Gruppo della Schiara: Variante di attacco alla Cengia Val dei Còrf per la Pala de le Stanghe dal park quota 1020 in Val Desedàn
near Fortogna, Veneto (Italia)
Viewed 499 times, downloaded 5 times
Trail photos
Itinerary description
Escursione per provare una variante di attacco a una cengia MOLTO DIFFICILE, definita dagli scopritori Giuseppe Nart e Pietro Sommavilla «itinerario di massimo interesse ambientale ma di notevole difficoltà e pericolo».
Gli stessi scopritori della cengia – nel loro recente libro “Monti di Longarone” – riguardo a questa variante scrivono: «può essere utilizzata in salita, per suddividere in due parti il lungo percorso di traversata, oppure in discesa in caso di interruzione dello stesso».
Nart e Sommavilla nel libro utilizzano il toponimo Zéngia del Zimón (riferito al Zimón de Cajada o Caiada) e “intestano” la descrizione della cengia con «Traversata del versante Sud, dalla Val dei Còrf al Pian de le Stèle».
Vittorino Mason, invece, nel suo “Libro delle Cenge” la chiama Cengia Val dei Còrf (che sta per Val dei Corvi).
In questo caso ho utilizzato la “versione Mason” per dare un riferimento toponomastico univoco alla cengia, in quanto esiste anche una Zéngia del Zimón nei Monti del Sole che fa riferimento al Zimón de Peralòra (per quest’ultima vedi itinerario → Monti del Sole: Giro del Zimón de Peralòra con Forzelón de le Mughe per la Zéngia del Zimón e salita Val del Bósch de la Lasta).
Toponomastica a parte, penso che sia molto utile conoscere questa variante che dà la possibilità di spezzare in due la Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi o Zéngia del Zimón.
E chi vuol provare questa super-cengia può far riferimento all’itinerario → Gruppo della Schiara: Zéngia del Zimón de Cajàda o Cengia Val dei Còrf sul versante sud del Zimón de Cajàda in Val Desedàn.
******************************
Come sempre – per questo tipo di itinerari – la mia relazione vale solo per le particolari condizioni di giornata, in questo caso quasi ottimali.
Salita dal parcheggio di quota 1020 in Val Desedàn alla linea di cengia della Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi o Zéngia del Zimón
Il parcheggio, per 4 o 5 auto, si trova circa 1,2 km dopo la galleria stradale a fianco di un muretto a secco.
Dal parcheggio si risale la breve scarpata che lo anticipa con l’aiuto di un cavetto di acciaio, e si trova subito un buon sentiero.
Quasi subito si trova anche un gruppetto di alberi abbattuti che costringe a un breve aggiramento: oggi ho trovato più tronchi tagliati rispetto al mio ultimo passaggio di fine 2020, e ho sempre camminato senza scavalcamenti.
Aggirati gli schianti iniziali, si ritrova il sentiero fin sotto una fascia rocciosa con qualche anfratto, e poi con una piega verso destra si raggiunge la sella boschiva del Col delle More a quota 1090 circa.
Qui si abbandona il sentiero che continua dall’altro lato della sella boschiva in direzione del fondo della Val dei Còrf (vedi itinerario → Gruppo della Schiara: Zimón de Cajàda per le pale erbose sud del Monte Belvedere dal parcheggio quota 1020 in Val Desedàn).
Dal Col de le More sale in direzione nord direttamente sul gran costone che sta a sinistra direzione arrivo, e si sta inizialmente sulla sinistra del filo di cresta (il lato destro direzione salita è verticale).
C’è una traccia ripida con piccoli balzi ed evidenti tracce di frequentazione dei camosci.
Si arriva naturalmente sopra il filo di cresta in corrispondenza di una mini-sella di due o tre metri, dove è il lato sinistro del gran costone che diventa verticale e non frequentabile, mentre il lato destro offre possibilità di passaggio.
Ora si traversa nel bosco su esili tracce non sempre stabili (alla mini-sella avevo calzato i ramponcini) e si arriva a uno strappo ben ripido (con balzi) dove ci si aiuta con radici e alberelli presenti – ben descritto in guida questo passo: da qui ho iniziato a notare regolarmente rami tagliati di segnalazione.
