Gruppo della Schiara: Pala Alta, Cengia della Cima Est di Pala Alta e Pala Bassa da Pian de Fraina
near Peron, Veneto (Italia)
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Itinerary description
Escursione che combina le salite a Pala Alta e Pala Bassa con anello attorno alla Cima Est di Pala Alta.
I lati nord-ovest e nord dell’anello sono lungo la prima parte del Viàz dei Camòrz e dei Camorziéri, e da questo non si scappa.
Poi si affronta la bella discesa del Lastregàl e si chiude percorrendo un breve tratto del lungo Viàz de Schéna che comprende il passaggio che gli dà il nome – per questa chiusura sono possibili altre interpretazioni.
Il pezzo forte è la caratteristica “cengia a virgola” della Cengia della Cima Est di Pala Alta: ci sono dei cavi di aiuto che la riportano dentro i confini dell’escursionismo, ma l’ambiente è comunque impressionante e si percorre quasi in apnea.
È un’escursione che in pochi km, ma abbastanza dislivello, propone un continuo cambio di situazioni: una vera «multi-escursione».
******************************
Salita alla Pala Alta per la via diretta e discesa all’attacco del Viàz dei Camòrz e dei Camorziéri
Dall’ultimo parcheggio utile nell’area di Pian de Fraina si segue il largo e comodo sentiero fino al bivio molto ben segnalato con frecce a destra per “PALA ALTA”, e a sinistra per “CIMA MONTE PERON” e “CHIESETTA SAN GIORGIO”.
Ora, per la Pala Alta, il sentiero da turistico diventa escursionistico, si oltrepassa la Forcella di San Giorgio, si trovano due cavetti su due bassi saltini di roccia non difficili e si arriva al bivio tra la via normale e la via diretta.
Il bivio non è evidentissimo: la diramazione per la via diretta verso sinistra ha un camminamento meno marcato e, ad oggi, c’è solo una piccola freccetta rossa (un po’ in alto) con scritta bianca “VIA DIRETTA”.
La diramazione, comunque, è poco sopra quota 1.500 ed è mappata su OpenStreetMap.
La via diretta seguita oggi in salita è tutta segnata con bolli rossi, bolli gialli, ometti e rami tagliati: non è un tracciato CAI e non ci sono i segnavia CAI classici.
All’inizio si risale un lungo e ripido scivolo erboso a fianco di una fascia rocciosa con vari antri, ma sempre con camminamento di passaggio tra le erbe.
Poi ci sono varie svolte tra spaccature nelle roccette e corridoi nei mughi, e con viste sempre più belle si arriva in vetta.
Con terreno asciutto non ci sono grossi problemi.
Anzi, a mio giudizio, ci sono meno problemi rispetto alla via normale che presenta il passaggio più difficile dei tracciati escursionistici di salita alla Pala Alta.
Continuando dalla vetta, dopo il primo breve tratto di ripido sentiero si arriva al passaggio più difficile.
Nell’ordine: 1) cavetto di aiuto su prime roccette in discesa; 2) fine discesetta su roccette libere di quasi I° grado su solidi appoggi; 3) pochi metri su a sinistra sul fondo del canalino; 4) risalita dall’altro lato con cavo di aiuto.
Questo cavo di aiuto, seppur molto breve, si può paragonare a un tratto di via ferrata con le attenzioni del caso.
Dopo altri pochi metri di discesa si arriva al bivio di inizio del mitico Viàz dei Camòrz e dei Camorziéri.
Percorrenza della prima parte del Viàz dei Camòrz e dei Camorziéri da Forcella Pala Alta a Forcella Pala Bassa passando per la Cengia della Cima Est di Pala Alta
Dal bivio di inizio con targhetta metallica del Viàz dei Camòrz e dei Camorziéri bisogna seguire i tipici segnavia giallo-rossi.
Il sentiero normale della Pala Alta continua a scendere verso destra e, per questa escursione, si va a sinistra in direzione della Forcella Pala Alta.
Si inizia a scendere su traccia sopra la cresta, poi appena a destra e infine poco sotto a sinistra per arrivare alla lunga insellatura della Forcella Pala Alta.
