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Madonie: la via dei Giganti - gli Agrifogli di Piano Pomo, gli Aceri di Catagiddebbe e Ciminnita, l’Acerone delle Madonie

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Author

Trail stats

Distance
5.82 mi
Elevation gain
1,572 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
1,572 ft
Max elevation
5,415 ft
TrailRank 
79 5
Min elevation
5,415 ft
Trail type
Loop
Coordinates
1820
Uploaded
April 17, 2022
Recorded
April 2022
  • Rating

  •   5 1 review

near Castelbuono, Sicilia (Italia)

Viewed 2501 times, downloaded 112 times

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Itinerary description

Madonie: la via dei Giganti - gli Agrifogli di Piano Pomo, l’Acero di Catagiddebbe, l’Acero di Ciminnita, l’Acerone delle Madonie
Itinerario Anello
Partenza/arrivo Piano Sempria N 37°54’11.06” - E 14°04'06.47”
Lunghezza km 9,37
Guadagno/perdit mt 617/-617
Pendenza media 12,5%/-11,3%
Pendenza max 41,4%/-42%
Elevazione min/max mt 1256/1647
Tipo di suolo pista forestale 68%, sentiero 27%, fuori pista 5%
Livello difficoltà Medio (E)

“Quanti uomini ci sono voluti, quanti progetti, quanti ingegneri e quante macchine per innalzare una torre, mentre basta un piccolissimo seme, spesso più piccolo di un chicco di grano, a spingere la cima dell’albero sopra la cima della torre”: queste semplici parole, che ci ricordano la grandezza della natura, sono state scritte da Alfonso Alessandrini nell’introduzione del secondo volume sugli alberi monumentali.
Da allora molte regioni d’Italia si sono dotate di strumenti legislativi di tutela e conservazione degli alberi monumentali. Dopo studi, ricerche, fotografie, esame del loro stato di salute, si è passati al loro censimento.
Noi siciliani, purtroppo, siamo arrivati tra gli ultimi e in modo poco organico e completo.
Solo nel settembre 2005 l’Assessorato Regionale dei Beni culturali ha istituito l’Albo delle Piante Monumentali, con un primo elenco di 60 piante. Dopo successivi aggiornamenti, l’attuale elenco del MIPAAF (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali) riconosce in Sicilia 306 alberi monumentali, ancora ben lontano dai circa 1000 alberi stimati dagli esperti:
(https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11260).
La svolta, ovvero il riconoscimento degli alberi monumentali come bene paesaggistico e parte del patrimonio culturale nazionale, si è avuta nel 2008 con l’art. 136 del DL 63. Con successiva legge 10/2013 viene data una definizione univoca di “albero monumentale” e vengono stabiliti i criteri per la loro individuazione:
• Pregio legato all’età o alle dimensioni: si tratta di un elemento “di filtro” rispetto agli altri, ma non imprescindibile nel caso ve ne siano di più significativi. In merito alle dimensioni, ci si riferisce soprattutto a circonferenza del tronco, altezza dendrometrica e ampiezza e proiezione della chioma, da considerarsi in base alla specie vegetale di riferimento. Idem per l’età, per la quale non c’è un “minimo di anni”, ma va considerata in base alle peculiarità botaniche della specie.
• Pregio legato a forma e portamento.
• Valore ecologico: riferito alla possibilità che un albero ospiti al suo interno e nelle immediate vicinanze specie di fauna e flora a rischio.
• Pregio legato alla rarità botanica.
• Pregio legato all’architettura vegetale: si lega soprattutto agli alberi inseriti all’interno di particolari contesti architettonici.
• Pregio storico-culturale-religioso: un criterio di tipo antropologico-culturale, perché testimonia come rami degli alberi e destini dell’uomo siano intrecciati.
• Pregio paesaggistico.
Di solito sono i Comuni a censire gli alberi con requisiti di monumentalità, ma la ricognizione e la schedatura può avvenire anche dopo la segnalazione di privati, istituti scolastici o associazioni, mentre il riconoscimento ufficiale passa dall’iscrizione in liste prima regionali e poi nazionali.
Ma perché solo alcuni alberi hanno una marcia in più e diventano monumentali?
Il parallelo con il lupo alfa viene spontaneo. Sono entrambi esemplari dominanti, mentre il lupo alfa è quello caratterialmente più forte, il capobranco, quello che mangia a sazietà, distinguendosi anche fisicamente, l’albero monumentale è quello che sfrutta al meglio i fattori ambientali, distinguendosi per la crescita e la longevità.
In un lontano passato, quando i rilievi montuosi della Sicilia erano ricoperti da estese e floride foreste, con ecosistemi equilibrati ed indisturbati dalla presenza dell’uomo, gli alberi che completavano il loro ciclo di vita in maniera ottimale, che oggi definiamo “monumentali”, erano tanti.
Nelle Madonie gli esemplari monumentali che oggi possiamo ammirare rappresentano dei veri e propri relitti, sopravvissuti agli squilibri indotti dall’uomo nella natura. In un passato non lontano il diritto di origine feudale di legnatico, ovvero far legna dai boschi per le popolazioni locali, ha depauperato i boschi vicini ai centri abitati, partendo dai migliori alberi. I pochi alberi monumentali rimasti li troviamo nelle zone con migliori condizioni ambientali, con suolo profondo e buona protezione dai venti (Pomieri , Piano Zucchi e Piano Sempria), e lontane dai centri abitati.
L’escursione si sviluppa sul versante N-NE del monte Carbonara, la seconda vetta più elevata della Sicilia dopo l’Etna, al centro del Parco delle Madonie (1). Il percorso lo abbiamo chiamato “la via dei Giganti” perché in questa area insiste la più alta concentrazione di alberi monumentali, di diversa specie, delle alture del territorio siciliano.
Il percorso inizia dalla radura di Piano Sempria, dove subito incontriamo, in prossimità del rifugio CAS Francesco Crispi, il primo esemplare monumentale di Roverella (Quercus congesta, nome locale Uscigghiu), circonferenza mt 6,8 - altezza mt 20 - età 500 anni. Si tratta di un esemplare dal tronco robusto e a base slargata, da quale si dipartono diverse robuste branche ascendenti che, a guisa di candelabro, sorreggono un’ampia chioma armonica sviluppata in tutte le direzioni.
Il percorso prosegue in ripida salita su pista forestale, fino ad incontrare al km 0,3 un sontuoso esemplare di Rovere (Quercus petraea, nome locale: Ruvulu), circonferenza mt 8,9 - altezza mt 15,5 - età 700 anni. Si tratta di un ragguardevole esemplare dal tronco bitorzoluto, con grosse iperplasie di varie dimensioni, danneggiato nella parte esposta a sud-est dall’azione di un fulmine. La parte colpita, di forma grossolanamente romboidale, è un’ampia concavità che ospita la statua della Madonna. A breve distanza, a destra della pista forestale, è visibile una sontuosa Roverella, non catalogata, dalla circonferenza di ca. 6 mt ed età presunta 400 anni, con una vistosa deformazione del tronco causata da iperplasia.
Superato il rovere, il percorso prosegue con deviazione sulla sinistra sul Sentiero Italia.
Al km 0,6 panorama verso il sottostante vallone Gonato, chiuso frontalmente dalla Serra Corcò.
Al km 1,05 si ritorna, con deviazione a sinistra, sulla pista forestale che conduce a Piano Pomo.
A ridosso del caratteristico “pagghiaru” (km 1,2), l’anfiteatro naturale tra Cozzo Luminario e Pizzo Stefano custodisce una delle più interessanti aree boschive delle Madonie, con una biodiversità unica nel suo genere nell’intero bacino del Mediterraneo.
L’agrifoglio è una pianta diffusa comunemente nelle zone con clima subtropicale, cresce in modeste aggregazioni formate da numerosi polloni, con una altezza non superiore ai 5-6 mt. Sulle Madonie, a Piano Pomo, sul versante nord orientale del Massiccio del Carbonara, a 1400 metri di altitudine, in una valle dal suolo siliceo e profondo, con una esposizione ed un microclima particolarmente favorevoli, una cinquantina di piante di agrifoglio formano uno dei pochi boschi puri della specie. Questi esemplari monumentali hanno trovato il loro optimum climatico raggiungendo dimensioni ragguardevoli, ovvero 15 metri d'altezza e 4 di circonferenza, con una età sull’ordine dei 400 anni. Il boschetto di agrifogli è considerato un paesaggio fossile poiché rappresenta una fotografia della flora maggiormente diffusa in Europa nel terziario, prima delle glaciazioni pleistoceniche. Solo a Piano Pomo è possibile osservare una particolarità di crescita di questa pianta, che si manifesta solamente nella fase adulta: i fusti si accostano, l’azione del vento causa lo sfregamento delle cortecce che si mettono a nudo e, rimarginandosi, si fondono in un unico tronco di grandi dimensioni, a supporto di una chioma maestosa che non fa passare la luce.
