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La Murata del Diavolo, sulle tracce di Thomas Ashby (Tracciato semi esplorativo)

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Author

Trail stats

Distance
3.22 mi
Elevation gain
912 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
912 ft
Max elevation
2,968 ft
TrailRank 
77 4
Min elevation
2,968 ft
Trail type
Loop
Moving time
2 hours 11 minutes
Time
2 hours 46 minutes
Coordinates
1222
Uploaded
May 23, 2020
Recorded
May 2020
  • Rating

  •   4 1 review

near Cansatessa, Abruzzo (Italia)

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Trail photos

Photo ofLa Murata del Diavolo, sulle tracce di Thomas Ashby (Tracciato semi esplorativo) Photo ofLa Murata del Diavolo, sulle tracce di Thomas Ashby (Tracciato semi esplorativo) Photo ofLa Murata del Diavolo, sulle tracce di Thomas Ashby (Tracciato semi esplorativo)

Itinerary description

Fa un certo effetto pensare che l'archeologo britannico Thomas Ashby, nel lontano 1900 abbia mosso i suoi passi su queste, allora, brulle montagne e in questi luoghi così sconosciuti...
con tutti i suoi ingombranti, scomodi e pesanti strumenti fotografici portati faticosamente a tracolla...
Aveva forse già immortalato la città dell'Aquila (bellissime e famose le sue foto, disponibili sul web) e alcune sue chiese, i suoi abitanti e i suoi mercati, con nitidissime foto in bianco e nero...e i ruderi dell'antica Amiternum, documentando il Teatro e l'Anfiteatro ancora semisepolti(!!).

Sarà sicuramente partito dal Casale del Barone (a Cansatessa, da dove siamo partiti anche noi) accompagnato da spauriti contadini locali...forse non troppo convinti, perché "la Murata ejiu Diaulu" incuteva allora più che timore, vera paura e rispetto... quelle enormi pietre accatastate in quel posto inaccessibile, incastrate in maniera cosi perfetta e a ridosso di quell'orrido Fosso, erano certamente un'opera del Demonio, perché impossibile da realizzare per dei comuni mortali...
Troppe le leggende che venivano raccontate e credute dalla gente che nei pressi vi abitava...di grida atroci che si sentivano di giorno e di notte, fate che si aggiravano nel vento e nella solitudine che ancora oggi si avverte in questo appartato posto...

Deve essersi incamminato di buona lena attraverso questo nostro paesaggio, allora ancora coltivato a vite e a tutto quello che vi si poteva strappare alla terra. Le due foto di insieme che ci ha lasciato (preziosissime) sono state scattate dal primo Colle (2°WP) raggiunto.
Confrontandole con la vista attuale notiamo subito la differenza fortissima della vegetazione oramai predominante e dilagante in questo Fosso e fra le due montagne.

Dopo circa due anni (nel 1902) anche il nostro studioso e nobile aquilano Niccolò Persichetti ricalco' lo stesso percorso, fotografando lo stesso sito archeologico, documentando e descrivendo ancor più da vicino le antiche meraviglie...

Un altro attento architetto, Giuseppe Simelli, aveva visitato questo stesso sito ancora prima dei due studiosi, nel lontano 1810, (anch'egli accompagnato da poco convinti contadini del luogo)... Lasciandoci dei bellissimi disegni scaturiti da rilievi effettuati al meglio che pote' realizzare.

Queste mura, solo circa 100 anni fa erano ancora davvero incredibili...
Il primo tratto situato più in alto (davvero suggestivo!) è composto da 5 file affioranti di pietre poligonali finemente lavorate e serrate (5°WP) ed è pressoché uguale ancora oggi da allora (solo qualche grossa pietra è crollata e si vede ancora riversa a terra)...
Il muro che allora era davvero imponente è il secondo visitato e tracciato (al 7°WP!) situato poco più in basso dal primo (rilevato e disegnato dal Simelli nel 1810 e poi fotografato prima da Ashby nel 1900 e poi dal Persichetti nel 1902) e che purtroppo ha subito un devastante crollo, avvenuto forse soltanto alcuni anni dopo le ultime fotografie del Persichetti...lasciando a noi solo un primo tratto di innesto delle mura composte da enormi pietre (ancora oggi stupefacenti!) più grossolane e grezze (forse perché di epoca ancora più antica del primo). Basti pensare che questo secondo muro, dopo il crollo avvenuto agli inizi del 1900, si è purtroppo irrimediabilmente ridotto a circa un decimo rispetto a quello disegnato dal Simelli e poi fotografato da Ashby e dal Persichetti.

