Le Cascate su fiume Tordino. Anello basso da Padula. Cascata del Fosso Malvese - Cascata del Posaturo - Cascata di Cantagalli
near Padula, Abruzzo (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Escursione affascinante in un angolo remoto della Laga.
Partendo dal piccolo paese di Padula, penultimo paese prima dei ripidi pendii tra il Monte Gorzano e il Pizzo di Moscio, si ascolta quasi da subito lo scrosciare del fiume Tordino che in questo punto raccoglie le acque di diversi fossi alimentandosi e formando generose cascate che bisogna andare a visitare.
Un percorso segnato dalle paline del CAI permette di compiere diversi anelli, quello basso e breve che abbiamo fatto oggi, oppure quello più lungo e impegnativo che conduce alle cascate alte, quella del Tordino, delle Gruette, delle Sette Fonti e della Cavata. Oggi non c'era ne il tempo ne l'energia per imbatterci nel percorso più lungo e ci siamo limitati nel seguire l'anello basso cercando di cogliere con più calma le bellezze di questo posto spettacolare.
Accanto ai resti del mulino di Padula è possibile osservare dapprima la cascata formata dallo sbarramento artificiale realizzato qualche decennio fa, poi dietro il i ruderi dell'edificio il naturale corso dell'acqua ci da subito un assaggio della sua bellezza con la Cascata del Fosso Malvese. Salendo sul sentiero che attraversa i resti del mulino è possibile osservare le antiche canalizzazioni che alimentavano i sistemi idraulici della mola. Il sentiero in progressione si stacca dal fosso alzandosi di diversi metri e il fiume, in basso, attraversando i numerosi salti di roccia si mostra nella sua imponenza. Basta scendere con attenzione nel fosso per osservare dal basso lo spettacolo delle cascate.
Risalendo lungo il sentiero si intercetta la SP47 che salendo dopo qualche curva finisce nel paese di Macchiatornella. Scendendo per un tratto lungo la strada si torna a seguire il sentiero indicato dalla cartellonistica del CAI.
La prossima cascata da raggiungere è quella del Posaturo, con il suo percorso attrezzato e complesso non adatto agli escursionisti inesperti. E' infatti necessario costeggiare il fiume passando su rocce frastagliate e scivolose, tronchi e piccole cenge fino al breve tratto attrezzato che anticipa l'ultimo passaggio rognoso prima della cascata.
Imponente per altezza e con una discreta portata d'acqua toglie le parole di bocca obbligando ad una lunga sosta per coglierne appieno i dettagli fotografici.
Si torna indietro fino al punto meno complesso in cui occorre guadare il fiume per raggiungere il sentiero sulla sponda opposta che conduce alla prossima tappa, la Cascata Cantagalli.
Si seguono le indicazioni del CAI risalendo il Passo Cattivo per poi proseguire in direzione Ponte Flammagno sul sentiero 300G. Deviando a destra dopo il ponte si attraversa un sentiero a mezzacosta a tratti esposto che conduce alla cascata più bella di oggi, quella di Cantagalli.
Caratterizzata da tre diversi salti di roccia si estende in altezza per diversi metri e per raggiungere il secondo livello si deve superare un piccolo tratto aiutandosi con le mani sulle rocce. Lo spettacolo è garantito!
Tutto intorno nel fosso a valle della cascata è possibile osservare altri bellissimi salti d'acqua e piccole cascate per non parlare delle rocce rese ormai canali naturali che in alcuni casi formano catini circolari nei quali ruotano le colorate foglie perse dai faggi in autunno.
Si torna indietro e lasciato alle spalle il Ponte Flammagno si sale lungo il sentiero ripido e tortuoso fino al bivio delle Macere, qui svoltando ripetutamente a destra ad ogni palina si arriva al ponticello in metallo che supera il Fosso della Cavata e immette sulla carrareccia che conduce dolcemente di nuovo alla SP47 e al paese di Padula.
Il percorso risulta articolato e non adatto agli escursionisti inesperti. E' facile scivolare sulle rocce con scarpe non adatte e il superamento dei guadi può risultare inaccessibile durante la stagione invernale e primaverile. Nel fosso la temperatura cala drasticamente e anche in piena estate una leggera manica lunga può far comodo.
