Massiccio del Sirino: anello Santuario Madonna di Sirino, Monte Papa e Lago Laudemio dalla Chiesa della Madonna del Brusco
near Contrada Grara, Basilicata (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Salita al Santuario Madonna di Sirino e al Monte Papa partendo dalla Chiesa della Madonna del Brusco, che poi si potrebbe chiudere con un “anello alto” sul Santuario Madonna di Sirino e rientro alla Madonna del Brusco lungo il bel sentiero dell’andata.
Oggi, però, abbiamo deciso all’unanimità (3 bipedi + 1 quadrupede 🐾) di tentare un anello integrale cercando di ricalcare le linee di una vecchia traccia-sentiero segnata nelle cartine IGM serie 1:25000.
Queste vecchie tracce non confermate su altre cartine escursionistiche spesso sono poco o quasi per nulla evidenti perché ormai “riassorbite” dal tempo e dalla natura vista la quasi inesistente frequentazione.
Prima di provarci conviene almeno controllare e scaricare una mappa di pendenza per capire le difficoltà massime di ripido che si potrebbero trovare, oltre ad avere una mappa IGM calibrata e precaricata sul proprio terminale.
Tutto questo non evita eventuali “sorprese negative” dovute a grosse frane o altro che costringerebbero a rinunciare con dietro-front lunghi e faticosi.
Di conseguenza bisogna intendere queste vecchie tracce-sentieri semplicemente come linee guida per un «fuoripista assistito da affrontare con calma, flessibilità, PRUDENZA e spirito di osservazione del territorio».
Fortunatamente non abbiamo incontrato alcuna frana o altro che interrompesse la discesa, ma (direi ovviamente) abbiamo fatto i conti nella parte bassa, non coperta da bosco di alto fusto, con dei “banchi di rovi” che chiudevano la traccia e ci hanno costretto a dei lenti mini-aggiramenti per minimizzare i «passaggi GRAFFIANTI diretti».
******************************
Salita al Santuario Madonna di Sirino o Madonna della Neve dalla Chiesa della Madonna del Brusco
Dalla Chiesa della Madonna del Brusco si imbocca la stradina forestale che sta a monte, si trova quasi subito la diramazione con la stradina finale del ritorno di questa escursione, e si prosegue molto comodamente per circa 1,7 km.
Poi la stradina diventa largo sentiero dove si trovano delle frecce con indicazioni “MADONNA DI SIRINO” a qualche bivio, e si esce dal bosco con i primi bei panorami verso Lagonegro e il mare.
Si continua con comodi tornanti in campo aperto fino ad immettersi nel sentiero ben segnato CAI che sale dall’area del Lago Sirino (come possibile esempio di salita da quel versante vedi itinerario → Massiccio del Sirino: Santuario Madonna di Sirino (o Madonna della Neve) e Monte Papa da Varcovalle presso il Lago Sirino).
Ancora poco più di 5 minuti e si arriva al Santuario Madonna di Sirino o Madonna della Neve.
Dal Santuario Madonna di Sirino o Madonna della Neve al Monte Papa
Dal Santuario Madonna di Sirino (oggi domenica era aperto) si scende per stradetta a un valico carrozzabile, e da qui ci sono almeno tre opzioni per salire verso il Monte Papa.
Noi abbiamo scelto quella centrale della “Schiena d’Asino” che inizia con alcune decine di metri su crestina non difficile, dove si intuisce il camminamento migliore e dove c’è anche qualche segno rosso: occhio solo a qualche pietra smossa.
Poi si entra in un boschetto abbastanza fitto con una traccia principale dove abbiamo visto un paio di piccoli ometti in corrispondenza di altrettante diramazioni.
Ci sono varie tracce di camminamenti di mucche che possono creare confusione, ma basta stare nei pressi del filo di dorsale (più verso sinistra direzione salita) e si esce sui camminamenti finali in campo aperto ben segnati CAI.
Più o meno sotto la verticale della vetta del Monte Papa abbiamo tagliato diretti per il pendio prativo, e anche lì si trova qualche bollino rosso dipinto sulle pietre a terra.
Dalla vetta del Monte Papa al Lago Laudemio (o Lago Remmo) e continuazione anello fino all’inizio del fuoripista finale
Dalla vetta principale del Monte Papa (con Croce e libro delle firme) in breve si va all’anticima quotata 2 metri in meno, e da qui non abbiamo proseguito sulle tracce ufficiali in direzione sud per la terza cima – siamo scesi direttamente in direzione est verso il valico dove arrivano gli impianti sciistici di risalita dal Lago Laudemio.