Sono rimasto sempre stupito (e anche forse un po' "geloso") di questo incredibile posto a cui mi sento da sempre molto legato.
Lo conosco e frequento sin da bambino e l'atmosfera che vi si respira ha un non so che di magico e misterioso al tempo stesso. Bisogna considerare che fino a pochi decenni fa, questo luogo era praticamente inaccessibile e poche persone ne conoscevano l'esatta posizione...ricordo che la prima volta che riusci' finalmente a trovare il primo muro più in alto (circa 40 anni fa) rimasi letteralmente scioccato dall'incontro con queste possenti pietre, così precisamente incastrate. Sfiorandole, raccontavano che proprio qui, più di 2500 anni fa, c'erano persone che le avevano caparbiamente costruite e vi stanziavano per difendersi...altro che le foto sui libri di storia.
Le mura ciclopiche sono state faticosamente realizzate dai nostri avi, in un luogo ameno, nascosto, quasi per "perdersi" e ripararsi in questa insenatura già parecchio ostile a causa della sua difficile conformazione montuosa.
Le mura sono sempre li, ora pressoché identiche da almeno un secolo oramai.
Tutto passa, ma il mio punto fermo lo ritrovo sempre in questo magico percorso...

È bello e anche giusto che tutti possano trovare ed ammirare queste meraviglie, fotografarle e soprattutto raccontarle, portando però sempre il massimo rispetto alla natura e alle antiche vestigia.

NB: ⚠
Questo è un tracciato semi esplorativo, almeno nel breve tratto che comprende il 5°, il 6° e il 7° Waypoint.
Le mura nel 6° e 7° WP sono state fotografate muovendosi in tratti scoscesi e in mezzo a fitta vegetazione. Inoltre, si è quasi costantemente vicini al ripido Fosso della Murata. Prestare attenzione e procedere con prudenza in questo piccolo segmento di tracciato (circa 200 ml).
Il resto del percorso ricalca invece sentieri frequentati e quindi facili perchè ben battuti.

Waypoints

PictographRuins Altitude 2,299 ft
Photo ofRuderi di una casetta poco dopo Casale del Barone (Deviazione a destra in salita) Photo ofRuderi di una casetta poco dopo Casale del Barone (Deviazione a destra in salita) Photo ofRuderi di una casetta poco dopo Casale del Barone (Deviazione a destra in salita)

Ruderi di una casetta poco dopo Casale del Barone (Deviazione a destra in salita)

E' sicuramente da Casale Barone che Thomas Ashby si fece accompagnare nei pressi dei ruderi della murata. Non è difficile immaginare il contesto naturale intorno al Casale, perchè almeno qui, poche cose forse sono cambiate, almeno fino a circa 40 anni fa... Il Casale era sicuramente abitato e comunque palpitava della sua vita, tra greggi di pecore da governare, coltivazioni dei terreni di proprietà e raccolto dei prodotti agricoli. L'importante Via Antica Arischia, probabilmente era cosi come è oggi, stretta e polverosa, circondata da vegetazione comunque controllata, ma sicuramente molto più trafficata (non essendoci allora altri collegamenti più veloci con l'abitato di Arischia). Dal Casale del Barone, il nostro Archeologo, probabilmente non salì subito sul primo colle (come oggi abbiamo fatto noi). Percorse forse la Via Antica Arischia fino alla prima edicola votiva (ora diruta) per poi salire verso destra aggirando la collina, fino ad arrivare nei pressi del Fosso e dei ruderi della Murata. Bisogna considerare che il paesaggio attraversato 100 e più anni fa in queste zone e soprattutto la vegetazione, erano invece completamente diversi. Gran parte delle colline a NORD/OVEST e vicine alla "Murata" erano coltivate a vite (ancora ne conservo qualche ricordo di appena 40/45 anni fa) e comunque risalendo agli anni appena prima della II Guerra Mondiale, quasi tutta questa zona di montagna era stata faticosamente bonificata dalle pietre più o meno grandi e dai tantissimi sassi per poter essere coltivata. Ancora oggi, sulle sommità e sui fianchi di queste colline abbondano massicci ed estesi muri costruiti con tale cospicuo pietrame. Ora la natura si è velocemente riappropriata della sua terra, risulta infatti difficile raggiungere oggi tali murature esistenti sui crinali di queste colline. Le due foto scattate da Thomas Ashby, furono probabilmente realizzate dopo tale attenta visita ai resti archeologici, quando lo studioso decise che, tornando indietro, dal colle più a Sud (il colle a 799 Mt. da IGM, contiene il Fosso della Murata, dove c'è una Cava di sabbia oggi fortunatamente dismessa, ma allora non ancora esistente) avrebbe sicuramente catturato un'ottima panoramica di tutto il sito archeologico e della conformazione delle montagne a destra e a sinistra del Fosso che aveva appena visto.

