Gruppo della Schiara: Cima Soracase con salita dalla Val Orba e discesa per Costa Soracase partendo dal km 11-II della SR 203
near Casa Candaten, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Salita con anello a una vetta secondaria della parte ovest del Gruppo della Schiara: è una vetta che si nota poco perché è “schiacciata dalla prospettiva” contro pareti più ampie e più alte (contro Le Zingiolàde in particolare), ma offre delle belle viste sulla Val Cordevole e i Monti del Sole.
Il punto vetta è veramente aereo e se non si va da soli bisogna stare attenti a come ci si scambia le posizioni.
La salita di questa escursione segue “vecchi sentieri umani” fino al crinale che delimita ad ovest la Val Orba; poi si continua su tracce di camosci.
La discesa è sul sentiero normale di Costa Soracase, che non è un sentiero “a standard CAI” ma presenta segnalazioni di vario tipo che aiutano specialmente nella parte centrale meno evidente.
Tornando alle tracce di camosci verso la Val Orba, oggi ho constatato che sono seguite anche da qualche buon carnivoro, probabilmente lupi: ho trovato in mezzo al sentiero i resti di un camoscio letteralmente sbranato.
Non è la prima volta che mi capita, ma fa sempre impressione.
******************************
Dal parcheggio all’imbocco della Val Greva all’immissione nel fondo della Val Orba
Dalla piazzola al km 11-II della SR 203 (dove iniziano a sud i lunghissimi prati di Candaten) si entra nella boscaglia trovando subito una traccia di sentierino che ritorna verso sud.
Poco dopo si incontra un pilone per la linea elettrica “quasi assorbito” dal bosco e seguito da un bivio: a destra si continuerebbe in direzione del fondo della Val Greva, ma in questo caso si va a sinistra con un tornantino.
In un avvallamento poco più in su ci sono alcuni alberi abbattuti che ho aggirato verso sinistra.
Ritrovato il sentiero ci sono alcuni stretti tornantini con qualche altro alberello abbattuto che si salta facilmente, e poi su traccia più larga si inizia una salita diagonale verso nord.
Dopo qualche tornantino su facile pendio si riprende più a lungo verso nord con altre svolte intermedie, il sentierino cala di evidenza ma più avanti (in corrispondenza di un piccolo ometto) si immette in una traccia più ampia che arriva dal basso, probabilmente da un qualche punto ai margini dei prati di Candaten.
Ora si ritorna verso sud, poi con un tornante principale verso nord fino ad attraversare un canale.
Ancora un tornantone principale verso sud per riattraversare il canale, ed inizia il lungo traverso finale in direzione del crinale che delimita ad ovest la Val Orba.
Finora si era sempre sopra il fondo della Val Cordevole, ma dopo un po’ questo traverso si interna leggermente su un fianco boschivo un po’ arcuato.
Il camminamento cala di evidenza, e poi si rivede abbastanza bene in uscita dall’arco del fianco boschivo, dove passa sotto un mugo un po’ troppo ricresciuto (in quest’area ho trovato il camoscio sbranato citato all’inizio).
Subito dopo c’è un pendio medio-piccolo di alte erbe che sta alcuni metri sotto una fascia rocciosa: qui la “traccia umana” finisce e ho trovato un nastrino da cantiere come ultima segnalazione (fino a qui si incontrano qualche raro ometto e ramo tagliato, e il nastrino – a mio giudizio – è utile per chi scende).
Questo pendio di lunghe erbe con fascia rocciosa sovrastante sta appena sotto a ovest della collinetta senza nome di quota 965 indicata nella cartina LagirAlpina.
Si risale ripidamente per una ventina di metri fin sotto le rocce, e qui ho traversato a destra su traccia di camosci stretta ed esposta ma abbastanza ben improntata a terra.
Contornando con attenzione un paio di valloncelli secondari si arriva sul filo del crinale che delimita ad ovest la Val Orba.
