Gruppo della Schiara: Forcella San Giorgio per la Val Gréva, Monte Perón e Sentiero della Madonéta (dal km 11-II della SR 203)
near Casa Candaten, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Escursione con lo scopo principale di risalire la Val Greva, che è poco frequentata ma la cui “spaccatura” si nota da vari altri sentieri-itinerari.
Quello che non è chiaro (dagli altri sentieri-itinerari) è se la Val Greva rimane nei confini dell’escursionismo.
Piero Rossi (nella sua notissima guida “SCHIARA” della collana “GUIDA DEI MONTI D’ITALIA” del CAI - Touring Club Italiano) non accenna ad alcun tratto alpinistico anche se la definisce “in ambiente impervio e selvaggio”, e con una traccia che dovrebbe essere “riattata e segnalata”.
Forse il dover essere “riattata e segnalata” è riferito agli standard CAI: oggi ho trovato TUTTA la risalita “segnalata in normale standard selvaggio”, vale a dire con ometti e rami tagliati (più qualche raro e molto distanziato bollo rosso).
Poi per tornare in Val Cordevole ho scelto il più conosciuto Sentiero della Madonéta (o Madonnetta) e, visto il meteo bello e stabile, prima di scendere sono andato alla Croce del Monte Peron.
Per chiudere l’anello tra le due valli – Val Greva e Val Madonnetta – restano solo 1,2 km su asfalto, e pertanto non serve certamente una doppia auto.
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Premessa: per tutta la risalita della Val Greva, con destra e sinistra mi riferisco alla direzione salita e non al lato idrografico che si valuta secondo la direzione di scorrimento dell’acqua.
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Risalita della Val Greva dalla Val Cordevole alla Forcella San Giorgio (con immissione nel sentiero CAI 590 della Pala Alta)
Dalla piazzola al km 11-II della SR 203 (dove iniziano a sud i lunghissimi prati di Candaten) si entra nella boscaglia trovando subito una traccia di sentierino che ritorna verso sud.
Poco dopo si incontra un pilone per la linea elettrica “quasi assorbito” dal bosco e seguito da un bivio: a sinistra (con tornantino) si continuerebbe in direzione di Cima Soracase passando per la media Val Orba, ma in questo caso si va diritti verso l’imbocco della Val Greva che si apre dopo pochi altri metri.
Il sentierino inizialmente scorre alcuni metri sopra l’impluvio con portata d’acqua (lato nord o sinistra), evitando così delle cascatelle verticali non superabili in assetto escursionistico.
Si arriva ad un facile attraversamento verso una traccia sul lato destro, poi si ritorna a sinistra e nuovamente a destra dell’impluvio per un tratto un po’ più lungo: il tutto sempre ben guidati dagli ometti e qualche ramo tagliato.
In pochi minuti si arriva a un punto dove la valle si apre decisamente e qui serve un minimo di attenzione.
A destra si nota una traccia che scorre accanto a un tubo per la presa d’acqua: non è quella giusta (e non ci sono ometti o altro in quella direzione).
A sinistra c’è un pendio “ripidino” con un’altra traccia che si alza decisamente dall’impluvio: è quella giusta e dopo pochi metri riprendono abbondanti i rami tagliati.
Alzandosi su quest’ultima traccia di sinistra si evitano salti di fondovalle e si segue la diramazione giusta per la media e alta Val Greva che da questo punto non ha più portata d’acqua: almeno non continua per tutto l’anno (salendo, dall’altro lato si notano varie cascatelle e un manufatto in cemento dell’acquedotto).
Dopo il primo strappo in salita si continua su un traverso con “passi da viàz” (non continui) dove serve attenzione e si cala nell’impluvio sopra gli ultimi salti.
Si esce dall’impluvio quasi subito ancora verso sinistra, e si passa da una strettoia di valle a uno slargo dove (da sinistra) c’è la diramazione per la Val Orba: diramazione inizialmente con salto verticale e oggi con stillicidio.
Ora si sta in un rado boschetto dove, ovviamente, i rami tagliati aumentano (rimangono sempre gli ometti) e guidano a un passaggio a destra dell’impluvio e poi nuovamente a sinistra.
Quest’ultimo è l’attraversamento di impluvio definitivo fino all’uscita.