Si entra in un avvallamento in rado bosco, ripido ma non preoccupante con i ramponcini: questa entrata è di qualche metro sopra un dirupo, e bisogna memorizzare bene il punto per la successiva discesa.
Risalito l’avvallamento (in realtà doppio con uno scarto verso destra) si arriva sopra una dorsale pianeggiante “dall’aspetto erboso” dove ho trovato un evidente gruppo di grossi rami tagliati.
Qui la traccia sopra la piatta dorsale porta contro una fascia rocciosa che si evita verso destra e poi dentro un breve ripido vallone con arrivo su una sella con altro gruppo di grossi rami tagliati.
Da questa sella c’è una traccia molto evidente che va ancora verso destra dentro la faggeta della Pala de le Stanghe.
Qui la guida scrive di salire sul costone che delimita questa pala boscosa dal lato sinistro: in realtà, vista la pendenza iniziale non proibitiva, sono stato per un tratto al centro della faggeta (in discesa, invece, ho seguito sempre il filo del costone che, ovviamente, sta sulla destra della faggeta in questa direzione).
Dal punto di risalita sul filo del costone ho ritrovato subito i rami tagliati e in breve sono arrivato al difficile finale.
Qui la guida scrive «… si sale alla base 1400 c. di un poderoso torrione giallo (in alto, dalla parete, sporge un caratteristico albero di pino silvestre)».
Qui bisogna interpretare come «… si sale alla base 1400 c. DEL COSTONE CHE STA SOTTO E SOSTIENE un poderoso torrione giallo …».
Poi la guida continua con «Superati, presso il filo della cresta, sulla verticale del costone, due salti rocciosi (difficile il secondo; 8 m; II, III; in discesa, buone possibilità di corda doppia dagli alberi), si monta sulla cengia 1450 c.».
Di seguito come ho affrontato io questo tratto.
La verticalità del primo e più breve salto si può evitare sulla destra, con pochi mezzi-passi iniziali su ripido misto loppe-roccette e completamento con l’aiuto di un paio di prese su solidi alberelli.
Poi ci si trova di fronte a una divisione del costone con intaglio erboso sulla destra del filo principale di cresta.
Sulla destra direzione salita dell’intaglio erboso ci sono gli 8 metri segnalati in guida di grado II e III.
C’è un piccolo e solido faggio alla base a cui mi sono autoassicurato visto che ero da solo.
A mio giudizio, fino al passo di uscita non si supera il II°, anzi è regolarmente un po’ di meno, però sono veramente 8 metri e le roccette sono miste a loppe e in parte sporche di polvere-terriccio.
Passo di uscita dalle roccette a destra o a sinistra?
Ho preferito a sinistra con un’unica presa di forza su un alberello (presa un po’ storta e allungata: questa potrebbe essere un po’ più di un II° in una scala “vegeto-minerale”).
A destra ho valutato che fosse più esposto e più complicato continuare ad autoassicurarsi, ma ho deciso tutto molto velocemente e ognuno fa le sue valutazioni.
Fatto il passo di uscita dalle “roccette sporche” c’è ancora qualche metro ripido in mini-canalino erboso e infine gli ultimi pochi e non difficili passi per arrivare sulla linea di cengia della Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi o Zéngia del Zimón.
Qui si è in piena esposizione sud e, complice la stagione invernale anomala, non c’era la minima traccia di neve.
Approfittando di questo fatto, ho percorso un breve tratto di cengia in direzione est-nord-est (uno dei pochi segnalati non difficili dalla guida) fino alla svolta dentro la parte più difficile e meno soleggiata dove chiaramente sono subito comparsi ghiaccio e neve sulla cornice.
Dietro front, qualche foto e via in discesa.
Note sulla discesa dalla linea di cengia della Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi o Zéngia del Zimón
Avendo appena fatto la salita, non è un problema riprendere subito la corretta linea di discesa.
Però, a mio giudizio, senza aver mai fatto la salita i primi metri di discesa non sono proprio intuitivi.