Dal punto di arrivo sono salito sul filo del largo crinale (buona traccia di camosci) per circa 50/60 metri lineari e più o meno 30 di dislivello fino a dove si stacca verso destra la traccia di discesa al fondo della Val Orba (nessuna segnalazione in questo punto).
La discesa è in leggera pendenza e si passa nei pressi di alcuni vecchi alberi abbattuti che si aggirano con minimi spostamenti: a metà ho trovato un ometto che ho “rinforzato” dopo averlo fotografato.
Si passa sotto un gran roccione arrivando a un punto di vista un po’ dall’alto sul fondo della Val Orba.
Poco sotto c’è uno scivolo che fa scendere comodamente al fondo, e qui ho visto un paio di rami tagliati (uno di recente) e un ometto proprio all’ingresso nel fondo: l‘ometto è posizionato in modo da essere ben visibile per chi proviene in discesa dalla Forcella de Val Orba.
Dall’immissione nel fondo della Val Orba alla Forcella de Val Orba e a Cima Soracase
La risalita della Val Orba dal punto di immissione si può definire facile per questa categoria di itinerari.
C’è una prima lunga parte rettilinea in direzione nord-nord-est: si può stare (io l’ho fatto) sempre sulle roccette dell’impluvio solo con appoggi di mani senza veri passi di arrampicata.
C’è qualche possibilità di stare tra le erbe e i radi mughi a fianco dell’impluvio, ma ho preferito le roccette di fondo.
Poi si svolta un po’ a sinistra per l’ultimo tratto verso nord che si allarga e consente delle buone viste alle spalle verso il Monte Perón e più in lontananza verso il Massiccio del Monte Grappa.
Qui conviene senz’altro stare sulle erbe di destra direzione salita, con traccia di camosci e qualche ramo tagliato che “certificano la bontà della scelta” (ho visto anche un paio di nastrini bianco-rossi da cantiere).
Dopo aver attraversato un breve tratto di ghiaie dure si arriva facilmente alla Forcella de Val Orba, che Piero Rossi nella sua guida “SCHIARA” indica anche con i nomi Forcella dell’Orbo e Forcella Soracase.
Dall’altro lato c’è la Val Laresè, e conviene scendere per 4/5 metri oltre i radi mughi della forcella per darci un’occhiata.
Per Cima Soracase si rivolge lo sguardo verso la Val Orba e si prende l’evidente bancata-cengia che sta alla base del grande torrione per lo più roccioso di destra idrografica.
Bisogna seguire questa bancata-cengia più o meno in direzione sud-sud-ovest fino allo spigolo sud del gran torrione di vetta: ho trovato un ometto sotto una rientranza rocciosa più qualche ramo tagliato poco dopo.
Dallo spigolo sud si sale in direzione nord un pendio erboso sulla massima pendenza: è ripido con qualche passo assimilabile a un I° grado, ma non sono “loppe continue” e si trovano sempre dei piccoli gradini dove far base con i piedi.
Dopo il primo tratto di “pendio univoco” si sta alla destra della cresta (quindi lato Val Orba) sotto dei roccioni, e si sale diagonalmente fino allo sperone verticale di vetta di Cima Soracase.
Questo si aggira a sinistra in versante Val Cordevole prendendo una stretta (STRETTA!) traccia di camosci, ben esposta, con dei piccoli mughi verso l’esterno che non possono contenere una scivolata ma che aiutano.
Il camminamento “seppur di misura per impronte umane” è abbastanza ben marcato e con attenzione porta su un ultimo pendio erboso una decina di metri di dislivello sotto e a ovest della croce di vetta di Cima Soracase.
Senza guardare il panorama alle spalle (qui il panorama si estende anche … sotto il proprio lato B 😉) si risalgono questi ultimi metri di I° o I°+ con sufficienti “scavetti” tra appoggi e appigli erbosi.
Discesa da Cima Soracase per la via normale di Costa Soracase
Premetto che la mia visione è una “visione di sola discesa” perché non l’ho mai affrontata in salita e perché, in vari tratti con riferimenti di media distanza, in discesa si tende a tagliare la linea ideale e il GPS registra tutto, anche i tagli-scorciatoia.
