In Cadore a pestare (poca) neve: Pozzale,Chiesetta S.Dionisio, col de la cross, rifugio Antelao, Monte Tranego-2023-12-18 08:47

Dislivello positivo: 1105 m
Partenza: Pozzale (BL)
Sentieri: 250 251

Escursione invernale con andamento ad "8", che risulterà più o meno faticosa/difficile in base alle condizioni di innevamento.
Oggi la giornata era caldissima con i versanti a sud praticamente senza neve. I tratti più protetti, invece, presentavano un innevamento minino di consistenza varia, molto spesso con presenza di ghiaccio.
Utili bastoncini e ramponcini. Non ho usato ciaspole.

⚠un paio di tratti da attraversate sono molto delicati visto il terreno/pendio esposto a slavinamento o scivolamento se c é ghiaccio. Da valutare con estrema attenzione l'assestamento e la quantità di neve e in caso di dubbio o inesperienza la progressione è assolutamente da evitare ⚠
Consigliato informarsi sullo stato dell'innevamento contattando ad esempio le guide alpine, Cai di zona o il rifugio Anteleo.

Nel complesso un anello abbastanza faticoso ma di grande soddisfazione e di pregio panoramico.
Indescrivibili le vedute sul re Antelao, il Pelmo, le Marmarole, il lago di centro Cadore e tutta la catena degli Spalti di Toro.

In breve:
Si parcheggia a Pozzale, sopra Pieve di Cadore, e si esce dal piccolo paese tra le abitazioni molto caratteristiche abbellite da foto d'epoca in bianco e nero. Al primo bivio (cartelli) prendiamo a destra con direzione rif-antelao/rif. Prapiccolo sentiero 250.
Si procede su strada asfaltata (nel mio caso innevata e ghiacciata) che ben presto entra nel bosco (prime belle vedute sulle marmarole). In 4 km raggiungiamo il vecchio rifugio prapiccolo e dopo circa 1 km, ad un bivio di cartelli cai, pieghiamo in ripida salita dentro il fitto bosco su sentiero dal fondo molto scivoloso a causa delle radici e delle rocce (nel sottobosco presenza di ghiaccio e neve dura).
Presto la pendenza si attenua, e la progressione su neve battuta da altri camminatori doventa meno faticosa in un contesto sempre più innevato e piacevole.
Usciamo dal bosco presso forcella antarcisa a quota 1695 m slm, crocevia di sentieri che provengono da varie direzioni, con la bella capanna tita pancera, di proprietà del cai, ad accoglierci.
Il posto ideale per una prima pausa in ambiente bucolico e soleggiato.

Si segue verso destra il segnavia cai 250 che indica rifugio antelao- forcella piria su ampia mulattiera battuta dal gatto.
Solo per poco in quanto al cartello verticale "San dionisio-costapiana" abbandoniamo la traccia e saliamo nel bosco in modo abbastanza dolce. L'innevamento varia: inizialemente è abbastanza abbondante e consistente (sempre traccia battuta). Man mano che il sentiero si espone a sud la neve si fa più molle, e il versante che aggiriamo a tratti diventa spoglio.
La pochissima neve presente (il pendio era innevato solo a macchie) mi ha permesso di progredire in una situazione di tranquillità ma questo è il primo tratto delicato che anticipavo e che ci condurrà fino alla chiesetta di San Dionisio.

Il bosco diventa rado, e il sentiero stretto ed esposto. Il pendio che aggiriamo è estremamente ripido ed nel caso di inverni "normali" è a rischio slavine, o di scivolamento in caso di ghiaccio, e diventa sconsigliato procedere.

Giunti al bivio per Costapiana (cartelli) siamo usciti del tutto dal bosco. Si segue il sentierino in salita su traccia sempre più asciutta dalla neve perchè completamente esposta al sole. In pochi tornanti raggiungiamo la chiesetta. Anche questo ultimo tratto si presenta molto molto insidioso ed a rischio se il versante erboso sotto cui camminiamo è innevato.

La chiesetta di San Dionisio è ubicata in un luogo tra i più belli e panoramici del Cadore. Un'oasi di pace e meditazione. Qui d'obbligo una seconda pausa. E non dimenticate ti suonare la campana tirando la corda che pende davanti all'entrata.
Il panorama più bello si gode da qui e dal vicino colle, il sass del la cross, che si raggiunge in pochi minuti di camminata seguendo la dorsale. Siamo a 1900 m sl.m. quota più elevata dell'escursione.

A questo punto si dovranno scendere 200 m di dislivello per raggiungere il rifugio Antelao, già visibile dal colle della croce.
È l ultimo segmento del tracciato delicato. Anche in questo caso i primi 200 metri del sentiero tagliano in modo dolce un pendio esposto fuori dal bosco, per poi scendere in modo deciso dentro al bosco con andamento in parte a serpentine.

L'innevamento è considerevole rispetto a quanto visto fino a quel momento. L ambiente è finalmente invernale.
Sempre su traccia battuta da altri escursionisti in poco tempo si guadagna il rifugio, ben posizionato in una radura soleggiata al cospetto dei noti monti dolomitici.

Il rifugio se aperto, accoglie i camminatori con ottime pietanze. Vale la pena una sosta.

Per rientrare a Pozzale imbocchiamo la mulattiera/strada del Tranego normalmente battuta dal gatto del rifugista (sentiero 251). Questa è normalmente rla via di salita più utilizzata.
A scendere sono 8 km in tutto. Ripassiamo prima per forcella Antarcisa, quindi si riprende a salire moderatamente fino a scollinare. Da qui consigliata la brevissima deviazione alla (modesta) cima del monte Tranego (belvedere) per poi scendere lungamente a tornanti fino a Pozzale su versante esposto al sole.
Nonostante il panorma notevole si tratta di un percorso un pò noioso. Attenzione al ghiaccio che interessa quasi sempre la.parte bassa del percorso soprattutto in stagioni come quella attuale con poca neve.

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ATTENZIONE! Le considerazioni sulle caratteristiche e sulle difficolta' del percorso sono assolutamente personali, basate sulla mia capacita' e sulla mia tecnica escursionistica, oltre che sulle condizioni del percorso al momento della registrazione della traccia gpx. Chi decide di scaricare e seguire questo itinerario deve essere consapevole che le condizioni dell'itinerario potrebbero essere nel frattempo mutate e che la traccia potrebbe non essere piu' validamente ripercorsa. Inoltre ognuno si assume la responsabilita'di seguire questo percorso consapevole della propria esperienza, capacita' e tecnica, e consapevole che ulteriori fattori qui non considerati, ad es. eventi naturali, potrebbero incidere negativamente sulla percorribilita'o difficolta' del percorso. Chi segue questo itinerario lo fa quindi per libera scelta personale e con piena consapevolezza di quanto appena letto e sotto propria responsabilità