Guado La Melfa (1.300m)-Circhi Glaciali-Campanarielli (1.640m)
near Roccamandolfi, Molise (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Guado La Melfa
41°28'35"N 14°19'23"E
Percorso a mio parere davvero molto bello, soprattutto in certi periodi dell'anno è stupendo, purtroppo in questa registrazione sono andato un pochino più tardi del previsto come periodo, e le foglie erano già tutte cadute altrimenti c'è un foliage davvero spettacolare. Ma oltre a quest'ultimo sono proprio le conformazioni dei circhi glaciali che a mio avviso sono la parte più bella di tutto il Matese. C'è da tenere in conto un dislivello non indifferente anche se personalmente sono dei 1000 metri fatti in maniera abbastanza diversa rispetto a 1000 m fatti continuativi e salendo in cima a una montagna. Infatti qui sono mille metri di dislivello ma perché c'è un grande saliscendi soprattutto nei circhi glaciali. Detto ciò ovviamente è molto impegnativo il percorso, soprattutto la seconda parte dell'andata. Perché la prima parte è fatta su mulattiera abbastanza comoda poco sconnessa, poi la parte dei circhi glaciali è molto sconnessa e bisogna essere equipaggiati da trekking vero perché il mettere male un piede o non avere l'equipaggiamento adatto ci si può far male. La distanza non è molta, e bisogna portarsi dietro l'acqua perché lungo il percorso non ci sono fontane o sorgenti. Ho segnato un paio di punti rischiosi nei waypoint ma oggettivamente basta stare un po' attenti perché ci sono solo un paio di punti un pochino esposti quindi in teoria lo sconsiglio a chi soffre in maniera esagerata di vertigini, soprattutto verso la parte terminale del sentiero dell'andata e ovviamente l'inizio del ritorno. Quindi soprattutto se si va con cani bisogna fare attenzione perché si cammina su massi accuminati e zone esposte dove può essere pericoloso. Per quanto riguarda il tempo di percorrenza, lo ripeto sempre che durante le mie registrazioni ci si impiega più tempo, io mi sono fermato tanto tempo per fare le foto ma nonostante ciò sono andato molto veloce una persona "normale" ci impiega molto più tempo.
Si parte nei pressi del Rifugio di Guado la Melfa, praticamente il tratto iniziale sarebbe il Sentiero CAI 100DM, e si continua su una strada nei primi metri asfaltata, poi si continua su strada sterrata in faggeta abbastanza comoda e sconnessa solo in alcuni tratti. Si incontrano un paio di bivi che ovviamente non sono segnati e i segni CAI come dico in ogni percorso, praticamente sono inesistenti dul Matese. Spero un domani di rifare questi percorsi e fare una descrizione del percorso dove posso felicemente dire che finalmente i sentieri sul Matese sono segnati. Comunque nei waypoint ho segnato tutto come sempre. Continuando su questa comoda mulattiera, con pendenze non eccessive e alcuni sali scendi, si arriva nei pressi di Masseria di Vallesecca. Qui c'è un piccolo rifugio usato dai pastori, e passate le vecchie masserie dove si possono notare soltanto i resti dei muretti a secco, si comincia a salire seguendo la traccia sul telefono perché come dicevo prima i segni CAI praticamente non ci sono. Da qui comincia la parte più impegnativa fino a raggiungere il primo circo glaciale del Folubrico. Raggiunto il circo glaciale si comincia a scendere seguendo le tracce fatte dai pastori con gli animali da pascolo, che ad occhio si vedono che costeggiano il circo glaciale, per poi risalire fino alla cengia del Folubrico. Qui si vede il secondo circo glaciale del Folubrico e dopo una breve discesa comincia il secondo tratto impegnativo, una salita che costeggia praticamente tutto l'anfiteatro e anche qui è molto sconnesso e bisogna fare attenzione anche alle pietre che potrebbero cadere dalla parete del circo glaciale. Si seguono sempre le tracce dei pastori fino a raggiungere la cengia per val Fondacone, da qui si cominciano a vedere già le caratteristiche guglie dette Campanarielli, e attraversata la zona esposta si