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Madonie: anello Piano Sempria, Cozzo Luminario, Piano Imperiale, Pizzo S. Stefano, Piano Pomo

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Trail stats

Distance
5.61 mi
Elevation gain
1,663 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
1,663 ft
Max elevation
5,330 ft
TrailRank 
74
Min elevation
5,330 ft
Trail type
Loop
Coordinates
2392
Uploaded
June 19, 2022
Recorded
June 2022
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near Castelbuono, Sicilia (Italia)

Viewed 1892 times, downloaded 92 times

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Itinerary description

Itinerario Anello
Partenza/arrivo Piano Sempria N 37°54’11.06” - E 14°04'06.47”
Lunghezza km 8,93
Guadagno/perdita mt 619/-619
Pendenza media 13,0%/-12,5%
Pendenza max 41%/-39%
Elevazione min/max mt 1255/1624
Tipo di suolo facile: pista forestale 33%, sentiero 57%, fuori pista 10%
Livello difficoltà Medio (E)

In un lontano passato, quando la maggior parte dei rilievi montuosi della Sicilia erano ricoperti da estese foreste con ecosistemi indisturbati, l’albero, simbolo universale della vita, riusciva a svilupparsi in condizioni ottimali di clima e di suolo. In quell’epoca, la presenza di alberi maestosi era quasi la norma.
In un passato non lontano il diritto di origine feudale di legnatico, ovvero far legna dai boschi per le popolazioni locali, ha depauperato irrimediabilmente i boschi vicini ai centri abitati e la copertura boschiva delle Madonie si è più che dimezzata. Oggi gli alberi maestosi sono diventati una rarità e per questo motivo gli abbiamo attribuito il titolo di monumentale.
Nel 2008, con l’art. 136 del DL 63, gli alberi monumentali sono stati riconosciuti come bene paesaggistico e parte del patrimonio culturale nazionale. Con successiva legge 10/2013 è stata data la definizione univoca di “albero monumentale” e sono stati stabiliti i criteri per la loro individuazione. Per rendere l’idea la circonferenza minima per classificare una Roverella come albero monumentale è di mt 4,0.
Parchi, Riserve, Comuni e Associazioni hanno la facoltà di censire gli alberi con requisiti di monumentalità, mentre il riconoscimento ufficiale passa prima dall’iscrizione in liste regionali, poi nell’elenco nazionale del MIPAAF (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali).
Uno dei fattori che distinguono la particolare Biodiversità del Parco delle Madonie, praticamente ignorato dall’Ente Parco, è la particolare concentrazione di alberi monumentali nel versante settentrionale del Carbonara, in zone lontane o di difficile raggiungimento dai centri abitati che hanno limitato i prelievi per legnatico, con suolo profondo e buona protezione dai venti.
L’attuale elenco del MIPAAF riconosce in Sicilia 306 alberi monumentali, ancora ben lontano dai circa 1000 alberi stimati dagli esperti: https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11260.
In altre realtà nazionali, la ricognizione puntuale, il censimento, il successivo inserimento nell’elenco nazionale MIPAAF, la conoscenza dei siti attraverso la divulgazione delle loro coordinate e l’indicazione con locandine dei percorsi e delle caratteristiche degli alberi monumentali, sono stati fattori qualificanti l’ambiente naturalistico.
Così purtroppo non è nel Parco delle Madonie. Gli alberi monumentali censiti sono attualmente una settantina, di cui solo una ventina quelli rilevati nel versante settentrionale, una minima quota rispetto alla notevole concentrazione di esemplari vetusti e maestosi peculiari di questa zona del Parco.
Nessuna indicazione viene fornita per raggiungere l’acerone delle Madonie, il più maestoso esemplare di acero montano nazionale, con diametro alla base di 19 mt ed età 900 anni. Per i famosi Agrifogli di Piano Pomo, ancorché raggiungibili attraverso un percorso dedicato, le locandine in sito sono vuote e nessuna indicazione viene fornita ai visitatori su questa particolare ed unica formazione boschiva.
La finalità di questa escursione, che integra la precedente “Madonie la via dei Giganti”, è stata quella di conoscere e fare conoscere i “nostri Monumenti della Natura” (indicato con * gli esemplari censiti).
L’escursione si sviluppa sul versante N-NE del monte Carbonara, la seconda vetta più elevata della Sicilia dopo l’Etna, al centro del Parco delle Madonie (1).
Il percorso inizia dalla radura di Piano Sempria (1255 mt slm), dove incontriamo, in prossimità del rifugio CAS Francesco Crispi, il primo esemplare monumentale di Roverella* (Quercus congesta, nome locale Uscigghiu), circonferenza mt 6,8 - altezza mt 20 - età 500 anni. Si tratta di un esemplare dal tronco robusto e a base slargata, da quale si dipartono diverse robuste branche ascendenti che, a guisa di candelabro, sorreggono un’ampia chioma armonica sviluppata in tutte le direzioni.
Il percorso prosegue in ripida salita su pista forestale, fino ad incontrare al km 0,3 un sontuoso esemplare di Rovere* (Quercus petraea, nome locale: Ruvulu), circonferenza mt 8,9 - altezza mt 15,5 - età 700 anni. Si tratta di un ragguardevole esemplare dal tronco bitorzoluto, con grosse iperplasie di varie dimensioni, danneggiato nella parte esposta a sud-est dall’azione di un fulmine. La parte colpita, di forma grossolanamente romboidale, è un’ampia concavità che ospita la statua della Madonna. A breve distanza, a destra della pista forestale, è visibile una sontuosa Roverella, con una vistosa deformazione del tronco causata da iperplasia.
Il percorso prosegue su pista forestale in direzione Cozzo Luminario, attraversando in successione le fasce vegetazionali di Leccio, Roverella e Faggio.