Guardando verso valle, a fianco del costone di uscita ci sono un paio di valloni che inizialmente sembrano (e sono) “scendibili” senza grossi problemi: non bisogna farsi ingannare.
Dalla linea di cengia non si vede la “spaccatura-intaglio” del costone che permette salita e discesa.
Bisogna fare i primi passi appena-appena a destra del filo del costone sfiorando degli alberi, e poi – passando verso sinistra – si dovrebbe notare un piccolo ramo tagliato di segnalazione (sinceramente l’ho notato per caso, e in salita non l’avevo visto).
Dopo questo passaggio a sinistra del filo del costone (il tutto in pochi metri: sono spazi brevi), si entra nella spaccatura giusta che porta verso la parte difficile affrontata in salita.
In discesa lungo la parte difficile, per non correre rischi, ho fatto tre mini-calate in doppia ancorandomi agli alberelli.
Poi … rimane per lunghi tratti la sensazione della parte alta: non è super intuitivo anche in presenza dei rami tagliati che, a parte i “grossi tagli di gruppo”, in discesa ho notato poco … però la memoria era fresca ed è stata una discesa tutto sommato tranquilla nell’ambito di questi livelli di difficoltà.
In conclusione, è una salita che va fatta e va memorizzata bene se si vuol far conto di questa variante in uscita dalla Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi o Zéngia del Zimón.
Come sempre il GPS, in posti simili ristretti e frastagliati, a tratti registra bene e a tratti no, e tra salita e discesa ci sono scarti importanti se il terminale – in rapporto al corpo – sta verso l’esterno del pendio o è coperto verso l’interno.
Gli stessi scopritori della cengia – nel loro recente libro “Monti di Longarone” – riguardo a questa variante scrivono: «può essere utilizzata in salita, per suddividere in due parti il lungo percorso di traversata, oppure in discesa in caso di interruzione dello stesso».
Nart e Sommavilla nel libro utilizzano il toponimo Zéngia del Zimón (riferito al Zimón de Cajada o Caiada) e “intestano” la descrizione della cengia con «Traversata del versante Sud, dalla Val dei Còrf al Pian de le Stèle».
Vittorino Mason, invece, nel suo “Libro delle Cenge” la chiama Cengia Val dei Còrf (che sta per Val dei Corvi).
In questo caso ho utilizzato la “versione Mason” per dare un riferimento toponomastico univoco alla cengia, in quanto esiste anche una Zéngia del Zimón nei Monti del Sole che fa riferimento al Zimón de Peralòra (per quest’ultima vedi itinerario → Monti del Sole: Giro del Zimón de Peralòra con Forzelón de le Mughe per la Zéngia del Zimón e salita Val del Bósch de la Lasta).
Toponomastica a parte, penso che sia molto utile conoscere questa variante che dà la possibilità di spezzare in due la Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi o Zéngia del Zimón.
E chi vuol provare questa super-cengia può far riferimento all’itinerario → Gruppo della Schiara: Zéngia del Zimón de Cajàda o Cengia Val dei Còrf sul versante sud del Zimón de Cajàda in Val Desedàn.
******************************
Come sempre – per questo tipo di itinerari – la mia relazione vale solo per le particolari condizioni di giornata, in questo caso quasi ottimali.
Salita dal parcheggio di quota 1020 in Val Desedàn alla linea di cengia della Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi o Zéngia del Zimón
Il parcheggio, per 4 o 5 auto, si trova circa 1,2 km dopo la galleria stradale a fianco di un muretto a secco.
Dal parcheggio si risale la breve scarpata che lo anticipa con l’aiuto di un cavetto di acciaio, e si trova subito un buon sentiero.
Quasi subito si trova anche un gruppetto di alberi abbattuti che costringe a un breve aggiramento: oggi ho trovato più tronchi tagliati rispetto al mio ultimo passaggio di fine 2020, e ho sempre camminato senza scavalcamenti.
Aggirati gli schianti iniziali, si ritrova il sentiero fin sotto una fascia rocciosa con qualche anfratto, e poi con una piega verso destra si raggiunge la sella boschiva del Col delle More a quota 1090 circa.