La fusione dei fusti prende il nome di innesto per “approssimazione” ed è il tipo naturale di innesto, osservato dall’uomo, che ha dato origine alla tecnica degli innesti per la diffusione di specie vegetali.
Affiancata all'area di crescita degli Agrifogli giganti si estende un meleto puro (malus silvestrys), con esemplari che raggiungono i 6 mt di altezza. La veste più vistosa di Piano Pomo, che è anche l'origine del suo nome, si può osservare nella seconda metà di settembre, quando gli alberi di melo lasciano cadere i numerosi frutti maturi, formando un appariscente tappeto giallo.
Al margine del meleto si possono osservare due splendidi esemplari di Acero Campestre non catalogati, con i tronchi coperti da licheni, con circonferenza di 3.5 mt, altezza 15 mt ed età presunta di 300 anni. L’Acero Campestre ha foglia pentalobata di 5-8 cm, raggiunge una altezza di 20 mt, cresce fino ai 1600 mt slm.
Superato il bosco di Agrifogli, il percorso prosegue su sentiero in direzione di Cozzo Luminario, in un ambiente di di transizione tra il querceto ed la faggeta (1400-1500 mt slm), con una notevole concentrazione di alberi monumentali di entrambi le specie. Nel catalogo Mipaaf sono indicati 2 esemplari di faggio, il primo accostato al bosco di agrifogli (circonferenza mt 6 - altezza mt 25 - età 250 anni), il secondo in prossimità di Pizzo di Stefano (circonferenza mt 5,6 - altezza mt 25 - età 250 anni) e l’esemplare di maggiori dimensioni di un numeroso gruppo di Roverelle (Quercus Virgiliana, circonferenza 8,1 mt - altezza 15 mt - età 400 anni).
Al km 2,0 si raggiunge Cozzo Luminario che offre, nelle giornate di buona visibilità, un ampio panorama sui paesi sottostanti, sulle isole Eolie, sui Nebrodi, fino all’Etna.
Al km 2,3, all’interno di una faggeta sul versante nord di Cozzo Luminario, fanno bella mostra due esemplari di faggio ed un maestoso rovere (Quercus Petrae, circonferenza 5,6 mt - altezza 16 mt - 350 anni).
Al km 2,5 Piano Imperiale (1470 mt slm) con il suo caratteristico laghetto effimero invernale.
Il percorso prosegue in direzione NW, in modesta ascesa sul versante NE della parte sommitale del Carbonara, caratterizzata dalle numerose doline, regno della faggeta con inclusioni puntiformi di Acero. La copertura boschiva è fortemente condizionata dalle particolari condizioni ambientali: rada, bassa e plagiotropa (rami paralleli al terreno) nelle zone esposte ai venti e con scarso suolo, fitta e slanciata all’interno delle doline protette dai venti e con suolo profondo.
Il tratto finale del percorso si svolge in una area che racchiude, in un raggio di appena 500 mt, i maggiori esemplari di alberi monumentali delle Madonie e dell’intero territorio nazionale.
Al km 3,56 (1569 mt slm) incontriamo, a margine del sentiero, l’Acero Minore di piano Catagiddebbe (Acer monspessulanum, nome locale Occhiu, circonferenza 5,60 mt - altezza 11 mt - età 500 anni). L’Acero Minore di Catagiddebbe ha una allocazione inusuale per le caratteristiche della specie, che di norma cresce fino a 1000 mt slm, con foglia trilobata di 4-6 cm ed altezza di 6-10 mt. E’ un vetusto esemplare dal grande tronco squarciato per tutta la sua lunghezza, nel lato esposto a meridione, da un fulmine che ha aperto una profonda cavità; a circa 2,5 mt dal suolo il fusto è sormontato da un groviglio di rami che sostengono una chioma tendenzialmente conica, densa e compatta. Sul fusto e sui rami più bassi sono insediate colonie di muschi e licheni frondosi che conferiscono all’albero un aspetto fiabesco. E’ il più grande e vetusto Acero Minore d’Italia.
Al km 3,83 si incontra il bivio che porta verso la sottostante Macchia dell’Inferno, con la sua caratteristica Roverella, la più grande e vetusta d’Italia, meta di prossima escursione.
Al km 4,05, all’interno di una dolina a destra del sentiero, si incontra l’Acero Montano di Acquafridda (circonferenza 4,45 mt – altezza 12 m - età 400 anni). L’Acero Montano cresce fino a 2000 mt slm, ha foglia pentalobata di 10-15 cm, con una altezza che può raggiungere 25-40 mt.
Con una leggera deviazione a sinistra, km 4,32 (1630 mt slm) si raggiunge l’Acero Montano di Piano Ciminnita (Acer pseudoplatanus, nome locale Prana, circonferenza 6,1 mt - altezza 12 mt - età 450 anni). Si tratta di uno degli Aceri più grandi delle Madonie, un esemplare dal tronco robusto, diviso a 2,5 m dal suolo in due grosse branche che fanno assumere alla pianta un aspetto naviculare. L’ampia chioma sembra fare da tappo alla piccola conca carsica in cui la pianta vive. A pochi metri di distanza si nota un altro Acero di circa 5 m di circonferenza, dal fusto notevolmente fessurato e cariato.
Al km 5,17, con una leggera deviazione a sinistra, si raggiunge, ai margini di una dolina, il Biancospino delle Madonie (Crataegus laciniata Ucria, nome locale Uzzulinu di muntagna, circonferenza 2,85 mt - altezza 5,8 mt - età 400 anni). E’ un vetustissimo esemplare dal fusto diritto, nodoso e bitorzoluto, appiattito sul lato sud, dalla base fino a circa 1,90 metri di altezza, dai tagli subiti in passato e dagli estesi attacchi di carie che si estendono fino all’inserzione dei rami. Questi ultimi, rivestiti da copiose colonie di licheni penduli, formano un fitto groviglio che sorregge una chioma tendenzialmente globosa, sulla quale spiccano numerose piante semiparassite di Viscum album. Si tratta molto probabilmente dell’esemplare più grande presente in Sicilia e nel territorio italiano. Nelle sue immediate adiacenze si notano altri tre vetusti esemplari della stessa specie.
Il percorso procede verso la meta più importante dell’escursione, L’Acerone delle Madonie, il più grande albero dei boschi siciliani ed il più grande e vetusto Acero Montano d’Italia, che si incontra sulla destra del sentiero al km 5,40 (1618 mt slm), all’interno di una dolina (Acer pseudoplatanus, nome locale Prana, circonferenza 16,4 mt - altezza 20 mt - età 900 anni). Si tratta di un vetusto esemplare dalla grande ceppaia che ricopre un’ampia superficie irregolare di circa 19 m di circonferenza, comprendendo anche l’area di pertinenza delle grosse radici messe a nudo dall’erosione. Il fusto, leggermente avvitato in senso orario, è solcato da grosse costolature che lo segmentano in più parti, tanto da dare l’impressione che possa essere il risultato di un antico aggregato di numerosi polloni. Le costolature trovano continuità nelle massicce radici che affondano nel substrato calcareo per assicurare un solido ancoraggio e un’adeguata stabilità. Il fusto a 3,50 m dal suolo si divide in tre grossissime branche aventi rispettivamente la circonferenza di 3,30 m (ovest), 3,90 (nord) e 6,60 m (sud). Quest’ultima evidenzia un portamento assurgente e rappresenta l’ideale continuazione del fusto. Le lunghe ramificazioni sono spesso saldate tra loro in più punti, tramite innesto per approssimazione, in modo da resistere meglio alle sollecitazioni meccaniche. La chioma, tendenzialmente sferica, è molto sviluppata e copre una superficie di oltre 400 mq. La pianta è localizzata sulla scarpata di sud-est di una dolina carsica da dove domina l’ampia vallata sottostante, in direzione dell’abitato di Pollina e del Mar Tirreno. Ad est spazia verso i Nebrodi, fino al Golfo di Capo d’Orlando. Nelle immediate adiacenze di quest’acero si notano quattro vetusti esemplari di biancospino di Sicilia.
Prolungando il percorso di altri 400 mt si può raggiungere Il Faggio delle Meraviglie, una ceppaia da 19 mt di circonferenza.
Il percorso di ritorno si svolge, fino a Piano Imperiale, sullo stesso sentiero. Dopo una deviazione verso il rifugio CAS Morici (km 7,9), prosegue su pista forestale fino a Piano Sempria.
Per aggiungere alla meta degli alberi monumentali anche quella dei panorami, si consigliano condizioni meteo con buona visibilità.