Discesa “standard” verso Lago Laudemio seguendo le varie stradine estive, breve visita al Lago Laudemio (“non al massimo della forma” in questa stagione) e poi imbocco del sentiero che sta di fronte alla rotonda stradale che anticipa il parcheggio degli impianti di risalita.
Il sentiero-stradina esegue un gran curvone verso sinistra sotto altri skilift, e poi inizia a scendere.
Si continua in una gran bella faggeta fino a entrare nella Val dei Porcili (toponimo da IGM) dove si inizia a salire in corrispondenza di un grande spiazzo con postazione fissa di barbecue in pietra.
La larga stradetta seguita finora prosegue incontrando una freccia “MADONNA DI SIRINO” e poi si “fonde” per un breve tratto con un piatto canaletto superficiale dove un paio di ometti rassicurano che va tutto bene – infine diventa sentiero alzandosi sul fianco boschivo di destra rispetto al senso di marcia di questa escursione.
Con vari tornantini su traccia sempre ben riconoscibile si arriva ad immettersi sulla sterrata carrozzabile che conduce al Santuario Madonna di Sirino o Madonna della Neve.
Qui bisogna decidere se chiudere l’anello alto verso il Santuario o provare il «fuoripista finale assistito da traccia IGM da affrontare con calma, flessibilità, PRUDENZA e spirito di osservazione del territorio».
Fuoripista finale di rientro alla Chiesa della Madonna del Brusco seguendo una vecchia traccia delle mappe IGM
Il finale di oggi è sicuramente più breve come km rispetto a una chiusura standard che ripassa per il Santuario Madonna di Sirino, ma è più lungo come tempi visto lo stato di abbandono e incuria del vecchio tracciato.
Sarebbe una bella alternativa non troppo difficile se ripristinata a uno standard escursionistico normale.
Da qui in poi ABBIAMO SEMPRE SEGUITO la linea del vecchio sentiero della mappa IGM rimanendo a pochi metri di distanza da quanto si vedeva a terminale per adattarci alla realtà attuale del fianco montuoso.
Al punto di immissione nella strada carrozzabile si nota proprio di fronte un inizio di camminamento che passa in un largo corridoio tra i faggi (probabilmente un vecchio taglio boschivo).
Dopo poco abbiamo piegato a sinistra in discesa quasi diretta sul pendio non troppo ripido e dal fondo morbido abbastanza agevole.
All’inizio c’è una traccia guida (ma è di animali, non è un sentiero vero) ed abbiamo incrociato e tralasciato un’altra traccia che corrisponde ad altro sentiero mappato IGM che va di traverso senza scendere.
Abbiamo continuato in discesa con altri piccoli scarti verso sinistra per individuare il punto chiave di questa prima parte, ovvero l’attraversamento dell’impluvio della Valle del Palummo (toponimo da IGM): seguendo la linea su mappa abbiamo individuato il facile passaggio giungendovi senza incontrare alcun vero camminamento continuo.
Prima di attraversare l’impluvio della Valle del Palummo abbiamo visto dall’altro lato l’inizio di un sentierino.
Dopo l’attraversamento siamo usciti di pochi metri più alti di questo sentierino, e dopo averlo raggiunto l’abbiamo seguito senza problemi nel lungo traverso fino all’uscita dal bosco di alto fusto su un pendio aperto a base erbe alte “non pungenti” con varie fasce di pietre sparse (questo pendio è un largo crinale che divide la Valle del Palummo dalla Valle della Nevera).
Da qui, volgendo lo sguardo verso l’alto, si nota la recinzione del Santuario Madonna di Sirino.
La mappa di pendenza segnala in questa fascia aperta il “ripido più ripido”: anche a occhio (e … anche per le gambe) è così.
Alcune fasce del pendio sono sui 30° (trenta gradi, non trenta per cento) con punte di 35°: con attenzione e piano-piano si cammina sempre in discesa senza appoggiare le mani – vietato inciampare.
La linea del sentiero mappato IGM qui esegue vari tornanti, ma abbiamo rilevato solo un paio di brevissimi tratti di camminamento tra le erbe alte.
Dunque, siamo scesi diretti tenendo d’occhio i “tornanti virtuali” per non perdere la direzione generale, e ci siamo infilati di conseguenza nel boschetto successivo più in basso poco prima del secondo punto chiave di orientamento di questa discesa.
