Gruppo del Sorapiss (o Sorapis o Sorapíš): Prima Sorella (o Punta delle Tre Sorelle) da San Vito di Cadore
near Il Cardo, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Salita a una cima del Gruppo del Sorapiss più “appartata” rispetto alle principali e più dirette Ponta o Punta del Sorapiss e Croda Marcora (per queste due vette vedi itinerario → Dolomiti Gruppo del Sorapiss (anche Sorapis o Sorapíš): Rifugio San Marco, Ponta del Sorapiss e Croda Marcora da Chiapuzza).
Per questa escursione, rispetto a Ponta del Sorapiss e Croda Marcora:
Non ci sono (a differenza della Ponta del Sorapiss) segnavia di vernice.
Oggi la giornata era più che buona come visibilità, ma con la nebbia i soli ometti tendono a confondersi col resto del pendio se quest’ultimo è molto frastagliato: dunque per la Prima Sorella ritengo fondamentale un meteo sicuro.
La valutazione “difficile” e non “molto difficile” vale solo per CONDIZIONI PIÙ CHE PERFETTE!
La guida di riferimento è «101% Vera Montagna – Dolomiti Sorapíš e Marmarole Occidentali» di Paolo Beltrame.
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Fotografie
Per la salita finale alla Prima Sorella ho ordinato le foto in sequenza logica di salita indipendentemente dal fatto che siano state scattate in salita o in discesa.
Per questo motivo ci sono delle “situazioni incoerenti di luce” tra foto consecutive.
È il sistema che preferisco quando devo poi ricordare l’esatta sequenza di passaggi di itinerari complicati in ambienti dove gli errori possono far perdere molto tempo.
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Avvicinamento al canale di salita finale per la Prima Sorella
Dal Rifugio San Marco si seguono le segnalazioni del CAI 226 per la Forcella Grande.
Dal cartello “FORCELLA GRANDE MT 2255” si continua contornando verso sinistra (lungo il CAI 246) il catino che chiude in alto la Val di San Vito, e si passa un secondo cartello “FON DE RU SECCO MT 2445” con quota nettamente sbagliata (è di poche decine di metri più alto del precedente).
Ora avanti iniziando a salire tra facili saltini su sentiero sempre ben tracciato fino alla gran spianata del Fond de Rusecco o Ruseco (e a una quota di poco oltre i 2.500) dove si abbandona il tracciato che continua verso il Bivacco Slataper.
Sulla destra direzione arrivo c’è una traccia di sentierino abbastanza evidente con ometti fin dai primi metri, ed è quella che va verso il ghiaione di base della via normale alla Ponta del Sorapíš.
Si continua su questo sentierino fino a pochi metri dall’inizio delle ghiaie dove, sulla destra, ci sono delle basse bastionate rocciose.
C’è un grande ometto un po’ fuori verso destra tra la prima e la seconda bassa bastionata: qui si abbandona la via normale per la Ponta del Sorapíš e ci si infila tra le due bastionate, trovando anche qualche vecchio e sbiadito segnavia di vernice del Sentiero Carlo Minazio.
In breve, seguendo il camminamento a terra e gli ometti, si arriva alla fine delle bastionate e si nota – a una quota poco più bassa verso sinistra – una evidente bancata ghiaiosa con traccia di cengia.
(Fino a qui si arriva comunque anche non indovinando esattamente la traccia del vecchio Sentiero Carlo Minazio: basta svoltare a destra in mezzo alle basse bastionate rocciose precedenti, anche dopo la seconda.)
Si abbandona la continuazione del Sentiero Carlo Minazio e si infila la bancata seguendo il non difficile camminamento di cengia.
Questa cengia-bancata iniziale finisce dentro il gran canalone che scende dalla Forcella della Caccia Grande, e per attraversarlo si scende prima qualche metro su ripidi “gradini di verde”.
Poi si risale dall’altro lato sempre su traccia tipo cengia, e si arriva subito (seguendo bene un paio di ometti) ad aggirare una gobba-sporgenza rocciosa con passaggio esposto di buon I° grado orizzontale: appoggi e appigli sufficienti ci sono ma bisogna un po’ tenersi e stare attenti – se sembrasse più di un I° grado con qualche salto la linea è sbagliata.
Si entra in un tratto verde per cui si risale, e poi gli ometti guidano su un bel traverso quasi pianeggiante.
A fine traverso c’è una salitella diagonale che avvicina alla fascia rocciosa senza raggiungerla, e poi gli ometti guidano a un più lungo traverso diagonale con tendenza leggera salita.
Si arriva in vista di un incredibile torrione piramidale giallo con gran grotta alla base verso destra, e qui si sale direttamente sul ripido per raggiungerlo.
