Gruppo della Schiara: Viàz Nord Occidentale del Serva, Monte Serva e Zima de i Tre Mas'ci (Cima Tre Maschi) da Cargadór
near Pra de Luni, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Percorrenza di un viàz sul lato più ombreggiato del Monte Serva in ambiente molto diverso rispetto al conosciutissimo versante che si affaccia direttamente sulla pianura.
Geograficamente si può dividere in due: 1) lato ovest dalla Boca de Rosp al Pass de le Cavale; 2) lato nord dal Pass de le Cavale alla Forcella dei Praduzèi.
È possibile un’uscita anticipata dal canale-ghiaione di inizio della lunga risalita dei “Praduzèi” che fanno parte dell’Alta Via dei Bellunesi.
Fino a questo punto di uscita anticipata l’itinerario è descritto (proprio nel senso di percorrenza di questa escursione) nella guida «DOLOMITI Il grande libro dei sentieri selvaggi» di Paolo Bonetti e Paolo Lazzarin.
Il Viàz Nord Occidentale del Serva è così denominato da Bonetti-Lazzarin in altri libri guida anche se non lo descrivono mai del tutto (in realtà la parte mancante dei “Praduzèi” è facile da capire).
Questa escursione è da inquadrare nel territorio assieme a → Gruppo della Schiara: Viàz Nord Orientale del Serva e Monte Serva da Cargadór.
Tutti e due gli itinerari fanno perno alla Forcella dei Praduzèi e insieme formano il “Giro completo della sommità del Serva”, come da denominazione di Piero Rossi nella sua notissima guida “SCHIARA” della collana “GUIDA DEI MONTI D’ITALIA” del CAI - Touring Club Italiano (pag. 165).
Questo “Giro completo” in giornata unica sarebbe senz’altro un SUPER-VIÀZ!
******************************
Avvicinamento all’inizio del Viàz Nord Occidentale del Serva
Il Viàz Nord Occidentale del Serva inizia alla forcella denominata Boca de Rosp, ben conosciuta da chi affronta il bel giro delle creste del Monte Serva.
Dal parcheggio di Cargador si imbocca subito il CAI 517 e si sale più o meno fino a quota 1230/1240, dove una traccia si stacca verso sinistra per infilarsi nell’evidentissimo vallone che sta di fronte.
Si risale il facile vallone fino a una strettoia più ripidina dove il camminamento ufficiale esegue un arco verso destra: qui però ho tirato diritto e mi sono ricollegato più in alto al sentierino che nel finale è segnato da qualche sbiadito segno rosso.
Con una larga svolta verso sinistra si arriva alla Boca de Rosp: oggi qualche minuto di pausa per “fare il pieno di sole” 🌞 visto che poi si sta molto all’ombra.
Prima parte del Viàz Nord Occidentale del Serva dalla Boca de Rosp al Pass de le Cavale
Si scavalca la Boca de Rosp e si inizia a tagliare il pendio con direzione iniziale nord-ovest.
C’è un’esile traccia che, immagino, a tratti potrebbe essere ben poco visibile nel periodo di massima ricrescita dell’erba.
Si cammina, mantenendo la quota, per circa 150 metri iniziando ad aggirare un facile costone molto arrotondato e si continua in pieno versante ovest fino a un piccolo boschetto anticipato da una betulla solitaria.
(Qui Bonetti-Lazzarin scrivono di un “gruppo di cespugli”, però la relazione è di giugno 1996, e 26 anni dopo si trova un vero boschetto.)
Il piano di camminamento all’ingresso nel boschetto (stessa quota di arrivo) è confuso da ramaglia ed erbacce, ma ci sono molti piccoli rami tagliati di segnalazione che guidano in una iniziale breve discesa e poi nell’uscita più o meno in piano.
Il pendio che segue è a “basse ondulazioni irregolari” punteggiate da placchette rocciose bianche.
Il camminamento esiste (tendenza salita con brevi cambi di pendenza su e giù) ma è sempre poco evidente: conviene osservarlo dalla media distanza prima di attraversare il boschetto e poi si va con più sicurezza di non perderlo.
Si attraversa tutta quest’area trovando anche un paio di segni rossi dipinti sulle placche bianche di roccia, e si arriva a doppiare una costa dove si cambia leggermente direzione quasi esattamente verso nord.