Bisogna individuare, ai margini di questo boschetto, una traccia di sentiero che inizia un lungo traverso verso sinistra: abbiamo trovato l’inizio di questa svolta proprio dov’era segnalata nella mappa IGM, e l’inizio era chiuso da un grosso rovo facilmente aggirabile.
Dopo pochi metri ancora un grosso rovo “facilmente bucabile”, e siamo arrivati in un boschetto più rado dove, ovviamente, c’era una prima fascia di rovi quasi continui.
Qui, con lentezza, ci siamo spostati a destra seguendo sempre la linea mappata IGM per giungere in un tratto aperto con bassi arbusti che fiancheggia un “confine di pascolo” delimitato da un filo arancione di quelli alimentati a batteria quando sono presenti le mucche per non farle disperdere.
Da questo punto siamo avanzati abbastanza comodamente fino a un tratto con reticolato che si sovrappone al filo arancione, e dopo pochi metri abbiamo trovato il settore più difficile e fastidioso per i rovi.
Per un tratto il sentiero mappato IGM continua lungo il “confine di pascolo” e all’inizio le “isole di rovi” si aggiravano lentamente ma in modo abbastanza individuabile a un primo colpo d’occhio.
Quando la linea del sentiero mappato IGM piega a sinistra per puntare all’attraversamento del Fosso Tapparo (toponimo IGM) le “isole di rovi” sono diventate più ravvicinate e dunque … anche infilarsi tra le ginestre è diventata una buona opzione. 😁
Comunque, ancora con calma abbiamo trovato i passaggi con poche prove, fino ad entrare in discesa in un breve largo valloncello libero, a pochi metri di distanza dal già visibile impluvio del Fosso Tapparo.
Per fare i circa 100 metri in linea d’aria (sempre più o meno sulle linee IGM) e attraversare l’impluvio abbiamo impiegato circa mezz’ora.
Abbiamo dovuto fare diversi su e giù di pochi metri dentro il valloncello libero per avvicinarci a degli “inizi di falsi corridoi” che puntavano dentro una larga fascia continua di fitti rovi a difesa del passaggio.
Alla fine, ma non si può spiegare dove, abbiamo visto una specie di cunicolo dove si poteva passare trascinandosi da seduti per pochi metri e con pochi spostamenti di rovi, e il seguito era su rovi bassi calpestabili.
È chiaro che con un machete non si fanno tutti questi ragionamenti che sono funzionali a preservare l’abbigliamento ed evitare il più possibile di graffiarsi.
È meglio non indossare pantaloni corti, o lunghi di struttura troppo leggera.
Attraversato il Fosso Tapparo c’è una traccia-sentiero un po’ ostruita (ma si può salire anche diretti) che raggiunge pochi metri più in alto una vera stradina forestale, ed è quella che porta definitivamente alla diramazione iniziale vista subito dopo la partenza dalla Chiesa della Madonna del Brusco.
Conclusione: la discesa è fattibile – l’abbiamo fatta pure con … una bimba a 4 zampe 🐾 – ma bisogna affrontarla sapendo che è un’altra cosa rispetto al resto dell’escursione, bisogna avere «spirito selvaggio» e SOPRATTUTTO il gruppo deve essere AFFIATATO.
La valutazione Wikiloc è “medio” tenendo conto di tutte le premesse fatte (compresi esperienze pregresse, studi delle mappe e margine di tempo) altrimenti è “difficile”.
Oggi, però, abbiamo deciso all’unanimità (3 bipedi + 1 quadrupede 🐾) di tentare un anello integrale cercando di ricalcare le linee di una vecchia traccia-sentiero segnata nelle cartine IGM serie 1:25000.
Queste vecchie tracce non confermate su altre cartine escursionistiche spesso sono poco o quasi per nulla evidenti perché ormai “riassorbite” dal tempo e dalla natura vista la quasi inesistente frequentazione.
Prima di provarci conviene almeno controllare e scaricare una mappa di pendenza per capire le difficoltà massime di ripido che si potrebbero trovare, oltre ad avere una mappa IGM calibrata e precaricata sul proprio terminale.
Tutto questo non evita eventuali “sorprese negative” dovute a grosse frane o altro che costringerebbero a rinunciare con dietro-front lunghi e faticosi.
Di conseguenza bisogna intendere queste vecchie tracce-sentieri semplicemente come linee guida per un «fuoripista assistito da affrontare con calma, flessibilità, PRUDENZA e spirito di osservazione del territorio».
