Lipari: dalle cave di Caolino alle terme di San Calogero

Si può iniziare l'escursione da via Caolino in prossimità della Tenuta Castellaro arrivando qui in bus e proseguire verso le cave di Caolino, chiuse nel 1972. Questo minerale viene usato nell'edilizia per la produzione di cemento bianco e nella realizzazione di ceramiche.
Solo pochi cartelli illustrano le varie zone della cava dove si vedono rocce di vario colore e le fumarole ma bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi e al pericolo di crolli.

Il sentiero scende sotto al Monte Mazzacaruso passando accanto al Timpone Pataso, uno dei massicci vulcanici dell'isola sul quale nidificano i gheppi.

Questa zona dell'isola è ricoperta da praterie di barboncino mediterraneo (Hyparrhenia hirta) che rendono il paesaggio molto bello e più sotto si vedono il fiordaliso delle Eolie, una pianta dai fiori color violetto, e palme nane.
Il sentiero non è segnato ma è l'unico per cui non si sbagliare. Purtroppo alcuni punti sono franati e c'è vegetazione ma si passa senza difficoltà.

Si arriva così sulla costa sopra Punta Palmeto e lo Scoglio del bagno dove si prosegue a sinistra sullo sterrato molto panoramico.

Ho fatto il sentiero qualche giorno dopo un acquazzone perciò in un punto ho dovuto salire sul muraglione per la presenza di una pozza d'acqua e fango.

Arrivati a un punto panoramico si prosegue sul lastricato che sale con forti pendenze sul vallone dei Lacci per giungere alle terme di San Calogero.
L'edificio ottocentesco è chiuso da tempo ed è un peccato che non siano valorizzate queste acque conosciute sin dai tempi dei romani.

Lunghezza: circa 6 km
Difficoltà: EE
Tempo: circa 2 ore e 45 minuti
Dislivello: quota max 372 m e minima 22 m s.l.m.