Appena dopo il punto di massima depressione della forcella, una buona traccia tagliata tra i mughi fa scendere a sinistra sotto il lato nord-ovest della Cima Est di Pala Alta.
Il viàz scende e sale abbastanza comodamente fino a una prima costa, e poi altra discesa-risalita per una seconda costa con qualche passo più instabile ma ben gestibile.
Ora c’è una discesa più lunga per quel che si può definire un canale articolato con roccette, ghiaie e sfasciumi – si appoggiano le mani senza mai arrivare al I° grado alpinistico: bisogna solo stare attenti, tra un segnavia e l’altro, di seguire le linee “più solide”.
A base canale inizia un sentierino comodo che, dopo aver aggirato un’altra costa, porta all’inizio della Cengia della Cima Est di Pala Alta.
Qui le foto – quelle che si riescono a scattare – valgono più delle parole, ma non dicono ancora tutto.
Come scritto all’inizio, la cengia è “addomesticata” da 5 cavetti di aiuto, ma rimane impressionante.
Senza cavetti di aiuto sarebbe sicuramente al di fuori di un normale escursionismo.
Non sono semplici “cavi corrimano” per l’equilibrio, e mentre si stringono con le mani bisogna stare MOLTO ATTENTI a come e dove si appoggiano le scarpe e ci si bilancia col peso in generale.
Nella prima parte della cengia serve attenzione per qualche piccolo rigagnolo d’acqua che cola dalla parete, ma c’è sempre lo spazio per appoggiare i piedi sull’asciutto.
Si percorre “senza fiatare” e ci si rende conto pienamente di com’è l’ambiente osservandola dalla salita per la Pala Bassa.
La cengia finisce esattamente alla Forcella Pala Bassa.
Salita alla Pala Bassa dalla Forcella Pala Bassa
Anche qui si continua a seguire i segnavia giallo-rossi del Viàz dei Camòrz e dei Camorziéri.
Tutta la prima parte è tra le erbe con tendenza generale nord-est, tra brevi strappetti e brevi traversi.
Bisogna stare “attaccati” ai segnavia anche se il pendio sembra interpretabile perché bisogna arrivare sul punto giusto per rimontare sulla lunga e bella cresta finale.
Ho notato un paio di ometti ben piazzati in un punto dove i segnavia giallo-rossi sono distanziati nella risalita di un mini canalino-avvallamento erboso.
Dopo un traverso più lungo nei pressi della cresta, c’è un saltino roccioso in discesa e poi si sale definitivamente sul filo di cresta.
Da qui – nella media dell’itinerario – è tutto facile e divertente con qualche passo aereo.
È chiaro che non si può considerare facile in una scala escursionistica assoluta.
Dopo aver passato un’anticima, si arriva poco sotto la cima principale dove i segnavia, e un taglio di mughi, del Viàz dei Camòrz e dei Camorziéri vanno in discesa verso destra per continuare in direzione della Forcella di Medón.
Si va a sinistra e con pochi passi quasi pianeggianti si arriva all’ometto del punto più alto di vetta della Pala Bassa.
Poi si ritorna alla Forcella Pala Bassa, e procedendo conviene dare già uno sguardo in lontananza al ripido erboso che si affronterà dopo la discesa del Lastregàl.
Chiusura dell’anello dalla Forcella Pala Bassa per il Lastregàl e parte del Viàz de Schéna
Dalla Forcella Pala Bassa si scende a fianco delle bellissime fasce rocciose del Lastregàl incontrando qualche segno rosso e ometto.
In fondo in basso il tracciato gira a destra oltre la fine della fascia rocciosa e ci si trova su una placca rocciosa che anticipa una conca in testata di un canale.
Si entra nella conca per un saltino gradinato segnalato da un segno rosso proprio sul bordo di caduta della placca.
Sotto il saltino gradinato si notano due frecce che indicano “F.LLA P. BASSA” per la direzione di provenienza di questa escursione, e “PALA ALTA” per la direzione di prosecuzione sul ripido erboso di fronte.