Fortunatamente non abbiamo incontrato alcuna frana o altro che interrompesse la discesa, ma (direi ovviamente) abbiamo fatto i conti nella parte bassa, non coperta da bosco di alto fusto, con dei “banchi di rovi” che chiudevano la traccia e ci hanno costretto a dei lenti mini-aggiramenti per minimizzare i «passaggi GRAFFIANTI diretti».
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Salita al Santuario Madonna di Sirino o Madonna della Neve dalla Chiesa della Madonna del Brusco
Dalla Chiesa della Madonna del Brusco si imbocca la stradina forestale che sta a monte, si trova quasi subito la diramazione con la stradina finale del ritorno di questa escursione, e si prosegue molto comodamente per circa 1,7 km.
Poi la stradina diventa largo sentiero dove si trovano delle frecce con indicazioni “MADONNA DI SIRINO” a qualche bivio, e si esce dal bosco con i primi bei panorami verso Lagonegro e il mare.
Si continua con comodi tornanti in campo aperto fino ad immettersi nel sentiero ben segnato CAI che sale dall’area del Lago Sirino (come possibile esempio di salita da quel versante vedi itinerario → Massiccio del Sirino: Santuario Madonna di Sirino (o Madonna della Neve) e Monte Papa da Varcovalle presso il Lago Sirino).
Ancora poco più di 5 minuti e si arriva al Santuario Madonna di Sirino o Madonna della Neve.
Dal Santuario Madonna di Sirino o Madonna della Neve al Monte Papa
Dal Santuario Madonna di Sirino (oggi domenica era aperto) si scende per stradetta a un valico carrozzabile, e da qui ci sono almeno tre opzioni per salire verso il Monte Papa.
Noi abbiamo scelto quella centrale della “Schiena d’Asino” che inizia con alcune decine di metri su crestina non difficile, dove si intuisce il camminamento migliore e dove c’è anche qualche segno rosso: occhio solo a qualche pietra smossa.
Poi si entra in un boschetto abbastanza fitto con una traccia principale dove abbiamo visto un paio di piccoli ometti in corrispondenza di altrettante diramazioni.
Ci sono varie tracce di camminamenti di mucche che possono creare confusione, ma basta stare nei pressi del filo di dorsale (più verso sinistra direzione salita) e si esce sui camminamenti finali in campo aperto ben segnati CAI.
Più o meno sotto la verticale della vetta del Monte Papa abbiamo tagliato diretti per il pendio prativo, e anche lì si trova qualche bollino rosso dipinto sulle pietre a terra.
Dalla vetta del Monte Papa al Lago Laudemio (o Lago Remmo) e continuazione anello fino all’inizio del fuoripista finale
Dalla vetta principale del Monte Papa (con Croce e libro delle firme) in breve si va all’anticima quotata 2 metri in meno, e da qui non abbiamo proseguito sulle tracce ufficiali in direzione sud per la terza cima – siamo scesi direttamente in direzione est verso il valico dove arrivano gli impianti sciistici di risalita dal Lago Laudemio.
Discesa “standard” verso Lago Laudemio seguendo le varie stradine estive, breve visita al Lago Laudemio (“non al massimo della forma” in questa stagione) e poi imbocco del sentiero che sta di fronte alla rotonda stradale che anticipa il parcheggio degli impianti di risalita.
Il sentiero-stradina esegue un gran curvone verso sinistra sotto altri skilift, e poi inizia a scendere.
Si continua in una gran bella faggeta fino a entrare nella Val dei Porcili (toponimo da IGM) dove si inizia a salire in corrispondenza di un grande spiazzo con postazione fissa di barbecue in pietra.
La larga stradetta seguita finora prosegue incontrando una freccia “MADONNA DI SIRINO” e poi si “fonde” per un breve tratto con un piatto canaletto superficiale dove un paio di ometti rassicurano che va tutto bene – infine diventa sentiero alzandosi sul fianco boschivo di destra rispetto al senso di marcia di questa escursione.
Con vari tornantini su traccia sempre ben riconoscibile si arriva ad immettersi sulla sterrata carrozzabile che conduce al Santuario Madonna di Sirino o Madonna della Neve.
Qui bisogna decidere se chiudere l’anello alto verso il Santuario o provare il «fuoripista finale assistito da traccia IGM da affrontare con calma, flessibilità, PRUDENZA e spirito di osservazione del territorio».