Al km 1,73 si raggiunge Cozzo Luminario, che offre, nelle giornate di buona visibilità, un ampio panorama sui paesi sottostanti, sulle isole Eolie, sui Nebrodi, fino all’Etna.
Al km 2,07 all’interno di una faggeta sul versante SW di Cozzo Luminario, fanno bella mostra due esemplari di Faggio ed un maestoso Rovere* (Quercus Petrae, circonferenza 5,6 mt - altezza 16 mt - 500 anni).
Al km 2,22 Piano Imperiale (1470 mt slm) con il suo caratteristico laghetto effimero invernale.
Il percorso prosegue in direzione NW, in modesta ascesa sul versante NE del Carbonara, caratterizzata da numerose doline, regno della faggeta con inclusioni puntiformi di Acero. La copertura boschiva è fortemente condizionata dalle particolari condizioni ambientali: rada, bassa e plagiotropa (rami paralleli al terreno) nelle zone esposte ai venti e con scarso suolo, fitta e slanciata all’interno delle doline protette dai venti e con suolo profondo.
Sono caratteristiche in questa zona le 5 croci di Monticelli, collocate sui pizzi che guardano verso valle.
Al km 2,65 la nostra attenzione verso questo particolare ambiente montano è stata premiata da un interessante incontro con una colonia di api scavatrici (Halictus Scabiosae) (2).
Al bivio di km 3,06 deviazione a sinistra. Il sentiero a destra va verso l’Acerone delle Madonie.
Al km 3,7 il punto di maggiore elevazione del percorso (1624 mt slm), con ampi panorami a 360°. Nei pressi maestoso esemplare di Rovere.
Il percorso procede, su pista forestale, in discesa nel fondo valle tra il versante ovest di Pizzo Santo Stefano ed il versante est del Carbonara. Pizzo Santo Stefano ospita, nel versante est, il bosco di Agrifogli Giganti, mentre nel versante ovest presenta una buona copertura boschiva con un notevole numero di alberi maestosi e vetusti.
La copertura principale è a faggeta, con inclusioni di Roverella ed Acero campestre e minore. Significativa la presenza di vetusti esemplari di Biancospino e Melo selvatico.
L’escursione a metà del mese di maggio ha consentito di cogliere le fioriture di Biancospino e Melo selvatico, quest’ultima gradevolmente profumata, e la formazione del nuovo fogliame di faggi, querce e aceri.
La numerosa presenza di aceri all’interno della faggeta consiglia di ripetere l’escursione nella seconda metà del mese di ottobre, per godere della bella visione del vistoso foliage autunnale.
Al km 4,22 esemplare di Melo selvatico, Biancospino e due maestosi esemplari di Roverella.
Tra il km 4 ed il km 5 successione di esemplari di Aceri e Biancospini.
Al km 5,54 la pista forestale fa posto a strada forestale pianeggiante.
Al km 5,63 due maestosi esemplari di Roverella.
Al km 5,84 panorama verso Pizzo e Orrido Canna.
Al km 6,17 sul margine destro della strada forestale, splendido esemplare di acero campestre.
Al km 6,62, all’altezza dell’abbeveratoio Acqua du Piraniu, deviazione a sinistra su sentiero verso Piano Pomo.
Al km 7,2 a ridosso del caratteristico “pagghiaru”, l’anfiteatro naturale tra Cozzo Luminario e Pizzo Stefano custodisce una delle più interessanti aree boschive delle Madonie, con una biodiversità unica nel suo genere nell’intero bacino del Mediterraneo.
L’agrifoglio è una pianta diffusa comunemente nelle zone con clima subtropicale, cresce in modeste aggregazioni con una altezza non superiore ai 5-6 mt. Sulle Madonie, a Piano Pomo, a 1400 metri di altitudine, in una valle dal suolo siliceo e profondo, con una esposizione ed un microclima particolarmente favorevoli, una cinquantina di piante di agrifoglio formano uno dei pochi boschi puri della specie. Questi esemplari monumentali hanno trovato il loro optimum climatico raggiungendo dimensioni ragguardevoli, ovvero 15 mt d'altezza e 4 di circonferenza, con una età sull’ordine dei 400 anni. Il boschetto di agrifogli è considerato un paesaggio fossile poiché rappresenta una fotografia della flora maggiormente diffusa in Europa nel terziario, prima delle glaciazioni pleistoceniche. Solo a Piano Pomo è possibile osservare una particolarità di crescita di questa pianta, che si manifesta solamente nella fase adulta: i fusti si accostano, l’azione del vento causa lo sfregamento delle cortecce che si mettono a nudo e, rimarginandosi, si fondono in un unico tronco di grandi dimensioni, a supporto di una chioma maestosa che non fa passare la luce.
La fusione dei fusti prende il nome di innesto per “approssimazione” ed è il tipo naturale di innesto, osservato dall’uomo, che ha dato origine alla tecnica degli innesti per la diffusione di specie vegetali.
Affiancata all'area di crescita degli Agrifogli giganti si estende un meleto puro (malus silvestrys), con esemplari che raggiungono i 6 mt di altezza. La veste più vistosa di Piano Pomo, che è anche l'origine del suo nome, si può osservare nella seconda metà di settembre, quando gli alberi di melo lasciano cadere i numerosi frutti maturi, formando un appariscente tappeto giallo. Nella prima metà del mese di maggio si può apprezzarne la profumata fioritura.
Al margine del meleto si possono osservare due splendidi esemplari di Acero Campestre, con i tronchi coperti da licheni.
Il percorso prosegue su pista forestale con deviazione a dx, km 8,0 subito dopo il cancello che limita l’accesso a Piano Pomo, sul Sentiero Italia 565.
Al km 8,5 panorama verso vallone Gonato.
Al km 8,79, all’altezza del primo Rovere* incontrato all’inizio dell’escursione, si riprende la pista forestale che ci riconduce a Piano Sempria.
Per aggiungere alla meta degli alberi monumentali anche quella dei panorami, si consiglia di fare l’escursione in giornata con condizioni meteo con buona visibilità.