Ora ci si trova nel lungo “rettilineo finale” della valle e il sentierino rimane a sinistra con distanza variabile dal fondo.
Ci sono dei tratti con erba abbastanza alta che copre il camminamento e dove i rami tagliati più bassi si vedono poco perché “affogati nell’erba”.
Comunque è tutto intuitivo, e se si perde un po’ la traccia poi la si ritrova (io per un tratto ho abbandonato la traccia segnalata per salire qualche facile roccetta nell’impluvio, e il GPS ne tiene conto, anche se le linee GPS non sono affidabili in valli di questo tipo).
Si entra in un tratto di boschetto misto dove riprendono anche gli “ometti che prima erano scomparsi nell’erba”: dal boschetto si esce con bene in vista la parete gialla di fine Val Greva.
Da qui non si può più fare una distinzione precisa tra impluvio e fianchi della valle, perché il fondo è un tutt’uno di gobbe per lo più erbose, con qualche roccione e radi mughi/arbusti.
Avvicinandosi alla parete gialla si nota in alto a destra una bancata-cengia che interrompe la verticalità della fascia rocciosa laterale, ed è quella giusta per uscire verso Forcella San Giorgio.
Dunque, ometti e rami tagliati guidano verso destra fino a pochi metri prima dell’imbocco di un canale che porterebbe sotto la parete gialla, e un ultimo piccolo “ramo tagliato di valle” (bollo rosso poco prima) sta alla base della traccia-cengia di uscita.
La traccia-cengia di uscita inizia in decisa salita tornando indietro (verso sud-ovest) rispetto alla direzione seguita finora.
È un vero viàz dove serve attenzione.
Appoggi e appigli (anche con i grossi mughi) non mancano mai, ma ci sono anche brevi passaggi assai esposti.
I tagli abbondano e tutta la traccia è “ben pulita” senza impedimenti che sbilanciano.
L’unica particolarità (rispetto alla norma di questo tipo di tracce) è rappresentata da qualche piccola buca verso l’interno nei punti con camminamento più largo: attenzione a valutare bene gli appoggi più solidi accanto alle buche.
Dopo un centinaio di metri in salita diagonale si svolta in un breve tratto di massima pendenza (sempre con traccia a terra) e si torna indietro per pochi metri fino all’immissione nel CAI 590 a Forcella San Giorgio.
Chi arriva a Forcella San Giorgio dal CAI 590 per andare sulla Pala Alta dovrebbe notare a sinistra dei grossi rami tagliati (là il sentiero CAI svolta a destra in salita).
Sono i rami tagliati che guidano verso la Val Greva, ma sconsiglio di “provare tanto per dare un‘occhiata” di seguirli fino al fondo della testata della Val Greva.
Piero Rossi nella sua guida scrive «… particolare attenzione, in questo tratto, in discesa …», e sono d’accordo.
Da Forcella San Giorgio alla Croce del Monte Peron
Da Forcella San Giorgio si cala subito fino al bivio segnalato con la freccia per la Chiesa di San Giorgio.
Si continua sul facile fino alla Chiesa, da cui si svolta in decisa salita fino alla Ponta de San Giorgio con tre piccole Croci metalliche e gran vista ravvicinata sui Monti del Sole.
Da qui inizia il lungo tratto di cresta fino alla Croce del Peron.
È un sentiero da “assaporare”: molto vario con tratti proprio sulla cresta o poco sotto dal lato est, in campo aperto e nel bosco.
Si passa per la Forcella di Costalonga e la Forcella di Costacurta – da tutte e due si diramano sentierini segnalati da frecce in discesa verso est per un’eventuale uscita anticipata dalle creste.
(Dalla Forcella di Costacurta o Costacorta inizia anche la discesa a ovest per il Sentiero della Madonéta o Madonnetta).
In tutto, fino alla Croce del Peron, ho visto tre cavetti di aiuto nei vari passaggi su roccette/intagli.
Dall’ultima elevazione prima della vetta del Monte Peron si può ammirare alle spalle l’ultimo bel panorama verso nord.
Poi la vegetazione della piatta vetta del Monte Peron impedisce le viste verso nord, e la gran Croce è un po’ più in basso con vista dominante verso la pianura, o meglio verso la Valbelluna.