Subito dopo le frecce c’è un segnavia rosso ad angolo che indica la discesa in Val Medón.
Passando a fianco del segnavia rosso ad angolo si inizia a risalire il ripido erboso e si arriva al punto più alto di una serie di spettacolari covoli dove si notano dei muretti a secco che delimitano un ricovero sotto le rocce aggettanti.
Si prosegue in diagonale su labili tracce dove ho trovato i primi bollini rossi che marcano la via per la Pala Alta.
Da qui in poi ho fatto riferimento al mio precedente itinerario → Gruppo della Schiara: Giro della Val Pala Alta per il Viàz de Schéna (Grass de la Pala Alta → Forcella de i Tór) dalla Val Medón.
Senza guardare troppo i segnavia, mi sono alzato direttamente fin sotto una bassa fascia rocciosa, e poi a destra per imboccare (in salita verso sinistra) un canale erboso che sbuca ai Grass de la Pala Alta.
A questo punto si è già sul tracciato del Viàz de Schéna.
C’è un’alternativa con un po’ meno dislivello da fare rispetto a quella che conoscevo e che ho seguito da qui in poi, ma non l’ho cercata perché volevo andare su “soluzioni certe” sotto la gran calura di mezzogiorno del 25 Giugno.
Arrivati ai Grass de la Pala Alta dopo l’ultimo canale-vallone erboso risalito, si apre un larghissimo pendio erboso in buona pendenza e bisogna risalirlo un buon tratto per raggiungere la parte superiore dei Grass de la Pala Alta.
Ci sono vari piccoli ben visibili bolli rossi sulle roccette tra le erbe, e si sale fino a un segno rosso ad angolo in corrispondenza di una traccia trasversale discretamente evidente: oggi, conoscendo già la soluzione, ho tagliato un po’ prima di raggiungere il segno rosso ad angolo.
La traccia intercettata porta subito ad attraversare una depressione-canale e poi sopra una costa che apre la vista su tutta la seconda più ampia parte dei Grass de la Pala Alta.
Poco dopo, proseguendo per la direzione di questa escursione e non per la Pala Alta, finiscono i bolli rossi e non ci sono rami tagliati visto che c’è solo erba con rocce affioranti.
Conviene fermarsi per individuare in lontananza la fascia rocciosa di uscita con la linea della breve cengia dove si trova il “passo del gatto” o “passo de schéna” che dà il nome al viàz.
Da questo punto la cengia “tagliata nella roccia” è a circa 250 metri in linea d’aria e quasi 100 metri di dislivello più in basso: ma non si scende diretti in diagonale.
Nel mezzo c’è un grande avvallamento con una fascia continua verticale di roccia in ingresso, che non si nota perché “cade direttamente dal piano erboso”.
Bisogna alzarsi ancora in diagonale per trovare un comodo attraversamento: c’è un “dolce camminamento” inerbato che mi sembra più un (molto) vecchio camminamento umano piuttosto che di animali.
Ci si alza ancora di poco, si attraversa il canale-vallone e si punta (senza traccia) in discesa diagonale alla cengia tagliata nella roccia.
In arrivo bisogna scendere qualche metro su una placca rocciosa non difficile, oggi perfettamente asciutta.
Quindi si fa il “passo de schena” o “passo de panza” e si continua nei tagli di mughi fino all’attraversamento impegnativo di un canale.
La guida “SCHIARA TÀMER SPIZ DI MEZZODÌ” di Gianpaolo Sani e Franco Bristot scrive (rispetto al punto di arrivo): «… si passa pochi metri a monte o a valle, comunque con dei friabili spostamenti di I° superiore».
Conoscendo già il passaggio, sono andato direttamente a valle (sono spazi brevi di 4/5 metri) perché a mio giudizio lì ci sono gli appoggi migliori.
Poi si continua in buona pendenza nei mughi tagliati e si arriva a una selletta sulla cresta che divide la Val Medón (o meglio la Val Pala Alta) dalla Val Gresàl.
