Il fantasma di Bubbiana al Castello di Sambuca
near Taviano, Toscana (Italia)
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Il fantasma di Bubbiana al Castello di Sambuca
Dite la verità, siate sinceri, avete subito pensato al lungo lenzuolo bianco, alle rumorose catene appese, ai due caratteristici fori ovali per gli occhi e al sinistro cigolio di porte sbattute ma niente di tutto questo; si tratta semplicemente di un antico Borgo fantasma, abbandonato e divorato ormai dalla famelica vegetazione, che noi cercheremo di raggiungere. Nel 1078 si chiamava Terra Bubianise, nel 1291 Bubiane, poi Bobiana sulle carte del Catasto Leopoldino e si trovava, e si trova ancora oggi, nelle vicinanze dell’importante Castello di Sambuca in direzione Nord-Nord-Est. L’antica Roccaforte di Sambuca, strategica fortezza arroccata su versanti impervi e scoscesi, fu edificata nell’XI° secolo a protezione del Paese che i Longobardi fondarono fra VII° e VIII° secolo. Tutta la zona fu teatro di accese dispute fra Bologna e Pistoia e la parte fortificata venne utilizzata anche per garantire il controllo della Via Francesca della Collina, variante della Via Francigena, che transitava a ridosso del Castello. A questa fortezza è anche legata la figura di Selvaggia Vergiolesi resa immortale, forse senza meriti, dai versi dell’innamorato poeta Cino da Pistoia (Guittoncino di ser Francesco dei Sigibuldi). Giro tutto sommato semplice, corto, poco faticoso ma sorprendentemente ricco di eccellenze paesaggistiche e storiche che scopriremo per mezzo di antichissimi sentieri rimasti inalterati nel tempo. Si parte da Taviano sulla Limentra di Sambuca adiacente alla Statale 64 Porrettana e attraversato il Torrente su un grazioso ponte di legno, di recente costruzione, cominciamo a salire per la mulattiera lastricata che ci conduce alla Casina delle Suore francescane dell’Immacolata e al Convento di Santa Maria del Giglio sorto nel 1722. Proseguendo sulla strada asfaltata ma su cui è interdetta la circolazione a motore (zona altamente video sorvegliata) arriviamo al Castello di Sambuca, la cui visita curiosa risulta esperienza interessante e molto coinvolgente. Proseguiamo sul tracciato della Via Francesca e oltrepassiamo il Fosso della Fornella, dopo circa 70 metri si stacca sulla destra una mulattiera in discesa che raggiungerebbe Bubbiana dopo appena 300 metri, questo era il tracciato originario che collegava il Castello col Paese. Non prendiamo questa scorciatoia ma a diritto e in piano arriviamo in località la Capanna (localmente detta La Cavanna) citata nel Catasto Granducale del 1587 e poco più avanti alla fonte di Angiolino subito sotto al sentiero. Proseguendo è possibile raggiungere il centro di Pavana ma noi ritorniamo sui nostri passi e prendiamo a sinistra, sul poggio di Querciola, la deviazione che ci riporterà a Taviano. Dopo poco meno di un terzo del percorso in discesa faremo una deviazione a destra per cercare di raggiungere quelli che sono i resti della località abbandonata di Bubbiana, il fantasma di oggi. Pochi e mal raggiungibili sono i muri e le strutture pericolanti ancora in piedi ma è interessante percepire e ipotizzare la vita che un tempo molto lontano è passata per questo antichissimo Paese, scorrendo per le stradine intrecciate fra le case. Dopo la visita, che deve essere effettuata con particolare attenzione e qualche difficoltà, ritorniamo sul tracciato della mulattiera in discesa, disseminata di ometti in pietra, e passando dalla fontana di Bilano entriamo sulla Statale Porrettana che in circa 200 metri ci riporta alla macchina. Queste terre e questi piccoli Paesi, le Cà, a volte costituiti da esigui gruppetti di case, sono poco popolati e scarsamente frequentati, salvo d’estate, ma forse proprio per questo mantengono il fascino antico, selvaggio, incontaminato, di atmosfere rimaste invariate nei secoli.