PictographPhoto Altitude 2,566 ft
Photo ofFoto di comparazione con lo scatto di Thomas Ashby nel 1900 Photo ofFoto di comparazione con lo scatto di Thomas Ashby nel 1900 Photo ofFoto di comparazione con lo scatto di Thomas Ashby nel 1900

Foto di comparazione con lo scatto di Thomas Ashby nel 1900

È più o meno da questo stesso punto che in un imprecisato giorno del 1900, Thomas Ashby puntò l'obiettivo della sua pesante macchina fotografica, documentando con due nitide foto lo stesso scenario. Fra le due brulle montagne, nella foto in b/n di Ashby, è evidente il profondo Fosso della Murata (in dialetto "fussu ella murata") che tutt'ora le divide. Oltre ai due muri (5° e soprattutto 7° Waypoint) si notano i terreni allora lavorati e coltivati, delimitati dai maceri formati da mucchi di sassi. Sullo sfondo si vedono alcuni alberi (sicuramente da frutto) ordinatamente disposti sempre su terreni "ripuliti", oggi totalmente invasi da qualsiasi tipo di vegetazione. La differenza nella composizione vegetativa è davvero notevole...consideriamo che allora diversi terreni erano faticosamente coltivati e tantissime alberature venivano sistematicamente tagliate e quindi tenute sotto controllo, grazie al fatto che gli abitanti del posto ne ricavavano legna da ardere durante i rigidi e lunghi inverni...

PictographSummit Altitude 2,609 ft
Photo ofCima del colle da cui furono scattate le foto nel 1900 (a quota Mt. 799, da IGM) Photo ofCima del colle da cui furono scattate le foto nel 1900 (a quota Mt. 799, da IGM)

Cima del colle da cui furono scattate le foto nel 1900 (a quota Mt. 799, da IGM)

PictographIntersection Altitude 2,574 ft
Photo ofIntersezione, a destra in discesa (4° WP) Photo ofIntersezione, a destra in discesa (4° WP)

Intersezione, a destra in discesa (4° WP)

⚠Attenzione: Da questo bivio, fino al ritorno nello stesso identico punto, si scende e si percorre un sentiero sconnesso (ove presente) e per alcuni tratti in mezzo a fitta vegetazione. Soprattutto per raggiungere il 6° ed il 7° Waypoint.

PictographRuins Altitude 2,542 ft
Photo ofPrimo tratto delle mura poligonali (5° WP) Photo ofPrimo tratto delle mura poligonali (5° WP) Photo ofPrimo tratto delle mura poligonali (5° WP)

Primo tratto delle mura poligonali (5° WP)

I resti di mura ciclopiche nel centro Italia, arrivate fino ai nostri giorni, sono davvero tanti e nei posti più disparati. Spesso si fa fatica a capire il loro scopo ed utilizzo, soprattutto in questo caso specifico della "Murata di Cansatessa" (in dialetto locale "la murata ejiu Diaulu"). Tanti altri insigni studiosi ne hanno più o meno studiato i resti. Non possiamo dimenticare il locale Padre Giacinto Marinangeli, ma anche il Dodwell che nel 1830 circa ci ha lasciato altri mirabili disegni come il Simelli. Altri importanti studiosi che si sono occupati di questo sito, sono stati il Leosini, il Lugli, C. K. Bunsen, F. K. Klenze, Petit Radel, il nostro concittadino Niccolò Persichetti e tanti altri... Tutti hanno formulato diverse ipotesi sul perchè della loro costruzione e relativo utilizzo, ma la verità è che a tutt'oggi rimane più di un dubbio sullo scopo di tali antichissime vestigia.

PictographRuins Altitude 2,525 ft
Photo ofResti di una costruzione a pianta circolare (6° WP)

Resti di una costruzione a pianta circolare (6° WP)

Tale camera circolare in muratura (quindi relativamente più recente) presenta una specie di cavità che fino a non molti anni fa era molto più visibile. Ora, parzialmente riempita dal continuo dilavamento della terra, è praticamente semicoperta anche dalla folta vegetazione. Diversi embrici di epoca romana, ridotti oramai a frammenti, si osservano nei pressi di tale rudere.

