Gruppo della Schiara: Zimón de Cajàda per le pale erbose sud del Monte Belvedere dal parcheggio quota 1020 in Val Desedàn
near Fortogna, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Escursione ad anello sul “panoramicissimo” Zimon de Cajada con salita che attraversa la parte bassa della Val dei Còrf o Val dei Corvi, e poi segue le pale erbose che scendono dalla dorsale del Monte Belvedere.
Discesa per la via normale dei sentieri CAI 572 e 529.
Consiglio l’uso dei ramponcini da prato o ramponcini forestali o “Fer da Tac” per faticare meno lungo le pale erbose – utili anche per la sicurezza.
Salita dal parcheggio di quota 1020 in Val Desedàn alla dorsale del Monte Belvedere, e poi alla vetta del Zimon de Cajada
Il parcheggio, per 4 o 5 auto, si trova circa 1,2 km dopo la galleria stradale a fianco di un muretto a secco.
Le quote che indico sono rilevate con l’altimetro a pressione perché il GPS non è molto affidabile in questo tratto iniziale.
Dal parcheggio si risale la breve scarpata che lo anticipa con l’aiuto di un cavetto di acciaio, e si trova subito un buon sentiero.
Quasi subito si trova anche un gruppetto di alberi abbattuti che costringe a un breve aggiramento, ma sono gli unici alberi abbattuti sulla traccia di camminamento di tutta l’escursione.
Aggirati gli schianti iniziali, il sentiero va evidente fino al costone del Col delle More a quota 1080/1090 circa.
Poi va con tendenza leggera discesa verso fasce rocciose e qualche passo esposto fino all’attraversamento dell’impluvio della Val dei Còrf o Val dei Corvi.
Qui c’è un doppio canale da attraversare, e sul secondo c’è un’infida, esposta e bagnatissima roccetta da risalire con l’aiuto di un cavetto metallico con due asole: anche con le due asole che danno un’ottima presa serve comunque attenzione a come ci si muove.
Ora in tendenza salita si traversa comodamente nel bosco fino a un largo costone a quota 1160, dove iniziano i primi segnavia di vernice (fino a qui si notano dei rami tagliati di tanto in tanto).
Ci sono due grossi segnavia a doppia banda rossa con banda bianca centrale, che indicano chiaramente di salire diretti per la dorsale del costone.
Salendo, i segnavia a tripla banda lasciano il posto a normali bolli e strisce rossi, continuano i rami tagliati e con un minimo di attenzione si segue l’impronta a terra del camminamento che non è più evidentissima ma si nota.
Si esce dal bosco a quota 1400 circa con la vista che si apre sulle belle e “ariose” pale erbose che scendono dalla dorsale del Belvedere.
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Poco dopo l’arrivo sotto le pale erbose, può essere che si noti un piccolo ometto all’inizio di una traccia che devia nuovamente nel bosco verso sinistra: è la traccia che porta verso la Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi.
Sconsiglio un qualsiasi tipo di esplorazione senza attrezzatura specifica: è una cengia DIFFICILISSIMA, veramente “…ISSIMA” – vedi itinerario → Gruppo della Schiara: Zéngia del Zimón de Cajàda o Cengia Val dei Còrf sul versante sud del Zimón de Cajàda in Val Desedàn.
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Chiaramente in mezzo a tanta erba non ci sono più segnavia, ci sono più valloni di varie pendenze e ognuno può scegliere la sua linea: per scegliere con più possibilità e tranquillità è decisamente meglio calzare i ramponcini da prato o ramponcini forestali o “Fer da Tac”.
Io ho scelto una linea “abbastanza morbida” verso destra, ma si può fare ancora più morbida o decisamente più dura e diretta verso la vetta del Zimon de Cajada.
Dal punto di arrivo in dorsale ho continuato in direzione leggerissima discesa verso destra per quasi 200 metri lineari per trovare una buona posizione fotografica verso la pianura.
Poi sono ritornato sui miei passi per salire in vetta, seguendo sempre il camminamento di dorsale con le prime belle viste verso nord.
Tutto facile ed evidente fino ai due ultimi grandi torrioni rocciosi – le cosiddette «Rèce del Gat» – che anticipano la vetta del Zimon de Cajada.
Seguendo la logica e qualche ramo tagliato, il primo torrione si aggira verso destra direzione salita – quindi in versante nord.
Si arriva alla sella divisoria tra i due torrioni dove c’è il tratto più impegnativo, con due possibili scelte.
L’aggiramento qui è verso sinistra o sud, e tra le erbe va in direzione di una mini forcelletta dopo il secondo torrione dove riprendono i rami di mugo tagliati e gli ometti.
Dalla sella divisoria continua una esile ed ESPOSTA traccia “stile camoscio” che passa sopra il filo di una costa secondaria, e poi scende sulla conca erbosa che porta alla mini forcelletta di cui sopra.