Dalla vetta si scende in direzione nord il saltino roccioso del “cucuzzolo” con pochi passi su gradoni ripidi appena a sinistra del filo di cresta.
Poi si segue ancora a sinistra un vero pendio sempre molto ripidamente tra i mughi con un occhio ai rami tagliati per capire dove dirigersi.
Si perde così almeno una ventina di metri di dislivello in direzione nord-ovest e si finisce dentro una costa boschiva, da cui ci si sposta verso destra per imboccare il sentiero che sta sopra il crinale tra Costa Soracase e la Val Laresè.
Questa prima parte continua a lungo verso nord e il segnavia più presente e che aiuta molto è il bollino rosso sui tronchi: sono bollini sbiaditi ma ancora sufficientemente visibili.
È tutta discesa in bassa pendenza fino al punto dove il crinale piega a nord-ovest e dove inizia la parte intermedia un po’ più incasinata.
L’area di camminamento si fa più larga e di conseguenza la traccia a terra diventa meno marcata, e a intervalli regolari si trovano gruppi di alberi abbattuti da aggirare.
Non sono mai aggiramenti difficili, però allontanano un po’ dai segnavia che dopo bisogna ritrovare.
Piano-piano i bollini rossi vengono quasi completamente sostituiti dagli ometti.
La pendenza media aumenta senza essere mai difficile, e a quota 1020 circa si abbandona il crinale verso sinistra per rientrarci molto più in basso dopo un lungo tratto in pieno pendio boschivo.
Poco dopo il rientro sul crinale (e dopo un’ultima serie di svolte strette tra gli alberi abbattuti con molta attenzione agli ometti) si svolta definitivamente a sinistra per imboccare il sentiero-cengia finale che riporta al fondo della Val Cordevole.
Questo tratto è molto bello e oggi non presentava impedimenti.
Arrivati sul retro del Comando Stazione Forestale di Candaten si prosegue per i prati a fianco della SR 203 fino al parcheggio di partenza.
È ovvio che si può parcheggiare anche all’area pic-nic di Candaten e fare quest’ultimo raccordo a inizio giornata.
******************************
Il dislivello reale di questa escursione è di circa di 1.000 metri e non 1.211 come indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
Dallo stesso parcheggio è possibile realizzare un altro anello “insolito e selvaggio”: vedi itinerario → Gruppo della Schiara: Forcella San Giorgio per la Val Gréva, Monte Perón e Sentiero della Madonéta (dal km 11-II della SR 203).
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Il punto vetta è veramente aereo e se non si va da soli bisogna stare attenti a come ci si scambia le posizioni.
La salita di questa escursione segue “vecchi sentieri umani” fino al crinale che delimita ad ovest la Val Orba; poi si continua su tracce di camosci.
La discesa è sul sentiero normale di Costa Soracase, che non è un sentiero “a standard CAI” ma presenta segnalazioni di vario tipo che aiutano specialmente nella parte centrale meno evidente.
Tornando alle tracce di camosci verso la Val Orba, oggi ho constatato che sono seguite anche da qualche buon carnivoro, probabilmente lupi: ho trovato in mezzo al sentiero i resti di un camoscio letteralmente sbranato.
Non è la prima volta che mi capita, ma fa sempre impressione.
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Dal parcheggio all’imbocco della Val Greva all’immissione nel fondo della Val Orba
Dalla piazzola al km 11-II della SR 203 (dove iniziano a sud i lunghissimi prati di Candaten) si entra nella boscaglia trovando subito una traccia di sentierino che ritorna verso sud.
Poco dopo si incontra un pilone per la linea elettrica “quasi assorbito” dal bosco e seguito da un bivio: a destra si continuerebbe in direzione del fondo della Val Greva, ma in questo caso si va a sinistra con un tornantino.
In un avvallamento poco più in su ci sono alcuni alberi abbattuti che ho aggirato verso sinistra.
