Lungo il Fosso della Mola. Fonte Piscaro. Colle della Mola. La storia del Lago della Doganella.
near Colli del Vivaro, Lazio (Italia)
Viewed 1041 times, downloaded 19 times
Trail photos
Itinerary description
Avvertenza! Escursione che prevede fuori sentiero e passaggi rocamboleschi che possono essere evitati attraverso una attenta conoscenza del territorio.
Escursione avventurosa con gli amici Alessandro, Gigi e Marco che ha come obbiettivo la conoscenza del Fosso dal quale venne drenata via l'acqua del Lago della Doganella. In aggiunta il raggiungimento della sommità del panoramico Colle della Mola.
Brevi cenni alla storia del Fosso. Questo Fosso nato per azione gravitazionale delle acque che alimentavano il Lago della Doganella, venne utilizzato nel corso degli anni '30 per far defluire le acque del Lago con la volontà di estinguerlo (volontà prepotente nei confronti della natura che venne messa in opera nel corso dell'800 e finalizzata nel ventennio fascista) e rendere l'area salubre e il tratto della Tuscolana e dei Pratoni del Vivaro come via di collegamento con la nascente Via Dei Laghi.
Nel '35 nacquero diversi pozzi per captare le acque delle falde per alimentare l'afflusso di queste nei comuni limitrofi. Tale azione oltre a modificare il millenario ecosistema naturale della zona, ha anche causato l'abbassamento del flusso d'acqua dei bacini lacustri di Albano e Nemi.
Ad oggi rimane solo un Pantano detto appunto della Doganella che si forma nel periodo delle grandi piogge per poi tornare arida pianura dedita al pascolo.
Partenza dal parcheggio esterno della pesca sportiva, all'incrocio tra la via Tuscolana e via Vittorio Veneto. Dopo aver costeggiato la strada si raggiunge all'altezza della parete di lapillo il tracciolino che scende al Fosso della Mola. Per chi è avvezzo allo stato di incuria in cui versano molti angoli del Parco dei Castelli Romani (e non solo), non è una novità incontrare molteplici tipologie di immondizia che vanno dagli anni '60 ad oggi. Quindi, lo spettacolo che si parerà a coloro che faranno questa traccia sarà a dir poco indecente.
Si costeggia il Fosso che presenta nel primo tratto un discerto corso d'acqua. Vi sono cascatelle e una un pò più abbondante. Sulla destra orografica del corso d'acqua, si cammina al fianco delle pendici del Monte Castellaccio sulla cui sommità si trovava un antico Castello, detto Castello dell'Algidum che fungeva da controaltare al Castello d'Ariano per il controllo del passo dell'Algidum sulla via Tuscolana. Oggi i suoi resti sono costituiti da frammenti di muri a secco. Dall'altro lato l'affascinate Cava dell'Algido (l'approfondimento è lasciato ad un'altra traccia).
L'acqua che scompare nel sottosuolo lascia la possibilità di camminare nell'alveo del torrente. Sopra le nostre teste le pareti scavate dall'acqua sono sulla sinistra ricoperte di immondizia e sulla destra pentime scoscese e piccole valli che permettono il raggiungimento della zona a sud del Monte Castellaccio.
L'acqua torna a comparire per mezzo di canali di drenaggio che sono sommersi dall'immondizia. Il Fosso sembra terminare all'altezza del bivio della Mola. Qui dei sentieri forestali procedono a destra lungo la parte alta del Fosso, a sinistra attraversano la via Vittorio Veneto per raggiungere i sentieri che possono condurre alle numerose Fonti sotto il Monte Ceraso. Proseguendo lungo il sentiero che costeggia il fosso si intercetta una incantevole cascata, qui, essendo lontani dalla strada troveremo anche meno immondizia. Per scendere alla cascata consiglio di proseguire sul sentiero fino a quando la pentima diviene più dolce.
La nostra escursione lungo il Fosso termina prma di raggiungere la Fonte Nuova, qui infatti il Fosso della Mola incontra un'area privata agricola per poi proseguire sino a gettarsi nel Fiume Sacco.
Risalendo al bivio della Mola decidiamo di salire sul Colle della Mola, lungo il sentiero che inizialmente è costellato da montagne di rifiuti, si incontrano diversi ipogei molto interessanti. Poi lungo il sentiero in salita si raggiunge la panoramica Fonte del Piscaro e attraverso un facile fuori sentiero la sommità del Colle. Alcuni cippi segnano i confini del territorio del comune di Rocca Priora.
Dalla vetta del Colle scendiamo fuori sentiero, tratto impegnativo! Se si va troppo a sinistra si rischia di arrivare sullo strapiombo lungo la strada, molto pericoloso, se si seguono i tracciolini dei cinghiali verso destra superata l'area insuperabile per i rovi, si giunge al punto panoramico sul Pianoro Carpinello, dalle rocce basaltiche che affiorano dal terreno è possibile godere della vista sulla sorgente della Dodanella e sul bel promontorio dell'Artemisio.
Si scende sino ad arrivare al tratto scoperto dell'acquedotto del Simbrivio che da Vallepietra porta l'acqua sin dagli anni '60 ai comuni dei Castelli Romani. Una volta riguadagnata la valle in un attimo si torna alla macchina.