Su facile traccia tipo cengia si passa sotto il gran torrione e la sua grotta, e si entra finalmente nell’anfiteatro delle Tre Sorelle (dall’altro lato di fronte è EVIDENTISSIMA la prosecuzione della Cengia delle Tre Sorelle).
Nell’anfiteatro ci sono tre canali che salgono verso sinistra direzione arrivo.
Il primo che si incontra è stretto e si nota subito che, per i salti presenti fin dal basso, non è escursionistico.
Il secondo è quello giusto ed è segnalato da un gran ometto alla base.
È molto largo nel suo complesso, lo definirei più un vallone molto articolato.
I primi metri dell’impluvio principale sono probabilmente di buon III° grado e si aggirano iniziando a seguire gli ometti sul lato sinistro direzione salita.
Salita finale alla Prima Sorella
L’aggiramento del salto iniziale di III° grado è su gradoni dove si usano le mani senza probabilmente arrivare al I° grado pieno.
Poi da sinistra direzione salita si passa a destra rispetto all’impluvio principale iniziale e non c’è molto da dire per un lungo tratto – sembra “quasi” tutto uguale sul largo pendio, e bisogna seguire gli ometti se si vogliono evitare del tutto passi di arrampicata: occhio solo a qualche saltuario passo scivoloso per le ghiaie-pietrisco.
A un certo punto si attraversa verso sinistra un canaletto secondario ghiaioso, e ci si riporta verso quello principale con in vista in alto una evidente forcelletta di cresta.
Per continuare verso la vetta della Prima Sorella non serve raggiungere la forcelletta di cresta: io l’ho raggiunta per dare un’occhiata dall’altra parte, ma non si vede nulla di più rispetto a quanto sarà possibile ammirare più avanti.
La via di salita per la Prima Sorella continua imboccando una cengia verso sinistra (sempre segnalata da ometti) circa 20 metri di dislivello sotto la forcelletta di cresta.
La cengia è abbastanza facile con un “quasi passo del gatto” nella prima parte se si vuol evitare un passaggio esterno non banale.
Si arriva al punto di aggiramento di una costa dove la traccia di cengia svolta a 90° per andare dentro un profondo canale.
C’è un buon ometto al punto di aggiramento, e significa … che bisogna salire direttamente la costa con qualche solido passo di I° grado: subito si ritrovano altri ometti.
Poi si piega a sinistra con qualche solido passo esposto per andare ad attraversare lo stretto canale (evitato più in basso) in corrispondenza della sua testata e di una mini-forcella.
Dopo l’attraversamento in testata si scende qualche metro e si riprende a salire sul ripido diagonale arrivando su un terrazzino di roccia piatta in corrispondenza di una più ampia forcella: da qui prima vista dall’alto (molto … alto) sul Lago del Sorapíš in versante nord.
Dal terrazzino ci si sposta pochi metri verso sinistra sotto dei salti rocciosi che arrivano al I°+ per qualche passo, e bisogna salire: appoggi e appigli solidi si trovano (non sono tutti solidi ma si trovano) e si vedono bene anche in discesa.
Fatto questo si sale per un breve intaglio-canalino con base pietrisco-terra fino a ritrovare la cresta un’ultima volta, e poi in 3 minuti si va per la vetta della Prima Sorella sempre ben assistiti dagli ometti.
Per questa escursione, rispetto a Ponta del Sorapiss e Croda Marcora:
- l’avvicinamento alla salita finale è ben più lungo e articolato
- le difficoltà massime dal punto di vista alpinistico sono un po’ inferiori, ma il finale è più contorto da seguire.
Non ci sono (a differenza della Ponta del Sorapiss) segnavia di vernice.
Oggi la giornata era più che buona come visibilità, ma con la nebbia i soli ometti tendono a confondersi col resto del pendio se quest’ultimo è molto frastagliato: dunque per la Prima Sorella ritengo fondamentale un meteo sicuro.
La valutazione “difficile” e non “molto difficile” vale solo per CONDIZIONI PIÙ CHE PERFETTE!
La guida di riferimento è «101% Vera Montagna – Dolomiti Sorapíš e Marmarole Occidentali» di Paolo Beltrame.
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Fotografie
Per la salita finale alla Prima Sorella ho ordinato le foto in sequenza logica di salita indipendentemente dal fatto che siano state scattate in salita o in discesa.
Per questo motivo ci sono delle “situazioni incoerenti di luce” tra foto consecutive.
È il sistema che preferisco quando devo poi ricordare l’esatta sequenza di passaggi di itinerari complicati in ambienti dove gli errori possono far perdere molto tempo.
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Avvicinamento al canale di salita finale per la Prima Sorella
Dal Rifugio San Marco si seguono le segnalazioni del CAI 226 per la Forcella Grande.