1) Madonie
Il complesso delle Madonie è composto da un mosaico di blocchi, la cui uniformità fisica è solo apparente.
Il nucleo centrale del massiccio del Carbonara si sviluppa sopra i 1600 metri di quota, da Pizzo Carbonara (1979 m) a Pizzo Antenna (1977 m) e a Monte Ferro (1906 m). E’ separato da un'ampia vallata dal Monte San Salvatore (1912 m) e dal Monte Quacella (1869 m), tipico massiccio dolomitico, da un'altra vallata dal Pizzo Dipilo (1385 m), caratterizzato da profonde balze e dirupi e dal vallone delle Madonie dal massiccio Monte dei Cervi (1794 m).
Fiumi e torrenti solcano in lungo ed in largo questi monti, trasportando l'acqua dalla montagna al mare. L'ampia rete idrografica che interessa le zone periferiche lascia fuori solo le zone centrali dell'altopiano fra Pizzo Carbonara e Pizzo Dipilo dove invece si sviluppa un fitto sistema di circolazione idrica sotterranea, permesso dalle notevoli manifestazioni carsiche.
Gli inverni sono rigidi con temperature in alcuni casi inferiori a -10 °C, ed estati calde ma non afose. Fenomeni come la neve e la nebbia sono piuttosto frequenti. La neve si può trovare anche in estate all'interno di doline chiamate "neviere", sopra i 1800 metri.
I fossili che si incontrano facilmente nelle rocce delle Madonie sono testimonianza dei paesaggi oceanici con grandi barriere coralline dell'era secondaria (200-150 milioni di anni fa), poi coperti nel Terziario durante l'avvicinamento tra Africa ed Europa, da sedimenti di varia natura.
Il carsismo è un fenomeno ben rappresentato nelle Madonie. Le manifestazioni superficiali sono rappresentate da doline, valli morte, inghiottitoi, quelle sotterranee da grotte, pozzi e veri e propri abissi. Quelle superficiali rappresentano l'aspetto più evidente della morfologia carsica delle Madonie, in modo particolare nel Carbonara, ove i processi carsici pare abbiano avuto inizio circa due milioni d'anni fa, nel quaternario, sviluppandosi in modo particolare nelle fasi glaciali. Tali processi sono tuttora attivi, sia per le caratteristiche climatiche determinate dall'elevata piovosità (più del doppio della media regionale), sia dalla persistenza del manto nevoso alle quote più elevate, che consente una corrosione prolungata. Si conoscono almeno quattrocento doline, la maggior parte delle quali è ubicata al disopra dei 1600 metri di quota.
Un'altra forma di carsismo particolarmente interessante è quella di Piano Battaglia e della Battaglietta, due depressioni dotate sul fondo di inghiottito.
Le Madonie costituiscono uno scrigno di biodiversità tra i più importanti del Mediterraneo. In un territorio di modeste dimensioni, appena l’1,5% del territorio siciliano, vegetano più di 1500 specie, con ben 170 endemismi.
La principale causa di questa straordinaria ricchezza botanica sono state le glaciazioni. Molte specie centro-europee per potere sopravvivere alle bassissime temperature polari si sono spostate a sud fino in Sicilia, estremo lembo di terra europea prima dell'Africa. Successivamente a causa delle mutazioni del clima, le temperature si sono innalzate e molte specie vegetali, per trovare le condizioni di vita a loro più adatte, hanno risalito le alture delle Madonie, dove si sono isolate e con il passare del tempo hanno generato un elevato numero di endemismi.
Le aree più naturali delle Madonie restano quelle montane, gran parte delle quali è coperta da boschi, garighe e pascoli ricchi di piante erbacee ed arbustive. Diverse sono le specie di piante endemiche, cioè esclusive delle sole Madonie o della Sicilia.
Il caso certamente più noto è quello dell'abete dei Nebrodi (Abies nebrodensis) che deve il nome al fatto che anticamente per Nebrodi s'intendevano le Madonie. Ne sono stati censiti ormai meno di una trentina di esemplari, concentrati nel Vallone Madonna degli Angeli ad una quota compresa fra i 1400 ed i 1650 metri. In tempi recenti, in seguito a un progetto accurato di conservazione in situ, ha ricominciato a produrre strobili con semi fertili, e ciò fa ben sperare per la sua conservazione a lungo termine.
Un'altra specie endemica di notevole interesse è l'astragalo dei Nebrodi, una pianta arbustiva a forma di cuscinetto spinoso, molto simile all'astragalo dell'Etna e vegetante sopra i 1200 metri di quota.
Purtroppo, una nota negativa è l’introduzione nella fauna delle Madonie di Cinghiali e Daini che, in assenza di specie antagoniste, si sono diffusi a dismisura danneggiando gravemente l’ambiente.