Discesa da Forcella Costacurta o Costacorta per il Sentiero della Madonéta o Madonnetta
È un sentiero che inizia dal basso esattamente al km 10 della SR 203, ed è indicato con tabella “SENTIERO STORICO VAL MADONNETTA” (la tabella è molto poco visibile dalla strada perché sta dietro le reti di contenimento anti-frana).
Un’altra tabella indica dal basso un’ora di percorrenza fino al “COGOL DELLA MADDONNETTA”, vale a dire la grotta che ospita la statuetta della Madonnina.
A Forcella Costacurta c’è una tabella infissa su tronco d’albero con scritta “COSTA CURTA” in rosso proprio dove inizia la discesa a ovest verso il Sentiero della Madonéta (e c’è una freccia in legno anche dall’altro lato che indica la discesa a est verso Pian de Fraina).
Dopo i primissimi metri di discesa a ovest oggi un po’ inerbata, la traccia piega a sinistra dove oggi c’era della ramaglia a terra che creava confusione.
Subito dopo la ramaglia tornano evidenti i rami tagliati che guidano in breve verso un vero ed evidente sentierino.
Il sentierino continua un buon tratto sulla stessa diagonale fino a un arrotondato costone dove svolta a destra: anche qui oggi c’era della ramaglia a terra che creava un po’ di confusione, però cercando nello spazio di pochissimi metri si rivedono rami tagliati che guidano alla ripresa della traccia a terra.
Ora la diagonale è più lunga della precedente, con sentierino più esile e oggi con il fogliame autunnale a terra che lo rendeva scivoloso: un paio di grossi ometti aiutano nei riferimenti di media distanza.
Si arriva così sopra il largo e arrotondato crinale che divide la Val Madonnetta dalla Val Greva, quasi in esatta corrispondenza di un arco naturale di roccia che sta a pochi metri dal sentiero verso la Val Greva.
Si scende il largo e “quasi dolce” crinale fino ad entrare in un boschetto coprente dove, poco prima di un basso promontorio, si svolta a sinistra (occhio a ometti e rami tagliati) per un avvallamento e poi sopra un crinale secondario in campo aperto.
Dopo varie svolte intermedie si va a sinistra per sentiero ancora nel bosco coprente fino a una vecchia carbonaia segnalata con tabella “Antica carbonaia”.
Qui si è proprio all’interno della Val Madonnetta e si attraversa l’impluvio da destra a sinistra proprio sotto la carbonaia.
Ora si sale aggirando il costone di sinistra idrografica fino a una nuovissima panchina con accanto una tabella “VAL MADONNETTA”.
Poco dopo, a inizio della nuova discesa, si giunge sotto il grande “Cógol della Madonnetta” con la statuetta della Madonnina.
Da qui il sentiero è veramente largo e comodissimo, e porta fino all’uscita al km 10 della SR 203 con un ultimo tratto che fiancheggia due segmenti delle reti di contenimento anti-frana.
Un quarto d’ora di asfalto per il parcheggio di partenza ed è finita.
Non ho fatto riferimenti a bolli rossi per il Sentiero della Madonéta perché in discesa ne ho visti pochissimi e sbiaditi: meglio, almeno in discesa, concentrarsi sull’individuazione di rami tagliati e ometti.
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Dallo stesso parcheggio di questa escursione è possibile realizzare un altro anello “insolito e selvaggio”: vedi itinerario → Gruppo della Schiara: Cima Soracase con salita dalla Val Orba e discesa per Costa Soracase partendo dal km 11-II della SR 203.
Per valutare altre varianti-combinazioni di salita/discesa da ovest alle Creste del Peron, si può far riferimento all’itinerario → Gruppo della Schiara: Anello del Perón per Col de le Frare, Forcella Costalonga, Croce del Perón, Fraina, Cógol della Madonnetta.
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Quello che non è chiaro (dagli altri sentieri-itinerari) è se la Val Greva rimane nei confini dell’escursionismo.
Piero Rossi (nella sua notissima guida “SCHIARA” della collana “GUIDA DEI MONTI D’ITALIA” del CAI - Touring Club Italiano) non accenna ad alcun tratto alpinistico anche se la definisce “in ambiente impervio e selvaggio”, e con una traccia che dovrebbe essere “riattata e segnalata”.
Forse il dover essere “riattata e segnalata” è riferito agli standard CAI: oggi ho trovato TUTTA la risalita “segnalata in normale standard selvaggio”, vale a dire con ometti e rami tagliati (più qualche raro e molto distanziato bollo rosso).