Il Viàz de Schéna continua a sinistra rispetto alla selletta con risalita a un panoramico spuntone tra un taglio di mughi: per chiudere l’anello di questa escursione si va diritti.
La prosecuzione è su bancatina erbosa in piano fino a uno spigolo, con ometto a metà via.
Dopo aver aggirato lo spigolo, i rami tagliati guidano per una discesa che va ad attraversare un facile canale con sfasciumi e in breve, sempre tra tagli nei mughi, ci si ricollega al normale sentiero CAI 590 di salita alla Pala Alta.
Al punto di immissione nel sentiero CAI, ad indicare la direzione di provenienza odierna, c’è una freccia rossa con scritta bianca “PUNTA GRESAL”.
Oggi facile rientro al parcheggio di Pian de Fraina con “temperature africane”, forse … troppo alte anche per le zecche che non si sono fatte vedere! 😊
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Il dislivello reale dell’escursione è di circa 1.550 metri e non 1.913 come indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
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I lati nord-ovest e nord dell’anello sono lungo la prima parte del Viàz dei Camòrz e dei Camorziéri, e da questo non si scappa.
Poi si affronta la bella discesa del Lastregàl e si chiude percorrendo un breve tratto del lungo Viàz de Schéna che comprende il passaggio che gli dà il nome – per questa chiusura sono possibili altre interpretazioni.
Il pezzo forte è la caratteristica “cengia a virgola” della Cengia della Cima Est di Pala Alta: ci sono dei cavi di aiuto che la riportano dentro i confini dell’escursionismo, ma l’ambiente è comunque impressionante e si percorre quasi in apnea.
È un’escursione che in pochi km, ma abbastanza dislivello, propone un continuo cambio di situazioni: una vera «multi-escursione».
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Salita alla Pala Alta per la via diretta e discesa all’attacco del Viàz dei Camòrz e dei Camorziéri
Dall’ultimo parcheggio utile nell’area di Pian de Fraina si segue il largo e comodo sentiero fino al bivio molto ben segnalato con frecce a destra per “PALA ALTA”, e a sinistra per “CIMA MONTE PERON” e “CHIESETTA SAN GIORGIO”.
Ora, per la Pala Alta, il sentiero da turistico diventa escursionistico, si oltrepassa la Forcella di San Giorgio, si trovano due cavetti su due bassi saltini di roccia non difficili e si arriva al bivio tra la via normale e la via diretta.
Il bivio non è evidentissimo: la diramazione per la via diretta verso sinistra ha un camminamento meno marcato e, ad oggi, c’è solo una piccola freccetta rossa (un po’ in alto) con scritta bianca “VIA DIRETTA”.
La diramazione, comunque, è poco sopra quota 1.500 ed è mappata su OpenStreetMap.
La via diretta seguita oggi in salita è tutta segnata con bolli rossi, bolli gialli, ometti e rami tagliati: non è un tracciato CAI e non ci sono i segnavia CAI classici.
All’inizio si risale un lungo e ripido scivolo erboso a fianco di una fascia rocciosa con vari antri, ma sempre con camminamento di passaggio tra le erbe.
Poi ci sono varie svolte tra spaccature nelle roccette e corridoi nei mughi, e con viste sempre più belle si arriva in vetta.
Con terreno asciutto non ci sono grossi problemi.
Anzi, a mio giudizio, ci sono meno problemi rispetto alla via normale che presenta il passaggio più difficile dei tracciati escursionistici di salita alla Pala Alta.
Continuando dalla vetta, dopo il primo breve tratto di ripido sentiero si arriva al passaggio più difficile.
Nell’ordine: 1) cavetto di aiuto su prime roccette in discesa; 2) fine discesetta su roccette libere di quasi I° grado su solidi appoggi; 3) pochi metri su a sinistra sul fondo del canalino; 4) risalita dall’altro lato con cavo di aiuto.
Questo cavo di aiuto, seppur molto breve, si può paragonare a un tratto di via ferrata con le attenzioni del caso.
Dopo altri pochi metri di discesa si arriva al bivio di inizio del mitico Viàz dei Camòrz e dei Camorziéri.