Waypoints

PictographCar park Altitude 4,126 ft

Partenza Piano Sempria

Piano Sempria N 37°54’11.06” - E 14°04'06.47”

PictographTree Altitude 4,141 ft
Photo ofRoverella di Piano Sempria Photo ofRoverella di Piano Sempria

Roverella di Piano Sempria

Nome scientifico: Quercus congesta Presl Famiglia: Fagaceae Nome volgare: Roverella, Quercia congesta Nome locale: Cerza, Uscigghiu circonferenza mt/altezza mt/età anni/posizione inventario Mipaaf 6,8/20/500/151 Comune: Castelbuono (PA) Località: contrada Sempria Cartografia: I.G.M. Foglio N. 610 – Castelbuono. C.T.R. Sezione N. 610050 - Isnello Coordinate: 37°54’09,66’’ N - 14°04’08,61’’ E (4195426 N – 2438157 E) Proprietà: demanio comunale di Castelbuono Accesso: da Piano Sempria, accanto al rifugio del C.A.S. PARAMETRI STAZIONALI Altitudine (m s.l.m.): 1.180 Esposizione: nord-est Giacitura: sub-pianeggiante Substrato: quarzarenitico Contesto vegetazionale: margine del bosco di querce caducifoglie mesofile Zona tutela Parco: zona C del Parco delle Madonie Struttura e portamento: magnifico esemplare dal tronco robusto e a base slargata, da quale si dipartono, a m 2,30 dal suolo, diverse robuste branche ascendenti che, a guisa di candelabro, sorreggono un’ampia chioma armonica sviluppata in tutte le direzioni Altezza (m): 20 Circonferenza massima del tronco (m): 6,80 Circonferenza del tronco a 1,30 m dal suolo (m): 5,30 Ampiezza della chioma (m): 22 × 21,55 Età stimata (anni): circa 500 Stato vegetativo e sanitario: complessivamente buono. Nella parte basale del tronco si notano piccole carie Minacce: eccessivo calpestio del suolo attorno all’esemplare ed utilizzo dello stesso per scopi ricreativi Interventi proposti: controllo delle carie e rimozione delle due altalene legate ai rami con vecchie catene arrugginite che, a parte i danni meccanici diretti, possono favorire l’ingresso di eventuali parassiti Note e curiosità: a poca distanza da questo esemplare, nel tratto iniziale del sentiero natura, si trovano altre due grandi roverelle una delle quali di 4,50 m di circonferenza a petto d’uomo

PictographMountain hut Altitude 4,169 ft

Rifugio CAS Francesco Crispi

Rifugio CAS Francesco Crispi

PictographTree Altitude 4,305 ft
Photo ofRovere di Sempria Photo ofRovere di Sempria

Rovere di Sempria

Nome scientifico: Quercus petraea subsp. austrotyrrhenica Brullo , R.Guarino & Siracusa Famiglia: Fagaceae Nome volgare: Rovere Nome locale: Ruvulu circonferenza mt/altezza mt/età anni/posizione inventario Mipaaf 8,90/15,5/700/159 Comune: Castelbuono (PA) Località: contrada Sempria Cartografia: I.G.M. Foglio N. 610 – Castelbuono C.T.R. Sezione N. 610050 – Isnello Coordinate: 37°54’05,16’’ N – 14°04’07,22’’ E (4195287 N – 2438134 E) Proprietà: demanio comunale di Castelbuono Accesso: da Piano Sempria, lungo il sentiero natura per Piano Pomo Altitudine (m s.l.m.): 1.200 Esposizione: nord-est Giacitura: moderatamente ripida Substrato: quarzarenitico Contesto vegetazionale: bosco di querce caducifoglie mesofile Protezione: zona A del Parco delle Madonie Struttura e portamento: ragguardevole esemplare dal tronco bitorzoluto, con grosse iperplasie di varie dimensioni, danneggiato nella parte esposta a sud-est dall’azione di un fulmine. La parte colpita, di forma grossolanamente romboidale, è un’ampia concavità larga 2,5 m e alta 3 m. La chioma, inserita a circa 2,60 m dal suolo, è grande ed allargata in tutte le direzioni Altezza (m): 15,50 Circonferenza massima del tronco (m): 8,90 Circonferenza del tronco a 1,30 m dal suolo (m): 6,80 Ampiezza della chioma (m): 14 × 13,50 Età stimata (anni): 650-750 Stato vegetativo e sanitario: complessivamente discreto. Sul punto d’inserzione di una grossa branca si nota una cavità di 50 × 25 cm prodotta dall’azione di funghi responsabili della carie del legno. Durante le piogge tale cavità si riempie d’acqua, che vi ristagna per lungo tempo, cosicché vengono accelerati i processi di disfacimento del legno. Anche la cavità scavata dai fulmini presenta attacchi di carie. Sono visibili, inoltre, diversi rami secchi e parzialmente spezzati Minacce: eccessivo calpestio del suolo attorno alla pianta. Interventi proposti: interventi dendrochirurgici sulle carie, asportazione dei rami secchi e sgrondo dell’acqua dalle cavità esistenti su alcune branche principali Note e curiosità: la vecchia quercia, nonostante il peso degli anni e l’azione dei fulmini, sostiene senza sforzo le sue robuste ramificazioni. Ogni primavera si ricopre di verde e lucido fogliame e continua impassibile a scandire il tempo avendo davanti a se un avvenire forse uguale al suo passato. Nelle adiacenze dell’esemplare, e precisamente nella parte iniziale del sentiero natura, si trovano due belle roverelle una delle quali di 4,50 m di circonferenza. L’ampia cavità sul fusto ospita da alcuni anni una statua della Madonna

