Gruppo del Cimónega: le Banche del Sass de Mura, dal Lago della Stua (un 'viaggio' meraviglioso)
near Montagne, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Quello di oggi per:
- Lunghezza - Dislivello - Difficoltà diventa un itinerario per esperti, un'escursione mozzafiato (in tutti i sensi) che ci immerge in un mondo fatato, fatto di roccia color oro, nuvole bianche e cielo azzurro indaco: gli occhi brillano 😮😍 ad ogni aggiramento di uno spigolo.
La traccia gps presenza 2 "divagazioni" frutto di sviste e dovute alla mancata visibilità causa nuvole, non seguitele ovviamente.
Fatte le dovute premesse, ecco lo sviluppo, il più sintetico ed analitico possibile:
Si parte (prestissimo) dall'ex albergo alpino Boz (660m) e si innesta sentiero che porta subito al lago della Stua da dove poi si prende il Cai811 con direzione Passo Alvis.
Con passo abbastanza sostenuto si perviene in 2ore esatte a Malga Alvis (1573m), splendidamente mantenuta casera, immersa in un pianoro, dalla quale si può attingere dell'ottima acqua che scende dalle sorgenti del Neva.
Lasciata la casera, si sale su Pala erbosa con sentiero a zigzag in grande pendenza e poco prima del passo Alvis si piega a dx prendendo raccordo su ottima mulattiera che accompagna al Pass de Mura (1867m), a 3 ore dalla partenza.
Dal passo si prosegue dritti innestando il Cai748 che scende in falsopiano fino ad attraversare il torrente Neva, e risale la pendice opposta fino al bivio in località Acquedotto di Neva (1825m) da dove sulla dx inizia traccia, informale e più labile, che punta al Cadin di Neva, che si raggiunge, passando per un ottimo punto acqua, in circa 30' (4ore dalla partenza)
Dal Cadin di Neva inizia l'avvicinamento verso l'omonima forcella, si attraversa il grande anfiteatro, e ci si inerpica su chiara e battuta traccia fino al valico (2148m), siamo sotto alle Torri di Neva che appaiono maestose agli occhi.
Da qui in poi si cambia decisamente registro ed ambiente, qui abbiamo commesso un primo semplice errore andado a seguire una traccia a sx che punta a un mini-forcella ma porta a un punto morto, quindi correggendo la via ci si porta verso le pendici ovest del Sass de Mura, la traccia è ancora abbastanza evidente tuttavia si inizia ad affrontare qualche passaggio leggermente più impegnativo, c'è un camino di 4m di II+ da scendere, e subito affrontare lato posto una paretina di 3m di I+ in esposizione, si sale poi di buona lena fino a sotto le grandi pareti, da dove piegando a sx (seguendo precisamente gli ometti) si punta all'inizio della traversata delle banche.
Con di fronte il Piz Sagrón ed il Piz de Mèz che ci osservano maestosi, dopo una veloce merenda per recuperare energie (fino a qua sono 1900D+) e concentrazione, si comincia la traversata della Banca Nord (detta Pusterna), è oggettivamente impossibile descrivere a memoria i passaggi, si dovrà circumnavigare completamente l'intero massiccio, con un impegnativo ed bellissimo camminamento in cengia, a volte di moderata difficoltà a volte ben impegnativo, ma a tratti molto esposto, d'obbligo passo sicuro e mente lucida. La banca nord é quella col minor impatto di nuvole, per questo l'avanzare é un continuo spettacolo, siamo dominati dalle possenti pareti dorate del Sass, in un ambiente lunare, manca il respiro.
In successione, dopo la Nord arriva Est, caratterizzata da una maggiore esposizione, la cengia si fa ora più esile bisogna alzare il livello di attenzione, il percorso è obbligato, ma la presenza di nuvole rende più impegnativo il progredire, ci s fa guidare dagli ometti, QUASI sempre presenti, si continua rimanendo sempre attaccati alla grandi pareti, dalle quali raramente spuntano dei meravigliosi esemplari di "campanula di Moretti", che contro le leggi della natura crescono sulla roccia più ruvida ed aspra, un dono.
Proseguendo siamo incappati in un secondo errore, dove in concomitanza di una paretina da salire a dx su buona roccia, personalmente sono sceso a sx aggirando 2 spigoli in MASSIMA ESPOSIZIONE, andando poi ad incrodarmi, fare attenzione perché manca l'ometto e viene istintivo scendere.
Rimanendo, sempre, attaccati alle pareti si arriva a una stupenda doppia apertura su roccia, dove si può sostare per riprender fiato e scattare un paio di foto; é questo il punto che segna la fine della banca est.