Percorrenza della prima parte del Viàz dei Camòrz e dei Camorziéri da Forcella Pala Alta a Forcella Pala Bassa passando per la Cengia della Cima Est di Pala Alta
Dal bivio di inizio con targhetta metallica del Viàz dei Camòrz e dei Camorziéri bisogna seguire i tipici segnavia giallo-rossi.
Il sentiero normale della Pala Alta continua a scendere verso destra e, per questa escursione, si va a sinistra in direzione della Forcella Pala Alta.
Si inizia a scendere su traccia sopra la cresta, poi appena a destra e infine poco sotto a sinistra per arrivare alla lunga insellatura della Forcella Pala Alta.
Appena dopo il punto di massima depressione della forcella, una buona traccia tagliata tra i mughi fa scendere a sinistra sotto il lato nord-ovest della Cima Est di Pala Alta.
Il viàz scende e sale abbastanza comodamente fino a una prima costa, e poi altra discesa-risalita per una seconda costa con qualche passo più instabile ma ben gestibile.
Ora c’è una discesa più lunga per quel che si può definire un canale articolato con roccette, ghiaie e sfasciumi – si appoggiano le mani senza mai arrivare al I° grado alpinistico: bisogna solo stare attenti, tra un segnavia e l’altro, di seguire le linee “più solide”.
A base canale inizia un sentierino comodo che, dopo aver aggirato un’altra costa, porta all’inizio della Cengia della Cima Est di Pala Alta.
Qui le foto – quelle che si riescono a scattare – valgono più delle parole, ma non dicono ancora tutto.
Come scritto all’inizio, la cengia è “addomesticata” da 5 cavetti di aiuto, ma rimane impressionante.
Senza cavetti di aiuto sarebbe sicuramente al di fuori di un normale escursionismo.
Non sono semplici “cavi corrimano” per l’equilibrio, e mentre si stringono con le mani bisogna stare MOLTO ATTENTI a come e dove si appoggiano le scarpe e ci si bilancia col peso in generale.
Nella prima parte della cengia serve attenzione per qualche piccolo rigagnolo d’acqua che cola dalla parete, ma c’è sempre lo spazio per appoggiare i piedi sull’asciutto.
Si percorre “senza fiatare” e ci si rende conto pienamente di com’è l’ambiente osservandola dalla salita per la Pala Bassa.
La cengia finisce esattamente alla Forcella Pala Bassa.
Salita alla Pala Bassa dalla Forcella Pala Bassa
Anche qui si continua a seguire i segnavia giallo-rossi del Viàz dei Camòrz e dei Camorziéri.
Tutta la prima parte è tra le erbe con tendenza generale nord-est, tra brevi strappetti e brevi traversi.
Bisogna stare “attaccati” ai segnavia anche se il pendio sembra interpretabile perché bisogna arrivare sul punto giusto per rimontare sulla lunga e bella cresta finale.
Ho notato un paio di ometti ben piazzati in un punto dove i segnavia giallo-rossi sono distanziati nella risalita di un mini canalino-avvallamento erboso.
Dopo un traverso più lungo nei pressi della cresta, c’è un saltino roccioso in discesa e poi si sale definitivamente sul filo di cresta.
Da qui – nella media dell’itinerario – è tutto facile e divertente con qualche passo aereo.
È chiaro che non si può considerare facile in una scala escursionistica assoluta.
Dopo aver passato un’anticima, si arriva poco sotto la cima principale dove i segnavia, e un taglio di mughi, del Viàz dei Camòrz e dei Camorziéri vanno in discesa verso destra per continuare in direzione della Forcella di Medón.
Si va a sinistra e con pochi passi quasi pianeggianti si arriva all’ometto del punto più alto di vetta della Pala Bassa.
Poi si ritorna alla Forcella Pala Bassa, e procedendo conviene dare già uno sguardo in lontananza al ripido erboso che si affronterà dopo la discesa del Lastregàl.