PictographTree Altitude 4,288 ft
Photo ofRoverella

Roverella

Roverella circonferenza mt/altezza mt/età ann 6/22/400 Evidente spanciamento causato da iperplasia

PictographIntersection Altitude 4,309 ft

Bivio dx

Bivio dx

PictographWaypoint Altitude 4,327 ft

Sentiero Italia

Sentiero Italia

PictographPhoto Altitude 4,440 ft
Photo ofFoto Photo ofFoto

Foto

Foto

PictographPanorama Altitude 4,459 ft
Photo ofPanorama

Panorama

Panorama

PictographIntersection Altitude 4,600 ft

Bivio sn

Bivio sn

PictographMountain hut Altitude 4,569 ft
Photo ofPagghiaru di Piano Pomo

Pagghiaru di Piano Pomo

Pagghiaru di Piano Pomo

PictographTree Altitude 4,590 ft
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Acero Campestre

circonferenza mt/altezza mt/età anni 3,5/20/300

PictographTree Altitude 4,598 ft
Photo ofAcero Campestre Photo ofAcero Campestre

Acero Campestre

circonferenza mt/diametro mt/ età anni 3,5/20/300

PictographTree Altitude 4,611 ft
Photo ofIl Meleto di Piano Pomo Photo ofIl Meleto di Piano Pomo

Il Meleto di Piano Pomo

Bosco di melo selvatico (malus sylvestris) di un paio di ettari. Nel mese di settembre i gialli frutti maturi tapezzano vistosamente il terreno. L'etimologia del sito di Piano Pomo deriva proprio da questo meleto.

PictographTree Altitude 4,633 ft
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Agrifogli di Piano Pomo

Nome scientifico: Ilex aquifolium L. Famiglia: Aquifoliaceae Nome volgare: Agrifoglio Nome locale: Agrifogghiu, Trifogghiu circonferenza mt/altezza mt/età anni/posizione inventario Mipaaf 4,30/15/350/208 Comune: Petralia Sottana (PA) Località: Piano Pomo Cartografia: I.G.M. Foglio N. 610 - Castelbuono C.T.R. Sezione N. 610050 - Isnello Coordinate: 37°53’57,63’’N – 14°03’57,63’’ E (4195058 N – 2437885 E) Proprietà: Azienda Regionale Foreste Demaniali Accesso: da Piano Sempria, seguendo il sentiero “Natura” per Piano Pomo Altitudine (m s.l.m.): 1.400 Esposizione: nord-est Giacitura: sub-pianeggiante Substrato: arenarie del Miocene Contesto vegetazionale: popolamento monospecifico di agrifoglio Protezione: zona A del Parco delle Madonie Struttura e portamento: si tratta di un popolamento di 317 individui di notevoli dimensioni, composto da cinque superbi nuclei distribuiti su circa un ettaro di superficie. Le chiome degli alberi sono molto fitte, tendenzialmente coniche e lasciano filtrare pochissima luce. Gli esemplari più ragguardevoli sono rappresentati da una ceppaia costituita da dieci grossi polloni e da un esemplare policaule che evidenzia anche grande sviluppo in altezza. Le dimensioni che di seguito si riportano si riferiscono ai suddetti individui Altezza (m): 15-19 Circonferenza massima del tronco (m): 10,50 la ceppaia; 5,10 l’altro esemplare Circonferenza del tronco a 1,30 m dal suolo (m): 8,80 la ceppaia – 4,30 l’altro esemplare Ampiezza della chioma (m): 13 × 15; 10 × 11 Età stimata (anni): circa 350 Stato vegetativo e sanitario: complessivamente buono. La parte basale della chioma presenta diversi rami secchi per via dell’insufficiente illuminazione. Si notano diversi attacchi di carie sui fusti e piccole cavità in cui ristagna l’acqua piovana Minacce: azione di scavo di cinghiali e/o maiali Interventi proposti: controllo delle carie; drenaggio di alcune cavità per eliminare ilristagno dell’acqua; protezione dell’area per impedire danneggiamenti diretti e/o indiretti da parte dei suidi Note e curiosità: la monumentalità degli agrifogli di Piano Pomo è dovuta essenzialmente ad un particolare fenomeno naturale noto come “innesto per approssimazione”. I fusti di diversi individui vicini, sfregandosi l’uno contro l’altro per l’azione del vento, mettono a nudo i tessuti del cambio. Cessato il vento, i fusti iniziano lentamente a “saldarsi” nei punti di contatto. Questo tipo di innesto coinvolge, nel tempo, diversi fusti vicini, per cui le piante policauli assumono forme e dimensioni inusuali. La suddetta tipologia di innesto è stata notata anche su diversi rami per cui le singole piante vengono a perdere l’individualità dando luogo ad una sorta di “cooperativa vegetale”. All’interno del popolamento in oggetto sono presenti due esemplari di acero camp estre ed un faggio di grandi dimensioni. Nelle adiacenze si notano, infine, alcuni superbi individui di rovere, acero campestre, melo selvatico e faggio

PictographTree Altitude 4,679 ft
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Faggio di Piano Pomo