1) Madonie
Il complesso delle Madonie è composto da un mosaico di blocchi, la cui uniformità fisica è solo apparente.
Il nucleo centrale del massiccio del Carbonara si sviluppa sopra i 1600 metri di quota, da Pizzo Carbonara (1979 m) a Pizzo Antenna (1977 m) e a Monte Ferro (1906 m). E’ separato da un'ampia vallata dal Monte San Salvatore (1912 m) e dal Monte Quacella (1869 m), tipico massiccio dolomitico, da un'altra vallata dal Pizzo Dipilo (1385 m), caratterizzato da profonde balze e dirupi e dal vallone delle Madonie dal massiccio Monte dei Cervi (1794 m).
Fiumi e torrenti solcano in lungo ed in largo questi monti, trasportando l'acqua dalla montagna al mare. L'ampia rete idrografica che interessa le zone periferiche lascia fuori solo le zone centrali dell'altopiano fra Pizzo Carbonara e Pizzo Dipilo dove invece si sviluppa un fitto sistema di circolazione idrica sotterranea, permesso dalle notevoli manifestazioni carsiche.
Gli inverni sono rigidi con temperature in alcuni casi inferiori a -10 °C, ed estati calde ma non afose. Fenomeni come la neve e la nebbia sono piuttosto frequenti. La neve si può trovare anche in estate all'interno di doline chiamate "neviere", sopra i 1800 metri.
I fossili che si incontrano facilmente nelle rocce delle Madonie sono testimonianza dei paesaggi oceanici con grandi barriere coralline dell'era secondaria (200-150 milioni di anni fa), poi coperti nel Terziario durante l'avvicinamento tra Africa ed Europa, da sedimenti di varia natura.
Il carsismo è un fenomeno ben rappresentato nelle Madonie. Le manifestazioni superficiali sono rappresentate da doline, valli morte, inghiottitoi, quelle sotterranee da grotte, pozzi e veri e propri abissi. Quelle superficiali rappresentano l'aspetto più evidente della morfologia carsica delle Madonie, in modo particolare nel Carbonara, ove i processi carsici pare abbiano avuto inizio circa due milioni d'anni fa, nel quaternario, sviluppandosi in modo particolare nelle fasi glaciali. Tali processi sono tuttora attivi, sia per le caratteristiche climatiche determinate dall'elevata piovosità (più del doppio della media regionale), sia dalla persistenza del manto nevoso alle quote più elevate, che consente una corrosione prolungata. Si conoscono almeno quattrocento doline, la maggior parte delle quali è ubicata al disopra dei 1600 metri di quota.
Un'altra forma di carsismo particolarmente interessante è quella di Piano Battaglia e della Battaglietta, due depressioni dotate sul fondo di inghiottitoio.
Le Madonie costituiscono uno scrigno di biodiversità tra i più importanti del Mediterraneo. In un territorio di modeste dimensioni, appena l’1,5% del territorio siciliano, vegetano più di 1500 specie, con ben 170 endemismi.
La principale causa di questa straordinaria ricchezza botanica sono state le glaciazioni. Molte specie centro-europee per potere sopravvivere alle bassissime temperature polari si sono spostate a sud fino in Sicilia, estremo lembo di terra europea prima dell'Africa. Successivamente a causa delle mutazioni del clima, le temperature si sono innalzate e molte specie vegetali, per trovare le condizioni di vita a loro più adatte, hanno risalito le alture delle Madonie, dove si sono isolate e con il passare del tempo hanno generato un elevato numero di endemismi.
Le aree più naturali delle Madonie restano quelle montane, gran parte delle quali è coperta da boschi, garighe e pascoli ricchi di piante erbacee ed arbustive. Diverse sono le specie di piante endemiche, cioè esclusive delle sole Madonie o della Sicilia.
Il caso certamente più noto è quello dell'abete dei Nebrodi (Abies nebrodensis) che deve il nome al fatto che anticamente per Nebrodi s'intendevano le Madonie. Ne sono stati censiti ormai meno di una trentina di esemplari, concentrati nel Vallone Madonna degli Angeli ad una quota compresa fra i 1400 ed i 1650 metri. In tempi recenti, in seguito a un progetto accurato di conservazione in situ, ha ricominciato a produrre strobili con semi fertili, e ciò fa ben sperare per la sua conservazione a lungo termine.
Un'altra specie endemica di notevole interesse è l'astragalo dei Nebrodi, una pianta arbustiva a forma di cuscinetto spinoso, molto simile all'astragalo dell'Etna e vegetante sopra i 1200 metri di quota.
Purtroppo, una nota negativa è l’introduzione nella fauna delle Madonie di Cinghiali e Daini che, in assenza di specie antagoniste, si sono diffusi a dismisura danneggiando gravemente l’ambiente.

