Gruppo del Piz de Mezodì: Zéngia de Squarà, Forzèla dei Fratói, anticima-cima Col dei Gai e Zimón de Géna da località Stua
near Gena, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Escursione in ambiente tipico dei gruppi Piz de Mezodì e Monti del Sole che, in questo caso, alterna lunghi tratti di cengia o sentiero simil-cengia a salite anche piuttosto ripide e impegnative.
Ho indicato la valutazione complessiva come molto impegnativo tenendo conto dei due tratti più difficili, ma provo di seguito a dare una valutazione per settori riferita sempre a escursionisti di esperienza.
DA STUA A INIZIO ZENGIA DE SQUARÀ
Medio tenendo conto di un breve canalino abbastanza ripido e stretto che spezza il resto facile.
ZENGIA DE SQUARÀ
Impegnativo come è giusto valutare tutte le cenge esposte con tratti di traccia stretta.
Non è affatto difficile “nella scala delle cenge”, ma non si può definire medio in una scala escursionistica complessiva.
Il tratto chiave (una decina di metri circa) è molto esposto ed è attrezzato con un cavetto d’acciaio: dunque è assimilabile a un passaggio delicato di via ferrata (probabile umido/bagnato per il gocciolamento della parete).
RISALITA VAL DEL RU BIANCH FINO A FORCELLA DEI FRATOI
Medio e divertente fino agli ultimi metri.
Verso la fine si impenna un po’ e bisogna fare un attimo di pausa per guardarsi la linea da seguire.
TRACCIA DA FORCELLA DEI FRATOI ALLA BASE DEI DUE VALLONI PER IL COL DEI GAI
Medio con attenzione a qualche passo esposto.
Bisogna essere un po’ concentrati per seguire la traccia che ogni tanto diventa labile nei tratti boschivi o contorta nei tratti fra i tagli di mughi.
Molto importante individuare la sella di cui al waypoint ‘10 - Sella "chiave" da salire in boschetto di faggi’.
Siccome nella guida era scritto “… per una valletta con alberi di faggio si monta sulla cresta spartiacque …”, io prima ne ho risalite altre due anch’esse ricoperte da alberi di faggio, e ho perso parecchio tempo (ho cancellato dal tracciato GPS queste ... esperienze).
Il tempo che ho perso qui mi è costato l’acquazzone finale sulla testa.
Arrivati sulla piccola sella bisogna guardare a destra e andare contro la gran parete verticale: si vedrà a sinistra la traccia che aggira la parete dall’altro versante con buona pendenza ma sempre ben improntata sul terreno – dal centro della sella la traccia non si vede, almeno nella stagione con la chioma degli alberi al massimo sviluppo.
RISALITE A ANTICIMA E CIMA COL DEI GAI
Molto impegnative nella seconda parte dei valloni, un po’ per la pendenza e un po’ per qualche tratto non proprio stabile e con pietrisco che “sporca” le roccette.
La guida segnala più complicata quella per l’anticima, ma per me sono equivalenti.
È vero che quella per la cima parte veramente comoda, ma in alto forse ha qualche punto più delicato.
La cima del Col dei Gai è una giungla di mughi.
ZIMON DE GENA E RIENTRO PER COGOL DE LA LOREZA
Tra il facile e il medio con attenzione a un breve passaggio, poco prima del Cogól de la Loréza, su un’ansa del sentiero parzialmente crollata.
La guida a cui ho fatto riferimento è “Monti del Sole e Piz de Mezodì” di Pietro Sommavilla e Luca Celi.
Ci sono vari punti dell’escursione in cui il GPS va in crisi.
Dove ho notato scarti e velocità improbabili (fino a 126 km/ora!) ho raddrizzato manualmente la traccia seguendo “i freschi ricordi di giornata”.
Bisogna anche dire che i rimbalzi di segnale si verificano più spesso in cengia o in tratti di sentiero quando si è molto attaccati alla parete, o nei canalini profondi e stretti.
Però quando si è in cengia o nei canalini stretti non si può scappare, e il GPS non serve a nulla: l’importante è individuare i punti di ingresso e di svolta.
Se si elimina il tratto verso le due cime del Col dei Gai rimane un’escursione molto carina, più equilibrata e con decisamente meno impegno fisico: un bel tracciato (relativamente) light.
IL DISLIVELLO CALCOLATO CON “Garmin BaseCamp” È DI CIRCA 1.700 METRI, ED È QUELLO GIUSTO (CONFERMATO CON ALTIMETRO A PRESSIONE SUUNTO).
QUANDO CI SONO DI MEZZO CENGE CHE SCORRONO AI BORDI DI GRAN DISLIVELLI, WIKILOC RICALCOLA SEMPRE IN MODO MOLTO ABBONDANTE PERCHÉ, PROBABILMENTE, FISSA LE QUOTE SULLA BASE DELLE PROPRIE MAPPE SOVRAPPONENDOCI LA TRACCIA DEL GPS CHE NON È CERTAMENTE PERFETTA: IN CENGIA ANCHE UNO SCARTO LATERALE DI 3/5 METRI PUÒ DARE ORIGINE A QUOTE NOTEVOLMENTE DIVERSE SE RICALCOLATE SU ALTRE MAPPE.
Ho indicato la valutazione complessiva come molto impegnativo tenendo conto dei due tratti più difficili, ma provo di seguito a dare una valutazione per settori riferita sempre a escursionisti di esperienza.
DA STUA A INIZIO ZENGIA DE SQUARÀ
Medio tenendo conto di un breve canalino abbastanza ripido e stretto che spezza il resto facile.
