Grotta dei Cavalli
near Cala Rossa, Sicilia (Italia)
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Itinerary description
Il basso promontorio calcareo che chiude a ovest il bacino del golfo di Castellammare presenta numerose cavità naturali che si affacciano lungo la falesia rocciosa che guarda a ponente.
L’itinerario ha inizio dal villaggio di pescatori di San Vito Lo Capo, oggi rinomato centro turistico posto all’estremità settentrionale del basso promontorio calcareo che chiude a ovest il bacino del golfo di Castellammare. Si imbocca la strada asfaltata di via Faro fino a raggiungere il Faro di Capo San Vito, realizzato durante il Regno Borbonico tra il 1854 e il 1859, superato il quale, il sentiero procede lungo una scogliera solitaria e selvaggia che fiancheggia la falesia calcarea dove si aprono calette e grotte prodotte dall’erosione marina durante le fasi interglaciali.
La Grotta dei Cavalli è la più suggestiva: la cavità, assai ampia, è posta in posizione sopraelevata, tanto da sfiorare l’orlo dell’altopiano. Alla base della grotta sono presenti grossi massi crollati dalla volta che rendono alquanto movimentata l’ascensione verso l’imboccatura dell’antro. Nella parte più interna della parete di destra si dispiega un complesso pittorico costituito da numerosi elementi dipinti in rosso, datati in epoca eneolitica. Un primo gruppo di raffigurazioni, più vasto, è costituito da figure astratte di aspetto geometrico e da complesse articolazioni lineari. Un secondo gruppo comprende alcune figure antropomorfe filiformi, alcune delle quali a doppio tridente. Tra queste raffigurazioni compare anche un arciere che insegue una figura zoomorfa. Il rientro riprende il percorso dell’andata fino ad intercettare la via Calamancina, da cui si raggiunge il porto.
L’itinerario ha inizio dal villaggio di pescatori di San Vito Lo Capo, oggi rinomato centro turistico posto all’estremità settentrionale del basso promontorio calcareo che chiude a ovest il bacino del golfo di Castellammare. Si imbocca la strada asfaltata di via Faro fino a raggiungere il Faro di Capo San Vito, realizzato durante il Regno Borbonico tra il 1854 e il 1859, superato il quale, il sentiero procede lungo una scogliera solitaria e selvaggia che fiancheggia la falesia calcarea dove si aprono calette e grotte prodotte dall’erosione marina durante le fasi interglaciali.
La Grotta dei Cavalli è la più suggestiva: la cavità, assai ampia, è posta in posizione sopraelevata, tanto da sfiorare l’orlo dell’altopiano. Alla base della grotta sono presenti grossi massi crollati dalla volta che rendono alquanto movimentata l’ascensione verso l’imboccatura dell’antro. Nella parte più interna della parete di destra si dispiega un complesso pittorico costituito da numerosi elementi dipinti in rosso, datati in epoca eneolitica. Un primo gruppo di raffigurazioni, più vasto, è costituito da figure astratte di aspetto geometrico e da complesse articolazioni lineari. Un secondo gruppo comprende alcune figure antropomorfe filiformi, alcune delle quali a doppio tridente. Tra queste raffigurazioni compare anche un arciere che insegue una figura zoomorfa. Il rientro riprende il percorso dell’andata fino ad intercettare la via Calamancina, da cui si raggiunge il porto.
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