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Marmontana e Cresta Cortafon via Giovo e San Jorio da Garzeno Quang

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Author

Trail stats

Distance
19.54 mi
Elevation gain
7,402 ft
Technical difficulty
Very difficult
Elevation loss
7,402 ft
Max elevation
7,521 ft
TrailRank 
36
Min elevation
2,195 ft
Trail type
Loop
Time
11 hours one minute
Coordinates
9797
Uploaded
March 13, 2023
Recorded
March 2023
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near Garzeno, Lombardia (Italia)

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Itinerary description

11.03 Anello della valle Albano
Itinerario: Garzeno Quang, Brenzeglio, Doss, alpe di Brent, Rifugio e passo del Giovo, Chiesetta e Passo di San Jorio, Capanna delle Aquile, Cima di Cugn, Monte Marmontana (Occidentale e Centrale), Rifugio San Jorio, Rifugio Giovo, Trincee, Motto di Paraone, Cresta del monte Cortafon, Croce Alpini di Germasino, Bocchetta di S.Anna, Chiesa di S.Anna, L’Avolo, Garzeno, Quang.

31.5km, Dislivello 2300m, 11 ore complessive 8.15-.19.15

Escursione enorme, esaltante e difficile, lungo un percorso che regala panorami vari e stupendi, ma che richiede ottima preparazione fisica e capacità di muoversi anche in assenza di segnalazioni.

Dividerei l’escursione in tre parti: da Quang al Passo Jorio, l'anello dal passo Jorio a Cima di Cugn e Marmontana, e le creste del Cortafon con ritornoa Quang.

La salita da Quang al Passo S.Jorio passando per il Passo Giovo è un’escursione semplice e panoramica, con un dislivello di 1200m e che richiede circa due ore per raggiungere il Giovo e 45/60 minuti per il S.Jorio. Si attraversano tanti piccoli paesini di montagna lungo un percorso che alterna tratti sterrati ad altri asfaltati o cementati, sempre al cospetto delle cime imbiancate che vanno dal Bregagno al Marnotto, dal Tabor alla cima Pianchette sino al Pizzo di Gino. La salita è graduale fino a Brenzeglio, da Dosso ad Alpe Brento si guadagna quota più rapidamente lungo una sequenza di tornanti dove lo sguarda continua ad alternarsi tra i monti innevati a Sud e i prati ingialliti a nord. Prima del Giovo il sentiero a mezzacosta è affiancato da tratti in ombra dove si è accumulata neve, ed iniziamo a sentire il vento che soffia forte qui. Il paesaggio si apre verso il monte Albano e la cima Pomodoro e scorgiamo sulla sinistra il rifugio Sommafiume. Il rifugio Giovo (1700m, chiuso, ex caserma della Guardia di Finanza) è un’ottimo punto di sosta dopo due ore dalla partenza, e da qui prendiamo il sentiero sulla cresta erbosa che ci porta ai 2030m della panoramicissima chiesetta di S.Jorio che, con la sua croce di legnopermette di godere di una vista spettacolare. Da qui si scende nella neve su buona pendenza al Passo di S.Jorio, a 2000m.

La seconda parte dell’escursione inizia dal Passo di S.Jorio in direzione della Cima di Cugn e del Monte Marmontana, a cavallo del confine italo-svizzero. Ci sono varie opzioni per la salita, noi decidiamo di prendere inizialmente il sentiero più evidente che punta ad est verso la bocchetta di Stazzona (che appare molto innevata), finchè non troviamo degli evidenti bolli gialli che salgono a sinistra e ci portano fino alla Capanna delle Aquile. Appena dietro la capanna si trova il cartello Cima di Cugn 2194m, ma in realta la vetta è più avanti. Da qui intravediamo l’intera cresta sino alla cima del Marmontana, e ne restiamo abbastanza impressionati. Sferzati dal vento, ci diamo come primo obiettivo la Cima di Cugn (2238m), che raggiungiamo seguendo la cresta senza particolari difficoltà. La vista sul versante svizzero innevato è splendida, vediamo tutta la lama ondulata che porta sul Marmontana passando prima da una bocchetta. La neve è soffice, non c’è ghiaccio, ma giusto per star più tranquillo indosso i ramponcini che mi danno una presa migliore. Scendiamo alla bocchetta e guardiamo indietro alla Cima di Cugn che vista da qui ha un aspetto più severo, riprendiamo a salire stando a un paio di metri dal filo di cresta, in un misto di neve, erba e ghiaioni. Troviamo la salita meno difficile di quanto pensassimo, e arriviamo alla croce quasi completamente seppellita del Marmontana alle 12.40, a 2309m. Sono alle stelle! Incredibilmente qui non soffia vento e ci possiamo godere in tutta pace lo spettacolo del panorama intorno a noi e il nostro pranzo. Tra creste, laghi e centinaia di vette, difficile godere di una vista migliore! Ricaricati, scendiamo a ritroso lungo la cresta appena salita fino alla bocchetta, tagliamo alla base la Cima di Cugn, e riprendiamo il sentiero che dalla Capanna delle Aquile ci riporterebbe verso il passo S.Jorio. Scendiamo all’omonimo rifugio (chiuso) e con vari taglioni scendiamo lungo la strada innevata che si dirige verso il Giovo, tenendo alla nostra sinistra l’Alpe Pozzolo, lungo un percorso che sta più basso rispetto all’andata. Arriviamo così al rifugio intorno alle 14.45, sei ore dopo la nostra partenza. Qui troviamo due persone che fanno pausa, le uniche due persone che abbiamo incontrato in tutta la giornata!