Da questo crocevia inizia la banca Sud (o Soliva) solitamente caratterizzata da una grande esposizione al sole 🌞, ma purtroppo oggi l'unica cosa perennemente presente erano le nubi grigio/nere e la grande esposizione nel vuoto, qui massima.
Personalmente, magari in disaccordo con altre guide, ho trovato l'attraversamento di questa bancata il più "difficile" dei 4, anche se non "tecnicamente difficile" in termini alpinistici, come del resto tutto il giro di cengia:
- l'esilità della traccia appesa a centinaia di metri sul vuoto insieme alla friabilità del fondo può creare seri problemi a chi mal gradisce l'esposizione
- la costante presenza odierna di accumuli nuvolosi ha reso difficoltosa la progressione con facile perdita del senso direzionale da seguire
- l'assenza, purtroppo, di ometti in un punto chiave, dove si deve salire a dx, ci ha fatto incappare nel terzo e più seccante errore: siamo scesi in una canala dove si sviluppa una cengia molto praticabile ma che ci ha portato sull'orlo del baratro, ne siamo usciti tornando sui nostri passi e utilizzando il gps abbiamo agganciato il corretto punti di svolta.
Ultima ma non banale, ed ancora in mezzo al grigio dei nuvoloni, la banca ovest, che sarà quella che accompagnerà alla fine del giro di cengia.
Si segue anche qui il naturale sviluppo della cengia, facendo attenzione a seguire precisamente gli ometti, pena qualche strappetto da disarampicare e relativa perdita di tempo prezioso.
Come ho ribadito anche ai miei compagnia di gita oggi, in tutto il giro delle banche è FONDAMENTALE ed OBBLIAGOTORIO seguire gli ometti eretti da chi è venuto prima, se ad un certo punto non trovi più gli ometti: HAI UN PROBLEMA, che può rivelarsi grande.
Da questa banca si ha una vista meravigliosa sulle vette delle Torri di Neva, spettacolo.
Si perviene quindi all'incrocio dove all'andata si piega a sx per prendere la prima bancata.
Arrivati al crocevia dell'andata inizia il rientro seguendo precisamente la via dell'andata.
Conclusioni:
Più che un'escursione, l'esperienza di oggi può considerarsi un "piccolo viaggio"
• La grande lunghezza dell'itinerario farebbe preferire dividerlo in 2 giorni, andando a pernottare al rifugio Boz (apertura 20/06 - 20/09 https://www.rifugioboz.it/), al quale si perviene con già 1100D+ sulle gambe e poi affrontare Forcella Neva e le Banche il giorno seguente.
In alternativa si può optare per un avvicinamento più docile provenendo dal Val Noana, ma per me era troppo lunga in auto.
• L'ambiente ed il fondo ove si sviluppa l'itinerario richiede METEO PERFETTO, se non c'è questa condizione (o peggio NEVE) sconsiglio assolutamente di intraprendere tale l'avventura.
• Le tempistiche della percorrenza variano molto a seconda del passo di tutti noi: oggi tra una pausa e l'altra, pausa pranzo e snack, fermate a fotografare (impossibile non farlo), errori che ci stanno e costano minuti preziosi, soste a prendere acqua, qualche imprevisto fisico (una nostra compagna aveva ginocchio dolorante e siamo scesi molto lentamente) ci abbiamo impiegato 12 ore, è ragionevole pensare che "tirando" si possa chiudere il giro in 10 ore, ma che senso ha se non si gode della bellezza e maestosità dell'ambiente dove si è immersi? 🤷♂️
• L'uso del caschetto, anche se fastidioso, è fortemente consigliato in questo ambito, noi oggi scioccamente non l'abbiamo indossato poco, ma col senno di poi, sarebbe stato veramente il caso di tenerlo, visto che alla fine della banca ovest è partita una scarica di detriti e se eravamo sotto...
Per caratteristiche tecniche di questa traccia, consiglio la percorrenza a persone molto ben allenate e con spiccata attitudine agli ambienti di roccia, NON è una gita domenicale da affrontare con la testa altrove, un errore in cengia può costare molto caro.
• il GPS del telefono, con il quale registro sempre le mie uscite, si è comportato bene a dispetto delle precisioni, la traccia è attendibile e il dislivello è corretto.
Copertura cellulare assente o molto scarsa (10%)
Qualche punto acqua (Malga Alvis e Acquedotto di Neva)
Passo odierno veloce all'andata, lento al rientro.
●● DISCLAIMER●●●
Chiunque decida di intraprendere tale traccia lo faccia a proprio rischio e sotto la propria responsabilità, con consapevolezza, a seconda della propria capacitá fisica, mentale e tecnica.