Qui si sfiora una bassa fascia rocciosa con segno rosso e ancora qualche ramo tagliato, e da qui il camminamento migliora decisamente di evidenza.
Si scende e si risale in breve a una forcelletta a fianco di un paio di massi incastrati.
Segue una breve ripida discesa (sempre su traccia evidente) e si ritorna in campo aperto per la lunga diagonale di “salita a gobbe” verso il Pass de le Cavale che sta di fronte e che da qui non si perde mai di vista.
Seconda parte del Viàz Nord Occidentale del Serva dal Pass de le Cavale alla Forcella dei Praduzèi
Subito c’è la parte più difficile di tutto il viàz, l’unica veramente delicata per questo tipo di itinerari.
Si scavalca il Pass de le Cavale e si inizia a scendere per il vallone-canale boschivo che va in direzione nord-est.
Si scende per circa 20-25 metri di dislivello senza tracce evidenti e si piega a destra (ben prima del salto che sta in basso) per sfiorare una fascia di roccia dove inizia una evidente traccia a terra (segnavia rosso sbiadito all’angolo della fascia rocciosa).
Si segue il sentierino (esposto ma con discreta base) e in breve si arriva sopra un pendio ultra-ripido che bisogna scendere.
Qui Bonetti-Lazzarin scrivono che «… si scende molto ripidamente (attenzione) su gradoni piuttosto aerei di roccia ed erba (qualche stentato albero) …».
Dopo 26 anni dalla loro relazione non c’è “qualche stentato albero” ma un vero bosco, però non è del tutto coprente e di conseguenza a terra ci sono molte erbe anche lunghe (delle vere “loppe”) potenzialmente assai scivolose.
I primi metri di discesa, comunque, sono su delle “mini cenge di pochissimi metri collegate da bassi saltini”, e il gran ripido non crea problemi.
Poi bisogna “giocarsela metro per metro” nel ripido tra gli alberi-arbusti che aiutano abbastanza (quelli non marci) e osservando bene le linee dove il fondo è solido: non è tutto solido, ma andando piano-piano si capisce.
La parte ripidissima si esaurisce dopo una cinquantina di metri di dislivello in totale, e (svariati metri prima del salto che si nota più in basso) si intercetta un sentierino emergente che, verso destra, porta fuori dal pendio.
Seguendo il sentierino si arriva nel largo canale-ghiaione di possibile uscita anticipata dal viàz, oltre il quale inizia la lunga risalita dei Praduzèi.
(Qui la guida segnala possibilità di neve residua anche ad inizio stagione estiva nonostante la bassa quota.)
Per rimontare sul “lungo bancatone erboso” c’è un’unica possibilità ben evidente, e bisogna attraversare il canale-ghiaione prendendo quota.
Io ho preso quota prima di attraversare salendo a bordo canale sul lato destro, ma ci sono più soluzioni possibili: la mia linea di sicuro non è l’unica buona.
Quindi ho risalito la prima ripida costa erbosa e mi sono immesso sulla super-bancata dei Praduzèi.
Questa bancata, misurata con il GPS, fino alla Forcella dei Praduzèi è lunga circa 1 km “in linea d’aria retta”.
Poi, tra curve varie e su e giù per le coste e i canali, diventa circa 1 km e mezzo.
La bancata è sempre molto larga ma si può dire che l’andamento è obbligato, sempre ben lontani sia dalla fascia rocciosa principale che sta sopra che dai dirupi che stanno sotto.
Serve attenzione per non perdere “questo andamento obbligato”, più per evitare fatiche inutili che per grandi pericoli.
Sulla prima lunga dolce costa da sotto si notano più possibili esili camminamenti, e “saltando un po’ su e giù” ho trovato un ometto e “mi sono incollato a quella traccia”.
Dopo le prime coste e canali dolci si arriva in un settore più aspro ma non difficile in assoluto.
I fianchi di ingresso dei canali possono essere ripidi con “tracce quasi cengia” che si trovano con brevi spostamenti sul filo della costa precedente.
Il finale ritorna più dolce e si arriva finalmente alla Forcella dei Praduzèi.
Qui, come scritto all’inizio, converge anche l’itinerario del Viàz Nord Orientale del Serva.
Chiusura dell’escursione dalla Forcella dei Praduzèi passando per la vetta del Monte Serva e la Ponta o Zima de i Tre Mas’ci
Dalla Forcella dei Praduzèi è già ben visibile la Croce di vetta del Monte Serva, e tutto il percorso di massima per raggiungerla è evidente.