PictographRuins Altitude 2,501 ft
Photo ofSecondo tratto del muro di pietre ciclopiche e più grezze (7° WP) Photo ofSecondo tratto del muro di pietre ciclopiche e più grezze (7° WP) Photo ofSecondo tratto del muro di pietre ciclopiche e più grezze (7° WP)

Secondo tratto del muro di pietre ciclopiche e più grezze (7° WP)

Questi sono i resti dell'imponente muro rilevato dal Simelli nel 1810 e restituito in un bellissimo prospetto disegnato su una tavola con alcuni appunti accanto. Ancora oggi si vedono i resti dei grandi blocchi, davvero impressionanti, che stavano alla base e sostenevano il muro quasi totalmente crollato. Praticamente il segmento di enormi pietre accatastate ancora visibili, altro non era che l'innesto di tale muro ciclopico che sembra attraversasse in epoca antica tutto il Fosso. Per renderci conto delle notevoli dimensioni, possiamo empiricamente dire che quel che resta oggi è forse circa la decima parte del muro che Thomas Ashby ed il Persichetti ebbero la fortuna di vedere e di fotografare nei primi due anni del 1900 e probabilmente poco prima dei crolli o del crollo definitivo... Nell'ultima immagine in b/n, è rappresentata la foto del Persichetti scattata nel 1902 quando il muro era ancora (presumibilmente) quasi integro. E' impressionante vederne l'altezza considerevole ed il fatto che il muro piegava, dopo l'innesto del muro rimasto e con un leggero angolo, come ad attraversare il Fosso fino a ricongiungersi con l'altra sponda opposta del Fosso stesso.

PictographWaypoint Altitude 2,668 ft
Photo ofValichetto della Murata Photo ofValichetto della Murata Photo ofValichetto della Murata

Valichetto della Murata

PictographCave Altitude 2,676 ft
Photo ofGrotta antropizzata a rifugio pastorale

Grotta antropizzata a rifugio pastorale

Riparo pastorale praticamente intatto. Diverse sono le architetture di questo tipo presenti in zona. Spesso sono cavità naturali che opportunamente scavate, venivano poi richiuse con pietrame locale lasciando solo un piccolo ingresso e a volte una piccola fessura per la luce solare.

PictographFountain Altitude 2,750 ft
Photo ofFonte del Salice Photo ofFonte del Salice Photo ofFonte del Salice

Fonte del Salice

PictographIntersection Altitude 2,965 ft
Photo ofBivio a destra per la Fonticella

Bivio a destra per la Fonticella

PictographFountain Altitude 2,797 ft
Photo ofLa Fonticella sopra l'abitato di Cansatessa Photo ofLa Fonticella sopra l'abitato di Cansatessa Photo ofLa Fonticella sopra l'abitato di Cansatessa

La Fonticella sopra l'abitato di Cansatessa

Dalla Fonticella, abbiamo provato a percorrere una labile traccia di un sentiero che poi si ricongiunge al classico tracciato che scende al Casale del Barone (questo breve tratto sarebbe da ripulire). Invece, dalla "Fonticella", conviene sicuramente tornare indietro di pochi metri sul tracciato appena percorso e prendere il giusto sentiero che scende alla vostra sinistra.

PictographIntersection Altitude 2,801 ft
Photo ofBivio a sinistra per Casale del Barone Photo ofBivio a sinistra per Casale del Barone Photo ofBivio a sinistra per Casale del Barone

Bivio a sinistra per Casale del Barone

ATTENZIONE: Dalla Fonticella, in questa traccia, si torna indietro di pochi metri (circa10 mt) per ridiscendere al Casale del Barone. In realtà però, mi sono poi accorto che bisognerebbe tornare ancora più indietro per trovare subito il sentiero, sempre a sinistra, molto più battuto (tornare indietro di circa un centinaio di metri dalla Fonticella!). Comunque anche da questa traccia, ci si ricongiunge allo stesso sentiero.

Comments  (2)

  • Photo of Vincenzino62
    Vincenzino62 Nov 1, 2021

    I have followed this trail  verified  View more

    Il percorso è molto bello, sopratutto dopo aver letto la presentazione di Buck67 che è attenta, molto ben fatta e, soprattutto .... poetica. Consiglio di leggere la presentazione dello scopritore del percorso prima di effettuarlo; emozione garantita. Complimenti a Buck67!!

  • Photo of Buck67 (Antonello Buccella)
    Buck67 (Antonello Buccella) Nov 1, 2021

    Grazie a te Vincenzo, per aver saputo cogliere l’essenza della narrazione e della descrizione storica...e soprattutto per il tuo spirito di avventura (!) particolarità che non dovrebbe mai mancare in chi fa trekking o escursionismo, soprattutto in percorsi come questo dove, in alcuni tratti, non c'è sempre una traccia a terra ben visibile...

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