Nome scientifico: Fagus sylvatica L. Famiglia: Fagaceae Nome volgare: Faggio Nome locale: Fau circonferenza mt/altezza mt/età anni/posizione inventario Mipaaf 6/25/250/211 Comune: Petralia Sottana (PA) Località: Piano Pomo Cartografia: I.G.M. Foglio N. 610 - Castelbuono C.T.R. Sezione N. 610050 - Isnello Coordinate: 37°53’56,10’‘ N - 14°03’56,01’‘ E (4195011 N – 2437845 E) Proprietà: demanio comunale Accesso: da Piano Sempria, seguendo il sentiero “Natura” per Piano Pomo Altitudine (m s.l.m.): 1.405 Esposizione: nord-est Giacitura: leggermente ripida Substrato: arenarie del Miocene Contesto vegetazionale: ai margini del boschetto munumentale di agrifoglio Protezione: zona A del Parco delle Madonie Struttura e portamento: straordinario esemplare dal portamento espanso, con tronco monocormico, liscio, con evidenti costolature longitudinali, slargato alla base e ben raccordato alle robuste radici superficiali. Il fusto a 2,70 m dal suolo evidenzia tre grosse branche di cui quella a sud è diritta e in continuità con lo stesso. La chioma è ampia e tendenzialmente globosa Altezza (m): 26 Circonferenza massima del tronco (m): 6,50 Circonferenza del tronco a 1,30 m dal suolo (m): 4,70 Ampiezza della chioma (m): 26 × 25 Età stimata (anni): circa 300 Stato vegetativo e sanitario: complessivamente ottimo. Non si notano attacchi di carie particolarmente gravi Minacce: non si ravvisano particolari minacce Interventi proposti: asportazione di qualche ramo secco; controllo delle carie Note e curiosità: le robuste branche di questo esemplare hanno inglobato alcuni rami di un vicino agrifoglio posto ai margini del popolamento monumentale. A poca distanza si notano alcuni superbi individui di rovere, faggio e acero campestre

PictographTree Altitude 4,743 ft
Photo ofFaggio di Pizzo Stefano

Faggio di Pizzo Stefano

Faggio circonferenza mt/altezza mt/età anni/posizione inventario Mipaaf 5,60/25/250/212

PictographTree Altitude 4,774 ft
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Roverelle

Roverelle

PictographTree Altitude 4,855 ft
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Scheletro di Roverella

Scheletro di Roverella

PictographSummit Altitude 5,098 ft

Pizzo Stefano

Pizzo Stefano

PictographTree Altitude 5,017 ft
Photo ofRoverella di Pizzo Stefano

Roverella di Pizzo Stefano

E' la maggiore come dimensione di un gruppo di un maestoso gruppo Roverelle coeve. Roverella (Quercus Virgiliana) circonferenza mt/altezza mt/età anni/posizione inventario Mipaaf 8,1/15/400/178

PictographTree Altitude 4,897 ft
Photo ofFaggio

Faggio

Faggio

PictographSummit Altitude 4,930 ft
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Cozzo Luminario

Cozzo Luminario

PictographTree Altitude 4,928 ft
Photo ofRovere di Cozzo Luminario Photo ofRovere di Cozzo Luminario Photo ofRovere di Cozzo Luminario

Rovere di Cozzo Luminario

Rovere (Quercus Petrae) circonferenza mt/altezza mt/età anni/posizione inventario Mipaaf 5,60/18/350/204

PictographTree Altitude 4,986 ft
Photo ofFaggio

Faggio

Faggio circonferenza mt/altezza mt/età anni 6/25/250

PictographTree Altitude 4,938 ft
Photo ofFaggio

Faggio

Faggio circonferenza mt/altezza mt/età anni 6/25/250

PictographLake Altitude 4,849 ft
Photo ofLaghetto effimero Piano Imperiale

Laghetto effimero Piano Imperiale

Laghetto effimero Piano Imperiale

PictographWaypoint Altitude 4,846 ft
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Piano Imperiale

Piano Imperiale

PictographTree Altitude 5,183 ft
Photo ofAcero Minore di Catagiddebbe Photo ofAcero Minore di Catagiddebbe Photo ofAcero Minore di Catagiddebbe

Acero Minore di Catagiddebbe

Nome scientifico: Acer monspessulanum L. Famiglia: Aceraceae Nome volgare: Acero minore, Acero trilobo Nome locale: Occhiu circonferenza mt/altezza mt/età anni/posizione inventario Mipaaf 5,60/11/500/210 Comune: Castelbuono (PA) Località: Catagiddebbe Cartografia: I.G.M. Foglio N. 610 - Castelbuono C.T.R. Sezione N. 610050 - Isnello Coordinate: 37°54’11,3’‘ N - 14°03’17,4‘’ E (4195489 N - 2436907 E) Proprietà: demanio comunale Accesso: da Piano Sempria, percorrendo la pista in terra battuta in direzione di Piano Catagiddebbe Altitudine (m s.l.m.): 1.552 Esposizione: nord-est Giacitura: moderatamente ripida Substrato: litosuolo calcareo Contesto vegetazionale: prateria montana - margine del faggeto Protezione: zona A del Parco delle Madonie Struttura e portamento: vetusto acero dal grande tronco squarciato per tutta la sua lunghezza, nel lato esposto a meridione, da un fulmine che ha aperto una cavità estesa 2,30 m in altezza e larga m ediamente 1 m i n larghezza. A circa 2,5 m dal suolo il fusto è sormontato da un groviglio di rami che sostengono una chioma tendenzialmente conica, densa e compatta, più sviluppata verso valle. Sul fusto e sui rami più bassi sono insediate colonie da muschi e licheni frondosi che conferiscono all’albero un aspetto fiabesco Altezza (m): 11 Circonferenza massima del tronco (m): 5,60 Circonferenza del tronco a 1,30 m dal suolo (m): 4,05 Ampiezza della chioma (m): 10,60 (N-S)

PictographSummit Altitude 5,247 ft
Photo ofCroce di Monticelli

Croce di Monticelli

Croce di Monticelli

PictographIntersection Altitude 5,265 ft

Bivio

Bivio verso Macchia dell'Inferno

PictographTree Altitude 5,304 ft
Photo ofAcero montano di Acquafridda Photo ofAcero montano di Acquafridda

Acero montano di Acquafridda

Acero montano circonferenza mt/altezza mt/età anni/posizione inventario Mipaaf 4,45/12/400/156

PictographTree Altitude 5,390 ft
Photo ofAcero Montano di Piano Ciminnita Photo ofAcero Montano di Piano Ciminnita Photo ofAcero Montano di Piano Ciminnita

