di case contadine che sorgono in luoghi spettacolari dal punto di vista panoramico. Giungiamo ad Anchiano, dove sorge la Casa Natale Museo di Leonardo Da Vinci. Qui all’incrocio giriamo a sinistra e prendiamo il sentiero CAI 16 La Via dei Mulini che si sviluppa lungo il torrente Forra di Balenaia dove sorgono molti antichi mulini seicenteschi diroccati. Il sentiero è in pari fino al Mulino Nannini. Da qui però sale improvvisamente divenendo leggermente esposto ma basta avere delle scarpe da trekking (attenzione: in un punto segnalato da mappa lungo il sentiero sulla destra sotto alle foglie vi è una buca non visibile; vedi “Rischio”). Arriviamo ad un bivio dove giriamo a destra sul 16 per il paese di Santa Lucia. Poco dopo decidiamo di “tagliare” per un sentiero in salita non tracciato sulle mappe (inizialmente largo poi si restringe) ma poco battuto con pruni e alberi che invadono il sentiero ma fattibile. Arriviamo così davanti alla Fonte del Romito. Da qui giriamo a sinistra sulla strada forestale principale. Dopo poco sulla destra vediamo quello che sembra un altro sentiero non segnato sulle mappe e proviamo a prenderlo ma siamo costretti a tornare indietro perché finisce nel niente (vedi Waypoint “sbagliato”). Quindi proseguiamo sulla carrareccia principale fino a Sant’Alluccio: una ampia radura con una antica torre. Fu eretta tre secoli prima dell'anno mille. Serviva come rifugio per i numerosi viandanti. Annessa all'antico Romitorio, c'era una cappella che nel corso dei secoli, fu trasformata in edificio rustico ad uso dei contadini che vi abitarono. Dotata di una bella torre merlata (oggi distrutta). L'intera costruzione è in completo stato di abbandono. La leggenda narra che fu edificata dal monaco francese Alluciem, che con altri due compagni Justis e Barontes, lasciò il monastero di Cluny, da cui aveva preso il nome dall'ordine a cui appartenevano; Cluniacense. I tre monaci si trasferirono su questi monti in tre luoghi diversi. Ognuno di loro edificò una cappella e un romitorio.
Questi luoghi (San Baronto, San Giusto al Pinone e Sant'Alluccio) presero e tutt'oggi hanno il nome dei tre frati francesi. La leggenda vuole che i tre frati si passassero, da un luogo all'altro, la mestola per murare i tre edifici. In questi edifici i pellegrini non solo venivano rifocillati, ma nel caso che ne avessero bisogno venivano curati anche fisicamente. L’edificio fu in uso Fino agli anni ‘50 del ‘900. Il complesso era proprietà del Conte Spalletti di Lucciano ed era utilizzato come casa del contadino con le stalle e le rimesse e come casa del guardiacaccia. In certi periodi fu anche residenza di vacanza dei Conti Spalletti, che vi trascorrevano alcuni periodi nella stagione estiva.
L’uso agricolo dell’edificio ci fa capire che in quel periodo l’area non era completamente boschiva e che anche sul crinale del Montalbano vi erano campi coltivati. La mancanza di alberi faceva della torre di sant’Alluccio un punto panoramico molto apprezzato da cui si poteva spingere la vista su tutti i lati. Per tale motivo, fino agli anni ’50, fu meta di scampagnate in occasioni di festività da parte degli abitanti dei paesi vicini.
Proseguiamo per il paese di Bacchereto (senza arrivarci) sul sentiero numero 5. Questo sentiero in discesa è un po’ mal tenuto con la terra scavata dalle acque che ha formato un enorme canale e le foglie che non fanno vedere cosa ci sia sotto. Per chiudere l’anello tornando sul crinale decidiamo di prendere una delle piste da mountain bike in salita tracciate sulla mappa. Il sentiero però non è segnato e non è più battuto da anni. Rovi e piante di ogni genere ostacolano il passaggio. In alcuni punti è IMPOSSIBILE procedere. Si consiglia perciò o di allungare il giro tenendo il sentiero principale o di tornare indietro dal 5. Con molta fatica arriviamo all’ampia strada sterrata di crinale e poco dopo giriamo a sinistra al bivio per il Cupolino (641 s.l.m) il punto più alto del Montalbano. Da quassù scendiamo dalla parte opposta in direzione Faltognano, con il suo grande Leccio Monumentale e la chiesetta ma soprattutto con il suo stupendo panorama sulla vallata sottostante. Passando dalla Strada di scendiamo le colline di ulivi fino a Vinci.
Ho definito il percorso difficile per la lunghezza ma soprattutto per i sentieri impervi del versante pratese.
