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Leffe

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Trail stats

Distance
12.67 mi
Elevation gain
2,956 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
2,956 ft
Max elevation
2,807 ft
TrailRank 
64
Min elevation
1,357 ft
Trail type
Loop
Moving time
4 hours 9 minutes
Time
5 hours 33 minutes
Coordinates
3341
Uploaded
May 1, 2023
Recorded
May 2023
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near Leffe, Lombardia (Italia)

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Itinerary description

Deh, non volere ch' io dica oggi di te: basti ad un tuo allievo il pianger teco in silenzio su la comune rovina. Troppo più si ragiona de' tuoi affanni di là da' mari e da' monti, dove ne vai famosa non men di nome che di sciagure. Chiedine all' Unno, al Vandalo, al Goto i quali già tante volte recaronti i lor pugnali alla gola: chiedine a' popoli più feroci or dell'Asia, or dell' Africa, i quali entro alle tue mura medesime si duellaron lor pretensioni a renderti schiava; domandane a' mostri del più gelato settentrione scesi già in tanti stormi a sfamarsi nel sacco di tue ricolte. O donna un tempo reina del mondo, ne hai sostenuti de' gioghi! ne hai tu logore delle catene! Evvi foggia d'abiti barbari, la qual veduta non siasi nelle tue contrade? evvi maniera d'arme e d'armati, la qual provata non siasi nelle tue membra? evvi suono o favella d'aspro linguaggio, la qual udita
(1) Genesi, c. VII. (2) Genesi, c. IX. (3) Nahum, c. I. (4) Isaia, e. VIII. (5) Osea, c. IV.
non siasi nelle tue stragi? So, che non manca chi lusingandoti su molle cetra, ti reca a colpa dell'esser bella la gara dell'esser cerca; troppo apparir palese la ricca dote che tieni in vista alle genti per voler che nessun muova a domandarti in isposa. Eh fole! io ti dico, anzi tel dice Dio pe' suoi profeti, che i tuoi peccati, o Italia, accesero d'ognor le faci in mano alle furie che ti avvamparono (1). Superbia, lussuria e gola son quelle spie domestiche che t'hanno sempre scoperta a' tuoi nimici. Queste son quelle voci che udite in cielo, siccome un tempo spinsero a danno di Gerosolima il fiero turbin dell' armi assire e caldee, cosi pur esse incontro a te sovente spronarono la barbarie or asiatica, or africana (2).
N
« Quella trincea, che ti fiancheggia d'intorno con tanti monti, ben potea