Poi per tornare in Val Cordevole ho scelto il più conosciuto Sentiero della Madonéta (o Madonnetta) e, visto il meteo bello e stabile, prima di scendere sono andato alla Croce del Monte Peron.
Per chiudere l’anello tra le due valli – Val Greva e Val Madonnetta – restano solo 1,2 km su asfalto, e pertanto non serve certamente una doppia auto.
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Premessa: per tutta la risalita della Val Greva, con destra e sinistra mi riferisco alla direzione salita e non al lato idrografico che si valuta secondo la direzione di scorrimento dell’acqua.
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Risalita della Val Greva dalla Val Cordevole alla Forcella San Giorgio (con immissione nel sentiero CAI 590 della Pala Alta)
Dalla piazzola al km 11-II della SR 203 (dove iniziano a sud i lunghissimi prati di Candaten) si entra nella boscaglia trovando subito una traccia di sentierino che ritorna verso sud.
Poco dopo si incontra un pilone per la linea elettrica “quasi assorbito” dal bosco e seguito da un bivio: a sinistra (con tornantino) si continuerebbe in direzione di Cima Soracase passando per la media Val Orba, ma in questo caso si va diritti verso l’imbocco della Val Greva che si apre dopo pochi altri metri.
Il sentierino inizialmente scorre alcuni metri sopra l’impluvio con portata d’acqua (lato nord o sinistra), evitando così delle cascatelle verticali non superabili in assetto escursionistico.
Si arriva ad un facile attraversamento verso una traccia sul lato destro, poi si ritorna a sinistra e nuovamente a destra dell’impluvio per un tratto un po’ più lungo: il tutto sempre ben guidati dagli ometti e qualche ramo tagliato.
In pochi minuti si arriva a un punto dove la valle si apre decisamente e qui serve un minimo di attenzione.
A destra si nota una traccia che scorre accanto a un tubo per la presa d’acqua: non è quella giusta (e non ci sono ometti o altro in quella direzione).
A sinistra c’è un pendio “ripidino” con un’altra traccia che si alza decisamente dall’impluvio: è quella giusta e dopo pochi metri riprendono abbondanti i rami tagliati.
Alzandosi su quest’ultima traccia di sinistra si evitano salti di fondovalle e si segue la diramazione giusta per la media e alta Val Greva che da questo punto non ha più portata d’acqua: almeno non continua per tutto l’anno (salendo, dall’altro lato si notano varie cascatelle e un manufatto in cemento dell’acquedotto).
Dopo il primo strappo in salita si continua su un traverso con “passi da viàz” (non continui) dove serve attenzione e si cala nell’impluvio sopra gli ultimi salti.
Si esce dall’impluvio quasi subito ancora verso sinistra, e si passa da una strettoia di valle a uno slargo dove (da sinistra) c’è la diramazione per la Val Orba: diramazione inizialmente con salto verticale e oggi con stillicidio.
Ora si sta in un rado boschetto dove, ovviamente, i rami tagliati aumentano (rimangono sempre gli ometti) e guidano a un passaggio a destra dell’impluvio e poi nuovamente a sinistra.
Quest’ultimo è l’attraversamento di impluvio definitivo fino all’uscita.
Ora ci si trova nel lungo “rettilineo finale” della valle e il sentierino rimane a sinistra con distanza variabile dal fondo.
Ci sono dei tratti con erba abbastanza alta che copre il camminamento e dove i rami tagliati più bassi si vedono poco perché “affogati nell’erba”.
Comunque è tutto intuitivo, e se si perde un po’ la traccia poi la si ritrova (io per un tratto ho abbandonato la traccia segnalata per salire qualche facile roccetta nell’impluvio, e il GPS ne tiene conto, anche se le linee GPS non sono affidabili in valli di questo tipo).
Si entra in un tratto di boschetto misto dove riprendono anche gli “ometti che prima erano scomparsi nell’erba”: dal boschetto si esce con bene in vista la parete gialla di fine Val Greva.
Da qui non si può più fare una distinzione precisa tra impluvio e fianchi della valle, perché il fondo è un tutt’uno di gobbe per lo più erbose, con qualche roccione e radi mughi/arbusti.
