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Matera

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Trail stats

Distance
8.3 mi
Elevation gain
1,519 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
1,519 ft
Max elevation
1,405 ft
TrailRank 
73
Min elevation
910 ft
Trail type
Loop
Time
7 hours 16 minutes
Coordinates
1599
Uploaded
October 22, 2021
Recorded
October 2021
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near Cementeria, Basilicata (Italia)

Viewed 1191 times, downloaded 70 times

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Itinerary description

Girare per Matera è come rivivere in un passato dimenticato. Quando si visita questa suggestiva città lucana la sensazione è quella di entrare in un presepe. Non a caso Matera è detta anche "la seconda Betlemme", ed è stata l’ambientazione di film come The passion di Mel Gibson e Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini.
Negli anni cinquanta, quando la popolazione che viveva nelle grotte scavate dentro la montagna fu costretta ad abbandonare quelle abitazioni per insediarsi in quartieri moderni, nessuno avrebbe mai pensato che quelle grotte, i “sassi”, sarebbero divenuti il simbolo di una città che rinasce.
Nel 1993 l'Unesco ha inserito i "Sassi" di Matera nella world heritage list, in quanto "esempio di sistema di vita millenario da preservare e tramandare ai posteri". Più precisamente il riconoscimento fatto alla città è quello di essere "un modello di vita in equilibrio con l'ambiente, con cui si integra senza stravolgerlo, pur sfruttandone le risorse".

Un popolo nato tra i Sassi
I geologi la chiamano “calcarenite”, la gente comune la chiama tufo: è la roccia che circonda Matera e che i maestri artigiani di questa terra hanno imparato a lavorare in tempi antichissimi. Il materiale, friabile e adattabile, viene offerto in gran quantità dalla montagna che domina la città, così alla gente di Matera sembrò normale andare lassù e scavare in quella roccia per costruirsi una casa. Il materiale che veniva estratto, era lavorato per diventare la facciata dell’abitazione.

Alla prima casa se ne aggiunsero altre, e altre ancora, fino a diventare un reticolo di abitazioni e cunicoli e viuzze che passano l’una sull’altra, l’una dentro l’altra, e si trasformano in quella magia chiamata Sassi: una gigantesca scultura, un miracolo dell’urbanistica riconosciuto patrimonio Mondiale dell'Umanità. Da quel momento in poi sono stati effettuati intensi lavori di restauro e di recupero. Oggi una visita ai Sassi rappresenta un vero tuffo nel passato di questo popolo antico.

Matera, tuttavia, non è solo Sassi. La città racchiude infatti differenti zone relative a diverse epoche: quella più antica è nel quartiere Civita, che per le sue caratteristiche morfologiche può considerarsi una fortezza naturale, con il Duomo romanico, edificato tra il 1268 e il 1270 sull’acropoli, che presenta un interno ricco di opere d'arte, tra cui una Madonna bizantineggiante del tredicesimo secolo detta “della Bruna”.
La parte medievale-rinascimentale si trova invece lungo “il Piano”, ai bordi dei Sassi. Infine c’è la città nuova, con edifici molto eleganti realizzati dai più noti architetti italiani.

Moltissime sono le chiese materane datate fra il tredicesimo e il diciannovesimo secolo, con un nutrito gruppo in stile barocco di cui S. Giovanni, S. Domenico e il Duomo sono le più antiche.

Il Parco della Murgia
Matera rappresenta, in qualche modo, il simbolo della civiltà rurale che riesce a mantenere vive le proprie tradizioni. L’espressione più alta dell'arte rupestre sviluppatasi nel territorio di Matera è nelle tantissime chiese scavate nel tufo, molto spesso affrescate, disseminate sull'altopiano murgico o inglobate nel tessuto urbanistico dei Sassi di Matera.

