I Castelloni di san Marco

Addentrarsi nella piana di Marcesina, sull'altipiano di Asiago, è un'esperienza quasi surreale. La lunga strada che si dirama dalla provinciale che sale da Enego a Enego 2000 attraversa luoghi diventati spettrali, dove fino a prima di vaia si godeva di una delle foreste più belle delle Alpi. Sembra di essere come a Hiroshima dopo la bomba. Non è rimasto in piedi nulla per intere estensioni a vista d'occhio. Dicono 18 milioni di alberi sradicati, strappati.
Ci sono enormi macchine al lavoro per ripulire il più possibile, e si iniziano a reimpiantare decine di migliaia di alberi nuovi, principalmente faggi e larici. Per molti anni lo scenario non sarà molto diverso dall'attuale, ma poi sicuramente la morfologia riprenderà un aspetto gradevole anche all'occhio.
Purtroppo con tutta questa devastazione molti sentieri sono stati letteralmente cancellati, altri seriamente danneggiati. Anche per questo ci vorrà del tempo.
La meta di oggi sono i Castelloni di San Marco, un labirinto naturale, creato dall'erosione del ghiaccio, che si estende per qualche migliaio di mq e che è situato ai margini dello spallone roccioso che si affaccia sulla sottostante Valsugana (della quale si godono anche dei bei scorci). La partenza è al rifugio Barricata (ex caserma militare opportunamente riattato).
L'intenzione è raggiungere i Castelloni per il sentiero 869 che ci porta, circa 500mt più in alto, ad incontrare l'842 che ci condurrà attraverso il labirinto.
La discesa avviene verso malga Fossetta (bellissimo posto, meritevole davvero) per poi chiudere l'anello attraverso una bella strada forestale.
All'imbocco del 869 subito si capisce che bisogna fare i conti con il cataclisma. Suggerisco di rimanere a dx, praticamente sulla crestina che sale verso la meta, approfittando di un'enorme pista creata dai boscaioli per fare la pulizia. Si sale dritti e si va a incontrare la forestale più in alto (praticamente zero bollini, ma è intuitivo). Raggiunta la forestale bisogna seguirla finchè finisce, a quota 1500mt circa. Da qui sale il prosieguo del 869 che, purtroppo, è scomparso al 90%. Comunque, sempre approfittando delle piste, scorgendo quà e la qualche sopravvissuto bollino, ci si porta a ridosso dello "scoglio bianco" che altro non è che una balconata longitudinale, rocciosa, di colore molto chiaro. Ora bisogna seguire le tracce gps e gli ometti e qualche fettuccia che una buonanima ha opportunamente sistemato. E' meno difficile di quello che sembra a vederlo, ma bisogna non perdere di vista le tracce, altrimenti si finisce negli schianti e potrebbero essere problemi. Per cui si consiglia questa salita a escursionisti esperti. Finalmente si arriva in cima al dosso dove si incontra il sentiero 842, abbastanza ampio, che sale in diagonale verso ovest. Avanti qualche decina di metri e poi deviare a sx per traccia evidente (c'è un bollino su un sasso che segna la deviazione, metterei almeno un paletto...). Si continua per traccia pulita fino ai labirinti. Ci si inoltra nella struttura naturale seguendo tassativamente i segnali. Sono 48 e posizionati nei punti strategici. panorama bellissimo, strutture che lasciano senza fiato, foto come non ci fosse un domani.
Quindi si esce e si seguono le indicazioni per Malga Fossetta, lasciando l'842 e prendendo l'845. E' una lunga attraversata, con qualche tratto di discesa, che sbocca nei pascoli della malga. Più su si vede il sacello che indica un ex cimitero di guerra. Noi si prosegue dritti fino alla località di Tiffgruba, caratterizzata da diversi buchi scavati nella roccia, che costituivano un ospedale militare (notevole).
Appena più avanti bisogna prendere un'ampia traccia (praticamente una strada semi inerbata) che va a sx. Attenzione, è importante imboccare e seguire questa pista, perchè se andate sulla sterrata sovrastante, finite completamente fuori meta. La pista (evidentemente militare) corre ai piedi di una lunga muraglia rocciosa. Non capisco perchè non sia segnalata con cartelli cai, ma tant'è... Questa pista poi diventa strada forestale, da seguire lungamente fino a ritornare (segnalazioni opportune agli incroci) al punto di partenza. La traccia gpx descrive diverse scorciatoie, facili e sgombre, che si possono fare per ridurre lo sviluppo.
Davvero una bella escursione, in ambienti ampi e spettacolari.
La difficoltà è media, tranne che per la salita del 869 nella parte superiore, dove bisogna stare accorti (per l'orientamento).