Avvicinandosi alla parete gialla si nota in alto a destra una bancata-cengia che interrompe la verticalità della fascia rocciosa laterale, ed è quella giusta per uscire verso Forcella San Giorgio.
Dunque, ometti e rami tagliati guidano verso destra fino a pochi metri prima dell’imbocco di un canale che porterebbe sotto la parete gialla, e un ultimo piccolo “ramo tagliato di valle” (bollo rosso poco prima) sta alla base della traccia-cengia di uscita.
La traccia-cengia di uscita inizia in decisa salita tornando indietro (verso sud-ovest) rispetto alla direzione seguita finora.
È un vero viàz dove serve attenzione.
Appoggi e appigli (anche con i grossi mughi) non mancano mai, ma ci sono anche brevi passaggi assai esposti.
I tagli abbondano e tutta la traccia è “ben pulita” senza impedimenti che sbilanciano.
L’unica particolarità (rispetto alla norma di questo tipo di tracce) è rappresentata da qualche piccola buca verso l’interno nei punti con camminamento più largo: attenzione a valutare bene gli appoggi più solidi accanto alle buche.
Dopo un centinaio di metri in salita diagonale si svolta in un breve tratto di massima pendenza (sempre con traccia a terra) e si torna indietro per pochi metri fino all’immissione nel CAI 590 a Forcella San Giorgio.
Chi arriva a Forcella San Giorgio dal CAI 590 per andare sulla Pala Alta dovrebbe notare a sinistra dei grossi rami tagliati (là il sentiero CAI svolta a destra in salita).
Sono i rami tagliati che guidano verso la Val Greva, ma sconsiglio di “provare tanto per dare un‘occhiata” di seguirli fino al fondo della testata della Val Greva.
Piero Rossi nella sua guida scrive «… particolare attenzione, in questo tratto, in discesa …», e sono d’accordo.
Da Forcella San Giorgio alla Croce del Monte Peron
Da Forcella San Giorgio si cala subito fino al bivio segnalato con la freccia per la Chiesa di San Giorgio.
Si continua sul facile fino alla Chiesa, da cui si svolta in decisa salita fino alla Ponta de San Giorgio con tre piccole Croci metalliche e gran vista ravvicinata sui Monti del Sole.
Da qui inizia il lungo tratto di cresta fino alla Croce del Peron.
È un sentiero da “assaporare”: molto vario con tratti proprio sulla cresta o poco sotto dal lato est, in campo aperto e nel bosco.
Si passa per la Forcella di Costalonga e la Forcella di Costacurta – da tutte e due si diramano sentierini segnalati da frecce in discesa verso est per un’eventuale uscita anticipata dalle creste.
(Dalla Forcella di Costacurta o Costacorta inizia anche la discesa a ovest per il Sentiero della Madonéta o Madonnetta).
In tutto, fino alla Croce del Peron, ho visto tre cavetti di aiuto nei vari passaggi su roccette/intagli.
Dall’ultima elevazione prima della vetta del Monte Peron si può ammirare alle spalle l’ultimo bel panorama verso nord.
Poi la vegetazione della piatta vetta del Monte Peron impedisce le viste verso nord, e la gran Croce è un po’ più in basso con vista dominante verso la pianura, o meglio verso la Valbelluna.
Discesa da Forcella Costacurta o Costacorta per il Sentiero della Madonéta o Madonnetta
È un sentiero che inizia dal basso esattamente al km 10 della SR 203, ed è indicato con tabella “SENTIERO STORICO VAL MADONNETTA” (la tabella è molto poco visibile dalla strada perché sta dietro le reti di contenimento anti-frana).
Un’altra tabella indica dal basso un’ora di percorrenza fino al “COGOL DELLA MADDONNETTA”, vale a dire la grotta che ospita la statuetta della Madonnina.
A Forcella Costacurta c’è una tabella infissa su tronco d’albero con scritta “COSTA CURTA” in rosso proprio dove inizia la discesa a ovest verso il Sentiero della Madonéta (e c’è una freccia in legno anche dall’altro lato che indica la discesa a est verso Pian de Fraina).
Dopo i primissimi metri di discesa a ovest oggi un po’ inerbata, la traccia piega a sinistra dove oggi c’era della ramaglia a terra che creava confusione.