2) Halictus scabiosae - Ape scavatrice
E’ un insetto impollinatore di dimensioni medio-grandi, lungo addome con strisce giallastre. Le zampe sono gialle e le antenne sono interamente nere e ricurve all'apice. I maschi hanno le antenne più lunghe e l’addome di forma più affusolata rispetto alle femmine che hanno un aspetto più tozzo. I maschi hanno una fascia posteriore biancastra, mentre le femmine mostrano una peluria a bande beige-giallastre sull’addome.
Questa specie compie una o due generazioni all’anno a seconda delle condizioni climatiche, dell’altitudine e della latitudine dell’area di indagine. La prima generazione (covata) è costituita prevalentemente da femmine che si comportano da operaie; solo una piccola percentuale di questa prima progenie (5-10%) è formata da maschi. La seconda generazione, invece, è formata da femmine e maschi che hanno il compito di riprodursi.
In primavera, dopo avere svernato, le femmine cominciano a fare scorta di nettare e polline sui fiori per i propri nidi. Gallerie verticali vengono scavati nel terreno nel terreno, con un ingresso circolare circondato da un cono di terra, su pendii esposti a sud su suoli friabili o sabbiosi in aree senza vegetazione; spesso vengono utilizzati i nidi dell’anno precedente. All’interno, in particolari celle ovoidali le larve si alimentano con una miscela di polline e nettare. Nidi di Ape scavatrice si rinvengono comunemente, non solo in ambienti naturali, ma anche in aree più o meno fortemente antropizzate.
I nidi potrebbero essere scambiati con formicai, dai quali si distinguono per la numerosità dei fori sul terreno e per la presenza delle api, in volo sopra i nidi i maschi (foto 4), nei nidi le femmine.
Il comportamento dell’ape scavatrice è poco conosciuto, ma le osservazioni finora compiute suggeriscono che questa specie possiede un non trascurabile livello di socialità. Un recente studio ha dimostrato che, inizialmente, femmine diverse possano utilizzare lo stesso nido; fra queste quella di dimensioni maggiori assume il ruolo di regina e si dedica all’ovideposizione, mentre le altre femmine si comportano da operaie
Presso l’apertura di un nido comunitario, ospitante pertanto più femmine, è spesso visibile un individuo (la femmina regina o dominante) che si sporge con il capo dal foro di entrata, avente la funzione di “guardiano”; esso ha anche il compito di non permettere a predatori di entrare nel nido.
Quando dalla prima covata sfarfallano i nuovi individui, ovvero le figlie della regina, quest’ultima impedisce alle altre femmine, con le quali fino a quel momento aveva convissuto, di rientrare nel nido di origine. Queste ultime sono quindi costrette a fondare nuovi nidi per proprio conto, mentre le figlie della femmina dominante assumeranno il ruolo di operaie.