Arriva ora l’ultima parte del nostro percorso, che si rileverà anche la più difficile e complicata. Si tratta della cresta del Cortafon che affianca dall’alto tutto il sentiero che da Garzeno ci ha portato al Giovo. La prima parte della cresta è anche quella più semplice e fa parte del percorso di 2km delle trincee che dal Giovo arriva sino in cima al monte Paraone (1807m) per poi terminare ad Ardalla. E’ comunque classificato EE, ben segnalato con bolli bianco rossi, e lo percorriamo agevolmente anche se con un po’ di fatica nelle gambe. Le trincee sono piene di neve e le seguiamo fino alla cima dove costruisco un piccolo ometto di pietre. Da qui dobbiamo proseguire per la cresta e, come avevo letto nelle relazioni, non ci saranno più bolli o indicazioni fino alla bocchetta di S.Anna. Teniamo il filo della cresta scendendo dal Paraone, con lo sguardo rivolto alla Valtellina e a Colico. Si procede agevolmente finchè non arriviamo a un punto in cui a fianco del sentiero c’è una croce e di fronte a noi due cimette di roccia. Sul lato sinistro c’è neve ed è esposto, il lato destro è piuttosto esposto e tergiversiamo un po’ facendo vari tentativi. Dalle relazioni ricordo che si consigliava di evitare a destra degli speroni, e dopo qualche verifica decidiamo di scendere lungo dei pratoni scoscesi ma non troppo scivolosi verso quella che sembra la traccia di un sentiero. È proprio così, e superiamo dal basso i primi due speroni. Torniamo in cresta ed alterniamo tratti in alto con altri più in basso, sempre affidandoci un po’ all’intuito e un po’ al GPS. Superiamo il monte Cortafon, segnalato da un mucchietto di rocce. Le tracce sono spesso appena accennate e prestiamo la massima attenzione. Arriviamo poi a una bella piramide dominata da un pilastro di roccia verdastra con alla base una frana. E’ un punto molto spettacolare e panoramico, credo si tratti dell’ultimo sperone di roccia che dobbiamo necessariamente aggirare dal basso, ma anche qui la traccia sparisce e finiamo in un vicolo cieco. Torniamo indietro e restando più alti ritroviamo infine la traccia che saliva subito dopo il pilastro. La parte difficile termina qui e davanti a noi si apre un bel bosco di pini e larici che affianca dai due lati il sentiero, portandoci con una vista superba sino alla croce degli alpini di Germasino, tre ore dopo l’inizio della cresta. Finalmente possiamo rilassarci e fare tante foto al panorama stupendo sul Legnone, Piona, il lago di Como e le Grigne.
Sono ormai le 18 e dobbiamo scendere più di 6km e 800m e risalirne altri 200. Siamo comunque carichi perchè il peggio dietro di noi, e di corsa iniziamo a scendere per il bosco, i prati, le strade asfaltate e quant’altro. Arriviamo sulla strada asfaltata dopo Garzeno poco prima che faccia buio, e risaliamo gli ultimi faticosi 200m nel buio totale, finchè un paio di cani liberi escono da una casa facendo quasi cadere Silvia dal ciglio per lo spavento. Il rischio più grosso a gita ormai finita!
Arriviamo all’auto alle 19.15, dopo 11 ore di un’escursione memorabile e veramente soddisfacente.

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