MASSA LUBRENSE NA (Termini - Monte San Costanzo - Punta Campanella - Grotta di Minerva - via Minerva) CAI 348+300
near Termini, Campania (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
TRACCIA NON ADATTA A TUTTI!!
Il segnale GPS ha iniziato a registrare un po' dopo, ma è un percorso ad anello.
Dopo aver parcheggiato la macchina in una traversa della piazzetta Santa Croce a Termini, frazione di Massa Lubrense, ci incamminiamo in direzione Monte San Costanzo preferendo seguire il sentiero CAI 348 che taglia via del Monte, strada che porta quasi fino in cima con l'auto. La salita non è particolarmente impegnativa, permette di attraversare una pineta seguendo le croci in legno lungo il percorso fino ad arrivare alla piccola chiesetta bianca, si dice aperta al pubblico solo in un paio di occasioni l'anno. Il panorama che si gode da tutto intorno la chiesette permette allo sguardo di abbracciare sia il Golfo di Napoli che di Salerno, il Vesuvio, le isole di Capri ed Ischia, la Baia di Jeranto e Marina del Cantone.
Ritornando per un po' sui nostri passi ci dirigiamo in direzione antenne, poco prima il sentiero si biforca per poi ricongiungersi poco più sotto: a destra un percorso più agevole, a sinistra un percorso caratterizzato da speroni a vista su un declivio a picco sul mare che dà sulla Baia di Jeranto. Se soffrite di vertigini o siete al primo approccio col trekking non ve lo consiglio!
Dopo circa un'oretta di cammino inizia a fare capolino in basso il Faro di Punta Campanella, sul promontorio Minervae, su cui aleggiano numerose leggende una delle quali narra che qui un tempo sorgeva la Torre di Minerva su cui c'era una campana che veniva fatta suonare in caso di attacco dei pirati. Durante un'incursione però riuscirono a rubare la campana della chiesa di Sant'Antonino Abate, protettore di Sorrento, e a issarla sulla nave che l'avrebbe condotta ad Algeri, ma proprio all'altezza dell'attuale Punta Campanella furono costretti a fermarsi. I tentativi dei Saraceni per far avanzare la nave furono inutili, sembrava che una mano di ferro la tenesse inchiodata sul fondo. Preoccupati, pensarono di alleggerirla gettando in mare molti degli oggetti che avevano rubato a Sorrento, ma solo quando si liberarono della campana riuscirono a doppiare la punta e tornare a casa. La leggenda vuole che, non appena la campana fu gettata in mare, si levò un improvviso e fortissimo vento che consentì al vascello pirata di raggiungere in pochi attimi le altre fuste. C’è, inoltre, chi sostiene che ogni 14 febbraio, festa del santo protettore di Sorrento, si sente la campana suonare sott’acqua.
Nei pressi della torre, in una fenditura del terreno, si può scendere alla Grotta di Minerva o delle Sirene, dove si narra che Partenope quando era lontana dall'isola de Li Galli qui trovava rifugio. Il riverbero del mare, assieme ai riflessi di luce che penetrano dalle sue aperture, amplificano l'aurea mistica del luogo. Sulle pareti esterne alla grotta a picco sul mare sono tracciate vie d'arrampicata. La discesa alla grotta non è adatta a tutti, speroni di roccia, a tratti scivolose, costringono a mantenersi a corde predisposte per tratti di difficoltà alpinistica.. Lungo la parete rocciosa di discesa si dice sia stata scolpita un'epigrafe rupestre in lingua osca che menziona i nomi di chi ha lavorato all'approdo nel II sec. a.C..
Dal faro poi parte l'antica via Minerva, a tratti ancora pavimentata in basolato romano, una tranquilla e rilassante passeggiata dopo la fatica della discesa da Monte San Costanzo, che ci permette di avere sulla destra sempre ben visibile l'isola di Capri e di incontrare lungo il percorso la Torre Fossa di Papa che ospita un delizioso agriturismo e dall'alto anche la bellissima Cala di Mitigliano. Dopo circa un'oretta raggiungiamo il punto di partenza non prima di una breve sosta per una granita al limone al Chiosco Bar San Costanzo dove ci ha accolto il sorriso del proprietario.
Assolutamente indispensabile scarpe da trekking, camminare sulle pietre in discesa credetemi sarà molto stressante per i vostri piedi.
Acqua a volontà poiché non ci sono fonti sul percorso.
Se prima di arrivare a punta Campanella vi rendete conto che la discesa non è nelle vostre corde le tracce permettono di chiudere il percorso ad anello con due possibilità: il Vuallariello o il Sentiero del cuore.
Altre traccie approcciano il sentiero al contrario, noi abbiamo preferito così per non affrontare la tipica salita dopo aver pranzato.
Il segnale GPS ha iniziato a registrare un po' dopo, ma è un percorso ad anello.
Dopo aver parcheggiato la macchina in una traversa della piazzetta Santa Croce a Termini, frazione di Massa Lubrense, ci incamminiamo in direzione Monte San Costanzo preferendo seguire il sentiero CAI 348 che taglia via del Monte, strada che porta quasi fino in cima con l'auto. La salita non è particolarmente impegnativa, permette di attraversare una pineta seguendo le croci in legno lungo il percorso fino ad arrivare alla piccola chiesetta bianca, si dice aperta al pubblico solo in un paio di occasioni l'anno. Il panorama che si gode da tutto intorno la chiesette permette allo sguardo di abbracciare sia il Golfo di Napoli che di Salerno, il Vesuvio, le isole di Capri ed Ischia, la Baia di Jeranto e Marina del Cantone.