Declino ogni responsabilità derivante da danni a persone o cose.
- Lunghezza - Dislivello - Difficoltà diventa un itinerario per esperti, un'escursione mozzafiato (in tutti i sensi) che ci immerge in un mondo fatato, fatto di roccia color oro, nuvole bianche e cielo azzurro indaco: gli occhi brillano 😮😍 ad ogni aggiramento di uno spigolo.
La traccia gps presenza 2 "divagazioni" frutto di sviste e dovute alla mancata visibilità causa nuvole, non seguitele ovviamente.
Fatte le dovute premesse, ecco lo sviluppo, il più sintetico ed analitico possibile:
Si parte (prestissimo) dall'ex albergo alpino Boz (660m) e si innesta sentiero che porta subito al lago della Stua da dove poi si prende il Cai811 con direzione Passo Alvis.
Con passo abbastanza sostenuto si perviene in 2ore esatte a Malga Alvis (1573m), splendidamente mantenuta casera, immersa in un pianoro, dalla quale si può attingere dell'ottima acqua che scende dalle sorgenti del Neva.
Lasciata la casera, si sale su Pala erbosa con sentiero a zigzag in grande pendenza e poco prima del passo Alvis si piega a dx prendendo raccordo su ottima mulattiera che accompagna al Pass de Mura (1867m), a 3 ore dalla partenza.
Dal passo si prosegue dritti innestando il Cai748 che scende in falsopiano fino ad attraversare il torrente Neva, e risale la pendice opposta fino al bivio in località Acquedotto di Neva (1825m) da dove sulla dx inizia traccia, informale e più labile, che punta al Cadin di Neva, che si raggiunge, passando per un ottimo punto acqua, in circa 30' (4ore dalla partenza)
Dal Cadin di Neva inizia l'avvicinamento verso l'omonima forcella, si attraversa il grande anfiteatro, e ci si inerpica su chiara e battuta traccia fino al valico (2148m), siamo sotto alle Torri di Neva che appaiono maestose agli occhi.
Da qui in poi si cambia decisamente registro ed ambiente, qui abbiamo commesso un primo semplice errore andado a seguire una traccia a sx che punta a un mini-forcella ma porta a un punto morto, quindi correggendo la via ci si porta verso le pendici ovest del Sass de Mura, la traccia è ancora abbastanza evidente tuttavia si inizia ad affrontare qualche passaggio leggermente più impegnativo, c'è un camino di 4m di II+ da scendere, e subito affrontare lato posto una paretina di 3m di I+ in esposizione, si sale poi di buona lena fino a sotto le grandi pareti, da dove piegando a sx (seguendo precisamente gli ometti) si punta all'inizio della traversata delle banche.
Con di fronte il Piz Sagrón ed il Piz de Mèz che ci osservano maestosi, dopo una veloce merenda per recuperare energie (fino a qua sono 1900D+) e concentrazione, si comincia la traversata della Banca Nord (detta Pusterna), è oggettivamente impossibile descrivere a memoria i passaggi, si dovrà circumnavigare completamente l'intero massiccio, con un impegnativo ed bellissimo camminamento in cengia, a volte di moderata difficoltà a volte ben impegnativo, ma a tratti molto esposto, d'obbligo passo sicuro e mente lucida. La banca nord é quella col minor impatto di nuvole, per questo l'avanzare é un continuo spettacolo, siamo dominati dalle possenti pareti dorate del Sass, in un ambiente lunare, manca il respiro.
In successione, dopo la Nord arriva Est, caratterizzata da una maggiore esposizione, la cengia si fa ora più esile bisogna alzare il livello di attenzione, il percorso è obbligato, ma la presenza di nuvole rende più impegnativo il progredire, ci s fa guidare dagli ometti, QUASI sempre presenti, si continua rimanendo sempre attaccati alla grandi pareti, dalle quali raramente spuntano dei meravigliosi esemplari di "campanula di Moretti", che contro le leggi della natura crescono sulla roccia più ruvida ed aspra, un dono.
Proseguendo siamo incappati in un secondo errore, dove in concomitanza di una paretina da salire a dx su buona roccia, personalmente sono sceso a sx aggirando 2 spigoli in MASSIMA ESPOSIZIONE, andando poi ad incrodarmi, fare attenzione perché manca l'ometto e viene istintivo scendere.
Rimanendo, sempre, attaccati alle pareti si arriva a una stupenda doppia apertura su roccia, dove si può sostare per riprender fiato e scattare un paio di foto; é questo il punto che segna la fine della banca est.