Dal cartello “FORCELLA GRANDE MT 2255” si continua contornando verso sinistra (lungo il CAI 246) il catino che chiude in alto la Val di San Vito, e si passa un secondo cartello “FON DE RU SECCO MT 2445” con quota nettamente sbagliata (è di poche decine di metri più alto del precedente).
Ora avanti iniziando a salire tra facili saltini su sentiero sempre ben tracciato fino alla gran spianata del Fond de Rusecco o Ruseco (e a una quota di poco oltre i 2.500) dove si abbandona il tracciato che continua verso il Bivacco Slataper.
Sulla destra direzione arrivo c’è una traccia di sentierino abbastanza evidente con ometti fin dai primi metri, ed è quella che va verso il ghiaione di base della via normale alla Ponta del Sorapíš.
Si continua su questo sentierino fino a pochi metri dall’inizio delle ghiaie dove, sulla destra, ci sono delle basse bastionate rocciose.
C’è un grande ometto un po’ fuori verso destra tra la prima e la seconda bassa bastionata: qui si abbandona la via normale per la Ponta del Sorapíš e ci si infila tra le due bastionate, trovando anche qualche vecchio e sbiadito segnavia di vernice del Sentiero Carlo Minazio.
In breve, seguendo il camminamento a terra e gli ometti, si arriva alla fine delle bastionate e si nota – a una quota poco più bassa verso sinistra – una evidente bancata ghiaiosa con traccia di cengia.
(Fino a qui si arriva comunque anche non indovinando esattamente la traccia del vecchio Sentiero Carlo Minazio: basta svoltare a destra in mezzo alle basse bastionate rocciose precedenti, anche dopo la seconda.)
Si abbandona la continuazione del Sentiero Carlo Minazio e si infila la bancata seguendo il non difficile camminamento di cengia.
Questa cengia-bancata iniziale finisce dentro il gran canalone che scende dalla Forcella della Caccia Grande, e per attraversarlo si scende prima qualche metro su ripidi “gradini di verde”.
Poi si risale dall’altro lato sempre su traccia tipo cengia, e si arriva subito (seguendo bene un paio di ometti) ad aggirare una gobba-sporgenza rocciosa con passaggio esposto di buon I° grado orizzontale: appoggi e appigli sufficienti ci sono ma bisogna un po’ tenersi e stare attenti – se sembrasse più di un I° grado con qualche salto la linea è sbagliata.
Si entra in un tratto verde per cui si risale, e poi gli ometti guidano su un bel traverso quasi pianeggiante.
A fine traverso c’è una salitella diagonale che avvicina alla fascia rocciosa senza raggiungerla, e poi gli ometti guidano a un più lungo traverso diagonale con tendenza leggera salita.
Si arriva in vista di un incredibile torrione piramidale giallo con gran grotta alla base verso destra, e qui si sale direttamente sul ripido per raggiungerlo.
Su facile traccia tipo cengia si passa sotto il gran torrione e la sua grotta, e si entra finalmente nell’anfiteatro delle Tre Sorelle (dall’altro lato di fronte è EVIDENTISSIMA la prosecuzione della Cengia delle Tre Sorelle).
Nell’anfiteatro ci sono tre canali che salgono verso sinistra direzione arrivo.
Il primo che si incontra è stretto e si nota subito che, per i salti presenti fin dal basso, non è escursionistico.
Il secondo è quello giusto ed è segnalato da un gran ometto alla base.
È molto largo nel suo complesso, lo definirei più un vallone molto articolato.
I primi metri dell’impluvio principale sono probabilmente di buon III° grado e si aggirano iniziando a seguire gli ometti sul lato sinistro direzione salita.
Salita finale alla Prima Sorella
L’aggiramento del salto iniziale di III° grado è su gradoni dove si usano le mani senza probabilmente arrivare al I° grado pieno.
Poi da sinistra direzione salita si passa a destra rispetto all’impluvio principale iniziale e non c’è molto da dire per un lungo tratto – sembra “quasi” tutto uguale sul largo pendio, e bisogna seguire gli ometti se si vogliono evitare del tutto passi di arrampicata: occhio solo a qualche saltuario passo scivoloso per le ghiaie-pietrisco.
A un certo punto si attraversa verso sinistra un canaletto secondario ghiaioso, e ci si riporta verso quello principale con in vista in alto una evidente forcelletta di cresta.
Per continuare verso la vetta della Prima Sorella non serve raggiungere la forcelletta di cresta: io l’ho raggiunta per dare un’occhiata dall’altra parte, ma non si vede nulla di più rispetto a quanto sarà possibile ammirare più avanti.
La via di salita per la Prima Sorella continua imboccando una cengia verso sinistra (sempre segnalata da ometti) circa 20 metri di dislivello sotto la forcelletta di cresta.