Chiusura dell’anello dalla Forcella Pala Bassa per il Lastregàl e parte del Viàz de Schéna
Dalla Forcella Pala Bassa si scende a fianco delle bellissime fasce rocciose del Lastregàl incontrando qualche segno rosso e ometto.
In fondo in basso il tracciato gira a destra oltre la fine della fascia rocciosa e ci si trova su una placca rocciosa che anticipa una conca in testata di un canale.
Si entra nella conca per un saltino gradinato segnalato da un segno rosso proprio sul bordo di caduta della placca.
Sotto il saltino gradinato si notano due frecce che indicano “F.LLA P. BASSA” per la direzione di provenienza di questa escursione, e “PALA ALTA” per la direzione di prosecuzione sul ripido erboso di fronte.
Subito dopo le frecce c’è un segnavia rosso ad angolo che indica la discesa in Val Medón.
Passando a fianco del segnavia rosso ad angolo si inizia a risalire il ripido erboso e si arriva al punto più alto di una serie di spettacolari covoli dove si notano dei muretti a secco che delimitano un ricovero sotto le rocce aggettanti.
Si prosegue in diagonale su labili tracce dove ho trovato i primi bollini rossi che marcano la via per la Pala Alta.
Da qui in poi ho fatto riferimento al mio precedente itinerario → Gruppo della Schiara: Giro della Val Pala Alta per il Viàz de Schéna (Grass de la Pala Alta → Forcella de i Tór) dalla Val Medón.
Senza guardare troppo i segnavia, mi sono alzato direttamente fin sotto una bassa fascia rocciosa, e poi a destra per imboccare (in salita verso sinistra) un canale erboso che sbuca ai Grass de la Pala Alta.
A questo punto si è già sul tracciato del Viàz de Schéna.
C’è un’alternativa con un po’ meno dislivello da fare rispetto a quella che conoscevo e che ho seguito da qui in poi, ma non l’ho cercata perché volevo andare su “soluzioni certe” sotto la gran calura di mezzogiorno del 25 Giugno.
Arrivati ai Grass de la Pala Alta dopo l’ultimo canale-vallone erboso risalito, si apre un larghissimo pendio erboso in buona pendenza e bisogna risalirlo un buon tratto per raggiungere la parte superiore dei Grass de la Pala Alta.
Ci sono vari piccoli ben visibili bolli rossi sulle roccette tra le erbe, e si sale fino a un segno rosso ad angolo in corrispondenza di una traccia trasversale discretamente evidente: oggi, conoscendo già la soluzione, ho tagliato un po’ prima di raggiungere il segno rosso ad angolo.
La traccia intercettata porta subito ad attraversare una depressione-canale e poi sopra una costa che apre la vista su tutta la seconda più ampia parte dei Grass de la Pala Alta.
Poco dopo, proseguendo per la direzione di questa escursione e non per la Pala Alta, finiscono i bolli rossi e non ci sono rami tagliati visto che c’è solo erba con rocce affioranti.
Conviene fermarsi per individuare in lontananza la fascia rocciosa di uscita con la linea della breve cengia dove si trova il “passo del gatto” o “passo de schéna” che dà il nome al viàz.
Da questo punto la cengia “tagliata nella roccia” è a circa 250 metri in linea d’aria e quasi 100 metri di dislivello più in basso: ma non si scende diretti in diagonale.
Nel mezzo c’è un grande avvallamento con una fascia continua verticale di roccia in ingresso, che non si nota perché “cade direttamente dal piano erboso”.
Bisogna alzarsi ancora in diagonale per trovare un comodo attraversamento: c’è un “dolce camminamento” inerbato che mi sembra più un (molto) vecchio camminamento umano piuttosto che di animali.
Ci si alza ancora di poco, si attraversa il canale-vallone e si punta (senza traccia) in discesa diagonale alla cengia tagliata nella roccia.
In arrivo bisogna scendere qualche metro su una placca rocciosa non difficile, oggi perfettamente asciutta.
Quindi si fa il “passo de schena” o “passo de panza” e si continua nei tagli di mughi fino all’attraversamento impegnativo di un canale.