Dalla larga forcella continua la traccia di sentiero dell’Alta Via dei Bellunesi, che con tratto “aereo” iniziale porta sotto un salto roccioso.
Qui si entra (un po’ a destra dal filo di cresta) in una spaccatura dove si appoggiano le mani ma non a livello di arrampicata, e si completa l’aggiramento con doppia svolta sinistra-destra.
Ora c’è un buon tratto a base erba con qualche ometto e segnavia rosso, si passa la deviazione che porterebbe direttamente alla Ponta o Zima dei Tre Mas’ci, e si entra nel tratto a fondo roccette-pietre che porta sotto la bassa fascia rocciosa sommitale.
Sempre su pendenze non più che medie si arriva a scavalcare (in più punti possibili) dall’altro lato e infine alla Croce di vetta del Monte Serva.
Dal Monte Serva ho continuato per la cresta fino alla Ponta o Zima de i Tre Mas’ci, e da lì sono sceso diretto in fuoripista sul pendio erboso verso Malga o Casera Pian dei Fioch.
Infine rientro a Cargador per il sentiero CAI 517 con la variante finale del sentiero panoramico (oggi non molto panoramico per le nubi basse del primo pomeriggio).
Geograficamente si può dividere in due: 1) lato ovest dalla Boca de Rosp al Pass de le Cavale; 2) lato nord dal Pass de le Cavale alla Forcella dei Praduzèi.
È possibile un’uscita anticipata dal canale-ghiaione di inizio della lunga risalita dei “Praduzèi” che fanno parte dell’Alta Via dei Bellunesi.
Fino a questo punto di uscita anticipata l’itinerario è descritto (proprio nel senso di percorrenza di questa escursione) nella guida «DOLOMITI Il grande libro dei sentieri selvaggi» di Paolo Bonetti e Paolo Lazzarin.
Il Viàz Nord Occidentale del Serva è così denominato da Bonetti-Lazzarin in altri libri guida anche se non lo descrivono mai del tutto (in realtà la parte mancante dei “Praduzèi” è facile da capire).
Questa escursione è da inquadrare nel territorio assieme a → Gruppo della Schiara: Viàz Nord Orientale del Serva e Monte Serva da Cargadór.
Tutti e due gli itinerari fanno perno alla Forcella dei Praduzèi e insieme formano il “Giro completo della sommità del Serva”, come da denominazione di Piero Rossi nella sua notissima guida “SCHIARA” della collana “GUIDA DEI MONTI D’ITALIA” del CAI - Touring Club Italiano (pag. 165).
Questo “Giro completo” in giornata unica sarebbe senz’altro un SUPER-VIÀZ!
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Avvicinamento all’inizio del Viàz Nord Occidentale del Serva
Il Viàz Nord Occidentale del Serva inizia alla forcella denominata Boca de Rosp, ben conosciuta da chi affronta il bel giro delle creste del Monte Serva.
Dal parcheggio di Cargador si imbocca subito il CAI 517 e si sale più o meno fino a quota 1230/1240, dove una traccia si stacca verso sinistra per infilarsi nell’evidentissimo vallone che sta di fronte.
Si risale il facile vallone fino a una strettoia più ripidina dove il camminamento ufficiale esegue un arco verso destra: qui però ho tirato diritto e mi sono ricollegato più in alto al sentierino che nel finale è segnato da qualche sbiadito segno rosso.
Con una larga svolta verso sinistra si arriva alla Boca de Rosp: oggi qualche minuto di pausa per “fare il pieno di sole” 🌞 visto che poi si sta molto all’ombra.
Prima parte del Viàz Nord Occidentale del Serva dalla Boca de Rosp al Pass de le Cavale
Si scavalca la Boca de Rosp e si inizia a tagliare il pendio con direzione iniziale nord-ovest.
C’è un’esile traccia che, immagino, a tratti potrebbe essere ben poco visibile nel periodo di massima ricrescita dell’erba.
Si cammina, mantenendo la quota, per circa 150 metri iniziando ad aggirare un facile costone molto arrotondato e si continua in pieno versante ovest fino a un piccolo boschetto anticipato da una betulla solitaria.