Waypoints

PictographCar park Altitude 4,130 ft

Partenza Piano Sempria

Partenza Piano Sempria

PictographTree Altitude 4,136 ft
Photo ofRoverella * Photo ofRoverella *

Roverella *

Il percorso inizia dalla radura di Piano Sempria (1255 mt slm), dove incontriamo, in prossimità del rifugio CAS Francesco Crispi, il primo esemplare monumentale di Roverella* (Quercus congesta, nome locale Uscigghiu), circonferenza mt 6,8 - altezza mt 20 - età 500 anni. Si tratta di un esemplare dal tronco robusto e a base slargata, da quale si dipartono diverse robuste branche ascendenti che, a guisa di candelabro, sorreggono un’ampia chioma armonica sviluppata in tutte le direzioni.

PictographTree Altitude 4,307 ft
Photo ofRovere *

Rovere *

Il percorso prosegue in ripida salita su pista forestale, fino ad incontrare al km 0,3 un sontuoso esemplare di Rovere* (Quercus petraea, nome locale: Ruvulu), circonferenza mt 8,9 - altezza mt 15,5 - età 700 anni. Si tratta di un ragguardevole esemplare dal tronco bitorzoluto, con grosse iperplasie di varie dimensioni, danneggiato nella parte esposta a sud-est dall’azione di un fulmine. La parte colpita, di forma grossolanamente romboidale, è un’ampia concavità che ospita la statua della Madonna.

PictographTree Altitude 4,303 ft
Photo ofRoverella deformata da iperplasia

Roverella deformata da iperplasia

A breve distanza dal Rovere, a destra della pista forestale, è visibile una sontuosa Roverella, con una vistosa deformazione del tronco causata da iperplasia.

PictographWaypoint Altitude 4,546 ft
Photo ofil percorso Photo ofil percorso Photo ofil percorso

il percorso

il percorso

PictographPanorama Altitude 4,408 ft
Photo ofPanorama

Panorama

Al km 8,5 panorama verso vallone Gonato.

PictographTree Altitude 4,733 ft
Photo ofFaggeta Photo ofFaggeta Photo ofFaggeta

Faggeta

Faggeta

PictographSummit Altitude 4,924 ft
Photo ofCozzo Luminario Photo ofCozzo Luminario Photo ofCozzo Luminario

Cozzo Luminario

Al km 1,73 si raggiunge Cozzo Luminario, che offre, nelle giornate di buona visibilità, un ampio panorama sui paesi sottostanti, sulle isole Eolie, sui Nebrodi, fino all’Etna.

PictographTree Altitude 4,939 ft
Photo ofRovere * Photo ofRovere *

Rovere *

Al km 2,07 all’interno di una faggeta sul versante SW di Cozzo Luminario, fanno bella mostra due esemplari di Faggio ed un maestoso Rovere* (Quercus Petrae, circonferenza 5,6 mt - altezza 16 mt - 500 anni).