Ritrovato il sentiero ci sono alcuni stretti tornantini con qualche altro alberello abbattuto che si salta facilmente, e poi su traccia più larga si inizia una salita diagonale verso nord.
Dopo qualche tornantino su facile pendio si riprende più a lungo verso nord con altre svolte intermedie, il sentierino cala di evidenza ma più avanti (in corrispondenza di un piccolo ometto) si immette in una traccia più ampia che arriva dal basso, probabilmente da un qualche punto ai margini dei prati di Candaten.
Ora si ritorna verso sud, poi con un tornante principale verso nord fino ad attraversare un canale.
Ancora un tornantone principale verso sud per riattraversare il canale, ed inizia il lungo traverso finale in direzione del crinale che delimita ad ovest la Val Orba.
Finora si era sempre sopra il fondo della Val Cordevole, ma dopo un po’ questo traverso si interna leggermente su un fianco boschivo un po’ arcuato.
Il camminamento cala di evidenza, e poi si rivede abbastanza bene in uscita dall’arco del fianco boschivo, dove passa sotto un mugo un po’ troppo ricresciuto (in quest’area ho trovato il camoscio sbranato citato all’inizio).
Subito dopo c’è un pendio medio-piccolo di alte erbe che sta alcuni metri sotto una fascia rocciosa: qui la “traccia umana” finisce e ho trovato un nastrino da cantiere come ultima segnalazione (fino a qui si incontrano qualche raro ometto e ramo tagliato, e il nastrino – a mio giudizio – è utile per chi scende).
Questo pendio di lunghe erbe con fascia rocciosa sovrastante sta appena sotto a ovest della collinetta senza nome di quota 965 indicata nella cartina LagirAlpina.
Si risale ripidamente per una ventina di metri fin sotto le rocce, e qui ho traversato a destra su traccia di camosci stretta ed esposta ma abbastanza ben improntata a terra.
Contornando con attenzione un paio di valloncelli secondari si arriva sul filo del crinale che delimita ad ovest la Val Orba.
Dal punto di arrivo sono salito sul filo del largo crinale (buona traccia di camosci) per circa 50/60 metri lineari e più o meno 30 di dislivello fino a dove si stacca verso destra la traccia di discesa al fondo della Val Orba (nessuna segnalazione in questo punto).
La discesa è in leggera pendenza e si passa nei pressi di alcuni vecchi alberi abbattuti che si aggirano con minimi spostamenti: a metà ho trovato un ometto che ho “rinforzato” dopo averlo fotografato.
Si passa sotto un gran roccione arrivando a un punto di vista un po’ dall’alto sul fondo della Val Orba.
Poco sotto c’è uno scivolo che fa scendere comodamente al fondo, e qui ho visto un paio di rami tagliati (uno di recente) e un ometto proprio all’ingresso nel fondo: l‘ometto è posizionato in modo da essere ben visibile per chi proviene in discesa dalla Forcella de Val Orba.
Dall’immissione nel fondo della Val Orba alla Forcella de Val Orba e a Cima Soracase
La risalita della Val Orba dal punto di immissione si può definire facile per questa categoria di itinerari.
C’è una prima lunga parte rettilinea in direzione nord-nord-est: si può stare (io l’ho fatto) sempre sulle roccette dell’impluvio solo con appoggi di mani senza veri passi di arrampicata.
C’è qualche possibilità di stare tra le erbe e i radi mughi a fianco dell’impluvio, ma ho preferito le roccette di fondo.
Poi si svolta un po’ a sinistra per l’ultimo tratto verso nord che si allarga e consente delle buone viste alle spalle verso il Monte Perón e più in lontananza verso il Massiccio del Monte Grappa.
Qui conviene senz’altro stare sulle erbe di destra direzione salita, con traccia di camosci e qualche ramo tagliato che “certificano la bontà della scelta” (ho visto anche un paio di nastrini bianco-rossi da cantiere).