Subito dopo la ramaglia tornano evidenti i rami tagliati che guidano in breve verso un vero ed evidente sentierino.
Il sentierino continua un buon tratto sulla stessa diagonale fino a un arrotondato costone dove svolta a destra: anche qui oggi c’era della ramaglia a terra che creava un po’ di confusione, però cercando nello spazio di pochissimi metri si rivedono rami tagliati che guidano alla ripresa della traccia a terra.
Ora la diagonale è più lunga della precedente, con sentierino più esile e oggi con il fogliame autunnale a terra che lo rendeva scivoloso: un paio di grossi ometti aiutano nei riferimenti di media distanza.
Si arriva così sopra il largo e arrotondato crinale che divide la Val Madonnetta dalla Val Greva, quasi in esatta corrispondenza di un arco naturale di roccia che sta a pochi metri dal sentiero verso la Val Greva.
Si scende il largo e “quasi dolce” crinale fino ad entrare in un boschetto coprente dove, poco prima di un basso promontorio, si svolta a sinistra (occhio a ometti e rami tagliati) per un avvallamento e poi sopra un crinale secondario in campo aperto.
Dopo varie svolte intermedie si va a sinistra per sentiero ancora nel bosco coprente fino a una vecchia carbonaia segnalata con tabella “Antica carbonaia”.
Qui si è proprio all’interno della Val Madonnetta e si attraversa l’impluvio da destra a sinistra proprio sotto la carbonaia.
Ora si sale aggirando il costone di sinistra idrografica fino a una nuovissima panchina con accanto una tabella “VAL MADONNETTA”.
Poco dopo, a inizio della nuova discesa, si giunge sotto il grande “Cógol della Madonnetta” con la statuetta della Madonnina.
Da qui il sentiero è veramente largo e comodissimo, e porta fino all’uscita al km 10 della SR 203 con un ultimo tratto che fiancheggia due segmenti delle reti di contenimento anti-frana.
Un quarto d’ora di asfalto per il parcheggio di partenza ed è finita.
Non ho fatto riferimenti a bolli rossi per il Sentiero della Madonéta perché in discesa ne ho visti pochissimi e sbiaditi: meglio, almeno in discesa, concentrarsi sull’individuazione di rami tagliati e ometti.
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Dallo stesso parcheggio di questa escursione è possibile realizzare un altro anello “insolito e selvaggio”: vedi itinerario → Gruppo della Schiara: Cima Soracase con salita dalla Val Orba e discesa per Costa Soracase partendo dal km 11-II della SR 203.
Per valutare altre varianti-combinazioni di salita/discesa da ovest alle Creste del Peron, si può far riferimento all’itinerario → Gruppo della Schiara: Anello del Perón per Col de le Frare, Forcella Costalonga, Croce del Perón, Fraina, Cógol della Madonnetta.
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Waypoints
Waypoint
1,745 ft
03 - Foto lungo la traccia di aggiramento dei salti di bassa valle della Val Greva
Waypoint
1,879 ft
04 - Foto lungo la traccia di aggiramento dei salti di bassa valle della Val Greva
Waypoint
2,042 ft
05 - Attraversamento dell'impluvio dopo l'aggiramento dei salti di bassa valle della Val Greva
Waypoint
2,239 ft
06 - Passaggio sotto i primi salti della diramazione per la Val Orba risalendo la Val Greva
Waypoint
4,173 ft
11 - Foto lungo la traccia-cengia di uscita dalla Val Greva verso Forcella San Giorgio
Waypoint
4,196 ft
12 - Foto lungo la traccia-cengia di uscita dalla Val Greva verso Forcella San Giorgio
Waypoint
4,227 ft
13 - Foto lungo la traccia-cengia di uscita dalla Val Greva verso Forcella San Giorgio
Waypoint
4,328 ft
19 - Foto tra la Forcella di Costalonga o Costalunga e la Forcella di Costacurta o Costacorta
Waypoint
4,365 ft
20 - Foto tra la Forcella di Costalonga o Costalunga e la Forcella di Costacurta o Costacorta
Waypoint
4,497 ft
26 - Forcella di Costacurta o Costacorta e inizio discesa per il Sentiero della Madonnetta o Madonéta
Waypoint
1,520 ft
36 - Immissione nella SR 203 al km 10 a fine discesa del Sentiero della Madonnetta o Madonéta
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