PictographLake Altitude 4,846 ft
Photo ofPiano Imperiale Photo ofPiano Imperiale Photo ofPiano Imperiale

Piano Imperiale

Al km 2,22 Piano Imperiale (1470 mt slm) con il suo caratteristico laghetto effimero invernale.

PictographFauna Altitude 4,991 ft
Photo ofColonia Ape scavatrice Photo ofColonia Ape scavatrice Photo ofColonia Ape scavatrice

Colonia Ape scavatrice

Al km 2,65 la nostra attenzione verso questo particolare ambiente montano è stata premiata da un interessante incontro con una colonia di api scavatrici (Halictus Scabiosae)

PictographWaypoint Altitude 4,999 ft
Photo ofIl percorso Photo ofIl percorso Photo ofIl percorso

Il percorso

Il percorso prosegue in direzione NW, in modesta ascesa sul versante NE del Carbonara, caratterizzata da numerose doline, regno della faggeta con inclusioni puntiformi di Acero. La copertura boschiva è fortemente condizionata dalle particolari condizioni ambientali: rada, bassa e plagiotropa (rami paralleli al terreno) nelle zone esposte ai venti e con scarso suolo, fitta e slanciata all’interno delle doline protette dai venti e con suolo profondo. Sono caratteristiche in questa zona le 5 croci di Monticelli, collocate sui pizzi che guardano verso valle.

PictographTree Altitude 5,051 ft
Photo ofAceri minore Photo ofAceri minore Photo ofAceri minore

Aceri minore

Aceri minore

PictographTree Altitude 5,094 ft

Faggeta in doliina

La copertura boschiva è fortemente condizionata dalle particolari condizioni ambientali: rada, bassa e plagiotropa (rami paralleli al terreno) nelle zone esposte ai venti e con scarso suolo, fitta e slanciata all’interno delle doline protette dai venti e con suolo profondo.

PictographSummit Altitude 5,246 ft
Photo ofCroce di Monticelli

Croce di Monticelli

Sono caratteristiche in questa zona le 5 croci di Monticelli, collocate sui pizzi che guardano verso valle.

PictographIntersection Altitude 5,145 ft

Bivio deviazione sn

Al bivio di km 3,06 deviazione a sinistra. Il sentiero a destra va verso l’Acerone delle Madonie.

PictographTree Altitude 5,180 ft
Photo ofAcero minore di Catagiddebbe * Photo ofAcero minore di Catagiddebbe * Photo ofAcero minore di Catagiddebbe *

Acero minore di Catagiddebbe *

Nome scientifico: Acer monspessulanum L. Famiglia: Aceraceae Nome volgare: Acero minore, Acero trilobo Nome locale: Occhiu circonferenza mt/altezza mt/età anni/posizione inventario Mipaaf 5,60/11/500/210 Comune: Castelbuono (PA) Località: Catagiddebbe Cartografia: I.G.M. Foglio N. 610 - Castelbuono C.T.R. Sezione N. 610050 - Isnello Coordinate: 37°54’11,3’‘ N - 14°03’17,4‘’ E (4195489 N - 2436907 E) Proprietà: demanio comunale Accesso: da Piano Sempria, percorrendo la pista in terra battuta in direzione di Piano Catagiddebbe Altitudine (m s.l.m.): 1.552 Esposizione: nord-est Giacitura: moderatamente ripida Substrato: litosuolo calcareo Contesto vegetazionale: prateria montana - margine del faggeto Protezione: zona A del Parco delle Madonie Struttura e portamento: vetusto acero dal grande tronco squarciato per tutta la sua lunghezza, nel lato esposto a meridione, da un fulmine che ha aperto una cavità estesa 2,30 m in altezza e larga m ediamente 1 m i n larghezza. A circa 2,5 m dal suolo il fusto è sormontato da un groviglio di rami che sostengono una chioma tendenzialmente conica, densa e compatta, più sviluppata verso valle. Sul fusto e sui rami più bassi sono insediate colonie da muschi e licheni frondosi che conferiscono all’albero un aspetto fiabesco Altezza (m): 11 Circonferenza massima del tronco (m): 5,60 Circonferenza del tronco a 1,30 m dal suolo (m): 4,05 Ampiezza della chioma (m): 10,60 (N-S)