Da questo crocevia inizia la banca Sud (o Soliva) solitamente caratterizzata da una grande esposizione al sole 🌞, ma purtroppo oggi l'unica cosa perennemente presente erano le nubi grigio/nere e la grande esposizione nel vuoto, qui massima.
Personalmente, magari in disaccordo con altre guide, ho trovato l'attraversamento di questa bancata il più "difficile" dei 4, anche se non "tecnicamente difficile" in termini alpinistici, come del resto tutto il giro di cengia:
- l'esilità della traccia appesa a centinaia di metri sul vuoto insieme alla friabilità del fondo può creare seri problemi a chi mal gradisce l'esposizione
- la costante presenza odierna di accumuli nuvolosi ha reso difficoltosa la progressione con facile perdita del senso direzionale da seguire
- l'assenza, purtroppo, di ometti in un punto chiave, dove si deve salire a dx, ci ha fatto incappare nel terzo e più seccante errore: siamo scesi in una canala dove si sviluppa una cengia molto praticabile ma che ci ha portato sull'orlo del baratro, ne siamo usciti tornando sui nostri passi e utilizzando il gps abbiamo agganciato il corretto punti di svolta.
Ultima ma non banale, ed ancora in mezzo al grigio dei nuvoloni, la banca ovest, che sarà quella che accompagnerà alla fine del giro di cengia.
Si segue anche qui il naturale sviluppo della cengia, facendo attenzione a seguire precisamente gli ometti, pena qualche strappetto da disarampicare e relativa perdita di tempo prezioso.
Come ho ribadito anche ai miei compagnia di gita oggi, in tutto il giro delle banche è FONDAMENTALE ed OBBLIAGOTORIO seguire gli ometti eretti da chi è venuto prima, se ad un certo punto non trovi più gli ometti: HAI UN PROBLEMA, che può rivelarsi grande.
Da questa banca si ha una vista meravigliosa sulle vette delle Torri di Neva, spettacolo.
Si perviene quindi all'incrocio dove all'andata si piega a sx per prendere la prima bancata.
Arrivati al crocevia dell'andata inizia il rientro seguendo precisamente la via dell'andata.
Conclusioni:
Più che un'escursione, l'esperienza di oggi può considerarsi un "piccolo viaggio"
• La grande lunghezza dell'itinerario farebbe preferire dividerlo in 2 giorni, andando a pernottare al rifugio Boz (apertura 20/06 - 20/09 https://www.rifugioboz.it/), al quale si perviene con già 1100D+ sulle gambe e poi affrontare Forcella Neva e le Banche il giorno seguente.
In alternativa si può optare per un avvicinamento più docile provenendo dal Val Noana, ma per me era troppo lunga in auto.
• L'ambiente ed il fondo ove si sviluppa l'itinerario richiede METEO PERFETTO, se non c'è questa condizione (o peggio NEVE) sconsiglio assolutamente di intraprendere tale l'avventura.
• Le tempistiche della percorrenza variano molto a seconda del passo di tutti noi: oggi tra una pausa e l'altra, pausa pranzo e snack, fermate a fotografare (impossibile non farlo), errori che ci stanno e costano minuti preziosi, soste a prendere acqua, qualche imprevisto fisico (una nostra compagna aveva ginocchio dolorante e siamo scesi molto lentamente) ci abbiamo impiegato 12 ore, è ragionevole pensare che "tirando" si possa chiudere il giro in 10 ore, ma che senso ha se non si gode della bellezza e maestosità dell'ambiente dove si è immersi? 🤷♂️
• L'uso del caschetto, anche se fastidioso, è fortemente consigliato in questo ambito, noi oggi scioccamente non l'abbiamo indossato poco, ma col senno di poi, sarebbe stato veramente il caso di tenerlo, visto che alla fine della banca ovest è partita una scarica di detriti e se eravamo sotto...
Per caratteristiche tecniche di questa traccia, consiglio la percorrenza a persone molto ben allenate e con spiccata attitudine agli ambienti di roccia, NON è una gita domenicale da affrontare con la testa altrove, un errore in cengia può costare molto caro.
• il GPS del telefono, con il quale registro sempre le mie uscite, si è comportato bene a dispetto delle precisioni, la traccia è attendibile e il dislivello è corretto.
Copertura cellulare assente o molto scarsa (10%)
Qualche punto acqua (Malga Alvis e Acquedotto di Neva)
Passo odierno veloce all'andata, lento al rientro.
●● DISCLAIMER●●●
Chiunque decida di intraprendere tale traccia lo faccia a proprio rischio e sotto la propria responsabilità, con consapevolezza, a seconda della propria capacitá fisica, mentale e tecnica.
Declino ogni responsabilità derivante da danni a persone o cose.
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