Qui si abbandona il sentiero che continua dall’altro lato della sella boschiva in direzione del fondo della Val dei Còrf (vedi itinerario → Gruppo della Schiara: Zimón de Cajàda per le pale erbose sud del Monte Belvedere dal parcheggio quota 1020 in Val Desedàn).
Dal Col de le More sale in direzione nord direttamente sul gran costone che sta a sinistra direzione arrivo, e si sta inizialmente sulla sinistra del filo di cresta (il lato destro direzione salita è verticale).
C’è una traccia ripida con piccoli balzi ed evidenti tracce di frequentazione dei camosci.
Si arriva naturalmente sopra il filo di cresta in corrispondenza di una mini-sella di due o tre metri, dove è il lato sinistro del gran costone che diventa verticale e non frequentabile, mentre il lato destro offre possibilità di passaggio.
Ora si traversa nel bosco su esili tracce non sempre stabili (alla mini-sella avevo calzato i ramponcini) e si arriva a uno strappo ben ripido (con balzi) dove ci si aiuta con radici e alberelli presenti – ben descritto in guida questo passo: da qui ho iniziato a notare regolarmente rami tagliati di segnalazione.
Si entra in un avvallamento in rado bosco, ripido ma non preoccupante con i ramponcini: questa entrata è di qualche metro sopra un dirupo, e bisogna memorizzare bene il punto per la successiva discesa.
Risalito l’avvallamento (in realtà doppio con uno scarto verso destra) si arriva sopra una dorsale pianeggiante “dall’aspetto erboso” dove ho trovato un evidente gruppo di grossi rami tagliati.
Qui la traccia sopra la piatta dorsale porta contro una fascia rocciosa che si evita verso destra e poi dentro un breve ripido vallone con arrivo su una sella con altro gruppo di grossi rami tagliati.
Da questa sella c’è una traccia molto evidente che va ancora verso destra dentro la faggeta della Pala de le Stanghe.
Qui la guida scrive di salire sul costone che delimita questa pala boscosa dal lato sinistro: in realtà, vista la pendenza iniziale non proibitiva, sono stato per un tratto al centro della faggeta (in discesa, invece, ho seguito sempre il filo del costone che, ovviamente, sta sulla destra della faggeta in questa direzione).
Dal punto di risalita sul filo del costone ho ritrovato subito i rami tagliati e in breve sono arrivato al difficile finale.
Qui la guida scrive «… si sale alla base 1400 c. di un poderoso torrione giallo (in alto, dalla parete, sporge un caratteristico albero di pino silvestre)».
Qui bisogna interpretare come «… si sale alla base 1400 c. DEL COSTONE CHE STA SOTTO E SOSTIENE un poderoso torrione giallo …».
Poi la guida continua con «Superati, presso il filo della cresta, sulla verticale del costone, due salti rocciosi (difficile il secondo; 8 m; II, III; in discesa, buone possibilità di corda doppia dagli alberi), si monta sulla cengia 1450 c.».
Di seguito come ho affrontato io questo tratto.
La verticalità del primo e più breve salto si può evitare sulla destra, con pochi mezzi-passi iniziali su ripido misto loppe-roccette e completamento con l’aiuto di un paio di prese su solidi alberelli.
Poi ci si trova di fronte a una divisione del costone con intaglio erboso sulla destra del filo principale di cresta.
Sulla destra direzione salita dell’intaglio erboso ci sono gli 8 metri segnalati in guida di grado II e III.
C’è un piccolo e solido faggio alla base a cui mi sono autoassicurato visto che ero da solo.
A mio giudizio, fino al passo di uscita non si supera il II°, anzi è regolarmente un po’ di meno, però sono veramente 8 metri e le roccette sono miste a loppe e in parte sporche di polvere-terriccio.
Passo di uscita dalle roccette a destra o a sinistra?
Ho preferito a sinistra con un’unica presa di forza su un alberello (presa un po’ storta e allungata: questa potrebbe essere un po’ più di un II° in una scala “vegeto-minerale”).
