La Pieve di Diecimo, il Re Pipino e l’Occhio di Lucca
near Diecimo, Toscana (Italia)
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Itinerary description
La Pieve di Diecimo, il Re Pipino e l’occhio di Lucca
Al decimo miglio dal centro di Lucca (14.800 m), sull’antica via romana “Clodia Nova o Claudia”, troviamo il paese di Diecimo le cui origini vanno ricercate a seguito della vittoria dei romani sulle popolazioni celtiche dei Liguri Apuani che frequentavano questi luoghi. Al confine Ovest del centro abitato, sulla strada che conduce a Pescaglia all’inizio della valle del Torrente Pedogna, si trova una struttura stupenda nella sua importante semplicità. Si tratta di una Pieve antecedente al 919 probabilmente fondata da San Frediano e anticamente dedicata ai Santi Gervasio e Protasio poi a Santa Maria Assunta. Le linee armoniche, austere, essenziali derivano dall’intervento della Contessa Matilde di Canossa che nel XII° secolo trasformò la vecchia e decadente Chiesa ad una navata in questo capolavoro a tre navate dove le proporzioni e i riferimenti allegorici stupiscono il visitatore suscitando meraviglia; spesso pochi segni mirati con sapiente precisione hanno la forza di comunicare grandi sensazioni di grande respiro. All’interno di questa Pieve è custodito un misterioso personaggio; sopra una lastra di calcare è stata scolpita la figura di un Cavaliere a cavallo, armato di scudo, lancia e con al fianco il fodero della spada. Chi visiterà la Pieve non potrà non rimanere colpito da questo strano Cavaliere la cui testa austera e con i lunghi capelli mossi risulta adagiata sulla sella del cavallo; anche la dimensione del piede sinistro inserito nella staffa risulta enorme rispetto al resto del corpo. A chi si riferiva questa rappresentazione quasi burlesca? Perché è stato rappresentato in questo modo? Perché si trova in questa Pieve? Localmente viene denominato “Il Re Pipino” indicandolo come il Re dei franchi, padre di Carlo Magno. Forse potrebbe invece trattarsi di un personaggio della famiglia degli Accoppi di Firenze oppure degli Orsini ma le nebbie del mistero sono ben lontane da essere diradate. Da questa conosciutissima Pieve, con annesso pregevole e molto celebrato campanile, parte il nostro anello di oggi che sfiorerà: Cune, il romitorio di San Bartolomeo, la panoramica torre del Bargiglio (“l’occhio di Lucca” da cui era possibile controllare la Media Valle, la Garfagnana, la Piana di Lucca, Bagni di Lucca, Brancoli e Lucca.), Vetriano, frazione di Gello, Dezza (alta e bassa) e rtitornerà a Diecimo. Nel viaggio di ritorno verso Lucca con la macchina ci fermeremo, dopo circa due chilometri, per dare un’occhiata alla chiesetta-oratorio intitolata a San Martino in Greppo, risalente al 979, che conserva ancora la sua minuta importanza e l’annesso Ospitale, posto in vicinanza di una “Gabella”, documentato fino dal 1205 di cui attualmente restano pochi ruderi; “Vanitas vanitatum et omnia vanitas”.
Questo sarà il mio ultimo tracciato col quale mi congedo da tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggermi e seguirmi. Confesso che grazie al loro contributo ho trovato lo stimolo di cercare, studiare, registrare i percorsi indagando su una parte, piccola, del nostro territorio. Il senso di quanto è stato fatto, insieme, possiamo riassumerlo con una semplice parola: curiosità, la curiosità della scoperta delle piccole cose che ho avuto e spero di avere trasmesso. GRAZIE E BUON CAMMINO; il Cammino della Vita.