PictographPanorama Altitude 5,175 ft
Photo ofPanorama

Panorama

Panorama

PictographTree Altitude 5,176 ft
Photo ofAcero montano

Acero montano

Acero montano

PictographTree Altitude 5,184 ft
Photo ofFaggio invaso dal vischio

Faggio invaso dal vischio

Faggio invaso dal vischio

PictographTree Altitude 5,175 ft
Photo ofAcero campestre Photo ofAcero campestre

Acero campestre

Acero campestre

PictographTree Altitude 5,308 ft
Photo ofAcero minore Photo ofAcero minore

Acero minore

Acero minore

PictographPanorama Altitude 5,249 ft
Photo ofPanorama Photo ofPanorama Photo ofPanorama

Panorama

Al km 3,7 il punto di maggiore elevazione del percorso (1624 mt slm), con ampi panorami a 360°. Nei pressi maestoso esemplare di Rovere. Il percorso procede, su pista forestale, in discesa nel fondo valle tra il versante ovest di Pizzo Santo Stefano ed il versante est del Carbonara. Pizzo Santo Stefano ospita, nel versante est, il bosco di Agrifogli Giganti, mentre nel versante ovest presenta una buona copertura boschiva con un notevole numero di alberi maestosi e vetusti, da tempo in inutile attesa di essere catalogati come monumentali. La copertura principale è a faggeta, con inclusioni di Roverella ed Acero campestre e minore. Significativa la presenza di vetusti esemplari di Biancospino e Melo selvatico. L’escursione a metà del mese di maggio ha consentito di cogliere le fioriture di Biancospino e Melo selvatico, quest’ultima gradevolmente profumata, e la formazione del nuovo fogliame di faggi, querce e aceri. La numerosa presenza di aceri all’interno della faggeta consiglia di ripetere l’escursione nella seconda metà del mese di ottobre, per godere della bella visione del vistoso foliage autunnale.

PictographTree Altitude 5,109 ft
Photo ofRovere

Rovere

Rovere

PictographTree Altitude 5,176 ft
Photo ofMelo selvatico Photo ofMelo selvatico Photo ofMelo selvatico

Melo selvatico

Al km 4,22 esemplare di Melo selvatico, Biancospino e due maestosi esemplari di Roverella.

PictographTree Altitude 5,178 ft
Photo ofFaggeta

Faggeta

Faggeta

PictographTree Altitude 5,186 ft
Photo ofRoverella

Roverella

Al km 4,22 esemplare di Melo selvatico, Biancospino e due maestosi esemplari di Roverella.

PictographSummit Altitude 5,099 ft

Pizzo Santo Stefano

Il percorso procede, su pista forestale, in discesa nel fondo valle tra il versante ovest di Pizzo Santo Stefano ed il versante est del Carbonara. Pizzo Santo Stefano ospita, nel versante est, il bosco di Agrifogli Giganti, mentre nel versante ovest presenta una buona copertura boschiva con un notevole numero di alberi maestosi e vetusti, da tempo in inutile attesa di essere catalogati come monumentali.

PictographTree Altitude 5,148 ft
Photo ofBiancospino Photo ofBiancospino

Biancospino

Al km 4,22 esemplare di Melo selvatico, Biancospino e due maestosi esemplari di Roverella.

PictographTree Altitude 5,117 ft
Photo ofAceri minore Photo ofAceri minore Photo ofAceri minore

Aceri minore

Tra il km 4 ed il km 5 successione di esemplari di Aceri e Biancospini.

PictographTree Altitude 5,073 ft
Photo ofFaggeta Photo ofFaggeta Photo ofFaggeta

Faggeta

Faggeta

PictographWaypoint Altitude 4,903 ft
Photo ofIl percorso Photo ofIl percorso Photo ofIl percorso

Il percorso

Panorama verso Pizzo Ferro

PictographTree Altitude 4,776 ft
Photo ofBiancospini Photo ofBiancospini Photo ofBiancospini

Biancospini

Tra il km 4 ed il km 5 successione di esemplari di Aceri e Biancospini.

PictographTree Altitude 4,593 ft
Photo ofAcero campestre Photo ofAcero campestre Photo ofAcero campestre

Acero campestre

Acero campestre

PictographTree Altitude 4,554 ft
Photo ofMelo selvatico Photo ofMelo selvatico Photo ofMelo selvatico

Melo selvatico

Melo selvatico

PictographIntersection Altitude 4,497 ft
Photo ofBivio

Bivio

Al km 5,54 la pista forestale fa posto a strada forestale pianeggiante.

PictographTree Altitude 4,501 ft
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Roverelle

Al km 5,63 due maestosi esemplari di Roverella.

PictographPanorama Altitude 4,502 ft
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Panorama Pizzo e orrido Canna

Al km 5,84 panorama verso Pizzo e Orrido Canna.