A destra ho valutato che fosse più esposto e più complicato continuare ad autoassicurarsi, ma ho deciso tutto molto velocemente e ognuno fa le sue valutazioni.
Fatto il passo di uscita dalle “roccette sporche” c’è ancora qualche metro ripido in mini-canalino erboso e infine gli ultimi pochi e non difficili passi per arrivare sulla linea di cengia della Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi o Zéngia del Zimón.
Qui si è in piena esposizione sud e, complice la stagione invernale anomala, non c’era la minima traccia di neve.
Approfittando di questo fatto, ho percorso un breve tratto di cengia in direzione est-nord-est (uno dei pochi segnalati non difficili dalla guida) fino alla svolta dentro la parte più difficile e meno soleggiata dove chiaramente sono subito comparsi ghiaccio e neve sulla cornice.
Dietro front, qualche foto e via in discesa.
Note sulla discesa dalla linea di cengia della Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi o Zéngia del Zimón
Avendo appena fatto la salita, non è un problema riprendere subito la corretta linea di discesa.
Però, a mio giudizio, senza aver mai fatto la salita i primi metri di discesa non sono proprio intuitivi.
Guardando verso valle, a fianco del costone di uscita ci sono un paio di valloni che inizialmente sembrano (e sono) “scendibili” senza grossi problemi: non bisogna farsi ingannare.
Dalla linea di cengia non si vede la “spaccatura-intaglio” del costone che permette salita e discesa.
Bisogna fare i primi passi appena-appena a destra del filo del costone sfiorando degli alberi, e poi – passando verso sinistra – si dovrebbe notare un piccolo ramo tagliato di segnalazione (sinceramente l’ho notato per caso, e in salita non l’avevo visto).
Dopo questo passaggio a sinistra del filo del costone (il tutto in pochi metri: sono spazi brevi), si entra nella spaccatura giusta che porta verso la parte difficile affrontata in salita.
In discesa lungo la parte difficile, per non correre rischi, ho fatto tre mini-calate in doppia ancorandomi agli alberelli.
Poi … rimane per lunghi tratti la sensazione della parte alta: non è super intuitivo anche in presenza dei rami tagliati che, a parte i “grossi tagli di gruppo”, in discesa ho notato poco … però la memoria era fresca ed è stata una discesa tutto sommato tranquilla nell’ambito di questi livelli di difficoltà.
In conclusione, è una salita che va fatta e va memorizzata bene se si vuol far conto di questa variante in uscita dalla Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi o Zéngia del Zimón.
Come sempre il GPS, in posti simili ristretti e frastagliati, a tratti registra bene e a tratti no, e tra salita e discesa ci sono scarti importanti se il terminale – in rapporto al corpo – sta verso l’esterno del pendio o è coperto verso l’interno.
Waypoints
Waypoint
3,645 ft
03 - Sella boschiva del Col de le Mòre o Col delle More, e uscita dal sentiero iniziale
Waypoint
3,824 ft
04 - Inizio breve ripido a balzi dopo il passaggio alla destra direzione salita del filo del costone a nord del Col de le Mòre
Waypoint
4,569 ft
09 - Foto dal punto di risalita sul facile costone-dorsale che delimita la faggeta della Pala de le Stanghe
Waypoint
4,624 ft
10 - Base del ripido costone-cresta finale di accesso alla Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi o Zéngia del Zimón
Waypoint
4,760 ft
11 - Arrivo sulla linea di cengia della Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi o Zéngia del Zimón
Waypoint
4,772 ft
12 - Foto percorrendo un tratto verso est-nord-est della Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi o Zéngia del Zimón
Waypoint
4,792 ft
13 - Foto da fine tratto verso est-nord-est della Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi o Zéngia del Zimón
Waypoint
4,747 ft
14 - Foto a inizio discesa dalla Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi o Zéngia del Zimón
Waypoint
4,699 ft
15 - Foto dalle calate iniziali in discesa dalla Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi o Zéngia del Zimón
Waypoint
4,641 ft
16 - Foto a fine calate iniziali in discesa dalla Cengia Val dei Còrf o Cengia Val dei Corvi o Zéngia del Zimón
You can add a comment or review this trail
Comments