Acero Montano di Piano Ciminnita

Identificazione Nome scientifico: Acer pseudoplatanus L. Famiglia: Aceraceae Nome volgare: Acero montano Nome locale: Prana circonferenza mt/altezza mt/età anni/posizione inventario Mipaaf 6,1/12/450/158 Localizzazione Comune: Castelbuono (PA) Località: Piano Ciminnita Cartografia: I.G.M. Foglio N. 610 - Castelbuono C.T.R. Sezione N. 610050 - Isnello Coordinate: 37°54’14,82’‘ N - 14°02’57,68‘’ E (4195602 N – 2436426 E) Proprietà: demanio comunale Accesso: da Piano Sempria, percorrendo la pista in terra battuta verso Piano Imperiale e Piano Ciminnita PARAMETRI STAZIONALI Altitudine (m s.l.m.): 1.570 Esposizione: — Giacitura: pianeggiante Substrato: litosuolo calcareo Contesto vegetazionale: prateria montana, margine del faggeto Protezione: zona A del Parco delle Madonie Carateristichi morfologiche Struttura e portamento: grande esemplare dal tronco robusto, diviso a 2,5 m dal suolo in due grosse branche che fanno assumere alla pianta un aspetto naviculare. Le branche di 1° ordine, a loro volta, danno origine a diverse ramificazioni che sostengono una chioma ampia e tendenzialmente sferica, che sembra fare da tappo alla piccola conca carsica in cui la pianta vive Altezza (m): 12 Circonferenza massima del tronco (m): 6,10 Circonferenza del tronco a 1,30 m dal suolo (m): 5,75 Ampiezza della chioma (m): 15 Età stimata (anni): 400-450 Condizioni dell'esemplare Stato vegetativo e sanitario: complessivamente buono. La parte basale del fusto, tuttavia, evidenzia lesioni nella corteccia che in alcuni punti è stata asportata, forse dall’azione di animali al pascolo Minacce: nessun pericolo nel breve periodo Interventi proposti: nessuno Note e curiosità: l’esemplare svetta solitario tra i massi calcarei di una piccola dolina carsica di contrada Ciminnita, sulle pen- dici orientali del massiccio carbonatico delle Madonie. Si tratta di uno degli aceri montani più grande dell e Madonie, paragona- bile per forma e dimensioni a quelli di Bosco Tassit a (Caronia) e d i Monte Conca (Randazzo). A pochi metri di distanza si nota un altro acero di circa 5 m di circonferenza a petto d’uomo, dal fusto notevolmente fessurato e cariato, mentre a qualche centinaio di metri di distanza è presente un altro vetusto acero montano, dal fusto caratteristicamente inclinato verso monte dall’azione del vento, noto come “Prana di Acquafridda”

PictographTree Altitude 5,366 ft
Photo ofBiancospino del Carbonara

Biancospino del Carbonara

Biancospino circonferenza mt/altezza mt/età anni/posizione inventario Mipaaf 2,85/5,8/400/210 Biancospino - Crataegus laciniata Ucria Nome volgare: Biancospino di Sicilia Nome locale: Uzzulinu di muntagna Comune: Petralia Sottana (PA) Località: tra Piano Ciminnita e pendici di Serra Circio Cartografia: I.G.M. Foglio N. 610 - Castelbuono C.T.R. Sezione N. 610050 - Isnello Coordinate: 37°54’30,95’’ N - 14°02’55,04’’ E (4196100 N – 2436367 E) Proprietà: demanio comunale Accesso: da Piano Sempria, percorrendo la pista in terra battuta verso Piano Imperiale e Piano Ciminnita. Quindi, si segue il viottolo per Serra Circio Altitudine (m s.l.m.): 1.621 Esposizione: nord-nord-est Giacitura: leggermente in declivio Substrato: litosuolo calcareo Contesto vegetazionale: margine del faggeto-arbusteto a Crataegus laciniata Protezione: zona A del Parco delle Madonie Struttura e portamento: vetustissimo esemplare dal fusto diritto, nodoso e bitorzoluto, appiattito sul lato sud, dalla base fino a circa 1,90 metri di altezza, in conseguenza dei tagli subiti in passato e degli estesi attacchi di carie che si estendono fino all’inserzione dei rami. Questi ultimi, rivestiti da copiose colonie di licheni penduli, formano un fitto groviglio che sorregge una chioma tendenzialmente globosa sulla quale spiccano numerosi individui di piante semiparassite appartenenti a Loranthus europaeus e Viscum album Altezza (m): 5,80 Circonferenza massima del tronco (m): 2,85 Circonferenza del tronco a 1,30 m dal suolo (m): 2,10 Ampiezza della chioma (m): 6,5 (N-S) × 5,8 (E-O) Età stimata (anni): circa 400 Stato vegetativo e sanitario: complessivamente discreto. Si notano estesi attacchi di carie sul fusto e nei punti inserimento dei rami e danneggiamenti alla corteccia da parte degli animali al pascolo. Sul legno cariato si osservano inoltre diversi fori di farfallamento di insetti lignicoli Minacce: parziale decorticazione del fusto ad opera degli erbivori Interventi proposti: realizzazione d i u na s taccionata pr otettiva in legn o, per evitare l’ingresso degli erbivori di grossa taglia ed asportazione del vischio e del loranto Note e curiosità: la pianta si trova ai lati di una dolina carsica dominata d al faggio. Si tratta molto probabilmente dell’esemplare più grande presente in Sicilia e n el territorio italiano. Nelle sue immediate adiacenze si notano altri tre vetusti esemplari della stessa specie

PictographTree Altitude 5,342 ft
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Biancospino

Biancospino circonferenza mt/altezza mt/età anni/posizione inventario Mipaaf 2,4/5/400

PictographTree Altitude 5,326 ft
Photo ofAcerone delle Madonie Photo ofAcerone delle Madonie Photo ofAcerone delle Madonie