Fuoripista finale di rientro alla Chiesa della Madonna del Brusco seguendo una vecchia traccia delle mappe IGM
Il finale di oggi è sicuramente più breve come km rispetto a una chiusura standard che ripassa per il Santuario Madonna di Sirino, ma è più lungo come tempi visto lo stato di abbandono e incuria del vecchio tracciato.
Sarebbe una bella alternativa non troppo difficile se ripristinata a uno standard escursionistico normale.
Da qui in poi ABBIAMO SEMPRE SEGUITO la linea del vecchio sentiero della mappa IGM rimanendo a pochi metri di distanza da quanto si vedeva a terminale per adattarci alla realtà attuale del fianco montuoso.
Al punto di immissione nella strada carrozzabile si nota proprio di fronte un inizio di camminamento che passa in un largo corridoio tra i faggi (probabilmente un vecchio taglio boschivo).
Dopo poco abbiamo piegato a sinistra in discesa quasi diretta sul pendio non troppo ripido e dal fondo morbido abbastanza agevole.
All’inizio c’è una traccia guida (ma è di animali, non è un sentiero vero) ed abbiamo incrociato e tralasciato un’altra traccia che corrisponde ad altro sentiero mappato IGM che va di traverso senza scendere.
Abbiamo continuato in discesa con altri piccoli scarti verso sinistra per individuare il punto chiave di questa prima parte, ovvero l’attraversamento dell’impluvio della Valle del Palummo (toponimo da IGM): seguendo la linea su mappa abbiamo individuato il facile passaggio giungendovi senza incontrare alcun vero camminamento continuo.
Prima di attraversare l’impluvio della Valle del Palummo abbiamo visto dall’altro lato l’inizio di un sentierino.
Dopo l’attraversamento siamo usciti di pochi metri più alti di questo sentierino, e dopo averlo raggiunto l’abbiamo seguito senza problemi nel lungo traverso fino all’uscita dal bosco di alto fusto su un pendio aperto a base erbe alte “non pungenti” con varie fasce di pietre sparse (questo pendio è un largo crinale che divide la Valle del Palummo dalla Valle della Nevera).
Da qui, volgendo lo sguardo verso l’alto, si nota la recinzione del Santuario Madonna di Sirino.
La mappa di pendenza segnala in questa fascia aperta il “ripido più ripido”: anche a occhio (e … anche per le gambe) è così.
Alcune fasce del pendio sono sui 30° (trenta gradi, non trenta per cento) con punte di 35°: con attenzione e piano-piano si cammina sempre in discesa senza appoggiare le mani – vietato inciampare.
La linea del sentiero mappato IGM qui esegue vari tornanti, ma abbiamo rilevato solo un paio di brevissimi tratti di camminamento tra le erbe alte.
Dunque, siamo scesi diretti tenendo d’occhio i “tornanti virtuali” per non perdere la direzione generale, e ci siamo infilati di conseguenza nel boschetto successivo più in basso poco prima del secondo punto chiave di orientamento di questa discesa.
Bisogna individuare, ai margini di questo boschetto, una traccia di sentiero che inizia un lungo traverso verso sinistra: abbiamo trovato l’inizio di questa svolta proprio dov’era segnalata nella mappa IGM, e l’inizio era chiuso da un grosso rovo facilmente aggirabile.
Dopo pochi metri ancora un grosso rovo “facilmente bucabile”, e siamo arrivati in un boschetto più rado dove, ovviamente, c’era una prima fascia di rovi quasi continui.
Qui, con lentezza, ci siamo spostati a destra seguendo sempre la linea mappata IGM per giungere in un tratto aperto con bassi arbusti che fiancheggia un “confine di pascolo” delimitato da un filo arancione di quelli alimentati a batteria quando sono presenti le mucche per non farle disperdere.
Da questo punto siamo avanzati abbastanza comodamente fino a un tratto con reticolato che si sovrappone al filo arancione, e dopo pochi metri abbiamo trovato il settore più difficile e fastidioso per i rovi.
Per un tratto il sentiero mappato IGM continua lungo il “confine di pascolo” e all’inizio le “isole di rovi” si aggiravano lentamente ma in modo abbastanza individuabile a un primo colpo d’occhio.
Quando la linea del sentiero mappato IGM piega a sinistra per puntare all’attraversamento del Fosso Tapparo (toponimo IGM) le “isole di rovi” sono diventate più ravvicinate e dunque … anche infilarsi tra le ginestre è diventata una buona opzione. 😁
Comunque, ancora con calma abbiamo trovato i passaggi con poche prove, fino ad entrare in discesa in un breve largo valloncello libero, a pochi metri di distanza dal già visibile impluvio del Fosso Tapparo.