Oggi il fantasma l’abbiamo trovato e vi assicuro incute angoscia e paura mentre, circostanza singolare, abbiamo potuto vedere anche i resti lacerati del grande lenzuolo bianco… stretta è la foglia e larga la via dite la vostra che io ho detto la mia…
Dite la verità, siate sinceri, avete subito pensato al lungo lenzuolo bianco, alle rumorose catene appese, ai due caratteristici fori ovali per gli occhi e al sinistro cigolio di porte sbattute ma niente di tutto questo; si tratta semplicemente di un antico Borgo fantasma, abbandonato e divorato ormai dalla famelica vegetazione, che noi cercheremo di raggiungere. Nel 1078 si chiamava Terra Bubianise, nel 1291 Bubiane, poi Bobiana sulle carte del Catasto Leopoldino e si trovava, e si trova ancora oggi, nelle vicinanze dell’importante Castello di Sambuca in direzione Nord-Nord-Est. L’antica Roccaforte di Sambuca, strategica fortezza arroccata su versanti impervi e scoscesi, fu edificata nell’XI° secolo a protezione del Paese che i Longobardi fondarono fra VII° e VIII° secolo. Tutta la zona fu teatro di accese dispute fra Bologna e Pistoia e la parte fortificata venne utilizzata anche per garantire il controllo della Via Francesca della Collina, variante della Via Francigena, che transitava a ridosso del Castello. A questa fortezza è anche legata la figura di Selvaggia Vergiolesi resa immortale, forse senza meriti, dai versi dell’innamorato poeta Cino da Pistoia (Guittoncino di ser Francesco dei Sigibuldi). Giro tutto sommato semplice, corto, poco faticoso ma sorprendentemente ricco di eccellenze paesaggistiche e storiche che scopriremo per mezzo di antichissimi sentieri rimasti inalterati nel tempo. Si parte da Taviano sulla Limentra di Sambuca adiacente alla Statale 64 Porrettana e attraversato il Torrente su un grazioso ponte di legno, di recente costruzione, cominciamo a salire per la mulattiera lastricata che ci conduce alla Casina delle Suore francescane dell’Immacolata e al Convento di Santa Maria del Giglio sorto nel 1722. Proseguendo sulla strada asfaltata ma su cui è interdetta la circolazione a motore (zona altamente video sorvegliata) arriviamo al Castello di Sambuca, la cui visita curiosa risulta esperienza interessante e molto coinvolgente. Proseguiamo sul tracciato della Via Francesca e oltrepassiamo il Fosso della Fornella, dopo circa 70 metri si stacca sulla destra una mulattiera in discesa che raggiungerebbe Bubbiana dopo appena 300 metri, questo era il tracciato originario che collegava il Castello col Paese. Non prendiamo questa scorciatoia ma a diritto e in piano arriviamo in località la Capanna (localmente detta La Cavanna) citata nel Catasto Granducale del 1587 e poco più avanti alla fonte di Angiolino subito sotto al sentiero. Proseguendo è possibile raggiungere il centro di Pavana ma noi ritorniamo sui nostri passi e prendiamo a sinistra, sul poggio di Querciola, la deviazione che ci riporterà a Taviano. Dopo poco meno di un terzo del percorso in discesa faremo una deviazione a destra per cercare di raggiungere quelli che sono i resti della località abbandonata di Bubbiana, il fantasma di oggi. Pochi e mal raggiungibili sono i muri e le strutture pericolanti ancora in piedi ma è interessante percepire e ipotizzare la vita che un tempo molto lontano è passata per questo antichissimo Paese, scorrendo per le stradine intrecciate fra le case. Dopo la visita, che deve essere effettuata con particolare attenzione e qualche difficoltà, ritorniamo sul tracciato della mulattiera in discesa, disseminata di ometti in pietra, e passando dalla fontana di Bilano entriamo sulla Statale Porrettana che in circa 200 metri ci riporta alla macchina. Queste terre e questi piccoli Paesi, le Cà, a volte costituiti da esigui gruppetti di case, sono poco popolati e scarsamente frequentati, salvo d’estate, ma forse proprio per questo mantengono il fascino antico, selvaggio, incontaminato, di atmosfere rimaste invariate nei secoli.
Oggi il fantasma l’abbiamo trovato e vi assicuro incute angoscia e paura mentre, circostanza singolare, abbiamo potuto vedere anche i resti lacerati del grande lenzuolo bianco… stretta è la foglia e larga la via dite la vostra che io ho detto la mia…
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Comments (4)
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Information
Easy to follow
Scenery
Moderate
Bel giro, non lungo ma nella prima parte fra salita e visita del borgo del castello con scorci e viuzze, ci si impiega un po’ di tempo. Ottime indicazioni e informazioni, fino all’ultimo tratto sul rientro e del borgo fantasma dove il sentiero non pulito si perde fra le foglie e nel bosco, ma seguendo il percorso con l’app ci si recupera.
Grazie Cinzia B del commento, purtroppo la manutenzione dei sentieri risulta la spina nel fianco degli escursionisti. Oggi si passa, ma fra un mese? Fra un anno?? Fra tre anni??? Sono comunque contento che sei riuscita, arrangiandoti, a rientrare sana e salva. Un sincero augurio di Buon Cammino.
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Scenery
Moderate
Fantastica escursione! Assolutamente d’accordo su tutto quello detto nel commento precedente al mio, e ci tengo a sottolineare quanto le indicazioni siano date bene dall’autore! Assolutamente consigliata 😊
Grazie del commento Tommaso Ragazzi, fa piacere che ci siano persone che continuano ad apprezzare queste antiche semplicità marcatamente controcorrente rispetto a cosa ci circonda. Un augurio di Buon Cammino.