Però, visto che avevo i ramponcini da prato, ho preferito scendere alcuni metri per un ripido valloncello erboso ed aggirare da sotto la costa secondaria: è una discesetta ripida ma su erba molto compatta, e con attenzione – e con i ramponcini – si fa rischiando meno in esposizione (senza ramponcini non va tanto bene).
Fatti il breve traverso più esposto o l’aggiramento da sotto, si risale alla mini forcelletta, e seguendo tagli di rami e ometti si arriva in vetta – comunque la grande Croce di vetta è ben visibile a tratti, e non ci si perde di sicuro.
Discesa dal Zimon de Cajada per la via normale dei sentieri CAI 572 e 529
Per tutta la discesa ho notato segnavia “molto vivaci”, qualche recente taglio di rami-tronchetti in aggiunta a quelli più vecchi, e una buona pulizia generale dei sentieri: credo che qui, a questo punto, gli impedimenti e fastidi dovuti alla Tempesta Vaia siano solo un brutto ricordo.
Tutta la parte iniziale è una bella cavalcata in cresta verso ovest/nord-ovest ed è segnata con bolli rossi: non difficile ma neanche da principianti assoluti.
Poi dalla Sella del Gravedel (con cartello freccia del CAI di Longarone) si piega verso sud per aperto pendio erboso dove si seguono i primi paletti pitturati in rosso nella parte alta – da questo punto i bolli rossi su alberi o roccia diventano segnavia a bande bianco-rosse stile CAI.
Si arriva in testata di un vallone erboso che piega verso sinistra-est e si imbocca seguendo ancora i paletti.
Il vallone entra nel bosco su discreta traccia che piega a destra fino a un gran triangolo-segnavia dell’Alta Via n. 3 dipinto su roccia.
Qui il sentiero esegue un secco tornante a sinistra e continua migliorando un po’ alla volta l’impronta a terra.
Dopo qualche cambio di direzione si attraversa un canaletto superficiale leggermente franoso – subito dopo, il sentiero si allarga molto fino a diventare stradetta e finire alle Casere di Cajada, da dove si rientra al parcheggio di partenza seguendo la strada aperta al traffico per una ventina di minuti.
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Il dislivello reale dell’escursione è di circa 100 metri in meno di quanto indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
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Discesa per la via normale dei sentieri CAI 572 e 529.
Consiglio l’uso dei ramponcini da prato o ramponcini forestali o “Fer da Tac” per faticare meno lungo le pale erbose – utili anche per la sicurezza.
Salita dal parcheggio di quota 1020 in Val Desedàn alla dorsale del Monte Belvedere, e poi alla vetta del Zimon de Cajada
Il parcheggio, per 4 o 5 auto, si trova circa 1,2 km dopo la galleria stradale a fianco di un muretto a secco.
Le quote che indico sono rilevate con l’altimetro a pressione perché il GPS non è molto affidabile in questo tratto iniziale.
Dal parcheggio si risale la breve scarpata che lo anticipa con l’aiuto di un cavetto di acciaio, e si trova subito un buon sentiero.
Quasi subito si trova anche un gruppetto di alberi abbattuti che costringe a un breve aggiramento, ma sono gli unici alberi abbattuti sulla traccia di camminamento di tutta l’escursione.
Aggirati gli schianti iniziali, il sentiero va evidente fino al costone del Col delle More a quota 1080/1090 circa.
Poi va con tendenza leggera discesa verso fasce rocciose e qualche passo esposto fino all’attraversamento dell’impluvio della Val dei Còrf o Val dei Corvi.
Qui c’è un doppio canale da attraversare, e sul secondo c’è un’infida, esposta e bagnatissima roccetta da risalire con l’aiuto di un cavetto metallico con due asole: anche con le due asole che danno un’ottima presa serve comunque attenzione a come ci si muove.
Ora in tendenza salita si traversa comodamente nel bosco fino a un largo costone a quota 1160, dove iniziano i primi segnavia di vernice (fino a qui si notano dei rami tagliati di tanto in tanto).
Ci sono due grossi segnavia a doppia banda rossa con banda bianca centrale, che indicano chiaramente di salire diretti per la dorsale del costone.
Salendo, i segnavia a tripla banda lasciano il posto a normali bolli e strisce rossi, continuano i rami tagliati e con un minimo di attenzione si segue l’impronta a terra del camminamento che non è più evidentissima ma si nota.
Si esce dal bosco a quota 1400 circa con la vista che si apre sulle belle e “ariose” pale erbose che scendono dalla dorsale del Belvedere.
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Poco dopo l’arrivo sotto le pale erbose, può essere che si noti un piccolo ometto all’inizio di una traccia che devia nuovamente nel bosco verso sinistra: è la traccia che porta verso la Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi.
Sconsiglio un qualsiasi tipo di esplorazione senza attrezzatura specifica: è una cengia DIFFICILISSIMA, veramente “…ISSIMA” – vedi itinerario → Gruppo della Schiara: Zéngia del Zimón de Cajàda o Cengia Val dei Còrf sul versante sud del Zimón de Cajàda in Val Desedàn.