Acerone delle Madonie

Acero montano - Acer pseudoplatanus L. Nome locale: Prana Acero Montano circonferenza mt/altezza mt/età anni/posizione inventario Mipaaf 16,40/20/900/158 Proprietà: demanio comunale Accesso: da Piano Sempria, percorrendo la pista in terra battuta verso Piano Imperiale e Piano Ciminnita. Quindi si segue il viot- tolo per Serra Circio Altitudine (m s.l.m.): 1.604 Esposizione: nord Giacitura: poco inclinata Substrato: litosuolo calcareo Contesto vegetazionale: prateria montana, margine del faggeto Protezione: zona A del Parco delle Madonie Struttura e portamento: vetusto esemplare dalla grande ceppaia che ricopre un’ampia superficie irregolare di circa 19 m di circonferenza, comprendendo anche l’area di pertinenza delle grosse radici messe a nudo dall’erosione. Il fusto, leggermente avvitato in senso orario, è solcato da grosse costolature che lo segmentano in più parti tanto da dare l’impressione che possa essere il risultato di un antico aggregato di numerosi polloni. Le costolature trovano continuità nelle massicce radici che affondano nel substrato calcareo per assicurare un solido ancoraggio e un’adeguata stabilità al grande acero. Il fusto a 3,50 m dal suolo si divide in tre grossissime branche aventi rispettivamente la circonferenza di 3,30 m (ovest), 3,90 (nord) e 6,60 m (sud). Quest’ultima evidenzia un portamento assurgente e rappresenta l’ideale continuazione del fusto. Le lunghe ramificazioni sono spesso saldate tra loro in più punti, tramite innesto per approssimazione, in modo da resistere meglio alle sollecitazioni meccaniche. La chioma, tendenzialmente sferica, è molto sviluppata e copre una superficie di oltre 400 m2 Condizioni: Stato vegetativo e sanitario: complessivamente buono. Si notano attacchi di carie alla base del fusto e nei punti di distacco di alcuni grossi rami Minacce: nessun pericolo nel breve periodo Interventi proposti: drenaggio sulla branca di sud-est per evitare ristagni d’acqua nel punto in cui essa si diparte dal fusto. Realizza- zione di una staccionata protettiva in legno, per impedire l’ingresso di animali di grossa taglia e ridurre l’azione dei fenomeni erosivi Note e curiosità: si tratta molto probabilmente dell’acero montano più grande di Sicilia e d’Italia che colpisce il visitatore, oltre che per le notevoli dimensioni, per l’armonia della sue forme. La pianta è localizzata sulla scarpata di sud-est di una dolina carsica da dove domina l’ampia vallata sottostante, in direzione dell’abitato di Pollina e del Mar Tirreno. Ad est spazia verso i Nebrodi, fino al Golfo di Capo d’Orlando. Osservando attentamente la base dell’ esemplare, dove l’erosione ha scalzato le grosse radici, si ha l’impressione che l’attuale individuo si sia originato da una preesistente ceppaia che ha finito per “ammantare” con il notevole sviluppo. Nelle immediate adiacenze di quest’acero si notano quattro vetusti esemplari di biancospino di Sicilia.

PictographTree Altitude 5,289 ft

Faggio delle Meraviglie

faggio circonferenza 19,5 mt ceppaia/altezza 18 mt/età 300 anni

PictographTree Altitude 4,357 ft

Roverella di Macchia dell'Inferno

Nome scientifico: Quercus virgiliana (Ten.) Ten. Famiglia: Fagaceae Nome volgare: Roverella, Quercia virgiliana Nome locale: Cerza, Uscigghiu circonferenza mt/altezza mt/età anni/posizione inventario Mipaaf 10,40/12/1000/153 Comune: Castelbuono (Palermo) Località: contrada Macchia dell’Inferno, sopra “U Chiunu du Trippaturi” Cartografia: I.G.M. Foglio N. 610 - Castelbuono C.T.R. Sezione N. 610050 - Isnello Coordinate: 37°54’38,74’’ N - 14°03’20,41’’ E (4196334 N – 2436989 E) Proprietà: demanio comunale Accesso: dal demanio Forestale “Monticelli”, verso “U Chianu du Trippaturi” da cui ha inizio il sentiero che conduce all’esemplare Altitudine (m s.l.m.): 1.344 Esposizione: nord Giacitura: moderatamente ripida Substrato: calcareo Contesto vegetazionale: margine superiore del bosco di querce caducifoglie mesofile Zona tutela Parco: zona B del Parco delle Madonie Struttura e portamento: monumentale esemplare dal tronco ragguardevole, interamente tappezzato nella parte nord-ovest da estese colonie di muschi, diviso in due grosse branche a circa 3 m dal suolo. La struttura della chioma risente sia dell’azione dei fulmini che dei tagli di diverse branche effettuati in passato, nell’ambito dell’attività di legnatico connessa all’esercizio degli usi civici. Pur tuttavia essa si presenta ancora oggi abbastanza armonica e sviluppata Altezza (m): 12 Circonferenza massima del tronco (m): 10,40 Circonferenza del tronco a 1,30 m dal suolo (m): 8,15 Ampiezza della chioma (m): 18,60 (N-S) × 18,50 (E-O) Età stimata (anni): circa 1000 Stato vegetativo e sanitario: complessivamente discreto. Nella parte del tronco esposta a nord si riscontrano vasti attacchi di carie. La parte sommitale della branca principale è secca Minacce: la presenza di specie del genere Pinus nelle adiacenze di questa pianta monumentale, oltre a incidere negativamente sul pae- saggio, aumenta sensibilmente il rischio di potenziali incendi Interventi proposti: interventi dendrochirurgici per il controllo delle carie, asportazione di rami secchi e sostituzione delle resinose con specie indigene Note e curiosità: questa roverella é sicuramente la più grande o tra le più grandi d’Italia. Essa domina incontrastata un ampio pae- saggio che spazia fino alla sommità dell’Etna. Può essere considerata la “sentinella della montagna” che ha osservato si lenziosa, nel c orso dei se coli, lo s volgersi d elle v icende u mane, s oprattutto d i Castelbuono, compreso la costruzione del trecentesco Castello dei Ventimiglia che costituisce l’emblema della cittadina madonita. Accanto a questo ragguardevole esemplare, figurano altre quattro roverelle di notevoli dimensioni, una delle quali possiede una cavità nel tronco che può cont enere una persona. Un altro individuo, alto 15 m e di 4,75 m di circonferenza, si osserva lungo il sent iero, poco sopra “U Chianu du Trippaturi”, toponimo che allude alla credenza secondo la quale durante le notti di luna pien a vi si riuniscono le lepri ed altri animali selvatici

PictographMountain hut Altitude 4,837 ft
Photo ofRifugio CAS Morici Photo ofRifugio CAS Morici Photo ofRifugio CAS Morici

Rifugio CAS Morici

Rifugio CAS Morici

PictographPanorama Altitude 4,648 ft

Panorama

Panorama

Comments  (3)

  • Fabrizio PA Jun 7, 2022

    Insieme ad amici abbiamo ripetuto il tuo percorso e ti facciamo i complimenti per la precisione del tracciato e le informazioni dettagliate. Per la verità abbiamo fatto qualche deviazione, per esempio, per fare i 5 cozzi delle croci, ma fondamentalmente abbiamo seguito la traccia. Complimenti davvero!

  • Photo of MariJ.Soria
    MariJ.Soria May 5, 2024

    Enhorabuena!!!! Una explicación muy detallada de un paraje precioso. Muchas gracias por dar los datos botánicos de cada especie. Somos un grupo de España que trabaja en un botánico y desconociamos ésta isla. Te estamos muy agradecidos, un saludo nos vemos en el monte

  • Photo of MariJ.Soria
    MariJ.Soria May 5, 2024

    Un paseo cómodo que es un placer para los sentidos

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