E l'indomani si torna a Bellano in trionfo con l'orso..... (Cap. III, pag. 23).
farti sicura da ogni insulto farti sicura da ogni insulto straniero qualor tu avessi più rispettato il tuo Dio; ma dappoichè ne attizzasti l'immenso sdegno, mira a che t'han servito i baluardi dell'Appennino e dell'Alpe, se non se ad aprire il varco alle tue stragi. Chè vai tu dunque cercando fuori di te la cagion di quel male che in te si cova? E dimmi infatti, quando già carichi delle tue spoglie si dipartivano i barbari tuoi rivali, non ti levasti tu a stracciarti di dosso i cenci rimasiti dal loro furore? E dappoichè le guerre straniere t'ebber di già spolpate le carni, non ti volgesti tu nelle tue smanie civili a roderti da te medesima l'ossa? Mostrami le ferite del petto imbelle. Chi trafisse qui? dardo italiano o goto? spada domestica, o forestiera? Chi ti predò, chi t'arse, chi ti pestò con più rabbia? I Guelfi o gli Unni?
(1) Geremia, e. XXX.
tuoi fazionarj o i tuoi nimici? Misera! Quante volte ti tremò l'asta in mano sull'infelice necessità, dovecchè ti volgessi, di ferir nel tuo sangue sempre diviso in più membra discordanti e disunite tra sè, ma pur tue, affin d'esporti a più colpi e farti pianger del pari le tue sconfitte che i tuoi trionfi!
Vedi, che a Dio vendicatore, perchè non manchi carnefici, basta che a te non manchin figliuoli, i quali bevuti l'ira di Dio a quel calice sceso in mano di Geremia, vi si ubbriachino a segno di neppure avvedersi che da sè stessi si strozzano (1). Che pur per qualche tratto di brieve triegua ti cessò il talento dell'armi, o l'ozio molle ti ruppe la mano all'aste, il pugno alle spade; si rimase egli perciò mai Dio dal farti guerra? Chi è che legga ne' tuoi annali e non ti vegga per ogni secolo sfregiato il viso da' ferri, livido il dorso dalle percosse? Chi mi ridice il disertamento delle città dianzi si floride, la solitudine delle contrade dianzi si fertili, l'allagamento de' fiumi dianzi si ritenuti, il terrore de' turbini dianzi si parco? Dove, più che in Italia, le annate misere e le stagioni maligne? dove più spessi i fallimenti ne' traffici, o ne' commerci gli scapiti? dove più dicadute l'arti, o più avvilite le merci? dove più di nobiltà povera, o più di plebe mendica? E in qual maniera vi percuoterò di più? gridaci Dio per Isaia (2); che vi potei far di peggio, perchè imparaste a temermi?
Ella è pur questa Italia, su cui piovei dal cielo nembi sanguigni, su cui schierai nell' aria squadroni armati? Ella è pur quella dessa, a cui con globi di fuoco incenerii le campagne, con aprimento d'abissi rapii le terre, con nuvoli di locuste ritolsi il sole? Egli è pur in Italia che si vendettero si care alla pubblica fame le carni dei cavalli e de' cani, che sepper si dolci alle madri le membra, che si mangiarono, de' loro figliuoli? Non son già elle si antiche, che tu non possa ancor ricordartele, le inondazioni del tuo Tevere, o Roma? le rovine de' tuoi tremuoti, o Siena, o Rimini, o Benevento? l'eccidio delle tue pestilenze, o Genova, o Napoli, o Mantova, o Milano? Quanto tempo è, Italia, che si scosser le tue frontiere al fiero squillo delle trombe ottomane? Quanto tempo è che fischiò all'orecchio de' tuoi confini il flagello dell'infelice Marsiglia? Quanto tempo è che si sparse la morte a desolare le tue campagne togliendonc le greggie a' pascoli, l'armento a' lavori? Quanti allora si videro languir digiuni sul campo inculto, e trarsi a stento il pan dalle zolle colla stanca fatica delle lor braccia?
Ella è pur questa Italia, su cui piovei dal cielo nembi sanguigni, su cui schierai nell' aria squadroni armati? Ella è pur quella dessa, a cui con globi di fuoco incenerii le campagne, con aprimento d'abissi rapii le terre, con nuvoli di locuste ritolsi il sole? Egli è pur in Italia che si vendettero si care alla pubblica fame le carni dei cavalli e de' cani, che sepper si dolci alle madri le membra, che si mangiarono, de' loro figliuoli? Non son già elle si antiche, che tu non possa ancor ricordartele, le inondazioni del tuo Tevere, o Roma? le rovine de' tuoi tremuoti, o Siena, o Rimini, o Benevento? l'eccidio delle tue pestilenze, o Genova, o Napoli, o Mantova, o Milano? Quanto tempo è, Italia, che si scosser le tue frontiere al fiero squillo delle trombe ottomane? Quanto tempo è che fischiò all'orecchio de' tuoi confini il flagello dell'infelice dell'infelice Marsiglia? Quanto tempo è che si sparse la morte a desolare le tue campagne togliendonc le greggie a' pascoli, l'armento a' lavori? Quanti allora si videro languir digiuni sul campo inculto, e trarsi a stento il pan dalle zolle colla stanca fatica delle lor braccia?
Che è ciò che fate, o malvagi? Morrete dunque sotto de' colpi prima di riconoscer la mano che vi percuote? Non è ella dunque assai palese l'ira di Dio sopra di voi? Ardirete voi qui d'ascrivere la vostra pena a colpa della natura, a capriccio della fortuna? Chi è, o cicchi, chi è il padrone della natura, chi l'arbitro della fortuna degli uomini? Non è egli Dio? Non apparisce il governo più o men favorevole che egli ne fa, secondochè più o meno ce ne rendiam meritevoli pe' nostri fatti? Le guerre e le paci, le pioggie e sereni, le annate fertili ed ubertose dipendono oggimai d'altro che dal concorso a' suoi altari, o dal ricorso a'
(1) Geremia, c. xxv.
(2) Isaia, c. I.
suoi Santi? Congiuri a' nostri danni quanto vi ha di sinistro nella natura, o se ne finge nella fortuna; se con palesi dimostrazioni di penitenza e di pianto ci venga fatto di guadagnare il padrone dalla nostra, non si ved' egli che in cielo, in terra e in mare tutto cede, piega e s'arrende alla forza del suo gran braccio? Che ci rimane dunque a temere, se temiam Dio? Ma se di lui non temiamo, che non ci resta a temere di lui? Vedete!» E il monaco segnò, per la seconda volta, ai Bellanesi la rovina della loro patria.
Siccome i miei lettori, qualche

Waypoints

PictographPanorama Altitude 1,494 ft
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Leffe

PictographPanorama Altitude 1,548 ft
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Chiesa di San Martino

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PictographPhoto Altitude 1,935 ft
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PictographPanorama Altitude 1,439 ft
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Valle Rossa

PictographPhoto Altitude 2,071 ft
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PictographPanorama Altitude 2,295 ft
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PictographWaypoint Altitude 2,707 ft
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Santuario di Altino

PictographPanorama Altitude 2,698 ft
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Santuario di Altino

PictographWaypoint Altitude 2,718 ft
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Santuario di Altino

PictographPanorama Altitude 2,387 ft
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Panorama

PictographPhoto Altitude 2,401 ft
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PictographPanorama Altitude 1,930 ft
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Belvedere

PictographPanorama Altitude 1,807 ft
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PictographPhoto Altitude 1,446 ft
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PictographPhoto Altitude 1,431 ft
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