La guida “SCHIARA TÀMER SPIZ DI MEZZODÌ” di Gianpaolo Sani e Franco Bristot scrive (rispetto al punto di arrivo): «… si passa pochi metri a monte o a valle, comunque con dei friabili spostamenti di I° superiore».
Conoscendo già il passaggio, sono andato direttamente a valle (sono spazi brevi di 4/5 metri) perché a mio giudizio lì ci sono gli appoggi migliori.
Poi si continua in buona pendenza nei mughi tagliati e si arriva a una selletta sulla cresta che divide la Val Medón (o meglio la Val Pala Alta) dalla Val Gresàl.
Il Viàz de Schéna continua a sinistra rispetto alla selletta con risalita a un panoramico spuntone tra un taglio di mughi: per chiudere l’anello di questa escursione si va diritti.
La prosecuzione è su bancatina erbosa in piano fino a uno spigolo, con ometto a metà via.
Dopo aver aggirato lo spigolo, i rami tagliati guidano per una discesa che va ad attraversare un facile canale con sfasciumi e in breve, sempre tra tagli nei mughi, ci si ricollega al normale sentiero CAI 590 di salita alla Pala Alta.
Al punto di immissione nel sentiero CAI, ad indicare la direzione di provenienza odierna, c’è una freccia rossa con scritta bianca “PUNTA GRESAL”.
Oggi facile rientro al parcheggio di Pian de Fraina con “temperature africane”, forse … troppo alte anche per le zecche che non si sono fatte vedere! 😊
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Il dislivello reale dell’escursione è di circa 1.550 metri e non 1.913 come indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
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Waypoints
Waypoint
3,190 ft
01 - Parcheggio in località Pian de Fraina a fine strada carrozzabile
Waypoint
4,980 ft
03 - Bivio tra Via Diretta e Via Normale alla Pala Alta
Waypoint
6,055 ft
08 - Foto a breve risalita con cavo di aiuto in discesa per la Via Normale della Pala Alta
Waypoint
5,867 ft
11 - Foto tra Forcella Pala Alta e l'inizio della Cengia della Cima Est di Pala Alta
Waypoint
5,822 ft
12 - Foto tra Forcella Pala Alta e l'inizio della Cengia della Cima Est di Pala Alta
Waypoint
5,587 ft
13 - Foto tra Forcella Pala Alta e l'inizio della Cengia della Cima Est di Pala Alta
Waypoint
5,509 ft
14 - Foto tra Forcella Pala Alta e l'inizio della Cengia della Cima Est di Pala Alta
Waypoint
6,024 ft
31 - Ometto di vetta Pala Bassa o Pala dei Calòneghi o Pala dei Cantori - waypoint 1
Waypoint
6,024 ft
32 - Ometto di vetta Pala Bassa o Pala dei Calòneghi o Pala dei Cantori - waypoint 2
Waypoint
4,599 ft
35 - Uscita da sentiero di discesa in Val Medón e inizio risalita seguendo i segnavia per la Pala Alta
Waypoint
5,613 ft
39 - Inizio discesa diagonale sui Grass de la Pala Alta verso il «passo del gatto» del Viàz de Schéna
Waypoint
5,190 ft
40 - Arrivo sulla cornice che anticipa il «passo del gatto» o «passo de panza» o «passo de schena» del Viàz de Schéna
Waypoint
5,158 ft
41 - Inizio «passo del gatto» o «passo de panza» o «passo de schena» del Viàz de Schéna
Waypoint
5,143 ft
42 - Foto in arrivo a canale con successiva risalita di I°+ in parte friabile lungo il Viàz de Schéna
Waypoint
5,302 ft
43 - Sella di cresta tra la Val Pala Alta e la Val Gresàl, e uscita dal Viàz de Schéna
Waypoint
5,268 ft
44 - Aggiramento spigolo prima della discesetta finale di raccordo verso il CAI 590 della Via Normale alla Pala Alta
Comments (3)
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Grandioso giro, complimenti 👏👏👏👏
Ciao Lorena,
fa sempre piacere ricevere qualche complimento … all’ora di colazione❗☕😉
Sei in gamba 💪💪💪