(Qui Bonetti-Lazzarin scrivono di un “gruppo di cespugli”, però la relazione è di giugno 1996, e 26 anni dopo si trova un vero boschetto.)
Il piano di camminamento all’ingresso nel boschetto (stessa quota di arrivo) è confuso da ramaglia ed erbacce, ma ci sono molti piccoli rami tagliati di segnalazione che guidano in una iniziale breve discesa e poi nell’uscita più o meno in piano.
Il pendio che segue è a “basse ondulazioni irregolari” punteggiate da placchette rocciose bianche.
Il camminamento esiste (tendenza salita con brevi cambi di pendenza su e giù) ma è sempre poco evidente: conviene osservarlo dalla media distanza prima di attraversare il boschetto e poi si va con più sicurezza di non perderlo.
Si attraversa tutta quest’area trovando anche un paio di segni rossi dipinti sulle placche bianche di roccia, e si arriva a doppiare una costa dove si cambia leggermente direzione quasi esattamente verso nord.
Qui si sfiora una bassa fascia rocciosa con segno rosso e ancora qualche ramo tagliato, e da qui il camminamento migliora decisamente di evidenza.
Si scende e si risale in breve a una forcelletta a fianco di un paio di massi incastrati.
Segue una breve ripida discesa (sempre su traccia evidente) e si ritorna in campo aperto per la lunga diagonale di “salita a gobbe” verso il Pass de le Cavale che sta di fronte e che da qui non si perde mai di vista.
Seconda parte del Viàz Nord Occidentale del Serva dal Pass de le Cavale alla Forcella dei Praduzèi
Subito c’è la parte più difficile di tutto il viàz, l’unica veramente delicata per questo tipo di itinerari.
Si scavalca il Pass de le Cavale e si inizia a scendere per il vallone-canale boschivo che va in direzione nord-est.
Si scende per circa 20-25 metri di dislivello senza tracce evidenti e si piega a destra (ben prima del salto che sta in basso) per sfiorare una fascia di roccia dove inizia una evidente traccia a terra (segnavia rosso sbiadito all’angolo della fascia rocciosa).
Si segue il sentierino (esposto ma con discreta base) e in breve si arriva sopra un pendio ultra-ripido che bisogna scendere.
Qui Bonetti-Lazzarin scrivono che «… si scende molto ripidamente (attenzione) su gradoni piuttosto aerei di roccia ed erba (qualche stentato albero) …».
Dopo 26 anni dalla loro relazione non c’è “qualche stentato albero” ma un vero bosco, però non è del tutto coprente e di conseguenza a terra ci sono molte erbe anche lunghe (delle vere “loppe”) potenzialmente assai scivolose.
I primi metri di discesa, comunque, sono su delle “mini cenge di pochissimi metri collegate da bassi saltini”, e il gran ripido non crea problemi.
Poi bisogna “giocarsela metro per metro” nel ripido tra gli alberi-arbusti che aiutano abbastanza (quelli non marci) e osservando bene le linee dove il fondo è solido: non è tutto solido, ma andando piano-piano si capisce.
La parte ripidissima si esaurisce dopo una cinquantina di metri di dislivello in totale, e (svariati metri prima del salto che si nota più in basso) si intercetta un sentierino emergente che, verso destra, porta fuori dal pendio.
Seguendo il sentierino si arriva nel largo canale-ghiaione di possibile uscita anticipata dal viàz, oltre il quale inizia la lunga risalita dei Praduzèi.
(Qui la guida segnala possibilità di neve residua anche ad inizio stagione estiva nonostante la bassa quota.)
Per rimontare sul “lungo bancatone erboso” c’è un’unica possibilità ben evidente, e bisogna attraversare il canale-ghiaione prendendo quota.
Io ho preso quota prima di attraversare salendo a bordo canale sul lato destro, ma ci sono più soluzioni possibili: la mia linea di sicuro non è l’unica buona.
Quindi ho risalito la prima ripida costa erbosa e mi sono immesso sulla super-bancata dei Praduzèi.
Questa bancata, misurata con il GPS, fino alla Forcella dei Praduzèi è lunga circa 1 km “in linea d’aria retta”.
Poi, tra curve varie e su e giù per le coste e i canali, diventa circa 1 km e mezzo.
La bancata è sempre molto larga ma si può dire che l’andamento è obbligato, sempre ben lontani sia dalla fascia rocciosa principale che sta sopra che dai dirupi che stanno sotto.