Waypoints

PictographReligious site Altitude 1,258 ft
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Chiesa rupestre Madonna delle Vergini

La chiesa rupestre della Madonna delle Vergini, ubicata in località Murgecchia, rientra nella lista delle numerose chiese rupestri presenti sull’intero territorio del Parco della Murgia Materana e delle Chiese Rupestri, l’unica ad essere ancora aperta al culto. Dall’aspetto grazioso, la chiesa è visibile dai Sassi ed appare come una piccola gemma, splendente anche di notte con un crocifisso illuminato che la rende facilmente individuabile. La chiesa, la cui costruzione risale al XVIII secolo, è ricavata nella roccia e presenta una facciata in muratura arricchita da cinque nicchie di cui, la più grande, ospita una statua della Madonna con Bambino realizzata alla fine del XX secolo. L’interno della chiesa presenta i segni di numerose ristrutturazioni avvenute nel tempo che ne hanno fatto perdere la struttura originaria; restano comunque apprezzabili sia l’altare centrale, con le sue decorazioni in finto marmo e la croce in rilievo realizzata nel XVII secolo posta sotto l’immagine della Madonna, sia quello sulla parete destra, oltre che una piccola acquasantiera, a sinistra, scavata nella roccia. Il popolo materano, molto affezionato al culto della Madonna delle Vergini, la considera la protettrice dell’area della Murgia Materana; i festeggiamenti in suo onore vengono celebrati l’ultima domenica di Maggio.

PictographReligious site Altitude 1,252 ft
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Chiesa rupestre Madonna dei Derelitti

La chiesa della Madonna dei Derelitti, comunemente nota come la chiesa 'della Scordata', è collocata sul versante della Gravina opposto a quello su cui sorgono i rioni Sassi, rientra nel percorso che conduce ad alcune interessanti chiese utili a capire il fenomeno dell'insediamento rupestre nell'area della Murgia materana. La cappella si presenta con una facciata in muratura realizzata in occasione del restauro del 1866, presenta degli elementi decorativi e un timpano con una nicchia centrale. L'interno, ricavato nella roccia, è a una sola navata; l'altare, addossato alla parte, è in pietra dipinta in finto marmo. Le pareti sono affrescate, sulla parete di destra, all'interno di un arco, si notano dei frammenti di difficile lettura, mentre in uno stato di conservazione migliore, a sinistra dell'altare, è l'affresco che raffigura San Nicola; ai suoi piedi è riportata un'iscrizione che, oltre ad attestare il nome del luogo di culto, documenta l'opera di restauro effettuata nel 1866 da Michele Virgintino.

PictographPanorama Altitude 1,165 ft
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Belvedere

PictographReligious site Altitude 1,208 ft
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Chiesa di San Pietro Barisano