raggiunge la zona a monte dei Campanarielli detta Arca di pane, vecchi stazzi dei pastori. Da qui sono salito sul primo Campanariello, quello di monte, volendo lo si può raggiungere arrampicandosi ma è abbastanza pericoloso, oppure aggirarlo verso sinistra e magari fermandosi alla base di quest'ultimo su vista al secondo Campanariello. Anche aggirandolo a sinistra se lo si vuole proprio salire fino in cima è comunque pericoloso anche con questa seconda opzione, quindi consiglio di fermarsi nel punto che ho appena descritto, ovvero nel piccolo spiazzo che c'è tra il primo e il secondo Campanariello. Da qui c'è una vista stupenda in ogni stagione, ma in ottobre è meraviglioso, purtroppo in questa registrazione erano già cadute tutte le foglie. Al ritorno si fa praticamente il percorso inverso facendo sempre attenzione e forse più, causa stanchezza dove si mettono i piedi, perché il terreno fino alla fine dei circhi glaciali come lo è stato all'andata, anche al ritorno si cammina veramente su pietre molto instabili. Oggi la giornata era davvero spettacolare c'era una visuale stupenda, peccato che tramite foto non rende l'idea ma dalla zona alta, soprattutto dal primo circo glaciale si vedeva tutta la Maiella tutte le Mainarde e in lontananza si vedeva anche il Gran Sasso.
MASSERIE DI VALLESECCA
*... per ultimo venivano le Valli Secche che, contrariamente alle altre valli che venivano uti lizzate unicamente per il transito, il pascolo e l'abbeveraggio (Campitello), da secoli erano state prescelte dai pastori come luogo per lo stazionamento fisso delle pecore, luogo cioè dove venivano fissate le reti, i recinti in cui le pecore vengono rinchiuse per la notte e per i momenti di non pascolo. Come d'altronde ancora oggi avviene per quelle poche pecore che sono rimaste. Lo stazionamento fisso aveva determinato pertanto un tale accumulo di terra derivante dal letame da rendere oltremodo fertile tutta l'ampia vallata delle Valli Secche...
"Elio Tassilo, Il guardiano di pecore altrui"
41°28'35"N 14°19'23"E
Percorso a mio parere davvero molto bello, soprattutto in certi periodi dell'anno è stupendo, purtroppo in questa registrazione sono andato un pochino più tardi del previsto come periodo, e le foglie erano già tutte cadute altrimenti c'è un foliage davvero spettacolare. Ma oltre a quest'ultimo sono proprio le conformazioni dei circhi glaciali che a mio avviso sono la parte più bella di tutto il Matese. C'è da tenere in conto un dislivello non indifferente anche se personalmente sono dei 1000 metri fatti in maniera abbastanza diversa rispetto a 1000 m fatti continuativi e salendo in cima a una montagna. Infatti qui sono mille metri di dislivello ma perché c'è un grande saliscendi soprattutto nei circhi glaciali. Detto ciò ovviamente è molto impegnativo il percorso, soprattutto la seconda parte dell'andata. Perché la prima parte è fatta su mulattiera abbastanza comoda poco sconnessa, poi la parte dei circhi glaciali è molto sconnessa e bisogna essere equipaggiati da trekking vero perché il mettere male un piede o non avere l'equipaggiamento adatto ci si può far male. La distanza non è molta, e bisogna portarsi dietro l'acqua perché lungo il percorso non ci sono fontane o sorgenti. Ho segnato un paio di punti rischiosi nei waypoint ma oggettivamente basta stare un po' attenti perché ci sono solo un paio di punti un pochino esposti quindi in teoria lo sconsiglio a chi soffre in maniera esagerata di vertigini, soprattutto verso la parte terminale del sentiero dell'andata e ovviamente l'inizio del ritorno. Quindi soprattutto se si va con cani bisogna fare attenzione perché si cammina su massi accuminati e zone esposte dove può essere pericoloso. Per quanto riguarda il tempo di percorrenza, lo ripeto sempre che durante le mie registrazioni ci si impiega più tempo, io mi sono fermato tanto tempo per fare le foto ma nonostante ciò sono andato molto veloce una persona "normale" ci impiega molto più tempo.