Ritornando per un po' sui nostri passi ci dirigiamo in direzione antenne, poco prima il sentiero si biforca per poi ricongiungersi poco più sotto: a destra un percorso più agevole, a sinistra un percorso caratterizzato da speroni a vista su un declivio a picco sul mare che dà sulla Baia di Jeranto. Se soffrite di vertigini o siete al primo approccio col trekking non ve lo consiglio!
Dopo circa un'oretta di cammino inizia a fare capolino in basso il Faro di Punta Campanella, sul promontorio Minervae, su cui aleggiano numerose leggende una delle quali narra che qui un tempo sorgeva la Torre di Minerva su cui c'era una campana che veniva fatta suonare in caso di attacco dei pirati. Durante un'incursione però riuscirono a rubare la campana della chiesa di Sant'Antonino Abate, protettore di Sorrento, e a issarla sulla nave che l'avrebbe condotta ad Algeri, ma proprio all'altezza dell'attuale Punta Campanella furono costretti a fermarsi. I tentativi dei Saraceni per far avanzare la nave furono inutili, sembrava che una mano di ferro la tenesse inchiodata sul fondo. Preoccupati, pensarono di alleggerirla gettando in mare molti degli oggetti che avevano rubato a Sorrento, ma solo quando si liberarono della campana riuscirono a doppiare la punta e tornare a casa. La leggenda vuole che, non appena la campana fu gettata in mare, si levò un improvviso e fortissimo vento che consentì al vascello pirata di raggiungere in pochi attimi le altre fuste. C’è, inoltre, chi sostiene che ogni 14 febbraio, festa del santo protettore di Sorrento, si sente la campana suonare sott’acqua.
Nei pressi della torre, in una fenditura del terreno, si può scendere alla Grotta di Minerva o delle Sirene, dove si narra che Partenope quando era lontana dall'isola de Li Galli qui trovava rifugio. Il riverbero del mare, assieme ai riflessi di luce che penetrano dalle sue aperture, amplificano l'aurea mistica del luogo. Sulle pareti esterne alla grotta a picco sul mare sono tracciate vie d'arrampicata. La discesa alla grotta non è adatta a tutti, speroni di roccia, a tratti scivolose, costringono a mantenersi a corde predisposte per tratti di difficoltà alpinistica.. Lungo la parete rocciosa di discesa si dice sia stata scolpita un'epigrafe rupestre in lingua osca che menziona i nomi di chi ha lavorato all'approdo nel II sec. a.C..
Dal faro poi parte l'antica via Minerva, a tratti ancora pavimentata in basolato romano, una tranquilla e rilassante passeggiata dopo la fatica della discesa da Monte San Costanzo, che ci permette di avere sulla destra sempre ben visibile l'isola di Capri e di incontrare lungo il percorso la Torre Fossa di Papa che ospita un delizioso agriturismo e dall'alto anche la bellissima Cala di Mitigliano. Dopo circa un'oretta raggiungiamo il punto di partenza non prima di una breve sosta per una granita al limone al Chiosco Bar San Costanzo dove ci ha accolto il sorriso del proprietario.
Assolutamente indispensabile scarpe da trekking, camminare sulle pietre in discesa credetemi sarà molto stressante per i vostri piedi.
Acqua a volontà poiché non ci sono fonti sul percorso.
Se prima di arrivare a punta Campanella vi rendete conto che la discesa non è nelle vostre corde le tracce permettono di chiudere il percorso ad anello con due possibilità: il Vuallariello o il Sentiero del cuore.
Altre traccie approcciano il sentiero al contrario, noi abbiamo preferito così per non affrontare la tipica salita dopo aver pranzato.
Waypoints
Religious site
1,693 ft
Sito religioso
Chiesa di San Costanzo aperta solo in un paio di occasioni all'anno
Panorama
1,654 ft
Panorama
Tratto a sinistra delle antenne non adatto a tutti.. speroni rocciosi a vista e declivio a strapiombo
Intersection
1,553 ft
Intersezione
Il sentiero definito vecchio CAI 300 è quello più agevole per la discesa
Panorama
293 ft
Fenditura in basso della roccia per l'accesso alla Grotta di Minerva
Insenatura per raggiungere la Grotta di Minerva
Comments (7)
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Salve per visitare grotta Minerva da punta Campanella è raggiungibile?
La grotta di Minerva si trova proprio nei pressi del faro di punta Campanella, l'accesso è in una fenditura del terreno.. fai attenzione, non è proprio agevole scendervi..
Speriamo di non cadere provo domani a vederla è per caso dove c'è la spaccatura nella roccia?
La foto n.25 di questo percorso indica l'ingresso, la fenditura è in basso.. al termine della via Minerva
Grazie per caso sei su fb?
Si certo, stesso soprannome
Ok ti invio la richiesta, oggi ci sono stato a punta Campanella ma ho avuto paura a scendere per la grotta ero solo😥