Dopo aver attraversato un breve tratto di ghiaie dure si arriva facilmente alla Forcella de Val Orba, che Piero Rossi nella sua guida “SCHIARA” indica anche con i nomi Forcella dell’Orbo e Forcella Soracase.
Dall’altro lato c’è la Val Laresè, e conviene scendere per 4/5 metri oltre i radi mughi della forcella per darci un’occhiata.
Per Cima Soracase si rivolge lo sguardo verso la Val Orba e si prende l’evidente bancata-cengia che sta alla base del grande torrione per lo più roccioso di destra idrografica.
Bisogna seguire questa bancata-cengia più o meno in direzione sud-sud-ovest fino allo spigolo sud del gran torrione di vetta: ho trovato un ometto sotto una rientranza rocciosa più qualche ramo tagliato poco dopo.
Dallo spigolo sud si sale in direzione nord un pendio erboso sulla massima pendenza: è ripido con qualche passo assimilabile a un I° grado, ma non sono “loppe continue” e si trovano sempre dei piccoli gradini dove far base con i piedi.
Dopo il primo tratto di “pendio univoco” si sta alla destra della cresta (quindi lato Val Orba) sotto dei roccioni, e si sale diagonalmente fino allo sperone verticale di vetta di Cima Soracase.
Questo si aggira a sinistra in versante Val Cordevole prendendo una stretta (STRETTA!) traccia di camosci, ben esposta, con dei piccoli mughi verso l’esterno che non possono contenere una scivolata ma che aiutano.
Il camminamento “seppur di misura per impronte umane” è abbastanza ben marcato e con attenzione porta su un ultimo pendio erboso una decina di metri di dislivello sotto e a ovest della croce di vetta di Cima Soracase.
Senza guardare il panorama alle spalle (qui il panorama si estende anche … sotto il proprio lato B 😉) si risalgono questi ultimi metri di I° o I°+ con sufficienti “scavetti” tra appoggi e appigli erbosi.
Discesa da Cima Soracase per la via normale di Costa Soracase
Premetto che la mia visione è una “visione di sola discesa” perché non l’ho mai affrontata in salita e perché, in vari tratti con riferimenti di media distanza, in discesa si tende a tagliare la linea ideale e il GPS registra tutto, anche i tagli-scorciatoia.
Dalla vetta si scende in direzione nord il saltino roccioso del “cucuzzolo” con pochi passi su gradoni ripidi appena a sinistra del filo di cresta.
Poi si segue ancora a sinistra un vero pendio sempre molto ripidamente tra i mughi con un occhio ai rami tagliati per capire dove dirigersi.
Si perde così almeno una ventina di metri di dislivello in direzione nord-ovest e si finisce dentro una costa boschiva, da cui ci si sposta verso destra per imboccare il sentiero che sta sopra il crinale tra Costa Soracase e la Val Laresè.
Questa prima parte continua a lungo verso nord e il segnavia più presente e che aiuta molto è il bollino rosso sui tronchi: sono bollini sbiaditi ma ancora sufficientemente visibili.
È tutta discesa in bassa pendenza fino al punto dove il crinale piega a nord-ovest e dove inizia la parte intermedia un po’ più incasinata.
L’area di camminamento si fa più larga e di conseguenza la traccia a terra diventa meno marcata, e a intervalli regolari si trovano gruppi di alberi abbattuti da aggirare.
Non sono mai aggiramenti difficili, però allontanano un po’ dai segnavia che dopo bisogna ritrovare.
Piano-piano i bollini rossi vengono quasi completamente sostituiti dagli ometti.
La pendenza media aumenta senza essere mai difficile, e a quota 1020 circa si abbandona il crinale verso sinistra per rientrarci molto più in basso dopo un lungo tratto in pieno pendio boschivo.
Poco dopo il rientro sul crinale (e dopo un’ultima serie di svolte strette tra gli alberi abbattuti con molta attenzione agli ometti) si svolta definitivamente a sinistra per imboccare il sentiero-cengia finale che riporta al fondo della Val Cordevole.