Il Montalbano: è un’alta collina o una bassa montagna che si estende per tre province (dipende come la di vuol vedere) ricoperta da vigne alle sue pendici, da ulivi sui versanti, e poi più su da castagni, lecci, querce e conifere.
Il terreno del Montalbano ha caratteristiche sabbiose-argillose che gli conferiscono un tipico color ocra.
Il Montalbano è sempre stato un territorio intensamente antropizzato fino dai tempi degli etruschi (insediamenti erano presenti soprattutto verso il Monte Pietramarina, Poggio alla Malva e sopra Limite sull’Arno). Fino agli anni ‘50 era coltivato fino alla sua cima (vedi Sant’Alluccio). L’area all’interno della riserva di caccia medicea del Barco Reale ha invece caratteristiche maggiormente boschive, a causa della sua disposizione d’uso.
Il Montalbano ha quindi una storia millenaria, con patrimoni rurali, che la rendono meta di trekking molto interessanti.
Questi luoghi (San Baronto, San Giusto al Pinone e Sant'Alluccio) presero e tutt'oggi hanno il nome dei tre frati francesi. La leggenda vuole che i tre frati si passassero, da un luogo all'altro, la mestola per murare i tre edifici. In questi edifici i pellegrini non solo venivano rifocillati, ma nel caso che ne avessero bisogno venivano curati anche fisicamente. L’edificio fu in uso Fino agli anni ‘50 del ‘900. Il complesso era proprietà del Conte Spalletti di Lucciano ed era utilizzato come casa del contadino con le stalle e le rimesse e come casa del guardiacaccia. In certi periodi fu anche residenza di vacanza dei Conti Spalletti, che vi trascorrevano alcuni periodi nella stagione estiva.
L’uso agricolo dell’edificio ci fa capire che in quel periodo l’area non era completamente boschiva e che anche sul crinale del Montalbano vi erano campi coltivati. La mancanza di alberi faceva della torre di sant’Alluccio un punto panoramico molto apprezzato da cui si poteva spingere la vista su tutti i lati. Per tale motivo, fino agli anni ’50, fu meta di scampagnate in occasioni di festività da parte degli abitanti dei paesi vicini.
Proseguiamo per il paese di Bacchereto (senza arrivarci) sul sentiero numero 5. Questo sentiero in discesa è un po’ mal tenuto con la terra scavata dalle acque che ha formato un enorme canale e le foglie che non fanno vedere cosa ci sia sotto. Per chiudere l’anello tornando sul crinale decidiamo di prendere una delle piste da mountain bike in salita tracciate sulla mappa. Il sentiero però non è segnato e non è più battuto da anni. Rovi e piante di ogni genere ostacolano il passaggio. In alcuni punti è IMPOSSIBILE procedere. Si consiglia perciò o di allungare il giro tenendo il sentiero principale o di tornare indietro dal 5. Con molta fatica arriviamo all’ampia strada sterrata di crinale e poco dopo giriamo a sinistra al bivio per il Cupolino (641 s.l.m) il punto più alto del Montalbano. Da quassù scendiamo dalla parte opposta in direzione Faltognano, con il suo grande Leccio Monumentale e la chiesetta ma soprattutto con il suo stupendo panorama sulla vallata sottostante. Passando dalla Strada di scendiamo le colline di ulivi fino a Vinci.
Ho definito il percorso difficile per la lunghezza ma soprattutto per i sentieri impervi del versante pratese.
Il Montalbano: è un’alta collina o una bassa montagna che si estende per tre province (dipende come la di vuol vedere) ricoperta da vigne alle sue pendici, da ulivi sui versanti, e poi più su da castagni, lecci, querce e conifere.
Il terreno del Montalbano ha caratteristiche sabbiose-argillose che gli conferiscono un tipico color ocra.
Il Montalbano è sempre stato un territorio intensamente antropizzato fino dai tempi degli etruschi (insediamenti erano presenti soprattutto verso il Monte Pietramarina, Poggio alla Malva e sopra Limite sull’Arno). Fino agli anni ‘50 era coltivato fino alla sua cima (vedi Sant’Alluccio). L’area all’interno della riserva di caccia medicea del Barco Reale ha invece caratteristiche maggiormente boschive, a causa della sua disposizione d’uso.
Il Montalbano ha quindi una storia millenaria, con patrimoni rurali, che la rendono meta di trekking molto interessanti.
Waypoints
Photo
548 ft
Dettaglio muretto a secco
La prima è l’immagine di copertina e si riferisce al primo mulino che si trova lungo il percorso
Comments (1)
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I have followed this trail verified View more
Information
Easy to follow
Scenery
Difficult
Fatto oggi modificandone x nostre esigenze, ma un bellissimo percorso