Lago della Montagna Spaccata - Sorgenti del Rio Torto - Grotta dello Schievo - Rifugio Campitelli

Escursione dettata dal desiderio di visitare la Grotta dello Schievo e le sorgenti del Rio Torto in una giornata a tratti soleggiata ma estremamente ventosa (raffiche a 80kmh).

Partendo dalla carrareccia che costeggia il Lago di Montagna Spaccata, si lascia l'auto dove meglio si crede e in base al tipo di auto che si ha a disposizione. La strada in brecciolino a tratti dissestata consente a quasi tutte le utilitarie di spingersi ben oltre la diga del lago ed evitare almeno 1km di strada aggiuntiva all'escursione.

Superato il bivio con il K2 che percorrerò scendendo da Campitelli, si prosegue fino al casotto dell'Enel per prendere il sentierino a destra che non è segnato ma che costeggia in modo panoramico tutto il Lago.
Il Lago della Montagna Spaccata è stato realizzato nel secondo dopoguerra attraverso lo sbarramento del Rio Torto, mediante tre dighe versa le sue acque nel sistema del Volturno per la produzione di energia elettrica.

In corrispondenza del Rio Torto si deve proseguire costeggiando il fiume sulla sinistra fino al ponticello che si trova in corrispondenza dell'incrocio dei sentieri L2 (direzione Campitelli) e K3 (direzione Barrea).
Per necessità fotografiche ho guadato più di una volta il fiume e ho lasciato il sentiero per spingermi il più possibile vicino le cascatelle che impreziosiscono questo corso d'acqua. Poco dopo aver risalito il fiume si incontra un ponte in metallo, sempre opera legata alla realizzazione delle chiuse, che permette di passare sulla sponda opposta e seguire, per chi volesse, il sentiero K2, che in questo punto attraversa il Rio Torto.
Sentiero come detto non segnato, perlopiù evidente e spesso ostacolato da grandi tronchi di faggi caduti. Diversi punti, causa frane e smottamenti delle sponde, obbligano ad alzare maggiormente l'attenzione per procedere sui traversi delle ripide coste del fiume, in un'occasione è necessario avanzare con precario equilibrio per via dello smottamento dell'argine.

Questo vallone fantastico si strige e si apre in più occasioni, il fiume scorre veloce e meravigliose sono le sue cascatelle incastonate tra faggi contorti e pittorescamente colorati nella stagione autunnale. Ben evidenti anche le vecchie chiuse e gli argini ormai in fase di sfacelo realizzati in occasione della realizzazione del lago.

Quando gli argini del fosso si fanno più bassi ecco che appare la carrareccia sulla sponda destra. Utilizzata dai tecnici dell'Enel e dai Guardiaparco per monitorare i confini dello stesso e soprattutto in corrispondenza della Riserva Integrale molto vicina, può essere utilizzata per raggiungere il Valico di Barrea.

Risalito l'argine del fosso si incontra la segnaletica CAI in corrispondenza del ponte che separa l'L2 dal K3. Per raggiungere la Grotta dello Schievo sarà necessario proseguire salendo sul K3 incrociando le sorgenti del Rio Torto in località Porcile.
Il letto del fiume si prosciuga e rimangono solo nude rocce levigate dalle antiche acque. Tutto intorno una straordinaria faggeta ad alto fusto si inerpica sulla pentima del Monte Serrone.

Nel punto in cui il K3 vira a sinistra si dovrà tenere la destra per raggiungere la grotta. Bolli rossi sempre visibili indicano il percorso. Dura ascesa soprattutto nell'ultimo tratto quando appare il costone calcareo che ospita la grotta.
L'enorme antro è scosso dal frusciare delle chiome degli alberi, il forte vento fa precipitare rami di piccola e media grandezza ma all'interno della grotta ci si sente protetti. Purtroppo la sorgente che dovrebbe alimentare il piccolo laghetto cristallino al suo interno risulta asciutta.

E' ora di tornare. Sarebbe stato bello proseguire per il Lago Vivo anche se i cartelli posti fuori della grotta indicano che siamo a due passi dalla Riserva Integrale e all'attacco del K3 il fuoristrada dei Guardiaparco dimostrano come questa zona sia controllata anche in infrasettimanale.
Le forti raffiche di vento generano un frastuono spezzato dai rami che si abbattono a terra. Accelerando il passo fino alla valle del Rio Torto evito di essere colpito da tutto quello che cade dall'alto e mi rimetto al passo fino al ponte in legno.

Decido di prendere l'L2 fino a Campitelli per godere ancora della bellezza del bosco e seppur la salita è dura e a tratti verticale, mi godo lo spettacolo che mi circonda raggiungendo il Rifugio Campitelli molto prima dell'ora riportata dal cartello sul Rio Torto.
Il vento al Valico di Campitelli è sostenuto e il profilo delle Mainarde offuscato da minacciose nubi. Il Rifugio in ristrutturazione non è accessibile e la pausa pranzo me la concedo ugualmente sulle panche accanto alla struttura.

Il vento accelera la ripartenza e la direzione da prendere ora è quella segnata dal K2. Un folto branco di Cervi scendendo dalle coste del Monte Miele risale veloce sulla Montagnola rendendo quest'angolo quest'oggi solitario ancor più bello.
Il K2 scende su comoda carrareccia, essendo sotto vento le chiome dei faggi non vengono scosse in modo eccessivo. La Val Iavona merita di essere attraversata. Silenziosa, tappezzata di foglie arancioni e circondata da chiari fusti slanciati accompagna la discesa con spensieratezza.

Più si scende e più i faggi lasciano spazio a querce e rovi. Si entra nella Val Pastora e i segni del passaggio dell'uomo si fanno sempre più evidenti. Muretti a secco, mulattiere e bovini al pascolo. Il sentiero inizia a costeggiare il ripido fosso e tutto si fa più ombroso, fino a quando tra le fronde degli alberi si vedono comparire le sagome dei monti di Chiarano. Pochi passi e si sbuca sulla carrabile che costeggia il lago chiudendo questo strepitoso anello senza ver beccato neanche un ramo in testa.