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H-DOCCIA del Cimone (anello)

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Trail stats

Distance
6.29 mi
Elevation gain
2,677 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
2,677 ft
Max elevation
7,062 ft
TrailRank 
27
Min elevation
4,508 ft
Trail type
Loop
Coordinates
523
Uploaded
June 30, 2020
Recorded
June 2020
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near Frescarolo, Emilia-Romagna (Italia)

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Waypoints

Photo ofh Capanne Celtiche

h Capanne Celtiche

Dalla caratteristica copertura in paglia e la particolare forma a gradoni delle facciate, le inconfondibili capanne “celtiche” di Doccia del Cimone testimonierebbero l’influenza che i Celti e i Liguri Friniates hanno avuto sulle radici culturali del nostro Appennino. Secondo taluni, infatti, l’appellativo “celtico” sarebbe dovuto al fatto che strutture simili sono presenti in Irlanda, Scozia e in altre zone dell’Europa centro settentrionale, teatro, nel passato, della presenza celtica. Altri, invece, fanno risalire questa tipologia di edificio alle popolazioni liguri, che abitavano il nostro territorio in epoca preromanica. Solitamente costruite a ridosso di uno sbalzo di terreno, le capanne “celtiche” si sviluppano su due piani, quello inferiore ad uso stalla e fienile, mentre quello superiore era abitato. Il caratteristico tetto a gradoni, ricoperto con lastre di arenaria, era una prerogativa prettamente frignanese, adottata per favorire lo scioglimento della neve e rendere più agevoli le opere di manutenzione.

PictographWaypoint Altitude 5,951 ft

h Deviazione per doccia

PictographWaypoint Altitude 5,600 ft

h Deviazione/bivio

Photo ofh Doccia (parcherggio/fonte)

h Doccia (parcherggio/fonte)

Piccolo borgo nel comune di Fiumalbo, reso famoso dalle Capanne Celtiche, caratteristiche abitazioni che testimoniamo il passaggio di popolazioni nordiche in appennino, la storia che celano e la bellezza dei luoghi in cui sono, rendono queste “casine” uno dei posti più affascinanti da guardare in tutto l’Appennino settentrionale.

PictographSummit Altitude 0 ft
Photo ofh Monte Cimone

h Monte Cimone

(anticamente Alpe de Nona) è il maggiore rilievo dell'Appennino settentrionale e della regione Emilia-Romagna, con una altezza di 2.165 m s.l.m., nei pressi del confine con la Montagna Pistoiese (Toscana). Fa parte dell'Appennino tosco-emiliano e non essendo collocato sul crinale dello spartiacque appenninico, tutte le pendici del monte - che interessano i comuni di Fiumalbo, Sestola, Fanano, Riolunato e Montecreto - e la vetta ricadono nel territorio della provincia di Modena. Nel corso di alcuni lavori, sono state scoperte in vetta tracce di presenza umana risalenti ai Romani. Tracce di insediamenti umani destinati alla pastorizia, sono riconducibili all'antichità, mentre le prime salite con finalità sportive o scientifiche sono documentate a partire dal 1569, da parte di Guidinello Montecuccoli[1], nobile locale. Diverse spedizioni per lo studio della pressione e della composizione atmosferica sono state compiute nel Seicento, anche ad opera dei padri gesuiti. Nel 1892 venne realizzata una torre a pianta ottagonale con finalità di osservatorio scientifico, ora caduta in rovina. Nel 1908 fu inaugurata una cappella dedicata alla Madonna delle nevi, tuttora venerata con una processione e con la celebrazione di una messa il 5 agosto di ogni anno. Nel 1939 si stava per attuare la realizzazione di un rifugio CAI, ma l'impresa fu abbandonata con l'arrivo della guerra e la successiva guerra fredda, durante la quale si ampliò l'installazione militare iniziata nel 1937 e l'accesso a gran parte della cima fu interdetto ai civili. Sulla sommità, costituita da un'ampia spianata, sono presenti molteplici antenne per telecomunicazioni dell'Aeronautica Militare, oltre alla stazione meteorologica di Monte Cimone, ufficialmente riconosciuta dall'organizzazione meteorologica mondiale. Infatti Sul Monte Cimone ha sede il CAMM – Centro A.M. di Montagna, un Ente del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare dipendente dal Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica (CNMCA) di Pratica di Mare (Roma). La stazione meteo, funzionante ventiquattrore su ventiquattro con regolarità dal 1946, fornisce dati utili alla navigazione aerea, alle attività di previsione meteorologica ed agli studi di climatologia. Nel campo delle telecomunicazioni il Centro svolge un ruolo importantissimo, sia in ambito militare che civile, grazie alle apparecchiature tecnologicamente all’avanguardia di cui dispone. Il C.A.M.M. partecipa a diversi programmi internazionali nell’ambito del rilevamento delle concentrazioni di gas atmosferici e collabora con diversi istituti di ricerca ed università italiane e straniere. Dal 1937, l’attività svolta ha riguardato il settore dell’assistenza al volo, le telecomunicazioni, le misure meteorologiche ed ambientali. Dal 1975, si misura l’ozono stratosferico, dal 1979 l’anidride carbonica (prima stazione in Europa) e dal 2012 il metano in atmosfera. Dal 2011 è una delle 29 stazioni globali al mondo all’interno del programma internazionale Global Atmosphere Watch dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale. Da alcuni anni il C.A.M.M. partecipa anche al programma europeo CARBOEUROPE con l’obbiettivo di identificare le sorgenti ed i pozzi di anidride carbonica a scala regionale in Europa, nell’ambito dell’attuazione delle direttive previste dal protocollo di Kyoto. Vi si trova anche l'Osservatorio climatico CNR "Ottavio Vittori" dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima (ISAC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), per lo studio dell'atmosfera e del clima, ospitato nell’ex rifugio CAI Romualdi. L’attività di ricerca del CNR sul monte Cimone iniziò negli anni Ottanta nei locali dell’ex Rifugio C.A.I., assegnati all’Ente da una convenzione stipulata tra l’Istituto per lo Studio dei Fenomeni Fisici e Chimici della Bassa e Alta Atmosfera del CNR (FISBAT) di Bologna e il Comando della I Regione Aerea dell’Aeronautica Militare. L’attività prese l’avvio con studi inerenti alla radiazione atmosferica, alla fisica del ghiaccio, alla nebbia e visibilità al gas in traccia e particelle. Nel 1996 il CNR ha ristrutturato il laboratorio; in questa occasione i sistemi di misura sono stati automatizzati per permettere un controllo a distanza (dall’Istituto FISBAT) del loro funzionamento e delle relative misure. Intorno alla sommità del Cimone, è molto facile osservare le marmotte. La marmotta delle Alpi fu introdotta sul Cimone, così come in altre zone dell’Appennino Settentrionale, negli anni '50 e da allora si è ambientata perfettamente al clima e alle condizioni della zona, riproducendosi in gran numero al punto che non è affatto difficile osservarne parecchi esemplari da pochi metri di distanza.

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