Si parte nei pressi del Rifugio di Guado la Melfa, praticamente il tratto iniziale sarebbe il Sentiero CAI 100DM, e si continua su una strada nei primi metri asfaltata, poi si continua su strada sterrata in faggeta abbastanza comoda e sconnessa solo in alcuni tratti. Si incontrano un paio di bivi che ovviamente non sono segnati e i segni CAI come dico in ogni percorso, praticamente sono inesistenti dul Matese. Spero un domani di rifare questi percorsi e fare una descrizione del percorso dove posso felicemente dire che finalmente i sentieri sul Matese sono segnati. Comunque nei waypoint ho segnato tutto come sempre. Continuando su questa comoda mulattiera, con pendenze non eccessive e alcuni sali scendi, si arriva nei pressi di Masseria di Vallesecca. Qui c'è un piccolo rifugio usato dai pastori, e passate le vecchie masserie dove si possono notare soltanto i resti dei muretti a secco, si comincia a salire seguendo la traccia sul telefono perché come dicevo prima i segni CAI praticamente non ci sono. Da qui comincia la parte più impegnativa fino a raggiungere il primo circo glaciale del Folubrico. Raggiunto il circo glaciale si comincia a scendere seguendo le tracce fatte dai pastori con gli animali da pascolo, che ad occhio si vedono che costeggiano il circo glaciale, per poi risalire fino alla cengia del Folubrico. Qui si vede il secondo circo glaciale del Folubrico e dopo una breve discesa comincia il secondo tratto impegnativo, una salita che costeggia praticamente tutto l'anfiteatro e anche qui è molto sconnesso e bisogna fare attenzione anche alle pietre che potrebbero cadere dalla parete del circo glaciale. Si seguono sempre le tracce dei pastori fino a raggiungere la cengia per val Fondacone, da qui si cominciano a vedere già le caratteristiche guglie dette Campanarielli, e attraversata la zona esposta si raggiunge la zona a monte dei Campanarielli detta Arca di pane, vecchi stazzi dei pastori. Da qui sono salito sul primo Campanariello, quello di monte, volendo lo si può raggiungere arrampicandosi ma è abbastanza pericoloso, oppure aggirarlo verso sinistra e magari fermandosi alla base di quest'ultimo su vista al secondo Campanariello. Anche aggirandolo a sinistra se lo si vuole proprio salire fino in cima è comunque pericoloso anche con questa seconda opzione, quindi consiglio di fermarsi nel punto che ho appena descritto, ovvero nel piccolo spiazzo che c'è tra il primo e il secondo Campanariello. Da qui c'è una vista stupenda in ogni stagione, ma in ottobre è meraviglioso, purtroppo in questa registrazione erano già cadute tutte le foglie. Al ritorno si fa praticamente il percorso inverso facendo sempre attenzione e forse più, causa stanchezza dove si mettono i piedi, perché il terreno fino alla fine dei circhi glaciali come lo è stato all'andata, anche al ritorno si cammina veramente su pietre molto instabili. Oggi la giornata era davvero spettacolare c'era una visuale stupenda, peccato che tramite foto non rende l'idea ma dalla zona alta, soprattutto dal primo circo glaciale si vedeva tutta la Maiella tutte le Mainarde e in lontananza si vedeva anche il Gran Sasso.
MASSERIE DI VALLESECCA
*... per ultimo venivano le Valli Secche che, contrariamente alle altre valli che venivano uti lizzate unicamente per il transito, il pascolo e l'abbeveraggio (Campitello), da secoli erano state prescelte dai pastori come luogo per lo stazionamento fisso delle pecore, luogo cioè dove venivano fissate le reti, i recinti in cui le pecore vengono rinchiuse per la notte e per i momenti di non pascolo. Come d'altronde ancora oggi avviene per quelle poche pecore che sono rimaste. Lo stazionamento fisso aveva determinato pertanto un tale accumulo di terra derivante dal letame da rendere oltremodo fertile tutta l'ampia vallata delle Valli Secche...
"Elio Tassilo, Il guardiano di pecore altrui"
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