PictographTree Altitude 4,468 ft
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Acero campestre

Al km 6,17 sul margine destro della strada forestale, splendido esemplare di acero campestre.

PictographWaypoint Altitude 4,462 ft
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Amici della montagna

Amici della montagna

PictographFountain Altitude 4,364 ft
Photo ofAbbeveratoio Acqua du Piraniu - deviazione a sn (Sentiero Italia 565) Photo ofAbbeveratoio Acqua du Piraniu - deviazione a sn (Sentiero Italia 565) Photo ofAbbeveratoio Acqua du Piraniu - deviazione a sn (Sentiero Italia 565)

Abbeveratoio Acqua du Piraniu - deviazione a sn (Sentiero Italia 565)

Al km 6,62, all’altezza dell’abbeveratorio Acqua du Piraniu, deviazione a sinistra su sentiero verso Piano Pomo.

PictographTree Altitude 4,421 ft
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Melo selvatico

Melo selvatico

PictographWaypoint Altitude 4,520 ft
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Il percorso

Il percorso

PictographMountain hut Altitude 4,569 ft
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Pagghiaru Piano Pomo

Pagghiaru Piano Pomo

PictographTree Altitude 4,600 ft
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Il Meleto di Piano Pomo

Affiancata all'area di crescita degli Agrifogli giganti si estende un meleto puro (malus silvestrys), con esemplari che raggiungono i 6 mt di altezza. La veste più vistosa di Piano Pomo, che è anche l'origine del suo nome, si può osservare nella seconda metà di settembre, quando gli alberi di melo lasciano cadere i numerosi frutti maturi, formando un appariscente tappeto giallo. Nella prima metà del mese di maggio si può apprezzarne la profumata fioritura.

PictographTree Altitude 4,641 ft
Photo ofAcero campestre Photo ofAcero campestre Photo ofAcero campestre

Acero campestre

Al margine del meleto si possono osservare due splendidi esemplari di Acero Campestre, con i tronchi coperti da licheni.

PictographTree Altitude 4,652 ft
Photo ofAgrifogli Giganti * Photo ofAgrifogli Giganti * Photo ofAgrifogli Giganti *

Agrifogli Giganti *

Al km 7,2 a ridosso del caratteristico “pagghiaru”, l’anfiteatro naturale tra Cozzo Luminario e Pizzo Stefano custodisce una delle più interessanti aree boschive delle Madonie, con una biodiversità unica nel suo genere nell’intero bacino del Mediterraneo. L’agrifoglio è una pianta diffusa comunemente nelle zone con clima subtropicale, cresce in modeste aggregazioni con una altezza non superiore ai 5-6 mt. Sulle Madonie, a Piano Pomo, a 1400 metri di altitudine, in una valle dal suolo siliceo e profondo, con una esposizione ed un microclima particolarmente favorevoli, una cinquantina di piante di agrifoglio formano uno dei pochi boschi puri della specie. Questi esemplari monumentali hanno trovato il loro optimum climatico raggiungendo dimensioni ragguardevoli, ovvero 15 mt d'altezza e 4 di circonferenza, con una età sull’ordine dei 400 anni. Il boschetto di agrifogli è considerato un paesaggio fossile poiché rappresenta una fotografia della flora maggiormente diffusa in Europa nel terziario, prima delle glaciazioni pleistoceniche. Solo a Piano Pomo è possibile osservare una particolarità di crescita di questa pianta, che si manifesta solamente nella fase adulta: i fusti si accostano, l’azione del vento causa lo sfregamento delle cortecce che si mettono a nudo e, rimarginandosi, si fondono in un unico tronco di grandi dimensioni, a supporto di una chioma maestosa che non fa passare la luce. La fusione dei fusti prende il nome di innesto per “approssimazione” ed è il tipo naturale di innesto, osservato dall’uomo, che ha dato origine alla tecnica degli innesti per la diffusione di specie vegetali.

PictographTree Altitude 4,704 ft
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Faggio *

Faggio *

PictographIntersection Altitude 4,595 ft

Deviazione dx (Sentiero Italia 565)

Il percorso prosegue su pista forestale con deviazione a dx, km 8,0 subito dopo il cancello che limita l’accesso a Piano Pomo, sul Sentiero Italia 565.

PictographPanorama Altitude 4,648 ft
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Panorama

Panorama

Comments  (1)

  • Photo of francescoteresa
    francescoteresa Dec 9, 2022

    Grazie per aver pubblicato il percorso, l'ho seguito tutto passo passo.....BELLISSIMO

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