Al decimo miglio dal centro di Lucca (14.800 m), sull’antica via romana “Clodia Nova o Claudia”, troviamo il paese di Diecimo le cui origini vanno ricercate a seguito della vittoria dei romani sulle popolazioni celtiche dei Liguri Apuani che frequentavano questi luoghi. Al confine Ovest del centro abitato, sulla strada che conduce a Pescaglia all’inizio della valle del Torrente Pedogna, si trova una struttura stupenda nella sua importante semplicità. Si tratta di una Pieve antecedente al 919 probabilmente fondata da San Frediano e anticamente dedicata ai Santi Gervasio e Protasio poi a Santa Maria Assunta. Le linee armoniche, austere, essenziali derivano dall’intervento della Contessa Matilde di Canossa che nel XII° secolo trasformò la vecchia e decadente Chiesa ad una navata in questo capolavoro a tre navate dove le proporzioni e i riferimenti allegorici stupiscono il visitatore suscitando meraviglia; spesso pochi segni mirati con sapiente precisione hanno la forza di comunicare grandi sensazioni di grande respiro. All’interno di questa Pieve è custodito un misterioso personaggio; sopra una lastra di calcare è stata scolpita la figura di un Cavaliere a cavallo, armato di scudo, lancia e con al fianco il fodero della spada. Chi visiterà la Pieve non potrà non rimanere colpito da questo strano Cavaliere la cui testa austera e con i lunghi capelli mossi risulta adagiata sulla sella del cavallo; anche la dimensione del piede sinistro inserito nella staffa risulta enorme rispetto al resto del corpo. A chi si riferiva questa rappresentazione quasi burlesca? Perché è stato rappresentato in questo modo? Perché si trova in questa Pieve? Localmente viene denominato “Il Re Pipino” indicandolo come il Re dei franchi, padre di Carlo Magno. Forse potrebbe invece trattarsi di un personaggio della famiglia degli Accoppi di Firenze oppure degli Orsini ma le nebbie del mistero sono ben lontane da essere diradate. Da questa conosciutissima Pieve, con annesso pregevole e molto celebrato campanile, parte il nostro anello di oggi che sfiorerà: Cune, il romitorio di San Bartolomeo, la panoramica torre del Bargiglio (“l’occhio di Lucca” da cui era possibile controllare la Media Valle, la Garfagnana, la Piana di Lucca, Bagni di Lucca, Brancoli e Lucca.), Vetriano, frazione di Gello, Dezza (alta e bassa) e rtitornerà a Diecimo. Nel viaggio di ritorno verso Lucca con la macchina ci fermeremo, dopo circa due chilometri, per dare un’occhiata alla chiesetta-oratorio intitolata a San Martino in Greppo, risalente al 979, che conserva ancora la sua minuta importanza e l’annesso Ospitale, posto in vicinanza di una “Gabella”, documentato fino dal 1205 di cui attualmente restano pochi ruderi; “Vanitas vanitatum et omnia vanitas”.
Questo sarà il mio ultimo tracciato col quale mi congedo da tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggermi e seguirmi. Confesso che grazie al loro contributo ho trovato lo stimolo di cercare, studiare, registrare i percorsi indagando su una parte, piccola, del nostro territorio. Il senso di quanto è stato fatto, insieme, possiamo riassumerlo con una semplice parola: curiosità, la curiosità della scoperta delle piccole cose che ho avuto e spero di avere trasmesso. GRAZIE E BUON CAMMINO; il Cammino della Vita.
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Comments (8)
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Grazie per questa ennessima "chicca" e grazie per le altre perle che ci hai donato.
Buon cammino... :)
Sei molto gentile turtel474, un saluto.
Come ultimo???
Dopo la parola Fine rimane comunque la speranza che il poco fatto possa essere utile e in qualche modo gradito. Un cordiale saluto.
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Information
Easy to follow
Scenery
Moderate
Per la neve
Ti ringrazio del gradito commento sam80 e ti auguro Buon Cammino.
Davvero un bellissimo Anello. Complimenti a chi lo ha realizzato. Fatto oggi (26/04/2024). Punto acqua alla partenza, media difficoltà.
Grazie del commento simomass69 e Buon Cammino.