Partendo dal piccolo paese di Padula, penultimo paese prima dei ripidi pendii tra il Monte Gorzano e il Pizzo di Moscio, si ascolta quasi da subito lo scrosciare del fiume Tordino che in questo punto raccoglie le acque di diversi fossi alimentandosi e formando generose cascate che bisogna andare a visitare.
Un percorso segnato dalle paline del CAI permette di compiere diversi anelli, quello basso e breve che abbiamo fatto oggi, oppure quello più lungo e impegnativo che conduce alle cascate alte, quella del Tordino, delle Gruette, delle Sette Fonti e della Cavata. Oggi non c'era ne il tempo ne l'energia per imbatterci nel percorso più lungo e ci siamo limitati nel seguire l'anello basso cercando di cogliere con più calma le bellezze di questo posto spettacolare.
Accanto ai resti del mulino di Padula è possibile osservare dapprima la cascata formata dallo sbarramento artificiale realizzato qualche decennio fa, poi dietro il i ruderi dell'edificio il naturale corso dell'acqua ci da subito un assaggio della sua bellezza con la Cascata del Fosso Malvese. Salendo sul sentiero che attraversa i resti del mulino è possibile osservare le antiche canalizzazioni che alimentavano i sistemi idraulici della mola. Il sentiero in progressione si stacca dal fosso alzandosi di diversi metri e il fiume, in basso, attraversando i numerosi salti di roccia si mostra nella sua imponenza. Basta scendere con attenzione nel fosso per osservare dal basso lo spettacolo delle cascate.
Risalendo lungo il sentiero si intercetta la SP47 che salendo dopo qualche curva finisce nel paese di Macchiatornella. Scendendo per un tratto lungo la strada si torna a seguire il sentiero indicato dalla cartellonistica del CAI.
La prossima cascata da raggiungere è quella del Posaturo, con il suo percorso attrezzato e complesso non adatto agli escursionisti inesperti. E' infatti necessario costeggiare il fiume passando su rocce frastagliate e scivolose, tronchi e piccole cenge fino al breve tratto attrezzato che anticipa l'ultimo passaggio rognoso prima della cascata.
Imponente per altezza e con una discreta portata d'acqua toglie le parole di bocca obbligando ad una lunga sosta per coglierne appieno i dettagli fotografici.
Si torna indietro fino al punto meno complesso in cui occorre guadare il fiume per raggiungere il sentiero sulla sponda opposta che conduce alla prossima tappa, la Cascata Cantagalli.
Si seguono le indicazioni del CAI risalendo il Passo Cattivo per poi proseguire in direzione Ponte Flammagno sul sentiero 300G. Deviando a destra dopo il ponte si attraversa un sentiero a mezzacosta a tratti esposto che conduce alla cascata più bella di oggi, quella di Cantagalli.
Caratterizzata da tre diversi salti di roccia si estende in altezza per diversi metri e per raggiungere il secondo livello si deve superare un piccolo tratto aiutandosi con le mani sulle rocce. Lo spettacolo è garantito!
Tutto intorno nel fosso a valle della cascata è possibile osservare altri bellissimi salti d'acqua e piccole cascate per non parlare delle rocce rese ormai canali naturali che in alcuni casi formano catini circolari nei quali ruotano le colorate foglie perse dai faggi in autunno.
Si torna indietro e lasciato alle spalle il Ponte Flammagno si sale lungo il sentiero ripido e tortuoso fino al bivio delle Macere, qui svoltando ripetutamente a destra ad ogni palina si arriva al ponticello in metallo che supera il Fosso della Cavata e immette sulla carrareccia che conduce dolcemente di nuovo alla SP47 e al paese di Padula.
Il percorso risulta articolato e non adatto agli escursionisti inesperti. E' facile scivolare sulle rocce con scarpe non adatte e il superamento dei guadi può risultare inaccessibile durante la stagione invernale e primaverile. Nel fosso la temperatura cala drasticamente e anche in piena estate una leggera manica lunga può far comodo.
Waypoints
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Descrizione perfetta