La chiesa rupestre che rappresenta, più delle altre, il passaggio tra la tipologia di chiesa antica, scavata nel tufo, e quella moderna, costruita esternamente, è proprio la chiesa di San Pietro Barisano, o chiesa dei SS. Pietro e Paolo al Sasso Barisano. Questa chiesa rupestre, la più grande della città di Matera, prende il nome dal rione dei Sassi di costruzione più recente, il Barisano appunto, in cui è collocata. La prima edificazione della chiesa rupestre risale intorno all’anno mille ed inizialmente venne chiamata chiesa di San Pietro in Veteribus. Successivamente è stata ricostruita nel XIII secolo, mentre la facciata in muratura risale al 1755. Dall’esterno si può notare un campanile eretto sul lato sinistro della chiesa, il quale è posto su un ripiano roccioso con un livello superiore. chiesa_san_pietro_barisano_11Nel corso della sua storia la chiesa di San Pietro Barisano ha subito diverse ristrutturazioni intorno al XV e XVIII secolo. A differenza della pianta base, la chiesa è di forma quadrangolare con diversi ripiani e termina a forma di cupiste. Data la pericolosità del campanile per le case sottostanti, fu costruito un rinforzo che ha portato la struttura all’aspetto attuale. La facciata della chiesa, costruita con conci di tufo, ha uno stile architettonico molto semplice che la rende particolarmente elegante. All’interno la chiesa è suddivisa in tre navate delle quali la più importante è senza dubbio quella centrale (foto a destra), in cui è posto l’altare maggiore. Ogni navata presenta un’architettura molto semplice dal punto di vista artistico ed è separata dalle altre da pilastri a forma quadrangolare, mentre è collegata con arcate a pieno sesto. Ogni navata accoglie un altare e delle librerie. All’altezza del secondo altare della navata di destra si apriva in passato una cappella, occultata poi durante il ‘700 ed adibita ad ossario; questo ambiente conserva ancora oggi un ciclo di affreschi databili al XVI secolo, in parte recuperati durante i lavori di restauro degli ultimi anni. chiesa_san_pietro_barisano_8Le pitture raffigurano Santa Caterina d’Alessandria, un’Annunciazione, San Canione, Sant’Agostino, Sant’Eustachio, San Vito, un Santo Vescovo. Anche la navata di sinistra ha una porta che da accesso ad una piccola grotta che rappresenta la cripta della chiesa, ampliata nel corso dei secoli e destinata a luogo di sepoltura privilegiato. Questo ambiente presenta due affreschi che rappresentano rispettivamente Madonna con Bambino e forse Sant’Agostino Vescovo, oltre che due croci incise nel tufo e dei sedili ricavati nella roccia. Nel 1903 a causa della forte umidità il culto a San Pietro e San Paolo venne trasferito, insieme a gran parte degli arredi sacri tra cui la fonte battesimale, presso la chiesa di Sant’Agostino. Tra gli anni ’50 e 70′, in seguito all’abbandono dei Sassi, molte opere furono danneggiate o trafugate, tra tutte la tela dell’altare centrale. Tuttavia la chiesa rupestre, visitabile grazie alla cooperativa “Oltre l’Arte“, vanta ancora oggi la presenza di diversi oggetti e tele di notevole importanza, tra cui l’incoronazione della Beata Vergine, con gli Apostoli Pietro e Paolo, il Cristo nel Sepolcro e l’altare dell’Annunciazione.

PictographReligious site Altitude 1,292 ft
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Chiesa rupestre Madonna delle Tre Porte

Cosi’ detta per i tre archi di ingresso che conducevano a tre distinti oratori, la chiesa presenta oggi solo due delle tre navate absidate, essendo quella piu’ esterna stata distrutta da ripetuti crolli dovuti all’erosione da parte degli agenti atmosferici. La chiesa è inoltre decorata da alcune piccole nicchie e da numerose croci graffite. Analogamente ad altri complessi rupestri religiosi dell’area, nei pressi della chiesa si rinvengono i resti di una pecchiara medievale (apiario). Mirabili affreschi sono visibili nella navata centrale: una Deesis con il Cristo, la Vergine e San Giovanni, e una raffigurazione della Madonna del melograno, attribuiti al Maestro di Miglionico protagonista della pittura a fresco lucana nella seconda metà del XV secolo. Nella navata interna troviamo nell’abside una crocifissione, mentre sulla relativa parete una bellissima Annunciazione (XV secolo) ed una bizantineggiante Madonna Regina (Kyriotissa) in trono con bambino del XIII secolo. Nel 1962 a causa della totale incuria nella quale versava la chiesa (era utilizzata come riparo pastorale), gran parte degli interessanti affreschi furono distaccati e trafugati da parte di ignoti. Si scoprì in seguito essere stati un professore di storia dell’arte tedesco, Rudolf Kubesh, con due suoi allievi (la vicenda è documentata anche dalla rassegna stampa del 1963-64 presente al centro visite di Jazzo Gattini e ricostruita durante la visita). Lo splendore della Kyriotissa e della Deesis rivivono attraverso due copie esposte presso il centro visite di Jazzo Gattini, realizzate mediante una originale tecnica che unisce una abile e sapiente manualità alla modernità del restauro digitale.

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