L'anello di Frattura (AQ): monti Rognone, Genzana e Serra Leardi

Classico anello nella parte settentrionale del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise (PNALM), senza difficoltà tecniche ma con un discreto dislivello.

Partenza da Frattura, frazione di Scanno. Lasciata l'auto all'altezza dell'ultimo tornante in cima al paese (1.260 mt), si percorre il visibile sentiero verso Frattura vecchia, che corre parallelo alla carrareccia sottostante, a sua volta sentiero 48 del PNALM.
Frattura vecchia è un paesino distrutto dal terremoto del 1915, che sterminò un terzo degli abitanti. Un evento drammatico, analogo (seppure su scala minore) alla gigantesca frana che migliaia di anni fa precipitò dal monte Rava bloccando il corso del torrente Tasso e dando vita al Lago di Scanno.

Superati i ruderi di Frattura vecchia (ma c'è anche qualche abitazione ristrutturata di recente) si percorre il sentiero 11 in direzione del Santuario dell'Immacolata, per poi lasciarlo prendendo sulla destra il sentiero 12, che sale regolare sulle pendici del monte Cona.
Si arriva così al rifugio del Monte Cona, a quota 1.670: spartano ma solido, sempre aperto, con una bellissima vista a sud-est sul Lago di San Domenico, 750 metri più in basso.

Dal rifugio si sale fino in cresta, ed è questo il tratto più ripido dell'intero percorso (pendenza media del 30%). Raggiunta la cresta intorno a quota 2.030 si prende a sinistra per raggiungere in 15-20' la facile vetta del monte Rognone (2.089 mt), terrazza con belle visuali sul Sirente (a nord-ovest), la Majella (a est) e, immediatamente a occidente, il complesso di creste e cime della Montagna Grande.

Si riprende il sentiero 12 e dopo qualche saliscendi (inclusa un'anticima contrassegnata da un notevole omino di pietre) si tocca l'ampia vetta del monte Genzana (2.170 mt), deturpata da una gigantesca antenna, che credo supporti dei ripetitori tv e radio. Quanto meno, qui non avrete difficoltà a controllare le notifiche di WhatsApp...

La cima della Serra Leardi (2.083 mt), che si raggiunge proseguendo in cresta verso sud, ha qualche interesse solo per i collezionisti di vette over 2000. Diciamo che questa cima è quasi offerta come bonus insieme al Genzana, tanto poca è la distanza e nulla la fatica per "conquistarla".
A sminuire il senso dell'impresa è anche la larga carrareccia che passa qui, sovrapponendosi in parte al sentiero 33 del PNALM: vedere un SUV transitare a questa quota, come avvenuto a me, toglie molto del pathos dell'escursionista in solitaria...

Lasciato il 33 e la sua sterrata per fuoristrada, si piega a destra seguendo i segnavia del sentiero 38, che scende con un'ampia curva verso destra (ovest) fino a raggiungere il rudere dell'ovile Leardi (1.750 mt).
A questo punto io, ispirato da una traccia Wikiloc e soprattutto ingolosito dalla vista di una carrabile 200 metri più in basso, mi sono avventurato nello scomodissimo fondo della valle delle Bregnere, tra rovi e sfasciumi di frane antiche: è certamente una scorciatoia in senso tecnico (si tagliano perpendicolarmente tutte le curve di livello), ma assolutamente sconsigliabile per il disagio che comporta.
Suggerisco pertanto di proseguire dall'ovile Leardi lungo il sentiero 38, che con solo qualche centinaio di metri in più conduce in modo più regolare e sicuro fino al fontanile delle Bregnere, sulla carrabile di cui sopra.

A partire dalla fonte il sentiero diventa una piacevolissima passeggiata lungo una sterrata fra gli alberi, che infine sbuca sul fondovalle e in poco meno di 2,5 km riporta al punto di partenza.

N.B: intorno a Frattura vecchia è facile incrociare greggi con relativi cani pastore e cani randagi. Chi va per montagne sa bene che in queste situazioni bisogna mantenersi a distanza e parlare con tono calmo, soprattutto quando capita (come successo a me) di incrociare un enorme maremmano vagabondo lungo il sentiero. Lui andava verso Frattura nuova, io verso Frattura vecchia: ci siamo praticamente salutati come due persone a modo, proseguendo ciascuno per la sua strada, ma io a differenza sua stavo sudando freddo...