Per fare i circa 100 metri in linea d’aria (sempre più o meno sulle linee IGM) e attraversare l’impluvio abbiamo impiegato circa mezz’ora.
Abbiamo dovuto fare diversi su e giù di pochi metri dentro il valloncello libero per avvicinarci a degli “inizi di falsi corridoi” che puntavano dentro una larga fascia continua di fitti rovi a difesa del passaggio.
Alla fine, ma non si può spiegare dove, abbiamo visto una specie di cunicolo dove si poteva passare trascinandosi da seduti per pochi metri e con pochi spostamenti di rovi, e il seguito era su rovi bassi calpestabili.
È chiaro che con un machete non si fanno tutti questi ragionamenti che sono funzionali a preservare l’abbigliamento ed evitare il più possibile di graffiarsi.
È meglio non indossare pantaloni corti, o lunghi di struttura troppo leggera.
Attraversato il Fosso Tapparo c’è una traccia-sentiero un po’ ostruita (ma si può salire anche diretti) che raggiunge pochi metri più in alto una vera stradina forestale, ed è quella che porta definitivamente alla diramazione iniziale vista subito dopo la partenza dalla Chiesa della Madonna del Brusco.
Conclusione: la discesa è fattibile – l’abbiamo fatta pure con … una bimba a 4 zampe 🐾 – ma bisogna affrontarla sapendo che è un’altra cosa rispetto al resto dell’escursione, bisogna avere «spirito selvaggio» e SOPRATTUTTO il gruppo deve essere AFFIATATO.
La valutazione Wikiloc è “medio” tenendo conto di tutte le premesse fatte (compresi esperienze pregresse, studi delle mappe e margine di tempo) altrimenti è “difficile”.
Waypoints
Waypoint
5,547 ft
05 - Foto nei pendii finali in avvicinamento al Santuario Madonna di Sirino o Madonna della Neve
Waypoint
5,830 ft
06 - Foto nei pendii finali in avvicinamento al Santuario Madonna di Sirino o Madonna della Neve
Waypoint
5,872 ft
07 - Foto nei pendii finali in avvicinamento al Santuario Madonna di Sirino o Madonna della Neve
Waypoint
6,052 ft
08 - Postazione di osservazione nei pressi del Santuario Madonna di Sirino o Madonna della Neve
Religious site
6,142 ft
09 - Santuario Madonna di Sirino o Madonna della Neve sulla vetta del Monte Sirino
Waypoint
6,008 ft
11 - Foto verso il Monte Papa poco dopo la ripartenza dal Santuario Madonna di Sirino o Madonna della Neve
Waypoint
5,848 ft
12 - Imbocco traccia di sentiero per la prima parte della cresta della Schiena d'Asino
Waypoint
5,964 ft
16 - Foto nel boschetto che segue la Schiena d'Asino in salita verso il Monte Papa
Waypoint
5,393 ft
22 - Foto dal sentiero di discesa lungo le piste sciistiche verso il Lago Laudemio
Waypoint
5,436 ft
28 - Foto poco prima di incontrare la carrozzabile che sale verso il Santuario Madonna di Sirino o Madonna della Neve
Waypoint
5,641 ft
29 - Attraversamento della carrozzabile che sale verso il Santuario Madonna di Sirino o Madonna della Neve
Waypoint
5,393 ft
30 - Foto in discesa verso l'attraversamento dell'impluvio della Valle del Palummo
Waypoint
5,093 ft
32 - Foto al sentierino che segue l'attraversamento dell'impluvio della Valle del Palummo
Waypoint
4,971 ft
33 - Uscita dal bosco dopo l'attraversamento dell'impluvio della Valle del Palummo
Waypoint
4,817 ft
34 - Foto nel ripido pendio-crinale aperto che divide la Valle del Palummo e la Valle della Nevera
Waypoint
4,740 ft
35 - Foto nel ripido pendio-crinale aperto che divide la Valle del Palummo e la Valle della Nevera
Waypoint
4,455 ft
36 - Foto nel ripido pendio-crinale aperto che divide la Valle del Palummo e la Valle della Nevera
Waypoint
4,182 ft
37 - Foto all'inizio del sentiero che va in direzione dell'attraversamento del Fosso Tapparo
Waypoint
3,634 ft
41 - Immissione in stradetta forestale finale dopo l'attraversamento dell'impluvio del Fosso Tapparo
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