ZENGIA DE SQUARÀ
Impegnativo come è giusto valutare tutte le cenge esposte con tratti di traccia stretta.
Non è affatto difficile “nella scala delle cenge”, ma non si può definire medio in una scala escursionistica complessiva.
Il tratto chiave (una decina di metri circa) è molto esposto ed è attrezzato con un cavetto d’acciaio: dunque è assimilabile a un passaggio delicato di via ferrata (probabile umido/bagnato per il gocciolamento della parete).
RISALITA VAL DEL RU BIANCH FINO A FORCELLA DEI FRATOI
Medio e divertente fino agli ultimi metri.
Verso la fine si impenna un po’ e bisogna fare un attimo di pausa per guardarsi la linea da seguire.
TRACCIA DA FORCELLA DEI FRATOI ALLA BASE DEI DUE VALLONI PER IL COL DEI GAI
Medio con attenzione a qualche passo esposto.
Bisogna essere un po’ concentrati per seguire la traccia che ogni tanto diventa labile nei tratti boschivi o contorta nei tratti fra i tagli di mughi.
Molto importante individuare la sella di cui al waypoint ‘10 - Sella "chiave" da salire in boschetto di faggi’.
Siccome nella guida era scritto “… per una valletta con alberi di faggio si monta sulla cresta spartiacque …”, io prima ne ho risalite altre due anch’esse ricoperte da alberi di faggio, e ho perso parecchio tempo (ho cancellato dal tracciato GPS queste ... esperienze).
Il tempo che ho perso qui mi è costato l’acquazzone finale sulla testa.
Arrivati sulla piccola sella bisogna guardare a destra e andare contro la gran parete verticale: si vedrà a sinistra la traccia che aggira la parete dall’altro versante con buona pendenza ma sempre ben improntata sul terreno – dal centro della sella la traccia non si vede, almeno nella stagione con la chioma degli alberi al massimo sviluppo.
RISALITE A ANTICIMA E CIMA COL DEI GAI
Molto impegnative nella seconda parte dei valloni, un po’ per la pendenza e un po’ per qualche tratto non proprio stabile e con pietrisco che “sporca” le roccette.
La guida segnala più complicata quella per l’anticima, ma per me sono equivalenti.
È vero che quella per la cima parte veramente comoda, ma in alto forse ha qualche punto più delicato.
La cima del Col dei Gai è una giungla di mughi.
ZIMON DE GENA E RIENTRO PER COGOL DE LA LOREZA
Tra il facile e il medio con attenzione a un breve passaggio, poco prima del Cogól de la Loréza, su un’ansa del sentiero parzialmente crollata.
La guida a cui ho fatto riferimento è “Monti del Sole e Piz de Mezodì” di Pietro Sommavilla e Luca Celi.
Ci sono vari punti dell’escursione in cui il GPS va in crisi.
Dove ho notato scarti e velocità improbabili (fino a 126 km/ora!) ho raddrizzato manualmente la traccia seguendo “i freschi ricordi di giornata”.
Bisogna anche dire che i rimbalzi di segnale si verificano più spesso in cengia o in tratti di sentiero quando si è molto attaccati alla parete, o nei canalini profondi e stretti.
Però quando si è in cengia o nei canalini stretti non si può scappare, e il GPS non serve a nulla: l’importante è individuare i punti di ingresso e di svolta.
Se si elimina il tratto verso le due cime del Col dei Gai rimane un’escursione molto carina, più equilibrata e con decisamente meno impegno fisico: un bel tracciato (relativamente) light.
IL DISLIVELLO CALCOLATO CON “Garmin BaseCamp” È DI CIRCA 1.700 METRI, ED È QUELLO GIUSTO (CONFERMATO CON ALTIMETRO A PRESSIONE SUUNTO).
QUANDO CI SONO DI MEZZO CENGE CHE SCORRONO AI BORDI DI GRAN DISLIVELLI, WIKILOC RICALCOLA SEMPRE IN MODO MOLTO ABBONDANTE PERCHÉ, PROBABILMENTE, FISSA LE QUOTE SULLA BASE DELLE PROPRIE MAPPE SOVRAPPONENDOCI LA TRACCIA DEL GPS CHE NON È CERTAMENTE PERFETTA: IN CENGIA ANCHE UNO SCARTO LATERALE DI 3/5 METRI PUÒ DARE ORIGINE A QUOTE NOTEVOLMENTE DIVERSE SE RICALCOLATE SU ALTRE MAPPE.
Waypoints
Waypoint
1,480 ft
01 - Parcheggio località Stua
Waypoint
4,697 ft
10 - Sella 'chiave' da salire in boschetto di faggi
Waypoint
4,820 ft
11 - Seguire la traccia più bassa fatta in discesa e non quella di salita
Waypoint
4,888 ft
17 - Ometto riferimento sotto parete giallastra per linea migliore di prosecuzione
Waypoint
5,561 ft
19 - Inizio viàz verso destra direzione salita a fine vallone per Cima Col dei Gai
Waypoint
5,602 ft
20 - Inizio canalino finale di salita per Cima Col dei Gai
Waypoint
5,724 ft
21 - Cima Col dei Gai (punto più avanzato della cresta baranciosa e unico buono per foto)
Waypoint
3,401 ft
23 - Svolta a destra in discesa con traccia per Géna Alta verso sinistra
Comments (1)
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Una lettura emozionante: ho la pelle d'oca.
Chapeau!