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Chiaramente in mezzo a tanta erba non ci sono più segnavia, ci sono più valloni di varie pendenze e ognuno può scegliere la sua linea: per scegliere con più possibilità e tranquillità è decisamente meglio calzare i ramponcini da prato o ramponcini forestali o “Fer da Tac”.
Io ho scelto una linea “abbastanza morbida” verso destra, ma si può fare ancora più morbida o decisamente più dura e diretta verso la vetta del Zimon de Cajada.
Dal punto di arrivo in dorsale ho continuato in direzione leggerissima discesa verso destra per quasi 200 metri lineari per trovare una buona posizione fotografica verso la pianura.
Poi sono ritornato sui miei passi per salire in vetta, seguendo sempre il camminamento di dorsale con le prime belle viste verso nord.
Tutto facile ed evidente fino ai due ultimi grandi torrioni rocciosi – le cosiddette «Rèce del Gat» – che anticipano la vetta del Zimon de Cajada.
Seguendo la logica e qualche ramo tagliato, il primo torrione si aggira verso destra direzione salita – quindi in versante nord.
Si arriva alla sella divisoria tra i due torrioni dove c’è il tratto più impegnativo, con due possibili scelte.
L’aggiramento qui è verso sinistra o sud, e tra le erbe va in direzione di una mini forcelletta dopo il secondo torrione dove riprendono i rami di mugo tagliati e gli ometti.
Dalla sella divisoria continua una esile ed ESPOSTA traccia “stile camoscio” che passa sopra il filo di una costa secondaria, e poi scende sulla conca erbosa che porta alla mini forcelletta di cui sopra.
Però, visto che avevo i ramponcini da prato, ho preferito scendere alcuni metri per un ripido valloncello erboso ed aggirare da sotto la costa secondaria: è una discesetta ripida ma su erba molto compatta, e con attenzione – e con i ramponcini – si fa rischiando meno in esposizione (senza ramponcini non va tanto bene).
Fatti il breve traverso più esposto o l’aggiramento da sotto, si risale alla mini forcelletta, e seguendo tagli di rami e ometti si arriva in vetta – comunque la grande Croce di vetta è ben visibile a tratti, e non ci si perde di sicuro.
Discesa dal Zimon de Cajada per la via normale dei sentieri CAI 572 e 529
Per tutta la discesa ho notato segnavia “molto vivaci”, qualche recente taglio di rami-tronchetti in aggiunta a quelli più vecchi, e una buona pulizia generale dei sentieri: credo che qui, a questo punto, gli impedimenti e fastidi dovuti alla Tempesta Vaia siano solo un brutto ricordo.
Tutta la parte iniziale è una bella cavalcata in cresta verso ovest/nord-ovest ed è segnata con bolli rossi: non difficile ma neanche da principianti assoluti.
Poi dalla Sella del Gravedel (con cartello freccia del CAI di Longarone) si piega verso sud per aperto pendio erboso dove si seguono i primi paletti pitturati in rosso nella parte alta – da questo punto i bolli rossi su alberi o roccia diventano segnavia a bande bianco-rosse stile CAI.
Si arriva in testata di un vallone erboso che piega verso sinistra-est e si imbocca seguendo ancora i paletti.
Il vallone entra nel bosco su discreta traccia che piega a destra fino a un gran triangolo-segnavia dell’Alta Via n. 3 dipinto su roccia.
Qui il sentiero esegue un secco tornante a sinistra e continua migliorando un po’ alla volta l’impronta a terra.
Dopo qualche cambio di direzione si attraversa un canaletto superficiale leggermente franoso – subito dopo, il sentiero si allarga molto fino a diventare stradetta e finire alle Casere di Cajada, da dove si rientra al parcheggio di partenza seguendo la strada aperta al traffico per una ventina di minuti.
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Il dislivello reale dell’escursione è di circa 100 metri in meno di quanto indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
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Waypoints
Waypoint
3,564 ft
03 - Attraversamento primo canale dell'impluvio della Val dei Còrf o Val dei Corvi
Waypoint
3,562 ft
04 - Attraversamento secondo canale dell'impluvio della Val dei Còrf o Val dei Corvi
Waypoint
3,776 ft
05 - Inizio risalita dorsale boschiva con segnavia tipo CAI verso la pale erbose del Monte Belvedere
Waypoint
5,245 ft
10 - Foto verso il Monte Pelmo risalendo la cresta in direzione del Zimon de Cajada
Waypoint
5,451 ft
12 - Inizio aggiramento lato nord del primo torrione roccioso delle «Rèce del Gat» salendo in direzione del Zimon de Cajada
Waypoint
5,611 ft
13 - Sella divisoria tra i due torrioni finali «Rèce del Gat» salendo in direzione del Zimon de Cajada
Waypoint
5,600 ft
14 - Forcelletta di fine aggiramento secondo torrione delle «Rèce del Gat» e ripresa rami tagliati e ometti
Waypoint
5,370 ft
21 - Testata vallone erboso che conduce a traccia di sentiero nel bosco lungo il CAI 529
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