La cengia è abbastanza facile con un “quasi passo del gatto” nella prima parte se si vuol evitare un passaggio esterno non banale.
Si arriva al punto di aggiramento di una costa dove la traccia di cengia svolta a 90° per andare dentro un profondo canale.
C’è un buon ometto al punto di aggiramento, e significa … che bisogna salire direttamente la costa con qualche solido passo di I° grado: subito si ritrovano altri ometti.
Poi si piega a sinistra con qualche solido passo esposto per andare ad attraversare lo stretto canale (evitato più in basso) in corrispondenza della sua testata e di una mini-forcella.
Dopo l’attraversamento in testata si scende qualche metro e si riprende a salire sul ripido diagonale arrivando su un terrazzino di roccia piatta in corrispondenza di una più ampia forcella: da qui prima vista dall’alto (molto … alto) sul Lago del Sorapíš in versante nord.
Dal terrazzino ci si sposta pochi metri verso sinistra sotto dei salti rocciosi che arrivano al I°+ per qualche passo, e bisogna salire: appoggi e appigli solidi si trovano (non sono tutti solidi ma si trovano) e si vedono bene anche in discesa.
Fatto questo si sale per un breve intaglio-canalino con base pietrisco-terra fino a ritrovare la cresta un’ultima volta, e poi in 3 minuti si va per la vetta della Prima Sorella sempre ben assistiti dagli ometti.
Waypoints
Waypoint
3,736 ft
01 - Parcheggio Impianti di San Vito di Cadore
Waypoint
8,166 ft
04 - Foto in arrivo nell'area del Fond de Rusecco o Ruseco e uscita dal sentiero CAI 246
Waypoint
8,256 ft
05 - Uscita dalla via normale per la Ponta del Sorapiss (Sorapis - Sorapíš) appena prima dell'inizio del ghiaione
Waypoint
8,230 ft
06 - Uscita dal vecchio Sentiero Carlo Minazio in direzione di una bancata-cengia di ghiaie
Waypoint
8,183 ft
07 - Foto dall'inizio della bancata-cengia che va verso il canalone che scende dalla Forcella della Caccia Grande
Waypoint
8,139 ft
08 - Arrivo all'andata all'attraversamento del canalone che scende dalla Forcella della Caccia Grande
Waypoint
8,197 ft
09 - Foto dopo l'attraversamento all'andata del canalone che scende dalla Forcella della Caccia Grande
Waypoint
8,382 ft
10 - Foto a inizio del primo facile traverso-cengia dopo il canalone che scende dalla Forcella della Caccia Grande
Waypoint
8,360 ft
11 - Inizio diagonale in leggera salita per avvicinarsi alla fascia rocciosa prima dell'anfiteatro delle Tre Sorelle
Waypoint
8,597 ft
12 - Ultimo ripido per raggiungere il torrione piramidale giallo di riferimento per l'anfiteatro delle Tre Sorelle
Waypoint
8,707 ft
13 - Arrivo sotto il torrione piramidale giallo di riferimento per l'anfiteatro delle Tre Sorelle
Waypoint
8,746 ft
15 - Inizio salita finale per le Cime delle Tre Sorelle dalla bancata-cornice della Cengia delle Tre Sorelle
Waypoint
9,451 ft
19 - Forcelletta di cresta oltre la svolta per il finale di salita verso la Prima Sorella
Waypoint
9,398 ft
20 - Foto all'imbocco della cengia che segna l'inizio della via finale per la Prima Sorella
Waypoint
9,424 ft
21 - Uscita da cengia per risalita diretta su costa rocciosa lungo la via finale per la Prima Sorella
Waypoint
9,491 ft
22 - Foto dopo l'uscita dalla prima cengia e verso il passaggio in testata di un canale in direzione della Prima Sorella
Waypoint
9,496 ft
23 - Passaggio su forcelletta in testata di un canale lungo la via finale per la Prima Sorella
Waypoint
9,527 ft
24 - Ampio terrazzino roccioso con vista sul Lago del Sorapis e inizio salto di roccette in salita
Waypoint
9,616 ft
25 - Base canalino-intaglio con fondo terra-pietrisco per arrivo definitivo in cresta nel finale per la Prima Sorella
Waypoint
9,654 ft
26 - Testata canalino-intaglio con fondo terra-pietrisco per arrivo definitivo in cresta nel finale per la Prima Sorella
Waypoint
8,815 ft
29 - Rientro alla grotta sotto il torrione piramidale giallo che affianca l'anfiteatro delle Tre Sorelle
Waypoint
8,240 ft
30 - Rientro al passaggio esposto lato est che delimita il canalone che scende dalla Forcella della Caccia Grande
Waypoint
7,520 ft
32 - Foto a stambecchi sotto Punta dei Ross poco prima di rientrare a Forcella Grande
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