Serve attenzione per non perdere “questo andamento obbligato”, più per evitare fatiche inutili che per grandi pericoli.
Sulla prima lunga dolce costa da sotto si notano più possibili esili camminamenti, e “saltando un po’ su e giù” ho trovato un ometto e “mi sono incollato a quella traccia”.
Dopo le prime coste e canali dolci si arriva in un settore più aspro ma non difficile in assoluto.
I fianchi di ingresso dei canali possono essere ripidi con “tracce quasi cengia” che si trovano con brevi spostamenti sul filo della costa precedente.
Il finale ritorna più dolce e si arriva finalmente alla Forcella dei Praduzèi.
Qui, come scritto all’inizio, converge anche l’itinerario del Viàz Nord Orientale del Serva.
Chiusura dell’escursione dalla Forcella dei Praduzèi passando per la vetta del Monte Serva e la Ponta o Zima de i Tre Mas’ci
Dalla Forcella dei Praduzèi è già ben visibile la Croce di vetta del Monte Serva, e tutto il percorso di massima per raggiungerla è evidente.
Dalla larga forcella continua la traccia di sentiero dell’Alta Via dei Bellunesi, che con tratto “aereo” iniziale porta sotto un salto roccioso.
Qui si entra (un po’ a destra dal filo di cresta) in una spaccatura dove si appoggiano le mani ma non a livello di arrampicata, e si completa l’aggiramento con doppia svolta sinistra-destra.
Ora c’è un buon tratto a base erba con qualche ometto e segnavia rosso, si passa la deviazione che porterebbe direttamente alla Ponta o Zima dei Tre Mas’ci, e si entra nel tratto a fondo roccette-pietre che porta sotto la bassa fascia rocciosa sommitale.
Sempre su pendenze non più che medie si arriva a scavalcare (in più punti possibili) dall’altro lato e infine alla Croce di vetta del Monte Serva.
Dal Monte Serva ho continuato per la cresta fino alla Ponta o Zima de i Tre Mas’ci, e da lì sono sceso diretto in fuoripista sul pendio erboso verso Malga o Casera Pian dei Fioch.
Infine rientro a Cargador per il sentiero CAI 517 con la variante finale del sentiero panoramico (oggi non molto panoramico per le nubi basse del primo pomeriggio).
Waypoints
Waypoint
3,385 ft
01 - Parcheggio in località Cargadór all'ultimo tornante
Waypoint
5,127 ft
05 - Inizio attraversamento piccolo boschetto lungo il pirmo pendio aperto del Viàz Nord Occidentale del Serva
Waypoint
5,107 ft
06 - Aggiramento costola in direzione nord lungo il Viàz Nord Occidentale del Serva
Waypoint
5,102 ft
08 - Forcelletta a lato di due grossi massi incastrati lungo il Viàz Nord Occidentale del Serva
Waypoint
5,003 ft
09 - Foto dal pendio finale verso il Pass de le Cavale lungo il Viàz Nord Occidentale del Serva
Waypoint
5,005 ft
13 - Fine del tratto molto ripido di discesa dal Pass de le Cavale e ripresa di un sentierino regolare
Waypoint
4,901 ft
14 - Arrivo all'attraversamento e parziale salita del largo canale che collega ai Praduzèi
Waypoint
5,008 ft
15 - Foto in arrivo all'inizio dei Praduzèi lungo il Viàz Nord Occidentale del Serva
Waypoint
5,519 ft
18 - Foto attraversando uno dei canali dei Praduzèi lungo il Viàz Nord Occidentale del Serva
Waypoint
6,270 ft
27 - Foto in discesa dalla Zima de i Tre Mas'ci verso Malga o Casera Pian dei Fioch
Comments (2)
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Oggi arrivati a Boca de Rosp ci era balenata l'idea di seguire il tuo viàz ma temendo ci sia ancora neve nella parte Nord del Serva abbiamo desistito.
Messo in lista!
Ciao 👋🏻
Ciao Vaz,
a mio giudizio hai fatto bene e rinunciare per oggi.
Sul lato nord ci sono dei punti “infrattati” (per usare un termine veneto) dove sicuramente avresti trovato ancora qualche difficoltà per la neve anche arrivando da un inverno poco nevoso.
Aspetta un po’ e ti divertirai sicuramente.
Buona escursione! 🙋♂️