Escursione avventurosa con gli amici Alessandro, Gigi e Marco che ha come obbiettivo la conoscenza del Fosso dal quale venne drenata via l'acqua del Lago della Doganella. In aggiunta il raggiungimento della sommità del panoramico Colle della Mola.
Brevi cenni alla storia del Fosso. Questo Fosso nato per azione gravitazionale delle acque che alimentavano il Lago della Doganella, venne utilizzato nel corso degli anni '30 per far defluire le acque del Lago con la volontà di estinguerlo (volontà prepotente nei confronti della natura che venne messa in opera nel corso dell'800 e finalizzata nel ventennio fascista) e rendere l'area salubre e il tratto della Tuscolana e dei Pratoni del Vivaro come via di collegamento con la nascente Via Dei Laghi.
Nel '35 nacquero diversi pozzi per captare le acque delle falde per alimentare l'afflusso di queste nei comuni limitrofi. Tale azione oltre a modificare il millenario ecosistema naturale della zona, ha anche causato l'abbassamento del flusso d'acqua dei bacini lacustri di Albano e Nemi.
Ad oggi rimane solo un Pantano detto appunto della Doganella che si forma nel periodo delle grandi piogge per poi tornare arida pianura dedita al pascolo.
Partenza dal parcheggio esterno della pesca sportiva, all'incrocio tra la via Tuscolana e via Vittorio Veneto. Dopo aver costeggiato la strada si raggiunge all'altezza della parete di lapillo il tracciolino che scende al Fosso della Mola. Per chi è avvezzo allo stato di incuria in cui versano molti angoli del Parco dei Castelli Romani (e non solo), non è una novità incontrare molteplici tipologie di immondizia che vanno dagli anni '60 ad oggi. Quindi, lo spettacolo che si parerà a coloro che faranno questa traccia sarà a dir poco indecente.
Si costeggia il Fosso che presenta nel primo tratto un discerto corso d'acqua. Vi sono cascatelle e una un pò più abbondante. Sulla destra orografica del corso d'acqua, si cammina al fianco delle pendici del Monte Castellaccio sulla cui sommità si trovava un antico Castello, detto Castello dell'Algidum che fungeva da controaltare al Castello d'Ariano per il controllo del passo dell'Algidum sulla via Tuscolana. Oggi i suoi resti sono costituiti da frammenti di muri a secco. Dall'altro lato l'affascinate Cava dell'Algido (l'approfondimento è lasciato ad un'altra traccia).
L'acqua che scompare nel sottosuolo lascia la possibilità di camminare nell'alveo del torrente. Sopra le nostre teste le pareti scavate dall'acqua sono sulla sinistra ricoperte di immondizia e sulla destra pentime scoscese e piccole valli che permettono il raggiungimento della zona a sud del Monte Castellaccio.
L'acqua torna a comparire per mezzo di canali di drenaggio che sono sommersi dall'immondizia. Il Fosso sembra terminare all'altezza del bivio della Mola. Qui dei sentieri forestali procedono a destra lungo la parte alta del Fosso, a sinistra attraversano la via Vittorio Veneto per raggiungere i sentieri che possono condurre alle numerose Fonti sotto il Monte Ceraso. Proseguendo lungo il sentiero che costeggia il fosso si intercetta una incantevole cascata, qui, essendo lontani dalla strada troveremo anche meno immondizia. Per scendere alla cascata consiglio di proseguire sul sentiero fino a quando la pentima diviene più dolce.
La nostra escursione lungo il Fosso termina prma di raggiungere la Fonte Nuova, qui infatti il Fosso della Mola incontra un'area privata agricola per poi proseguire sino a gettarsi nel Fiume Sacco.
Risalendo al bivio della Mola decidiamo di salire sul Colle della Mola, lungo il sentiero che inizialmente è costellato da montagne di rifiuti, si incontrano diversi ipogei molto interessanti. Poi lungo il sentiero in salita si raggiunge la panoramica Fonte del Piscaro e attraverso un facile fuori sentiero la sommità del Colle. Alcuni cippi segnano i confini del territorio del comune di Rocca Priora.
Dalla vetta del Colle scendiamo fuori sentiero, tratto impegnativo! Se si va troppo a sinistra si rischia di arrivare sullo strapiombo lungo la strada, molto pericoloso, se si seguono i tracciolini dei cinghiali verso destra superata l'area insuperabile per i rovi, si giunge al punto panoramico sul Pianoro Carpinello, dalle rocce basaltiche che affiorano dal terreno è possibile godere della vista sulla sorgente della Dodanella e sul bel promontorio dell'Artemisio.
Si scende sino ad arrivare al tratto scoperto dell'acquedotto del Simbrivio che da Vallepietra porta l'acqua sin dagli anni '60 ai comuni dei Castelli Romani. Una volta riguadagnata la valle in un attimo si torna alla macchina.
Waypoints
Comments (3)
You can add a comment or review this trail
Un po' di problemucci nella parte finale.
I have followed this trail verified View more
Information
Easy to follow
Scenery
Difficult
Bella avventura ma ho perso sentiero… 🤪🤪🤪
Un pò di problemucci nella parte iniziale, tipo quando so sceso dalla macchina