Guado La Melfa(1.300m)-Masserie di Vallesecca(1.420m)-Colle Tamburo(1.982m)

Sentiero non particolarmente lungo ma è abbastanza impegnativo, quindi bisogna essere comunque allenati e saper gestire il passo sicuro, perché soprattutto nella parte più impegnativa da masserie di Vallesecca fino alla cima di Colle Tamburo è molto sconnesso perché si cammina su zona molto pietrosa, soprattutto a scendere c'è da fare attenzione perché bisogna saper mettere i piedi. Come dicevo il dislivello non è indifferente anche se il percorso non è particolarmente lungo, la prima parte è fatta da una mulattiera molto comoda ma la econda parte c'è da fare attenzione ai segni CAI perché non sono presenti, o meglio durante questa registrazione come da anni a questa parte d'altronde, il sentiero è privo di segnaletica, c'è qualche segno scolorito ma bisogna avere una vista bionica e soltanto da un metro si riesce ad individuare quel che rimane della pittura scolorita dei segni CAI. È abbastanza intuibile perché c'è da salire soprattutto nei canaloni quindi non è che chissà dove si possa andare, però diciamo che si aumenta la fatica e c'è anche la possibilità magari di andare verso i circhi glaciali e quindi sbagliare completamente strada. C'è da portarsi l'acqua perché non ci sono sorgenti o fontane lungo il percorso e consiglio un equipaggiamento consono con scarpe adatte e abbigliamento comodo, se è fatto in periodi particolarmente caldi e soleggiati consiglio anche protezione tipo crema solare e cappellino perché la maggior parte del percorso è in zona aperta. In questa registrazione c'era un vento gelido in cima ed era abbastanza ghiacciato con nebbia a tratti. Comunque nei waypoint ho segnato tutti i bivi principali, all'andata non ho seguito nel tratto che va da Masserie di Vallesecca fino a qualche centinaio di metri verso il Colle Tamburo il sentiero principale perché volevo andare ad affacciarmi sul Circo glaciale del Folubrico se c'era un bel foliage, ma dato che a distanza avevo visto che gli alberi erano già spogli sono tornato sul sentiero principale. Comunque che sarebbe praticamente quello che ho fatto al ritorno come si può vedere dalla traccia.

Si parte da Guado la Melfa, vicino al rifugio dei briganti e si comincia con il brevissimo tratto asfaltato fino ad arrivare al primo bivio, dove comincia la comoda mulattiera, praticamente sarebbe il Sentiero CAI 100DM, quello che fa tutta la dorsale del Matese, e come dicevo all'inizio io avendo cartine di 50 anni fa conosco il nome del sentiero, ma non c'è nessuna tabella e non è scritto da nessuna parte. Comunque si continua su questa mulattiera facendo attenzione ai bivi che ho segnato, fino ad arrivare abbastanza agevolmente con pendenze tranquille fino all'ampia zona di masserie di Vallesecca, dove di solito in periodi caldi ci sono le pecore che pascolano e c'è infatti un rifugio dei pastori. Da qui come spiegato dapprima si prosegue seguendo la traccia dall'applicazione che ho fatto nella via del ritorno, altrimenti difficilissima da trovare ad occhio, e si comincia con una pendenza abbastanza elevata in alcuni punti. Continuando e attraversando un paio di zone con poca pendenza erbose si continua sempre in mezzo a grossi massi, per lo più in canaloni fino ad arrivare al Colle Tamburo. Da qui in giornate serene con aria pulita la vista è spettacolare, di fronte verso sud est si può vedere il Monte Miletto, sotto i nostri piedi verso sud c'è il lago del Matese ma in lontananza con aria pulita si vede il golfo di Napoli con il Vesuvio, Ischia, Capri, tutto il Partenio, Picentini, massiccio del Taburno etc, verso nord la Majella, tutto il parco nazionale d'Abruzzo, le Mainarde, e in giornate particolarmente con aria pulita anche il Gran Sasso e verso est il Mar Adriatico. Ovviamente ci vogliono le condizioni adatte ma già in questa registrazione che c'era un vento gelido e aria pulitissima, si vedeva praticamente tutto quello che ho scritto, solo che c'era un po' di nebbia a banchi e si apriva per pochi secondi la visuale anche se per foto non rende comunque l'idea ovviamente. Per scendere si fa la stessa strada dell'andata, e come dicevo prima, si fa il sentiero ufficiale invece che quella breve deviazione che ho fatto all'andata per andare verso il circo glaciale del Folubrico. Anche a scendere è abbastanza impegnativo perché come ho già scritto, si scende con ripidità molto sconnesso in mezzo a grandi pietre, fino a masserie di Vallesecca, poi con la mulattiera dell'andata è una passeggiata di salute fino a Guado la Melfa.

Rifugio dei briganti di Guado La Melfa 41°28'35"N 14°19'23"E

Vetta Colle Tamburo
41°27'18"N 14°21'17"E