La via dei presepi all'Alpe di Monghidoro (02/01/2022)
near Piamaggio, Emilia-Romagna (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Un tempo l’Alpe di Monghidoro era il percorso obbligato da percorrere per andare dalla Pianura Padana all’Italia centrale.
Nel 1264 i bolognesi costruirono un presidio per sorvegliare i traffici sul confine fra Emilia e Toscana. Una sorta di dogana chiamata Scaricalasino, proprio perché qui occorreva scaricare le merci dagli asini per farle controllare.
Monghidoro infatti ancor oggi in dialetto bolognese è chiamato Dscargalèsen.
Da qui passarono Goti e Visigoti poi, tra il Cinque e il Settecento, tutti i popoli che tentarono di conquistare la penisola italiana: spagnoli, germanici e francesi. Da qui passarono e sostarono anche tanti personaggi illustri: papi, imperatori, principi, letterati e avventurieri.
L’antica via, nell’800, partiva dall’attuale Porta Santo Stefano a Bologna e arrivava in Toscana passando per l’Alpe di Monghidoro all’altezza dell’antica Osteria del Fantorno. Della locanda rimangono oggi solo alcune macerie, ma nel 2007 è stata ricostruita a qualche decina di metri dal rudere e, oggi come allora, offre una sosta culinaria per gli escursionisti. Ha anche alcune camere per dormire.
All’osteria è legata una leggenda assai lugubre.
I viaggiatori che passavano nell’800 erano costretti a fermarsi a dormire qui per non affrontare di notte il lungo percorso che da lì portava in Toscana. Il tratto era infatti terra di briganti pronti a derubare i viandanti.
Secondo la leggenda, l’ultimo proprietario della locanda, era anch’egli un brigante. Si narra infatti che, spesso e volentieri, sopprimeva i propri ospiti per derubarli e per fare con i loro resti lo spezzatino. Un viandante lo scoprì perché si ritrovò dita umane nella propria pietanza e, scappato di corsa, riferì l’accaduto. In seguito, le Guardie Pontificie si sarebbero recate ad arrestare il proprietario ed a radere al suolo la locanda.
Non è dato sapere se sia leggenda o realtà. Quel che è certo è invece che, alla fine dell’800,’ fu cambiato l’itinerario stradale per rendere più agevole la traversata. Dall’osteria non passava più nessuno e fu costretta a chiudere.
Waypoints
Inizio sentiero
Dopo aver lasciato l'auto al parcheggio di fronte al museo della Civiltà Contadina si imbocca la strada asfaltata sulla sinistra in salita fino all'inizio del sentiero. Ci si inoltra nel bosco su un sentiero che in questa stagione dell'anno è pieno di fango e scivoloso.
Guado
Si raggiunge il primo dei numerosi guadi che attraversano i numerosi ruscelli presenti nel bosco.
Sorgente delle Polente
Si passa la sorgente delle Polente prima di raggiungere il prato delle Polente
Sorgente Prato del Gallo
Si supera la Sorgente del Parto del Gallo per inoltrarsi nella faggeta
Svolta a destra
Si svolta a destra. In questo tratto bisogna fare molta attenzione perché si rischia molto spesso di perdere la traccia del sentiero a causa delle molte tracce alternative di mountain bike.
Croce Dell'Alpe
Qui si apre in mezzo ai faggi un grande prato da cui, nelle giornate particolarmente terse, si arrivano a vedere il Mare Adriatico a destra, le prealpi e le Dolomiti di fronte e il Mar Tirreno a sinistra. Siamo a 1229 metri, in un punto molto panoramico dell’Alpe di Monghidoro: la croce dell’Alpe, chiamata così per la presenza di una croce. Da qualche anno è stata installata una passerella molto panoramica ed un binocolo. L'itinerario prosegue lungo le scalette a destra lungo la via dei presepi, si tratta di presepi semplici, la loro particolarità sta nell’essere inseriti nel contesto naturale del bosco di faggi, E così delle pietre o un tronco diventano capanne naturali per accogliere la rappresentazione della nascita di Gesù. Un buco nel terreno, nel muschio o un anfratto fra le radici, avvolgono le statuine delle natività. Alcuni sono talmente piccoli e mimetizzati con l’ambiente circostante che, se non fosse per le stelle comete rosse poste sopra ai tronchi, non si vedrebbero! Nata dall’amore degli abitanti di Monghidoro per la loro terra, la via dei presepi all’Alpe di Monghidoro, è un valore aggiunto ad una passeggiata in una zona già molto bella di suo.
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