Questo tratto è molto bello e oggi non presentava impedimenti.
Arrivati sul retro del Comando Stazione Forestale di Candaten si prosegue per i prati a fianco della SR 203 fino al parcheggio di partenza.
È ovvio che si può parcheggiare anche all’area pic-nic di Candaten e fare quest’ultimo raccordo a inizio giornata.
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Il dislivello reale di questa escursione è di circa di 1.000 metri e non 1.211 come indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
Dallo stesso parcheggio è possibile realizzare un altro anello “insolito e selvaggio”: vedi itinerario → Gruppo della Schiara: Forcella San Giorgio per la Val Gréva, Monte Perón e Sentiero della Madonéta (dal km 11-II della SR 203).
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Waypoints
Waypoint
2,965 ft
05 - Foto nell'ultimo traverso per rimontare sul crinale che delimita ad ovest la Val Orba
Waypoint
3,127 ft
06 - Inizio traccia-sentierino di discesa al fondo della Val Orba dal crinale che la delimita ad ovest
Waypoint
4,490 ft
15 - Foto salendo lo spigolo sud finale per Cima Soracase provenendo dalla Val Orba
Waypoint
4,529 ft
16 - Inizio traccia-cengia di aggiramento (lato Val Cordevole) dello sperone roccioso di vetta di Cima Soracase
Waypoint
4,550 ft
17 - Base ultimo breve ripido verso la Croce di vetta di Cima Soracase provenendo dalla Val Orba
Waypoint
4,547 ft
20 - Foto da sotto la prima breve rampa in discesa da Cima Soracase verso il sentiero di Costa Soracase
Waypoint
4,490 ft
21 - Svolta verso il filo del crinale di Costa Soracase dopo rampa in discesa tra i mughi da Cima Soracase
Waypoint
1,512 ft
27 - Arrivo al Comando Stazione Forestale di Candàten a fine discesa da Cima Soracase per il sentiero di Costa Soracase
Comments (4)
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Ho fatto il percorso oggi.
Però sul "lungo traverso finale in direzione del crinale", poco prima di attraversare un blando canale dove la traccia è un po' rovinata, sulla sinistra continua verso l'alto un ramo della mulattiera.
L'ho seguita (alcuni tratti non sono evidenti ma la direzione è sempre verso l'alto) e mi ha portato sul crinale in alto, lo si segue per una cinquantina di metri, poi la traccia prosegue in piano sul fianco fino ad arrivare in val d'orba dove questa un po' si chiude e tende a girare a sinistra (penso in corrispondenza del waypoint 9).
Per quanto riguarda la risalita dello spigolo sud, penso sia più conveniente proseguire in piano per una decina di metri ad entrare in un boschetto da risalire, ci si risparmia un po' di esposizione inizialmente.
La traccia di camosci sotto la vetta non è poi così stretta secondo me, c'è una buona impronta a terra e una buona fascia di erba e mughi poco sotto che limita l'esposizione.
Anch'io ho trovato più complicata la discesa a causa degli schianti che probabilmente ha rovinato la traccia a terra, altrimenti abbastanza intuitiva.
Per il resto salita consigliabile per i panorami verso i monti del sole, burel, spirlonga e coro, e sopra la valle del Piave.
Bella anche la discesa finale sopra candaten nonostante il rumore del traffico
Ciao Giangi Quattro,
grazie per il contributo: su questo tipo di itinerari spesso ci sono più varianti intermedie, e per chi deve ancora provarci è bene avere relazioni di tutte.
Se ho ben capito la tua variante effettivamente l’ingresso al fondo della Val Orba è più o meno al mio waypoint 09.
Grazie ancora e buon cammino! 😉
Ciao fatto oggi il percorso, ottima la tua spiegazione, noi fatto ulteriori tagli per la visibilità del percorso. Ciaooo
Ciao Roberta,
mi fa piacere che non hai avuto difficoltà a completare questo bel percorso.
Alla prossima! 😉